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Il conto economico classificato a margine di contribuzione

CAPITOLO 1 IL CONTROLLO DI GESTIONE

1.4 La Break Even Analysis e il margine di contribuzione

1.4.4 Il conto economico classificato a margine di contribuzione

Schema 1.12

Così come descritto da Anthony, Hawkins, Macrì e Merchant (2005) possiamo calcolare anche il anche il margine di contribuzione di secondo livello (o semilordo o secondo margine di contribuzione): questo è dato dalla differenza tra il margine di contribuzione di un certo prodotto ed i suoi costi fissi diretti. Con questo calcolo capiamo il contributo di un certo prodotto alla copertura dei costi fissi indiretti e alla generazione di reddito. Il reddito dell’impresa è dato dalla differenza tra il secondo margine di contribuzione complessivo e i costi fissi indiretti. Il vantaggio è che viene indicato il contributo dei singoli prodotti alla copertura dei costi indiretti e alla generazione di reddito. Si tratta di una configurazione di margine il cui utilizzo è idoneo per decisioni con un “più largo orizzonte di tempo” e con “scopi e dimensioni più ampi”.81 Con il metodo del

prodotto equivalente si ottiene lo stesso risultato ma non si conosce il contributo dei singoli prodotti alla generazione del reddito aziendale. Potremmo anche avere il caso dove un prodotto con un mdcu superiore ad altri prodotti genera un secondo margine di contribuzione negativo se non si è in grado di comprendere tutti i costi fissi diretti relativi a quel prodotto. Possiamo affermare che il margine di contribuzione semilordo è legato al concetto di direct costing evoluto: ci dice quanto resta dopo la copertura di tutti i costi variabili e fissi specifici.82

1.4.4 Il conto economico classificato a margine di contribuzione

81 LIZZA F., Break Even Analysis e controllo di gestione, Ancona, 1992, pag. 63.

82 BRACCI E., VAGNONI E., Sistemi di Programmazione e Controllo. Strumenti e processi per le

Il concetto di margine di contribuzione richiede la distinzione dei costi variabili (con il volume di output) dai costi fissi (indipendenti dal volume di output). “In un conto economico a margine di contribuzione le diverse voci di costo contengono esclusivamente o costi fissi o costi variabili. Un conto economico a margine di contribuzione è strumentale ad un rapido calcolo del reddito in funzione di diversi volumi delle vendite. Qualora si abbandoni l’ipotesi che l’impresa sia monoprodotto, allora è necessario, per continuare a svolgere le analisi del reddito in funzione del volume, ricorrere al concetto di prodotto equivalente oppure costruire il conto economico aziendale a margine di contribuzione come somma dei conti economici dei singoli prodotti venduti”.83

Il conto economico classificato a margine di contribuzione è un rendiconto che permette di vedere l’effetto sul reddito di cambiamenti delle quantità vendute o dei ricavi.

La differenza dal tradizionale conto economico classificato a costo del venduto è che all’interno delle singole voci non ho elementi di costo variabili e fissi incorporati in un’unica voce.

La classificazione a costo del venduto non evidenzia la relazione tra gli elementi di costo e il volume, i costi vengono classificati solo per area aziendale. Il costo del venduto, i costi commerciali oppure i costi amministrativi hanno all’interno costi fissi e variabili.

(Per il costo del venduto: costi variabili materiali diretti; costi fissi ammortamento macchinari, canone locazione)

Conto economico classificato a costo del

venduto Conto economico classificato a margine di contribuzione Ricavi Ricavi

Costo del venduto (*) Costi variabili di prod. Margine lordo Costi variabili comm.

83 ANTHONY R. N., HAWKINS D. F., MACRÌ D. M., MERCHANT K. A., op. cit., 2005, pag.

Costi commerciali (*) Costi variabili ammin. e gen.

