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8 Nicolini, Fausto, Vita di Arlecchino, Bologna, Il Mulino, 1993.

2.2. L’iconografia nel Seicento

Nel secolo successivo la Commedia dell’Arte cominciò a prendere piede in tutte le regioni d’Italia e all’estero, soprattutto presso la corte francese. Molti pittori francesi e fiamminghi trasferitisi in Francia introdussero il tema delle maschere nelle loro opere, grazie ai contatti con artisti e pittori italiani, i quali, in quel momento, conoscevano bene il tema trattato, soprattutto per quanto riguarda l’iconografia delle maschere che quotidianamente vedevano comparire nei teatri e nelle piazze durante il carnevale.

18 Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 48-51; Valeriano, La tradizione delle

maschere, cit., pp. 136-142.

19 Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 22-25; Valeriano, La tradizione delle

maschere, cit., pp. 27-34.

20 Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 38-41; Valeriano, La tradizione delle

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Gli artisti del Seicento non si limitarono più a rappresentare le messinscene teatrali, ma le maschere in contesti diversi dal palcoscenico, estrapolandole dal personaggio e cominciando a dare loro un taglio e un’interpretazione innovativa per l’epoca, che ispireranno in parte alcuni artisti dei secoli successivi.

Il gruppo più consistente di rappresentazioni delle maschere attraverso disegni, dipinti e stampe arrivò proprio dal XVII e XVIII secolo e corrispose alla diffusione del genere teatrale della Commedia dell’Arte in Francia21.

2.2.1. Peter Van Bredael

Peter Van Bredael fu un pittore fiammingo di Anversa, nato nel 1629 e morto nel 1719. L’artista fiammingo si specializzò nelle rappresentazioni di scene di mercato o di villaggi in festa, collocate in un paesaggio italianeggiante o in una città, sulla scia delle opere di Jan Bruegel il Vecchio. Viaggiò molto, sia in Spagna sia, presumibilmente, in Italia, vista l’influenza dello stile e dei soggetti italiani apprezzabili nelle sue opere22.

Nell’ambito della Commedia italiana, realizzò l’opera Commedia dell’Arte

Scene in an Italian Landscape, realizzata attorno al 1600.

L’opera rappresenta un teatrino della Commedia dell’Arte all’aria aperta, in un tipico paesaggio italiano: davanti ad una folla di signori e contadini, alcuni attori sopra un palcoscenico improvvisato stanno recitando, mentre qualcuno spia da dietro le quinte. I due attori sul palcoscenico, anche se non troppo riconoscibili, potrebbero essere identificati con i due personaggi più famosi delle messinscene teatrali del periodo, Arlecchino, dal costume variopinto, e Pulcinella, che indossa il tipico berretto a cono23.

La folla di fronte a loro è quella delle piazze dell’epoca che si riuniva attorno a questi teatrini, i quali diventavano le attrazioni della giornata, in cambio

21 Guardenti, Gli italiani a Parigi, cit., p. 193.

22 Houbraken, Arnold, De groote schouburgh der Nederlantsche konstschilders en schilderessen, B. M.

Istrael Amsterdam, 1976; www.rkd.nl, www.rkd.nl/en/artists/12238, in data 02/01/2016.

23 Per l’iconografia di Pulcinella si rimanda al capitolo I, paragrafo 1.5. Bragaglia, Pulcinella, cit., pp. 15,

43, 52; Apollonio, Storia della Commedia dell’Arte, cit., pp. 197-201; Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 26-29; Valeriano, La tradizione delle maschere, cit., pp. 152-163.

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di qualche denaro per la compagnia di attori che improvvisava lo spettacolo24.

2.2.2. Jacques Callot

In ambito francese, agli inizi del Seicento, va ricordato Jacques Callot, un famoso incisore nato a Nancy nel 1592 e una delle personalità più in vista nel panorama del XVII secolo. Largamente influenzato dalla Commedia dell’Arte, soprattutto per il suo soggiorno a Firenze nel periodo di maggiore diffusione del genere teatrale, egli lasciò una delle raccolte d’incisioni più complete riguardanti la Commedia Italiana, unico vero genere che da sempre lo appassionò e lo attrasse25.

La sua produzione principale, intitolata Balli di Sfessania, fu realizzata nel 1621 eb ebbe come tematiche principali il teatro, il carnevale e i costumi popolari. Fu raccolta in una serie di ventiquattro incisioni, più il frontespizio, pensata proprio durante il suo soggiorno a Firenze alla corte dei Medici e realizzata al suo ritorno in Francia26.

