3.1 2010, Okinawa in piazza contro le basi militari statunitens
3.2.1 I segreti nucleari tra Tokyo e Washington e la questione di Okinawa
Innanzitutto, è necessario ricordare che fu a seguito della tragica esperienza dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki, il popolo giapponese si oppose fermamente alla presenza di armi nucleari all’interno del proprio paese. Le politiche nucleari promosse dai governi che si susseguirono negli anni, rispecchiarono di conseguenza il sentimento pacifista e anti-nucleare del popolo giapponese. Per esempio, nel 1960, anno in cui fu revisionato il Trattato di sicurezza tra Stati Uniti e Giappone, i due governi stabilirono che navi o aerei statunitensi con a bordo armi nucleari non potevano entrate in acque o nello spazio aereo giapponese “senza previa consultazione” del governo di Tokyo.
Successivamente, nel dicembre del 1967, il Primo Ministro Eisaku Sato, in un discordo alla Dieta, proclamò i cosiddetti “tre principi anti-nucleari” secondo cui il Giappone sceglieva di: non possedere, non costruire e non introdurre nel proprio territorio nessuna arma nucleare.216 Nonostante a Sato venne assegnato, nel 1974, il premio Nobel per la pace proprio per via della sua politica pacifista, negli anni Sessanta le intenzioni del Primo Ministro non erano in realtà totalmente limpide. Il Primo Ministro infatti mirava a
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Ibidem. 215
Hans M. Kristensen, Japan Under the Nuclear Umbrella: U.S. nuclear weapons and nuclear war planning
in Japan during the Cold War, the Nautilus Institute for Security and Sustainable Development, 1999, pp.20-
25. 216
Il Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) fu sottoscritto da USA, Regno Unito e Unione Sovietica il 1° luglio 1968 ed entrò in vigore il 5 marzo 1970. Il Giappone firmò il Trattato il 3 febbraio 1970 ed entrò in vigore il 5 marzo dello stesso anno.
91 riottenere la sovranità sulla regione di Okinawa, fondamentale base strategica statunitense per il controllo dell’Asia orientale. Nel gennaio del 1965, Sato incontrò per la prima volta il Presidente degli Stati Uniti Johnson. Fu proprio in quell’occasione che Sato espresse la sua volontà nel vedere Okinawa tornare sotto l’amministrazione del Giappone. A tal fine, Sato ribadì l’appoggio del sua Paese al governo di Washington e precisò inoltre che il ritorno di Okinawa non avrebbe interferito con l’attività militare statunitense nella regione, ma anzi il Primo Ministro avrebbe consentito agli Stati Uniti il mantenimento dell’uso delle basi militari presenti nel territorio.217
L’allora primo ministro Sato mirava dunque a riottenere la sovranità su Okinawa. D’altra parte però c’era l’ostacolo rappresentato dagli armamenti nucleari stanziati sul territorio della provincia. Bisognava considerare che il popolo giapponese contraddistinto da un forte sentimento anti-nucleare non avrebbe accettato la presenza di armi nucleari sul suolo della propria nazione.218
Nel novembre del 1967, Sato e il presidente degli Stati Uniti Nixon si incontrarono per discutere in riguardo alla faccenda del ritorno di Okinawa al Giappone. Alla base della questione restava il rapporto esistente tra basi nucleari e la restituzione dei diritti amministrativi al Giappone. Gli Stati Uniti si opponevano alla richiesta da parte giapponese di rimuovere le eventuali armi nucleari da Okinawa. Dopotutto, era da circa venti anni che gli Stati Uniti detenevano tali armamenti sul suolo della provincia giapponese. Le negoziazioni dunque non portarono neppure in quell’occasione ad un accordo finale sul ritorno di Okinawa. Gli Stati Uniti espressero la loro comprensione per il desiderio di Sato nel raggiungere un accordo per riportare la regione sotto il proprio paese. D’altra parte, Sato era conscio del fatto che la questione delle elezioni presidenziali statunitensi (che si sarebbero tenute nel 1968) e la vicenda della guerra in Vietnam, impedivano in quel momento agli Stati Uniti di fornire al Giappone una data per il ritorno di Okinawa, la quale veniva considerata una potente base strategica per il controllo dell’Asia orientale. Le esigenze nucleari statunitensi impedivano dunque di fornire una data precisa al governo giapponese. Sato dunque riconosceva l’importanza del ruolo svolto dalle basi di Okinawa per il mantenimento della sicurezza dell’intera regione, oltre che del
217 Caroli, 1999, pp.242-45. 218
L’esistenza di basi nucleari a Okinawa non rappresentò alcun problema per Tokyo fino al 1972. Questo perché, fino ad allora, Okinawa si trovava al di fuori dell’applicazione della Costituzione giapponese. Per giunta, questa sua condizione permise non solo una garanzia più ampia alla sicurezza del Giappone, ma anche di mantenere con Washington un legame di alleanza più solido. Caroli, 1999, p.187.
