gli indizi forniti dagli episodi appena ripercorsi sollecitano un’ipotesi: che i gemelli siano protagonisti di forme di duplicazione che, al di là della loro manifesta specularità sul piano fisico, investono aspetti più interni al personaggio, di natura psicologica e comportamentale. la verifica di tale ipotesi deve partire dalla costatazione per la quale tutte le coppie di gemelli
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43 F. menCaCCi, I fratelli amici. La rappresentazione dei gemelli nella cultura romana, Vene-
zia, marsilio, 1996, p. 65. la studiosa, inoltre, chiarisce che nella cultura greca come in quella ro- mana la gemellarità, in quanto forma estrema di fratellanza, è modello anche di amicizia perfetta: dalla loro uguaglianza di stirpe, abitudini di vita, età, ecc. scaturisce quella philia di cui parla plu- tarco nel De fraterno amore e che fa dei gemelli un simbolo di unione tra affini.
offerte all’analisi partecipano, con maggiore o minore coinvolgimento, di questioni sentimentali; pertanto, ad essere investita è la gamma delle pulsio- ni e delle istanze legate alla sfera erotico-affettiva dell’individuo, un terre- no, quello del ‘desiderio amoroso’, sul quale i gemelli si ritrovano a intera- gire secondo forme di cooperazione o concorrenza, ma sempre in virtù di un legame di interdipendenza.
ora, la disamina dei materiali alla luce di questa nuova prospettiva fa emergere un primo dato fondamentale: l’assetto della coppia gemellare, vale a dire, la sua composizione interna, articolata per generi sessuali simmetrici o contrari, costituisce il discrimine in base al quale si articolano le diverse for- me di duplicazione soggettiva. lungi dall’essere pretestuoso, quindi, questo richiamo alla distinzione fra coppie miste o dello stesso sesso permette di sco- prire quali percorsi testuali, dotati di costanti specifiche ed esiti peculiari, sia- no ricollegabili ai diversi tipi di gemellarità. Converrà quindi organizzare il discoso relativo proprio secondo raggruppamenti intitolati a tali distinzioni. ii.2.1. Gemelli dello stesso sesso
la tradizione di studi che, intorno ai gemelli, ha costituito l’area della psi- cologia differenziale ha da tempo messo in evidenza che le problematiche connesse alle coppie di gemelli unisessuali sono essenzialmente diverse da quelle che investono le coppie bisessuali. Senza necessariamente conferire al discorso il taglio medico-scientifico che, naturalmente, caratterizza quegli studi in quanto incentrati sullo sviluppo psicosessuale dei gemelli, è tuttavia possibile incamerarne qualche idea di base che possa illuminare meglio la questione nei termini utili ad essa. l’asserto iniziale chiarisce che il senti- mento che lega i gemelli corrisponde ad una forma di amore più forte dell’a- more tra semplici fratelli, ispirato alla benevolenza reciproca e alla condivi- sione di ogni bene, in virtù della condizione di parità e di simmetria che essi condividono sin dalla nascita: «in forza di una legge naturale, tale ugua- glianza basta infatti a stabilire tra loro una fortissima attrazione reciproca e li induce a mettere in comune tutto quel che hanno»43. È come se l’identità
d’aspetto generasse un legame affettivo talmente vincolante da rendere gli identici anche inseparabili. anche nel modello capostipite dei Menaechmi, dove la coppia unisessuale di menecmo e Sosicle subisce la separazione, la questione essenziale diventa riunire gli inseparabili e ristabilire l’unità per- duta. anzi, anche per le credenze testimoniate dalle culture antiche, ma an- cora nel medioevo, la separazione dei gemelli si configura come un atto di
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44 talmente inseparabili che nei racconti dell’antichità la morte di un gemello induce il fratello
rimasto a ricorrere a simulacri, doppi, figure sostitutive quali il kolossós, il calco, il ritratto, al fine di ricreare la figura del gemello scomparso. la perdita è insostenibile, a riprova del fatto che la cop- pia non percepisce se stessa come due unità distinte ma come due metà interdipendenti, incapaci di definirsi autonomamente.
