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6. Macrostrategia traduttiva

6.2 Idiomatismi

L’idiomatismo o idiotismo è una locuzione di significato particolare di una specifica lingua, la cui traduzione letterale può risultare oscura o non immediatamente riconoscibile dal lettore di lingua d’arrivo. L’idiomatismo è una frase che acquista il suo significato in base all’interpretazione condivisa da una specifica comunità linguistica.

Estar con el ojo pelón. Avere l’occhio guardingo.

Il verbo spagnolo pelar significa pelare, in un’accezione più popolare designa anche il verbo spogliare, quindi l’enunciato in traduzione si avvicina a una frase di questo tipo: avere un occhio che spoglia. L’espressione rimanda alla sfera semantica dell’attenzione e viene usata in riferimento a una persona sempre all’erta; il contesto in cui è inserita la frase è una conversazione sulla notte precedente, durante la quale dei pipistrelli infastidivano costantemente il sonno dei personaggi:

No lo sé qué es lo que pasó – dice . No lo puedo entenderlo – dice

–. Si caso me dormí siquiera – dice . Todo el pinche noche ai me estoy con el ojo pelón para cazarlo muercielago – dice y quién sabe qué fue que me pasó que me mordió el cabrón – dice . No lo sé cómo fu eque lo hizo – dice – seguro que tal vez me hizo ipnotismo – dice ; eso fue lo que pasó – dice ; seguro, si no, ¿en qué otra forma? – dice . (p.42)

«Non so cos’è successo», dice. «Non riesco a capirlo. Se neanche ho dormito io. Tutta la santa notte stavo lì con l’occhio guardingo per acchiappare pipistrelli, e poi chissà cos'è successo, quel cornuto mi ha morso. Non so come ha potuto. Sicuramente mi ha ipnotizzato, forse; è andata così. Di sicuro, sennò come altrimenti?».

Il contesto ironico della conversazione supporta la scelta dell’accostamento desueto tra il termine occhio e l’aggettivo guardingo

105 (solitamente riferito a una persona e non a una parte del corpo), al fine di comunicare al lettore d’arrivo la dimensione informale della conversazione e l’uso popolare della lingua. La trasposizione conserva comunque la forma aggettivale del termine che rimanda alla sfera semantica del nominativo a cui è riferito.

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¡Qué descanso ni que ocho cuartos! Riposare? Neanche per sogno!

Ni que ocho cuartos è un’espressione che designa disapprovazione e che

sottolinea il disaccordo. È un modo di dire arcaico della lingua spagnola molto comune nella Spagna del XVIII secolo, poi trasportato in Messico durante la conquista, per il quale ocho cuartos o realillo de a ocho

cuartos designava la moneta di uso corrente che equivaleva a otto quarti

di peseta. Ocho cuartos era il prezzo base dei generi alimentari, come per esempio il pane o le patate; quando il cibo di sussistenza risultava più caro di quel prezzo, cresceva il malcontento nella popolazione. Un’espressione equivalente in lingua spagnola sarebbe ní qué nada! (proprio per niente!), dove nada è stato sostituito con l’irrilevante somma di ocho cuartos di una peseta, il cui valore d’acquisto si avvicina a zero. L’espressione nel contesto in questione è utilizzata per enfatizzare la situazione di stanchezza dei soldati, ai quali il generale proibisce di riposare e ordina loro di continuare la marcia. Nella resa italiana scompare il riferimento al denaro e si inserisce un modismo equivalente che informa sulla stessa situazione. Anche se l’idiomatismo italiano,

neanche per sogno, non rimanda al campo semantico del denaro,

l’espressione mantiene tuttavia indistinta la carica di disapprovazione e negazione della richiesta (descanso, riposo) avanzata dai soldati al generale. Si sarebbe potuto optare per una modulazione che rimanesse nello stesso campo semantico, ma l’uso della maggior parte degli idiomatismi italiani che hanno a che fare con il denaro (da/per quattro

106 rimanda a contesti situazionali diversi, il cui impiego avrebbe inificiato la forza espressiva dell’esclamazione in castía. Ho deciso di suddividere la frase in due parti esclamative anziché prediligere una resa più generalizzante mantenendo una sola proposizione (per esempio: Ma quale

riposo!) la quale avrebbe comportato la perdita dell’idiomatismo e

sarebbe risultata meno efficace.

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La traduzione dei proverbi riposa sulla ricerca da parte del traduttore di un corrispondente nella lingua straniera, o su una traduzione letterale. Secondo Berman tradurre letteralemente un proverbio, non equivale a una semplice traduzione mot à mot:

Il faut aussi traduire son rythme, sa longueur (ou sa concision), ses éventuelles allitérations, etc. Car un proverbe est une forme. Le travail traductif se situe précisément entre ceux deux pôles ; la traduction «mot à mot» du proverbe […] et la traduction de la forme- proverbe, laquelle peut éventuellement être amenée, pour parvenir à ses fins, à forcer [nel caso di Berman] le français et à modifier certains éléments de l’original.115

La riformulazione del detto spagnolo a grandes males, grandes rimedios, conl’aggiunta di perifrasi, relative, riferimenti contestuali e una notevole introduzione anaforica, prende la forma di uno scioglilingua:

Por eso, pues, como está de decirlo el dicho y que lo dice bien dicho: «que si grandes sus males, entonces que hay que ponerlos grandes sus remedios».

Per questo, ecco, come dice il detto e ben detto lo dice: «che se i mali sono estremi, allora servono gli estremi rimedi».

115

Berman A., La traduction et la lettre ou l’auberge du lointain, Éditions du Seuil, Paris, 1999, p14.

107 Nella resa italiana si modula la clausola introduttiva con una parziale inversione di ordine degli elementi testuali (y que lo dice bien dicho > e

ben detto lo dice) per mantenere l’intenzione e la sonorità del gioco di

parole; mentre nella traduzione del detto popolare spagnolo virgolettato, ho inserito l’equivalente idiomatismo italiano parafrasato.