Callot, infatti, trascorse a Firenze alcuni degli anni più fervidi a livello di attività artistiche, tra cortei di carnevale, mascherate e messinscena della Commedia dell’Arte e proprio questi servirono da spunto per le sue incisioni. Queste raccolgono una serie di zanni e capitani, vestiti con abiti

24 Bragaglia, Pulcinella, cit., pp. 15, 43, 52; Miklasevskij, La commedia dell’arte, cit., p. 33; Fano, Le

maschere italiane, cit., pp. 23-48.

25 Le incisioni di Jacques Callot, (1591-1635): collezioni del Cabinet des estampes Musee d'art et d'histoire

di Ginevra, catalogo della mostra a cura di E. Rossier (Milano, Museo Teatrale alla Scala, 21 marzo-19 aprile 1970), Milano, arti grafiche G. Ferrari, 1970; Ternois, Daniel, Jacques Callot: catalogue complet de son oeuvre dessine, Paris, F. De Nobele, 1962; Mayor, Alpheus Hyatt, Prints and people: a social history of printed pictures, New York, The Metropolitan Museum of Art, New York Graphic Society, 1971; Jacques Callot: prints & related drawings,catalogo della mostra a cura di H. Diane Russel (Washington, 1975), Washington, National Gallery of art, 1975; Paërl, Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea, cit., pp. 25 e 53.

26 Jacques Callot: print & related drawings, cit., pp. 74-77; Mayor, Prints and people: a social history of

printed pictures, cit., pp. 289-293; Paërl, Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea, cit., pp. 25 e 53. www.sged.bm-lyon.fr, in data 02/01/2016; www.artic.edu, www.artic.edu/aic/collections/artwork/artist/Callot%2C+Jacques, in data 02/01/2016; www.wga.hu, www.wga.hu/frames-e.html?bio/c/Callot/biograph.html, in data 02/01/2016.

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ampi e trasandati, copricapi con corna diaboliche, spade e lance e si rifanno ad una tipica danza farsesca napoletana, la Sfessania appunto27.

In una delle varie scene dei Balli di Sfessania sono rappresentati due personaggi della Commedia dell’Arte: Pulliciniello e la Signora Lucrezia.

Pulliciniello è identificato con la maschera napoletana di Pulcinella e le sue sembianze rispecchiano la tipica iconografia. Egli ha una barba a punta e dei baffi che spuntano da una maschera a mezzo volto con un naso prominente, un lungo camicione tenuto in vita da una cintura, pantaloni lunghi e larghi, scarpe e un bastone nella mano destra, uno degli attributi che spesso lo accompagnano. Nella mano sinistra stringe un berretto che Callot rappresentò con due lunghe punte sulla tesa, a simboleggiare probabilmente due corna di diavolo, anche se, come si è visto, Pulcinella non ebbe origini diaboliche, ma fu spesso accomunato al diavolo per il suo carattere e i suoi vizi28.

Oltre ai Balli di Sfessania, Callot incise molti altri soggetti teatrali, soprattutto in occasione del suo soggiorno a Roma e a Firenze.

La serie Les trois Pantalons ou Les trois acteurs, sempre del XVII secolo, è custodita alla Bibliothéque Municipale de Lyon. Nelle tre incisioni, Le

Pantalon ou Cassandre29, Le Zani ou Scapin30 e Le Captain ou L’Amoreux31,

sono raffigurati i personaggi di Pantalone, il Capitano e uno Zanni a figura intera. Tutte e tre le maschere sono su un palcoscenico, mentre alle loro spalle si intravedono la strada di una città e una folla di persone, che si erano probabilmente raccolte per assistere allo spettacolo. L’interpretazione

27 Paërl, Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea, cit., p. 53.

28 Bragaglia, Pulcinella, cit., pp. 15, 43, 52; Apollonio, Storia della Commedia dell’Arte, cit., pp. 197-201;

Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 26-29; Valeriano, La tradizione delle maschere, cit., pp. 152-163; Paërl, Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea, cit., pp. 25 e 53; Greco, Franco Carmelo, Pulcinella, una maschera tra gli specchi, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1990; http://numelyo.bm-lyon.fr/, http://numelyo.bm- lyon.fr/f_view/BML:BML_02EST01000F17CAL002275, in data 25/01/2016.

29J acques Callot, prints & related drawings, cit., pp. 67-69; http://numelyo.bm-lyon.fr/,,

http://numelyo.bm-lyon.fr/f_view/BML:BML_02EST01000F17CAL002244, in data 25/01/2016.