estrema crudeltà, intollerabile al punto da essere considerato peccato passi- bile di punizione divina44. dal mito dei dioscuri, a cui si fa riferimento
quando si vuole sottolineare l’eccezionalità del vincolo d’amore tra fratelli, ai laride e timbro dell’Eneide virgiliana, i gemelli unisessuali si impongo- no come modello di armonia, di simmetria, di concordia fra le due parti, per cui alla cosiddetta ‘solidarietà psichica’ corrisponde, sul versante pratico delle azioni, una solidarietà materiale, frequentemente manifesta nel soccor- so, nel supporto, nell’aiuto che l’uno è sempre disposto a offrire all’altro.
proprio alla luce di tali considerazioni si può facilmente rileggere l’episo- dio che ha come protagonisti Hugo e Fernando, i fratelli identici de Los
amantes andaluzes, come l’esempio più fedele al modello di concordia ap-
pena descritto. Come si ricorderà, il nucleo della vicenda è costituito dalla relazione amorosa tra Fernando e Felicia. tale relazione subisce un’interru- zione allorché Fernando viene costretto a un’improvvisa partenza; il suo al- lontanamento, però, costituisce l’occasione (in questo senso, il meccanismo narrativo coincide con la prassi teatrale di alternare sulla scena la presenza dei gemelli, nel senso che la scomparsa dell’uno cede strumentalmente il passo all’ingresso dell’altro, ignaro di quanto compiuto in precedenza dal fratello) che consente l’entrata in campo di don Hugo, gemello di Fernando. dal momento in cui Hugo fa la sua comparsa nella casa dove, sino a poco prima, ha alloggiato il fratello, viene travolto da un complesso di eventi che in realtà avrebbero Fernando come destinatario e, tuttavia – questo è il dato che interessa – ne subisce gli effetti con la massima acquiescenza. rispetto all’iniziativa intrapresa dal vecchio mezzano garcerán di coinvolgerlo nella relazione con Felicia, facendogli sostenere il ruolo del suo gemello, egli in nessun momento mostra resipiscenza; anzi, con estrema prontezza, con lo spirito della concordia fra i gemini, si dispone a seguire le indicazioni del vecchio e a far avanzare, in tal modo, la relazione con l’amata: partecipa al- l’incontro, avvisa il fratello di quanto accade, si fa da parte nel momento in cui rientra Fernando, accetta di effettuare il confronto con Felicia e, quando tutto è chiarito, di ritirarsi in buon ordine. ed è tale la loro sintonia che an- che nei caratteri essi si mostrano omologhi: nessuna discrepanza, infatti, ravvisa Felicia nella condotta dell’amato, a tal punto coerente con la con- suetudine da non farle notare la sostituzione di persona. ma c’è di più. Si è detto che la simmetria fra i gemelli investe anche la sfera affettiva, tanto che, non di rado, il meccanismo di ‘mimetismo affettivo’ fa sì che un fratel- lo faccia ricadere le proprie preferenze sugli oggetti selezionati dall’altro, con il rischio di scatenare un conflitto sentimentale. ora, non che il caso in
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45 menCaCCi, I fratelli amici, p. 125.
esame sia esente dall’azione di tale meccanismo, in quanto affermazioni del tipo «con esto se despidieron yendo mi hermano no poco envidioso de ver el buen empleo que yo hacía en dama tan hermosa, rica y principal» lasciano intendere chiaramente che, alla generosità e assoluta disponibilità di Hugo a favorire suo fratello, si accompagna la contestuale costituzione di un certo interesse per la dama, un interesse che, condannato a rimanere frustrato, gli ingenera la gelosia. purtuttavia, il seme potenziale della discordia non arriva a produrre conseguenze superiori a detto sentimento di invidia. nessuno spazio viene concesso alla competizione, né alla malevolenza; la naturale vocazione all’equilibrio tra le parti esige che sul proprio altare venga sacri- ficata qualsiasi pulsione in contrasto con l’armonia di coppia. anche i mec- canismi di proiezione e di identificazione, piuttosto naturali in una relazione duale, vengono frenati in nome del supremo equilibrio di coppia. in tale modalità di duplicazione, pertanto, va riconosciuta la semplicità (e la piat- tezza) della quasi meccanica riproduzione di identità.
