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i.2 le modalità della duplicazione i.2.1 Le forme sostitutive

la disamina del materiale esemplificato nel precedente paragrafo si è ri- velata munifica quanto alla offerta di componenti d’analisi sucettibili di es- sere impiegate per uno doppio scopo. da un lato, come si è visto, i dati ac- quisiti hanno consentito di porre le fondamenta del discorso critico sulla ‘doppia identità’ e di fornire una prima organizzazione allo studio; ciò attra- verso l’individuazione dei contesti di situazione in cui operano i soggetti della duplicazione, contesti che, è stato verificato, corrispondono essenzial- mente a due grossi nuclei d’interesse per l’identità personale: la conquista dell’oggetto d’amore, nelle sue diverse fasi, e la conquista dell’onore, nelle sue diverse modalità. d’altro canto, però, l’incursione fra i testi è servita an- che a rintracciare, per poi raccoglierli, quegli esponenti narrativi che con la ricorrenza delle costanti hanno fornito i primi elementi della formula che sta alla base del motivo: sosia sono i personaggi che l’identità di apparenze in- duce a uno scambio. identità di apparenze e scambio sono le costanti che fanno la definizione.

altri, tra i dettagli individuati, apportano l’informazione che consente di superare il livello della definizione e di intraprendere una disamina più di- retta, e insieme più profonda, della tipologia. se si circoscrive, da questo momento, l’attenzione al secondo elemento, lo scambio, si avverte subito la possibilità di compiere un altro passo nell’ideale progressione teorica cui corrisponde, nei fatti, la dinamica comune a tutti gli episodi. tale possibilità è legata alle risposte che saranno assegnate al seguente fondamentale quesi-

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57 È l’episodio contenuto nella Huerta de Valencia di Castillo solórzano. 58 si ricorderà l’episodio d’apertura, estratto dalla raccolta di Juan de piña.

to: secondo quante e quali modalità i sosia possono realizzare la pratica del- la sostituzione che è al centro del vortice scatenato dalla loro apparizione in campo? e con l’ausilio e il coinvolgimento di quanti e quali fattori?

diventa scontato, naturalmente, omettere di considerare l’eventualità op- posta a quella di cui si sta discorrendo qui, vale a dire, che l’interazione tra due sosia non scateni l’effetto destabilizzante tradotto nello sconvolgimento interiore, e questo semplicemente perché la rassegna prodotta non la testi- monia. l’io, nell’ipotesi, rimarrebbe tranquillamente confinato nella propria area e saldamente ancorato alla certezza di sé, per cui nessuna confusione si propagherebbe, né verrebbero intraprese conseguenti azioni sostitutive.

È necessario, invece, rimanere concentrati sull’alterazione che interviene nella percezione che i sosia hanno dei propri ruoli, dal momento in cui in uno, o in entrambi, l’istanza psichica che corrisponde al desiderio lo mette in concorrenza con l’altro sul piano della sua realizzazione.

il punto di partenza per le risposte da trovare coincide, innanzitutto, col soddisfare un’esigenza di precisione rispetto alla coppia di termini ‘scam- bio’ e ‘sostituzione’, qui usati molto spesso come equivalenti. eppure, tra i due sinonimi esiste uno scarto semantico non privo di valore. esso è costi- tuito dalla sfumatura conferita da un senso di accidentalità, di preterinten- zionalità, che accompagna lo scambio di personaggi, frequentemente confu- si da altri, mentre la sostituzione veicola più fortemente il senso della volon- tarietà, dell’operazione predisposta. la precisazione non è del tutto ridon- dante, se se ne valutano le conseguenze sul piano dell’azione.

