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Le prime istanze modificative dell’istituto sono sorte all’inizio degli anni duemila e, favorite da diversi fatti di cronaca, sono in breve tempo diventate centrali nel dibattito politico inglese. Due, in particolare, gli episodi che, tra i molti, hanno infervorato le coscienze dei cittadini: i casi Martin (2001) e Hussein (2010). Nel primo l’imputato – già vittima di precedenti rapine perpetrate presso il proprio domicilio – accortosi della presenza di tre uomini all’esterno della proprietà, si era nascosto munito di uno shotgun carico e aveva sparato non appena i malviventi avevano scavalcato la recinzione del giardino; la Corte lo aveva ritenuto responsabile per la morte di uno dei ladri e per le lesioni arrecate al complice: la condotta non poteva essere scriminata poiché la minaccia non era imminente e la forza usata non era ragionevole75.

72 ORMEROD D., LAIRD K., Smith, Hogan, and Ormerod’s, cit., pp. 523-548; PARSON S., The loss of control

defence, cit., p. 95; SUTHERLAND J., LAIRD K., Murder - loss of control - defence not left to jury as alternative to

self-defence - whether “sufficient evidence” for defence - proper approach to evaluation of evidence, in Criminal Law Review, 4/2019, pp. 1-3.

73 Proprio perché, anche ove riconosciuta, non porta all’assoluzione dell’imputato, viene definita dalla

dottrina come una difesa imperfetta; PARSON S., The loss of control defence, cit., p. 94.

74 Come già visto in precedenza, le radici di queste due ipotesi sono rinvenibili rispettivamente

nell’omicidio se defendendo e nell’omicidio per misadventure, sul punto cfr. supra § 2.2.

75 BLEASDALE-HILL L. Our home is our haven and refuge, cit., pp. 2-3. DOBINSON I., ELLIOTT E., A householder's

right to kill, cit., pp. 83-84; JEFFERSON M., Householders and the use of force against intruders, in The Journal of

Nel secondo, l’imputato era stato sequestrato in casa propria assieme ai familiari da un gruppo di malviventi; grazie all’aiuto del cugino – vicino di casa – si era liberato e, insieme a quest’ultimo, aveva inseguito, raggiunto e colpito con diverse armi – tra cui una mazza da cricket – uno degli aggressori; i cugini Hussein sono stati ritenuti responsabili delle lesioni arrecate – in particolare, una frattura cranica con conseguenti danni celebrali permanenti – e sono stati condannati sia in primo che in secondo grado: la violenza posta in essere era stata reputata eccessiva e la scriminante non poteva legittimare reazioni vendicative e punitive, come nel caso di specie76.

La risonanza mediatica delle vicende fu enorme e in entrambi i casi l’opinione pubblica – come d’altronde in tutti i casi di legittima difesa domiciliare verificatisi in quegli anni77 – si era schierata a favore degli aggrediti78.

Al dilagare dell’idea di una legittima difesa eccessivamente garantista nei confronti degli aggressore e dai confini incerti e sfumati, tali da non permettere a chi si difende di sapere fino a che punto sia legittimo agire, nel 2005 il Crown Prosecution

Service (CPS) aveva cercato di arginare, senza tuttavia riuscirci, l’insoddisfazione

crescente; in particolare, in collaborazione con la Association of Police Officers, aveva elaborato un vademecum sui limiti della scriminante che idealmente avrebbe dovuto risolvere le incertezze interpretative79. Come detto, fu un tentativo vano: il problema aveva ormai fatto il suo ingresso nella scena politica ed era già diventato uno dei

76 DOBINSON I., ELLIOTT E., A householder's right to kill, cit., pp. 84-85.

77 Così anche per i casi R. v. Omari Roberts (2009) e R. v. Andy & Tracey Ferrie (2012); cfr. DENNIS I., What

should be done about the law of self-defence?, in Criminal Law Review, 2000, p. 417-418; DOBINSON I., ELLIOTT E., A householder's right to kill, cit., pp. 80-81.