Un’ultima riflessione circa l’episodio descritto induce a una considera- zione estendibile all’intero materiale. l’egida della conformità sotto la quale riposa la relazione gemellare non sempre si ritrova riflessa in un equo prota- gonismo delle parti coinvolte nella vicenda. Quello presente è un caso non isolato in cui è possibile riconoscere una disparità nel rilievo conferito ai singoli personaggi all’interno del racconto. don Hugo, in effetti, appare co- me una figura dai tratti sfumati, la cui descrizione è ridotta alla registrazione della somiglianza perfetta col fratello e il cui ruolo è limitato a quello di semplice controfigura di Fernando. assegnando a uno dei gemelli una fun- zione meramente strumentale, il testo crea una sorta di gerarchia interna alla coppia, a questo punto costituita da un elemento dominante e un altro che, invece, è dominato, gestito, controllato.
riassumendo, la lettura ordinaria offerta dalla formulazione letteraria della gemellarità vuole che alla perfetta rassomiglianza d’aspetto esteriore corrisponda una totale omologia di sentimenti. a tale proposito, vale la pena riportare un’affermazione che compendia a perfezione quanto frammenta- riamente emerso sinora. ancora nello studio della mencacci sulla rappre- sentazione dei gemelli nella cultura romana, si legge che essi
simili come oggetti, ma uomini, e liberi di scambiarsi di ruolo senza tuttavia sollevare ansie e inquietudini, con loro si finisce almeno in parte per derogare quel presupposto fondamentale che è l’originalità somatica degli individui. Sebbene abbiano immagini fi- siche perfettamente identiche, essi sembrano non correre il rischio di entrare in concor- renza; la loro equivalenza non produce incompatibilità ma, al contrario, rappresenta l’a- spetto visibile del più stretto vincolo di solidarietà e amore reciproco. anche in questo caso la persona risulta scavalcata dal duo, e i gemelli appaiono possedere uno spessore di coppia più che valere ciascuno per sé45.
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46 dato il credito e la diffusione di cui gode il rivoluzionario lavoro di rené girard sul deside-
rio triangolare, riferirne i contenuti appare innecessario. meno superfluo, tuttavia, può risultare offri- re qualche indicazione circa la progenie che Mensonge romantique et vérité romanesque (1961) ha prodotto, soprattutto nell’ambito della psicocritica (senza dimenticare che considerazioni importanti circa la questione del doppio girard le offre anche nel successivo Des choses cachées depuis la fon-
dation du monde, paris, grasset, 1978). per l’applicazione del modello alla letteratura spagnola, vale
la pena segnalare i lavori di CeSáreoBandera, Mimesis conflictiva, madrid, gredos, 1975 e di
loUiSComBet, Cervantès ou les incertitudes du désir, lyon, presses Universitaires de lyon, 1980. tale visione della coppia di gemelli, tanto omogenea da comprendere nel tempo (dall’antichità all’era moderna) e nello spazio (da oriente a occidente) culture diverse, può essere assunta come lente con cui poter passare in rasse- gna i casi restanti e verificare l’effettiva validità di essa. l’operazione fa emergere, lo si anticipa, qualcosa di diverso, qualcosa che rischia di far soc- combere tale accreditata lettura a una prassi alternativa, tutta tesa a confutarla. Si riconsideri, a grandi linee, la storia de La Galatea: due gemelle si in- namorano di due gemelli, ma la somiglianza straordinaria che caratterizza le singole coppie altera tanto i rapporti interni ai doppi unisessuali quanto le interazioni con i doppi di sesso diverso, sino a rovesciare completamente i ruoli e a invertire la composizione delle coppie stesse.