30 Jacques Callot, prints & related drawings, cit., pp. 67-69; http://numelyo.bm-lyon.fr/,

http://numelyo.bm-lyon.fr/f_view/BML:BML_02EST01000F17CAL002246, in data 25/01/2016.

31 Jacques Callot, prints & related drawings, cit., pp. 67-69; http://numelyo.bm-lyon.fr/,

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più plausibile è però un’altra: esse, infatti, non rappresentano una messinscena teatrale all’aperto, in una piazza pubblica, ma piuttosto si riferiscono al palcoscenico teatrale creato appositamente per lo spettacolo, quindi una riproduzione di una piazza pubblica come fondale e scenografia della messinscena32.

Le tre maschere sono rappresentate con un’accuratezza nei dettagli senza precedenti e l’artista francese riuscì a rendere pienamente le caratteristiche fisiche e psicologiche di ciascun personaggio, attraverso la semplice riproduzione dei suoi gesti e del suo abbigliamento33.

2.2.3. Abraham Bosse

Un altro artista e incisore francese del Seicento fu Abraham Bosse, nato a Parigi nel 1604 e morto nel 1676. Fu uno dei più grandi incisori barocchi del XVII secolo ed è ricordato per la sua ricca documentazione della vita, degli usi e dei costumi della corte francese nel XVII secolo34.

Arrivato anche lui alla corte francese grazie ai membri dell’Accademia parigina, si occupò prettamente di scene di genere. Significativa rimase, tuttavia, una sua incisione del 1634, rappresentante il palcoscenico durante una messinscena teatrale presso il famoso Hotel de Bourgogne, che ospitò per lungo tempo gli artisti italiani della Commedia dell’Arte. I soggetti sulla scena sono tutti personaggi del teatro francese, prima che gli attori italiani prendessero il posto di questi con la Comédie Italienne35.

Al centro del palcoscenico rappresentato vi è una sedia, che sta ad indicare come lo spettacolo si stia svolgendo in un interno. I commedianti sono

32 Jacques Callot, prints & related drawings, cit., pp. 67-69.

33 Jacques Callot, prints & related drawings, cit., pp. 67-69; www.sged.bm-lyon.fr, in data 02/01/2016;

www.artic.edu, www.artic.edu/aic/collections/artwork/artist/Callot%2C+Jacques, in data 02/01/2016.

34 Abraham Bosse, savant graveur, catalogo della mostra a cura di S. Join-Lambert, P. Maxime (Tours,

Musée des Beaux-Arts, 17 avril-18 juillet 2004; Paris, Bibliothéque Nationale de France, 20 avril - 11 juillet 2004), Paris, Bibliothèque Nationale de France, 2004; www.artic.edu, http://www.artic.edu/aic/collections/artwork/artist/Bosse%2C+Abraham, in data 02/01/2016.

35 Deierkauf-Holsboer, S. Wilma, Le theatre de l'Hotel de Bourgogne 1: 1548-1635, Paris, Nizet, 1968 ;

Deierkauf-Holsboer, S. Wilma, Le theatre de l'Hotel de Bourgogne 2: Le theatre de la troupe royale : 1635-1680, Paris, Nizet, 1970; Hervey, Charles, Lacauchie, Alexandre, The theaters of Paris, Paris, Galignani and Co., London, John Mitchell, 1847 ; www.expositions,bnf.fr, expositions.bnf.fr/bosse/grand/091.htm, in data 02/01/2016.

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rappresentati nell’atto di compiere gesti e movimenti, il che suggerisce come la commedia alla quale assistette Bosse fosse in atto. I personaggi sulla scena sono Gros-Guillaume, che recitava farse assieme ad altri due attori,

Gaultier-Garguille e Turlupin, poi una donna e un uomo, nei tipici abiti contemporanei della moda francese e uno spagnolo. Dal 1615 al 1625, questi attori della commedia francese lavorarono insieme nella Troupe du Roi del

Théâtre de l'Hôtel de Bourgogne36.

2.2.4. Karel Dujardin

Un altro pittore ricordato per un’opera riguardante la Commedia dell’Arte fu Karel Dujardin, artista olandese della seconda metà del Seicento37.

Anch’egli fu innamorato dei paesaggi italiani, che vide grazie ad un soggiorno in Italia e che rappresentò in molte delle sue opere. Nel 1657 dipinse l’opera A Party of Charlatans in an Italian Landscape, una scena di genere dove compaiono alcuni tipi della Commedia italiana, in un paesaggio rupestre, tipicamente italiano38.