Già dalle sommarie riflessioni che hanno accompagnato le esemplifica- zioni testuali presentate in precedenza si evinceva che l’idea di organizzare il materiale attorno al nucleo della sostituzione obbligava a stabilire, al suo interno, una polarità in termini oppositivi tra le due possibilità ‘concordata/non-concordata’. la distinzione è fondamentale, soprattutto se se ne considerano i riflessi sull’analisi degli effetti prodotti dalla sostituzio- ne. Come negare, infatti, che lo sventurato accadimento per il quale il pove- ro Fernando57, in procinto di unirsi all’amata nell’oscurità della notte, viene

anticipato e scalzato nel convegno da uno sconosciuto avventore, quell’otro che si fa per lui vera figura persecutoria, non manca di scatenare sulla scena un’esplosione d’angoscia irreparabile, portando la vittima vicina a perdere il giudizio («echado sobre mi cama estuve casi todo lo que restaba de la no- che, haciendo cosas de hombre fuera de juicio»)?. Così come, parimenti perturbante risulta la reazione dell’incredulo tristán58alla comparsa del suo

sosia; anch’egli, si ricorderà, «tuvo principios de locura», ciò che suggerisce di riconnettere alla prima modalità sostitutiva, predisposta dal caso, acci- dentale, insomma, non concordata, effetti che si manifestano nella forma

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59 nelle Noches de Invierno dell’eslava.

parossistica della follia, alterazione massima dell’io.

la seconda delle modalità possibili, lungi dall’esercitare un’azione para- lizzante, apre un ventaglio di sviluppi invitanti, all’uso dei quali aderisce la maggioranza degli intrecci. Così, è possibile immaginare una scala su cui alle distinte situazioni si ricolleghi un grado di complessità sempre maggio- re. si può ben concordare sul fatto che il piano sostitutivo escogitato dal- l’Urbino del Patrañuelo, trovando in Federico un complice estremamente acquiescente, non produce nella narrazione nessuna tensione, se non per il tempo che dura l’inganno – una notte – e che investe piuttosto i terzi coin- volti e non la coppia. Mentre appare innegabile che la serafina dei Cigarra-

les, nell’adottare una condotta tesa a soddisfare, contemporaneamente, l’esi-

genza dell’amica di essere sostituita (affinché il partner non la riconosca) e il suo interesse personale di accaparrarsi i favori di don García, assume un comportamento che connota in modo estremamente ambiguo tutto l’episo- dio. rimane senz’altro riconoscibile la cooperazione nello scambio predi- sposto dalla volontà dei personaggi, ma tale istanza subisce un primo condi- zionamento negativo (la competizione) dall’interferenza del desiderio di se- rafina nella linea seguita da irene per il perseguimento del proprio obiettivo. in grado ancora superiore, poi, nell’episodio di scambio tra la regina Berta59

e la sua ancella, il desiderio che induce Berta a proporre la sostituzione sca- tena il concorrente desiderio di Fiameta di appropriarsi definitivamente del- la sua identità e, alla collaborazione che in una prima fase pare confermare la dinamica aproblematica dello scambio concordato, subentra, invece, un’i- stanza fortemente competitiva che porta il banale escamotage a trasformarsi in orrendo misfatto.

Quanto esposto ha forse bisogno di essere reso con una formula repiloga- tiva da cui risulti più chiaro e intellegibile. si può più comodamente affer- mare che, dandosi una sostituzione concordata, se a questa corrisponde un’istanza di cooperazione, la forma in cui avviene è quella della ‘cessione’ d’identità, pacifica ed incruenta; se ad essa corrisponde un’istanza competi- tiva, alimentata da un desiderio concorrente, la forma in cui si realizza è quella dell’‘appropriazione’ d’identità, non autorizzata da colui che viene sostituito o da cui si è sostituiti (la condizione di attività/passività nello scambio è un altro fattore di estrema rilevanza).

tornando all’opposizione iniziale, resta da sottolineare come la produzio- ne sulla quale si sta conducendo l’analisi accordi un favore decisamente maggiore all’adozione della seconda delle modalità indicate, quella della sostituzione fra sosia preordinata dalle loro stesse intenzioni e predisposta da piani concordati.