Così configurata la situazione, non è difficile riconoscere che quel ‘qual- cosa di diverso’ risiede nella combinazione tra il fenomeno gemellare e il desiderio erotico, presentato all’inizio come sede del discrimine fra le diver- se tipologie. Certamente, alla base di essa si intravedono gli effetti della ri- nomata struttura girardiana del desiderio mimetico la quale, con la sua logi- ca reduplicativa, non fa che mettere continuamente in concorrenza, sul pia- no pulsionale, dei doppi la cui relazione si alimenta di attrazione e repulsio- ne allo stesso tempo46. la comparsa di un terzo elemento, poi – sul quale i
gemelli appuntano congiuntamente le loro pulsioni erotico-amorose – basta di per sé, secondo le dinamiche accertate del desiderio secondo l’altro, a in- stillare grande tensione nella coppia e a insidiare la perfetta concordia tra i fratelli. tanto più, però, se la problematica viene ad intrecciarsi con gli scambi fortuiti fra i gemelli o con le sostituzioni volontarie favorite dalla somiglianza, per cui le linee che collegano il soggetto al proprio oggetto di desiderio si confondono, si intersecano e si sovrappongono lungo continui e stupefacenti cambi di direzione.
a dire il vero, per quanto specificamente attiene al caso di teolinda e leo- narda, c’è da osservare che l’attacco alla decantata concordia tra gemini era già insito nel dato che, ancor prima dell’innesco del desiderio mimetico, l’au- tore fornisce nel racconto di teolinda circa le loro opposte «condiciones»:
y porque consideréis, señoras, cuán extraños y no pensados casos en el mundo suce- den, quiero que entendáis una cosa que creo no os dejará de causar alguna admiración extraña; y es que esta hermana mía que os he dicho, que hasta entonces había estado au- sente, me parece tanto en el rostro, estatura, donaire y brío, si alguno tengo, que no sólo
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47 CerVanteS, La Galatea, pp. 241-42. Un caso analogo al cervantino si può leggere nei Su-
cesos y prodigios de amor di Juan pérez de montalbán, segnatamente, nella novella “el envidioso
castigado”.
los de nuestro lugar, sino nuestros mismos padres muchas veces nos han desconocido, y a la una por la otra hablado; de manera que, para no caer en este engaño, por la diferen- cia de los vestidos, que diferentes eran, nos diferenciaban. en una cosa sola, a lo que yo creo, nos hizo bien diferentes la naturaleza, que fue en las condiciones, por ser la de mi hermana más áspera de lo que mi contento había menester, pues por ser ella menos pia- dosa que advertida, tendré yo que llorar todo el tiempo que la vida me durare47.
Stavolta, quindi, alla identità d’aspetto non corrispondono personalità simmetriche. al contrario, mentre teolinda appare di condizione «blanda», e la sua interazione con artidoro avviene all’insegna della cordialità, leo- narda rivela una «condición áspera», e proprio l’interazione con artidoro ne dà un saggio inequivocabile. Fungibilità delle sembianze e contrasto carat- teriale costituiscono gli ingredienti della miscela che produce il dramma successivo, quello che investe artidoro nel suo incontro con colei che crede essere la sua amata, la quale si comporta, ignorando egli l’esistenza del dop- pio gemellare, in maniera non conforme all’idea che lui si era formato. Fin qui la questione rimane nell’alveo dell’equivoco di rito, della confusione prodotta dallo scambio che un terzo, inconsapevolmente, opera fra due per- sone e che si sarebbe potuto risolvere con una semplice dichiarazione, da parte di leonarda, atta a svelare il mistero. lungi da ciò, leonarda sceglie di protrarre e alimentare la confusione. nella sua dichiarazione: «luego di yo en la cuenta, considerando que él daba en el error en que otros muchos han dado, y que pensaba que con vos estaba hablando […]. y es lo bueno que nunca le quise decir el engaño en que estaba, sino que así creyó él que yo era teolinda como si con vos mesma estuviera hablando», si fa icastico il passaggio che ella fa compiere all’error, l’‘equivoco’ accidentalmente pro- dotto in artidoro, trasformandolo in engaño, l’‘inganno’ intenzionalmente perpretato da essa, azione malevola dalle pericolose conseguenze. i due ter- mini a cui ricorre leonarda hanno una notevole incidenza in quanto, se con- siderati in coppia, veicolano rispettivamente il senso della passività–attività del soggetto dinanzi all’azione di scambio.