Costi ammin. e gen (*) Margine di contribuzione Reddito netto Costi fissi di produzione

Costi fissi commerciali

Costi fissi ammin. e gen

Reddito netto

Schema 1.12 C.E. a costo del venduto e classificato a margine di contribuzione (tratto da ANTHONY R. N., HAWKINS D. F., MACRÌ D. M., MERCHANT K. A., Analisi dei costi, 2005 Pag. 64)

Ai fini del bilancio il Conto Economico classificato a costo del venduto è adeguato, ma come strumento a supporto delle decisioni per il management non può essere d’aiuto. Il Conto Economico classificato a costo del venduto classifica i costi per funzione mentre quello classificato a margine di contribuzione li classifica in base al loro comportamento con il volume di output (costi fissi e variabili): come si può vedere dallo schema sottraendo ai ricavi i costi variabili ottengo il margine di contribuzione aziendale cioè il contributo alla copertura dei costi fissi e alla generazione di reddito. Se al margine di contribuzione aziendale si sottraggono i costi fissi (indipendentemente dall’area aziendale in cui si manifestano) allora otteniamo il reddito.

“Il conto economico a margine di contribuzione facilita le analisi economiche che implicano cambiamenti di volume, favorisce le analisi di redditività delle diverse linee di prodotto, supporta l’assunzione di decisioni che riguardano i prezzi o le scelte tra produrre all’interno o acquistare all’esterno (scelte di make or buy)”.84

Le imprese multiprodotto

Se un’impresa sviluppa più di un prodotto, le relazioni che abbiamo trattato sono valide solo se ogni prodotto ha all’incirca lo stesso margine di contribuzione percentuale degli altri. Se si conosce il mix delle vendite allora si potrebbe quantificare il margine di contribuzione unitario come media ponderata, con le quantità vendute, dei margini di contribuzione unitari dei singoli prodotti. Questo metodo per calcolare il margine di contribuzione è chiamato margine di

84 ANTHONY R. N., HAWKINS D. F., MACRÌ D. M., MERCHANT K. A., op. cit., 2005, pag.

contribuzione del prodotto equivalente. C’è da sottolineare il fatto che per usare questo metodo devono essere noti i margini di contribuzione unitari dei singoli prodotti e il mix delle vendite. Alla fine si ottiene un margine di contribuzione unitario pari al valore medio pesato (con il mix) dei margini di contribuzione unitari dei prodotti venduti.

Esempio con 2 prodotti (A e B) PR = REDDITO (RT – CT)

PRAZIENDA = pa * Xa + pb * Xb – cvua * Xa – cvub * Xb – CFT = mdca * Xa + mdcb * Xb – CFT

Si può notare che il reddito è dato dalla differenza tra la somma dei margini di contribuzione dei due prodotti e i costi fissi totali. Sempre supponendo che il mix è noto (cioè l’incidenza percentuale di Xa e Xb) e considerando con Xt la quantità venduta nel complesso (Xt = Xa + Xb), possiamo esprimere Xa come Xt moltiplicato per l’incidenza percentuale delle quantità di vendita di “a” sulle quantià complessive (i%a = Xa /Xt). Lo stesso ragionamento si può fare per Xb. Quindi abbiamo:

PRAZIENDA = mdca * Xt * i %a + mdcb * Xt * i %b – CFT = (mdca * i %a + mdcb * i %b) * Xt – CFT = mdce * Xt – CFT

In questa espressione abbiamo mdce che rappresenta il margine di contribuzione unitario del prodotto equivalente.

Il problema con più prodotti è che non tutti i costi possono essere attribuiti in modo oggettivo al singolo prodotto. Questo perché non tutti i costi sono diretti. I costi indiretti sono generati congiuntamente da tutti i prodotti (come ad esempio il canone di affitto).

Quindi per creare un conto economico aziendale a margine di contribuzione (dati dalla somma dei conti economici dei singoli prodotti) sarebbe opportuno che venissero considerati solamente i costi fissi diretti (quelli imputabili oggettivamente al prodotto). Non avrebbe senso imputare in modo arbitrario quote di costi fissi comuni ai conti economici dei prodotti presi singolarmente perché le informazioni riguardanti la redditività dei singoli prodotti sarebbero distorte e ciò potrebbe portare a decisioni non ottimali.

CAPITOLO 2 PIANIFICAZIONE, PROGRAMMAZIONE E