78 Così Tony Martin da un «Norfolk farmer» era stato trasformato dall’opinione pubblica «into something

approaching a folk hero»; v. S. MORRIS, The killer who won a nation’s sympathy, in Guardian, 30 ottobre 2001; cfr. sul punto anche LERNER R. L., The worldwide popular revolt against proportionality in self-defense law, in

JL Econ & Pol’y, 331(2), 2006, pp. 18-21; THOMAS M., Defenceless castles, cit., pp. 413-415.

79 La «guidance published on the use of force by householders against intruders» è stata fortemente criticata

perché si è limitata a ribadire che la prova più evidente dell’aver agito in legittima difesa è l’aver realizzato ciò che istintivamente e onestamente si riteneva essere necessario in base alle circostanze del

momento (in the heat of the moment); BLEASDALE-HILL L. Our home is our haven and refuge, cit., p. 3;

JEFFERSON M., Householders and the use of force, cit., pp. 405-407; MILLER S., “Grossly Disproportionate”:

cavalli di battaglia del partito Conservatore80; l’idea era di approvare una riforma che fosse dal lato dei proprietari di casa e che garantisse loro una maggior protezione legale81.

Le numerose proposte di legge di quegli anni, ampliative delle facoltà reattive all’interno del domicilio, venivano giustificate dal ruolo ricoperto dall’abitazione – luogo sacro e inviolabile dove fisiologicamente i cittadini sperimentano un più elevato livello di paura82 –, dalla necessità di fronteggiare una crescente criminalità verso i proprietari – anche se, a tal proposito, nel 2005 erano stati divulgati dei dati dal Crown

Prosecution Service (in seguito CPS) che sembrerebbero smentire in radice tale

convinzione diffusa83 –, nonché dal collocamento al di fuori del diritto dell’aggressore, in ragione del suo comportamento antisociale e pericoloso – secondo lo stesso David Cameron, «burglars leave their human rights outside the moment they invade someone else’s

property»84–.

80 Così, poco dopo il caso Hussein, Chris Grayling, membro del partito, eletto nella House of Commons,

dichiarò pubblicamente che il governo conservatore si sarebbe fatto carico della necessità di intervenire sulla legislazione in materia di legittima difesa domiciliare per proteggere i diritti delle vittime; così, ancora, vi furono diverse proposte nel 2004 sostenute dai membri del partito Roger Gale, sostenitore del Criminal Justice (justifable conduct) Bill, e Patrick Mercer, sostenitore del Criminal Law (Amendment)

(Householder Protection Bill), entrambe tacciate dall’opposizione di portare con sé il rischio di innescare

una spirale di violenza e ritorsione; cfr. DOBINSON I., ELLIOTT E., A householder's right to kill, cit., p. 83-84; per un approfondimento sulle criticità dei precedenti progetti di legge, v. JEFFERSON M., Householders

and the use of force, cit.

81 ASHWORTH A., COLLINS J, Householders, self-defence, cit., p. 380; LERNER R. L., The worldwide popular revolt

against proportionality, cit., p. 22.

82 Questo speciale legame emotivo emergerebbe anche dai recenti fatti di cronaca, dai quali emerge

un’alta probabilità d’insorgenza della sindrome post-traumatica tra i proprietari di casa che ci sono difesi provocando la morte dell’aggressore; BLEASDALE-HILL L., Our home is our haven and refuge, cit., pp. 3-4; Miller S., “Grossly disproportionate”, cit., pp. 305-306.

83 Secondo tale indagine, compiuta nel 2005, nei 15 anni precedenti vi sarebbero stati solo 11 processi a

carico di chi aveva reagito ad attacchi compiuti da parte di intrusi, dei quali solo 7 nel contesto dell’householder case, meno di un processo ogni due anni; cfr. BLEASDALE-HILL L. Our home is our haven

and refuge, cit., p. 3; MILLER S., “Grossly disproportionate”, cit., p. 303; SIMESTER A. P., SPENCER J. R., STARK F., SULLIVAN G. R., VIRGO G. J., Simester and Sullivan’s criminal law, cit., p. 811.

84 WALKER K., “Burglars give up any human rights”: David Cameron gets tough on tight to defend home, in

Daily Mail, 1° febbraio 2010; BLEASDALE-HILL L., Our home is our haven and refuge, cit., pp. 3-4; MILLER S.,