92 Giappone stesso. Ciononostante, nel dicembre dello stesso anno, una volta tornato in Giappone il Primo Ministro proclamò i tre principi anti-nucleari che da quel momento in poi avrebbero costituito la base della politica nucleare giapponese.219
L’accordo per la restituzione dei diritti amministrativi giapponesi su Okinawa fu infine raggiunto nel dicembre del 1969, nel corso dell’incontro a Washington tra Sato e Nixon.220 L’accordo prevedeva che l’uso delle basi militari presenti sul territorio della regione sarebbe stato assoggettato alle medesime condizioni previste per le basi esistenti nel resto del Paese. L’accordo, in altre parole, sebbene non ammettesse ufficialmente l’esistenza di armamenti nucleari a Okinawa,221
ne stabiliva la loro completa rimozione prima della data prevista per il ritorno.222
Immagine 3.1: Il Presidente degli Stati Uniti Nixon accoglie il primo ministro giapponese Eisaku Sato alla Casa Bianca, 1969.
Fonte: Peace Reporter, I segreti nucleari del Giappone, 18 febbraio 2011.
Al contrario, non venne invece reso noto un altro accordo raggiunto tra Sato e Nixon sempre nel corso del 1969. Un accordo segreto dunque che permetteva agli Stati Uniti di introdurre armamenti nucleari sul territorio di Okinawa in caso di una grande emergenza. Gli Stati Uniti, in quanto “stato nucleare” ufficialmente riconosciuto dal Trattato di non-proliferazione nucleare, hanno diritto al possesso di armi atomiche. Essi, però, hanno l’obbligo di non trasferire tali ordigni agli stati non-nucleari. L’accordo
219 Hans M. Kristensen, Japan Under the Nuclear Umbrella: U.S. nuclear weapons and nuclear war planning
in Japan during the Cold War, the Nautilus Institute for Security and Sustainable Development, 1999, pp.20-
25. Anche in Caroli, 1999, pp.242-46. 220
L’accordo per il ritorno di Okinawa al Giappone, fu siglato il 17 giugno 1971 a Washington. Tra il ministro degli esteri Aichi Kiichi e il segretario di Stato Usa William Rogers.
221
Il Governo di Washington non poteva svelare la presenza di armi nucleari a Okinawa o nella regione dell’Asia-Pacifico, a causa delle conseguenze che la dichiarazione avrebbe avuto nella sua strategia militare. al Governo di Tokyo perciò non restava che accettare questa decisione. Caroli, 1999, p.247.
222
93 stabiliva che sebbene gli Stati Uniti avrebbero rimosso tutti gli eventuali armamenti nucleari da Okinawa, al fine di assicurare il loro impegno nel mantenimento della sicurezza della regione dell’Asia-Pacifico, in caso di emergenza avrebbero richiesto il rientro delle armi nucleari e il diritto di transito in Okinawa previa tuttavia consultazione con il governo giapponese. L’accordo prevedeva che, a tali condizioni, Tokyo avrebbe dovuto accogliere senza ritardi la richiesta del sul alleato.223
Dunque, quando gli Stati Uniti restituirono Okinawa, ottennero di mantenere le proprie basi militari in cambio dell’adesione ai tre principi di Sato, vale a dire che al momento del ritorno non doveva più essere presente alcun armamento nucleare all’interno del territorio della regione. Di conseguenza, la scoperta di questi accordi segreti tra i due governi, i quali garantivano e garantiscono ancora oggi la continuità della sovranità americana in Giappone e, in particolare, a Okinawa, causarono oltre all’imbarazzo del governo centrale, un’ulteriore perdita di credibilità del Partito liberaldemocratico, un’acuire delle proteste della popolazione riguardo la presenza militare sul territorio, e infine, una probabile revisione nelle relazioni con gli Stati Uniti.224
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Pino Cazzaniga, Patti nucleari segreti tra Tokyo e Washington, AsiaNews.it, 27 novembre 2009. Articolo consultabile online all’indirizzo web: http://www.asianews.it/notizie-it/Patti-nucleari-segreti-tra-Tokyo-e- Washington-16985.html. Dicembre 2012.
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4. IL FUTURO DELL’ALLEANZA
4.1 Il rapporto di sicurezza nippo-americana: l’evoluzione dell’alleanza