Alcuni contadini assistono a una scena improvvisata della Commedia dell’Arte: sopra un palco, una figura isolata; di fronte, seduto sui gradini, si può individuare il personaggio di Arlecchino, dal tipico costume variopinto e la maschera nera, mentre sta suonando uno strumento musicale; dietro le quinte, una maschera osserva la scena39.

2.2.5. Nicolas Bonnart

Infine, un altro importante incisore francese del XVII secolo fu Nicolas Bonnart. Egli è ricordato per aver inciso una serie interminabile di ritratti, paesaggi, caricature, allegorie e immagini religiose nella Francia di fine Seicento ma, soprattutto, per aver raccolto, assieme ai fratelli Henri II,

36 Fiorentino, Francesco, Il trionfo della farsa, in Il teatro francese del Seicento, Roma- Bari, Laterza,

2008, pp. 16-18; Hervey, Lacauchie, The theaters of Paris, cit., p. 65.

37 Houbraken, De groote schouburgh der Nederlantsche konstschilders en schilderessen, cit., p. 57;

www.rkd.nl, https://rkd.nl/en/artists/24701, in data 02/01/2016.

38 www.wga.hu, http://www.wga.hu/frames-e.html?/html/d/dujardin/index.html, in data 09/01/2016. 39 Kilian, Jennifer, The paintings of Karel du Jardin, 1626-1678, Catalogue raisonné, Amsterdam, 2005.

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Robert e Jean-Baptiste, una serie di immagini della moda del tempo, tra le quali si possono annoverare anche due incisioni riguardanti il mondo della

Comédie Italienne40.

La Recueil des modes de la court de France, contiene due interessanti riproduzioni41.

In “Arlequin”, la descrizione posta sotto al personaggio recita così: «Avec son habit de facquin, son geste, et son discours folastre;

Il faut avouer qu’Arlequin, Fait les delices du Theatre42».

La maschera è rappresentata con un costume tipico: una blusa e un paio di pantaloni variopinti, con triangoli alternati di colore blu e rosso, un paio di scarpe marroni, il batocio legato in vita, sul quale l’attore poggia la sua mano destra, una maschera che copre occhi e naso, ma lascia scoperta la bocca per la recitazione e un berretto con una piuma rossa in testa.

In “Polichinelle”, il personaggio incarna la versione francese dell’italiano Pulcinella, anche se, come si può vedere, si è ben distanti dall’iconografia classica del personaggio napoletano della Commedia dell’Arte43.

Il Polichinelle francese, come il Punch inglese o le altre versioni straniere di Pulcinella non rispecchiarono, infatti, mai l’iconografia classica della maschera napoletana, ma solo gli aspetti caratteriali, mentre l’aspetto fisico cariò a seconda delle tradizioni e delle mode dei vari Paesi44.

Anche in questo caso una breve descrizione del personaggio è posta sotto all’incisione:

«Si Polichinelle a grand mine, Armè de Pincette, et de Gril; Son cœur sçait brauer le peril, Que l’on rencontre a la Cuisine45».

40 Guardenti, Gli italiani a Parigi, cit., pp. 213-214; www.lacma.org,

http://collections.lacma.org/node/167064, in data 02/01/2016.

41 Guardenti, Gli italiani a Parigi, cit., pp. 212-215.

42 www.lacma.org, http://collections.lacma.org/node/208148, in data 02/01/2016.

43 Bragaglia, Pulcinella, cit., p. 53; Grignola, Maschere italiane nella Commedia dell’Arte, cit., pp. 26-29;

Valeriano, La tradizione delle maschere, cit., pp. 152-163.

44 Paërl, Hetty, Pulcinella, la misteriosa maschera della cultura europea, trad. it. a cura di Francesca

Terrenato, Roma, Apeiron Editori, 2002.

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In questa riproduzione di Polichinelle, il personaggio indossa anch’egli un costume variopinto, con blusa e calzoni a righe gialle, rosa e rosse, colletto e polsini, un paio di scarpe ai piedi; sul davanti porta una grande pancia, mentre sulla schiena una gobba prominente raggiunge la nuca.

Il personaggio di Polichinelle non indossa una maschera, ma è ben visibile il naso adunco, mentre in testa porta un alto cappello a cono con delle piume. Nella mano destra stringe delle pinze da cucina, mentre nella sinistra ha una griglia per cuocere sopra ai carboni ardenti: la spiegazione di questa iconografia si ritrova proprio nella descrizione sotto citata, per rilevare come il personaggio della Commedia fosse visto come un gran fifone che, appena fiutava il pericolo, se la dava a gambe, nascondendosi in cucina.