tale considerazione, però, non può essere immediatamente sottoposta a una riflessione esclusiva, in quanto bisogna ancora includere nel discorso

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60 tiMoneda, El Patrañuelo, pp. 155-56.

precedente la constatazione per la quale nello schema teorico che si sta ela- borando trova spazio anche una tipologia di scambio intermedia alle due ap- pena descritte, una modalità sostitutiva che si caratterizza per il fatto che è innescata dall’azione di un terzo e dal ricorso a fattori ausiliari esterni, pur godendo dell’avallo delle parti in causa.

en este intermedio sucedió que fueron descubiertos los amores de Corineo por un pa- riente de madama Crisolora, al cual desafió en campo, acusándole de mal caballero, y a ella de adúltera. aceptándolo Corineo, por defensión de la dama, escogió el tiempo y su contrario las armas, y pensando que era falsa su querella, descubrióse a un grande amigo suyo nigromante por ver qué remedio le podia dar para que saliese con su honra; el cual le respondió, que si tenía algún amigo que entrase por él en batalla, que él le remediaria de presto. diciendo que sí, el cual era roselio, viniéronse los dos en breve tiempo a casa de Feliciano. recebidos por roselio, y sabido a lo que venían, fue muy contento de aceptar el desafío, por do les hizo honroso recibimiento en su casa.

Venido el día de su partida, el nigromante les mandó que se trastocasen los vestidos, y él después, con su arte mágica, les trastrocó los gestos, de tal manera que roselio parecía Corineo y Corineo roselio. estando ya trastocados, dijo roselio a Corineo:

– pues ves amigo, en qué riesgo de perder la vida me pongo por sacarte de afrenta, es menester que me saques tú de otra; y es que en días pasados di fe y palabra de casarme con zarcina, hija adoptiva de un rico labrador, llamado erasistrato; y porque sé que de hora en hora está aguardando el proceso para que me haya de casar con ella, te suplico que si te tomaren por mí concedas en el matrimonio; pues que de su parte ni de la mía, no pienso que puedes perder, hermano mío, ninguna cosa60.

il nuovo episodio timonediano (Patraña Xiii) suggerisce la figura di un vortice, all’interno del quale una forza centripeta fa convergere elementi già noti alla categoria, mentre la comparsa di fattori nuovi ne allunga l’estensio- ne, sospingendo la figura verso un punto che è fonte di più ricche significa- zioni. agli elementi familiari – la duplice situazione, del duello e della cele- brazione delle nozze, come occasioni per lo scambio; l’accordo che su di es- se si produce fra due amici (il legame giustifica l’affinità e, con essa, l’ac- cettazione della prova); la specularità fisica che consente lo scambio di ruoli e lo sostiene nel tempo – si aggiungono: la partecipazione di un terzo, cui è demandata la regia dell’azione sostitutiva, e l’intervento della magia.

Mentre la prima novità non comporta stravolgimenti per la dinamica, in quanto si assiste semplicemente a uno spostamento della responsabilità rela- tiva all’esecuzione dell’inganno dai protagonisti della vicenda al negroman- te che, con la sua breve apparizione, adempie a una funzione meramente strumentale, il ricorso all’espediente della magia, invece, ha conseguenze di maggiore rilievo, in quanto proietta l’intero episodio in una dimensione di- versa. snatura, in altre parole, la matrice del fenomeno che, ora, si ascrive all’ordine sovrannaturale, non più decodificabile attraverso gli strumenti ri-

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61 È stato possibile recensire ancora un’occorrenza di scambio che avviene per intervento del

sovrannaturale ma che non investe la magia. nel Desengaño III di María de zayas, il corpo di un uomo morto per impiccagione recupera vita al passaggio di don Juan, il protagonista, al quale un amico, con la complicità della moglie di Juan, ha teso una trappola mortale. lo sconosciuto redivi- vo si propone al cavaliere quale suo sostituto e, assumendone l’identità, si lascia tendere l’imbosca- ta da cui, quindi, si salva don Juan.