Una lettura globale dell’episodio consente di riscontrare in questo rac- conto iniziale della giovane un momento epifanico, l’istante preciso in cui prende avvio l’azione sostitutiva che leonarda svilupperà con esiti sempre più drammatici sino alla conclusione dell’opera; un’azione, inoltre, che as- sume progressivamente i tratti di un vero e proprio furto d’identità, in quan- to all’esito che inizialmente riconnette alla sua strategia – difendere l’onora- bilità della sorella dalle avances di un giovane sfrontato – si sostituisce pian piano il proposito di strappare, di portar via l’amato a teolinda, fino a sop- piantarla completamente nella relazione con artidoro.
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48 CerVanteS, La Galatea, p. 397. a dire il vero, sulla scelta di galercio come oggetto d’amo-
re, oltre al fatto di costituire un duplicato dell’oggetto di teolinda, influiscono altri fattori legati alla mediazione di desiderio: accanto alla gemellarità che, evidentemente, già di per sé funge da magne- te nell’attrazione per l’uguale («Esto [la gemellarità, l’uguaglianza di condizione] me movió»), pare di intravedere anche l’azione di mediazione, più esterna ma non meno incisiva, operata dalla collet- tività, della gente del villaggio che, incuriosita, sorpresa, affascinata dal fenomeno, convoglia l’at- tenzione di leonarda sul giovane. e in effetti, l’unica dichiarazione in prima persona di leonarda è quella appena riportata, mentre sino a quel momento la sua narrazione segue una prospettiva corale, riferendo della crescente partecipazione della gente tutta all’accadimento: «todos le tuvieron por ar- tidoro…Todos los que estaban presentes se maravillaron…creyeron todos que artidoro era culpa- do…conocieron claramente todos que él no era artidoro».
naturalmente, durante lo scivolamento progressivo nell’io dell’altra, l’a- zione marca delle tappe intermedie: per quanto avesse redarguito l’intrapren- denza di artidoro, è probabile che quel primo incontro fosse bastato ad av- viare in leonarda una certa inclinazione verso il giovane. e quando il desti- no, provvidenziale, le pone di fronte la copia perfetta di artidoro, galercio, ella non esita a invaghirsene definitivamente. difatti, nel seguito del raccon- to che leonarda fa a sua sorella – è il momento in cui, dopo la fuga di teo- linda, si ritrovano nel villaggio di galatea (libro iV) – spiega come proprio la notizia che galercio sia uguale ad artidoro l’avesse spinta a fargli visita:
y decían tal maravilla como la de parecernos yo a ti, y galercio a artidoro, no se ha- bía visto en el mundo. esto que de galercio se publicaba me movió a ir a verle a do esta- ba preso, y fue la vista de suerte que quedé sin ella48.
leonarda dichiara di amare galercio («es que él se fue de la aldea sin que supiese que llevaba consigo mi libertad»), eppure la sua attenzione sembra concentrata sul fratello: «y por no apartarme de rosaura, no he tenido lugar de ir a buscar a galercio, del cual podría ser saber nuevas de artidoro».
Un altro passaggio fondamentale, si ricorderà dalla presentazione dell’e- pisodio, è costituito dal ritrovamento di galercio, preda della disperazione per l’amore non corrisposto dalla schiva gelasia. le due gemelle, che assi- stono al fatto, ritengono di riconoscere in quel giovane ognuna il proprio amante, si scontrano sul punto in questione, fino a che l’intervento di mau- risa, sorella minore dei due gemelli, sgombra il campo da ogni incertezza spiegando che si tratta di galercio. nell’acceso scambio di battute che pre-