62 JorGe deMonteMayor, La Diana, ed. J. Montero, Barcelona, Crítica, 1996, pp. 227-28. 63 tanto che, come fa notare Montero, «Montemayor introduce en el episodio un apunte de ve-

velatisi sufficienti sino a questo momento. i volti perfettamente «trastroca- dos» costituiscono l’esito di un’operazione che rimane occulta. le sue mo- dalità di realizzazione trascendono i limiti del naturale, non sono spiegabili biologicamente, come nel caso dei gemelli, né per intervento del caso – che opera comunque all’interno dell’ordine naturale – come per i sosia. pertan- to, senza prestare all’episodio61 un’attenzione che, se eccessiva, rischia di

far deviare dal percorso che si sta seguendo, basta attribuirgli il valore testi- moniale che la disamina dei diversi modi della duplicazione è interessata a cogliervi.

e, tuttavia, rimane il sospetto che abbandonare senza condizioni tale mo- dalità reduplicativa origini un’imperdonabile lacuna all’esaustività del di- scorso. lo scrupolo è generato dalla consapevolezza che, all’epoca, le cre- denze intorno alle arti magiche erano ancora fortemente radicate, al punto da accordare credibilità a fenomeni del tipo appena descritto. Ciò spiega il loro sovrabbondante impiego in taluni generi – il romanzo di cavalleria, so- pra tutti – dove la magia si vede garantita una cittadinanza di diritto. né quello di roselio e Corineo costituisce un unicum da poter trattare col di- stacco che si ha per i casi isolati. in misura ancora più intrigante, nel libro V de La Diana di Jorge de Montemayor, arsileo, il giovane innamorato della pastora Belisa, racconta di come il mago alfeo abbia sostituito a «dos espí- ritus» la figura sua e quella di suo padre:

había en mi lugar un hombre llamado alfeo, que entre nosotros tuvo siempre fama de grandísimo nigromante, el cual quería bien a Belisa primero que mi padre la comenzase a servir. y ella, no tan solamente no podía velle, mas aun si le hablaban en él no había cosa que más pena le diese. pues como éste supiese un concierto que entre mí y Belisa había de ille a hablar desde encima de un moral que en una huerta suya estaba, el diabólico al- feo hizo a dos espíritus que tomase el uno la forma de mi padre arsenio y el otro la mía, y que fuese el que tomó mi forma al concierto y el que tomó la de mi padre viniese allí y le tirase con una ballesta, fingiendo que era otro, y que viniese él luego como que lo había conocido y se matase de pena de haber muerto a su hijo, a fin de que la pastora Belisa se diese la muerte, viendo muerto a mi padre y a mí, o a lo menos hiciese lo que hizo62.

Gli esempi riferiti – si diceva – investono il loro capitale estetico nella certezza del credito accordato dai contemporanei alle arti magiche. Un letto- re dell’epoca, difatti, accettava come verosimile che degli spiriti diabolici comparissero sub specie umana e agissero in nome di identità preesistenti63,

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rosimilitud psicológica: alfeo es un amante despechado», p. 228 nota 39, vale a dire che l’autore si preoccupa di dare il sigillo definitivo di credibilità alla storia, sicuro del tipo di ricezione che essa avrebbe avuto presso i lettori. al di là del minimo «apunte» di verosomiglianza conferito dall’auto- re, rimane il fatto che «las creencias en torno a la hechicería tenían bastante arraigo en la época, y en concreto se aceptaba como posible lo que aquí se dice de alfeo: que un nigromante tenía poder para hacer que espíritus diabólicos tomasen forma humana». sulla questione del valore riconosciuto alla magia nella cultura del Siglo de Oro si vedano: F. Maldonado deGUeVara, La renuncia de la

magia en el «Quijote» y en el «Fausto», Madrid, instituo Miguel de Cervantes, 1952; W. shU-

Maker, The Occult Sciences in the Renaissance. A Study in Intellectual Patterns, Berkley-los an- geles, University of California press, 1972; i.p. CUlianU, Eros y magia en el Renacimiento, Madrid, siruela, 1999; p. alonsopaloMar, De un universo encantado a un universo reencantado: (magia y

literatura en los siglos de oro, Valladolid, Grammalea, 1994; J.e. díazMartín, Cervantes y la ma-

gia en el «Quijote» de 1605, Málaga, servicio de publicaciones e intercambio Científico de la Uni-

versidad de Málaga, 2003. letture illuminanti sulla questione sono contenute anche in e. Garin,

Medioevo e Rinascimento (1954), Bari, laterza, 2005, in part. nei capp. “Magia e astrologia nella

cultura del rinascimento” e “Considerazioni sulla magia”.

64 Matías de losreyes, Para algunos (1640), Madrid, Biblioteca nacional de Madrid, es. r

4475, ff. 34r. e 36v. dalle poche righe riportate si comprende comunque che l’aspetto che maggior- mente preoccupa l’uomo del tempo è la conciliabità del fenomeno sovrannaturale, che sfugge alle regole della creazione, con il divino che presiede a ogni evento del creato. al di là del discorso sulla magia, l’opera di reyes interessa alla nostra rassegna per un episodio in essa contenuto di “somi- tanto che tali fenomeni alimentarono una vera e propria voga letteraria, ba- sata sulla produzione di trattati scientifici nei quali molto seriamente si di- batteva delle loro cause e, soprattutto, dei rimedi che bisognasse opporvi. e tale era l’attrazione per siffatto complesso dottrinario che non di rado acca- deva a qualche autore di trascinarlo direttamente sulle pagine dell’opera di finzione, incentrando sull’alternanza di dibattito teorico e esemplificazione narrativa l’intero contenuto di essa. È il caso, ad esempio, dell’opera di Matías de los reyes, Para algunos (1640), nella quale una parte preponde- rante del testo è dedicata alla disquizione intorno al fenomeno della trasfor- mazione – di una persona in un’altra – come prodotto di intervento magico, segnatamente diabolico. reyes incorpora – segnalandone opportunamente le fonti letterarie al margine del testo – tutta la tradizione di pensiero che ha alimentato nel tempo la questione. la trattazione in forma di dialogo è, co- me si diceva, molto estesa (occupa da sola i ff. 1-43 a modo di «introduc- ción») ma riportarne qualche breve passo può valere a riassumere la posi- zione ideologica dell’autore:

así que señor, es menester que creáis, que hay Magia diabólica, y personas que por medio de pacto implícito o explícito, con el demonio contraído, obran todas las cosas que dudáis, si bien con las limitaciones que colegiréis de mi discurso […]. y es claro que no se ha de entender, que estas transmutaciones hechas por el demonio, son reales y na- turales, sino prestigiosas, porque lo contrario es error herético, que el transformar una cosa insubstancial, y realmente es lo mismo que crearla, o resuscitarla, cuya potestad so- lamente es de dios, y por consecuencia es negada a los demonios, y a sus Magos, como afirman los doctores64.

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glianza straordinaria” che allo stesso tempo imita – fino a plagiarlo – e altera un più prestigioso ca- so di doppio gemellare presente nella Diana di Montemayor. il dato interessante è che il distanzia- mento dal lusitano da parte di reyes consiste nel sostituire la coppia di gemelli dianea con una cop- pia di sosia che poco a poco conducono la narrazione a scivolare in categorie sempre più estreme, fino alla transustanziazione dei soggetti.

65 «el hombre del renacimiento, en raro equilibrio y superposición, acertó a casar en su cere-

bro dos visiones del mundo que hoy nos resultan antagónicas: una visión mecanicista, que es la que las nacientes ciencias de la naturaleza comienzan a alumbrar, y una visión mágica, que es herencia