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Il contributo del Costruzionismo

L’apprendimento di costruzion

2.2 Il contributo del Costruzionismo

Con il termine «Costruzionismo» si intende l’insieme dei modelli di ispirazione costruzionista che si sono sviluppati negli ultimi vent’anni. Vi rientrano, pertanto, gli approcci costruzionisti in senso stretto, che si sono sviluppati in seguito al lavoro di Fillmore, Kay, & O'Connor (1988), e le teorie di orientamento più funzionalista, che condividono però con la

Construction Grammar (CXG) gli assunti teorici principali, riconoscendo nel modello una versione molto prossima alla propria.

2.2.1 Modelli costruzionisti

Vari sono i modelli che, come abbiamo visto, afferiscono al Costruzionismo e in questo paragrafo ne presenteremo i caratteri principali.

La CONSTRUCTION GRAMMAR CLASSICA (CXG) nasce quindi ufficialmente negli anni Ottanta con la pubblicazione dell’articolo di Fillmore, Kay, & O'Connor (1988) al quale si sono ispirati numerosi altri lavori che hanno approfondito, ampliato e diversificato l’interesse iniziale, dando vita ad un nuovo approccio teorico. L’articolo in questione, intitolato «Regularity and Idiomacity in Grammatical Constructions: The Case of Let Alone», che può essere considerato il manifesto della CXG classica, rispolvera il concetto di «construction» come unità d’analisi della grammatica, preferendolo a quello di «rule» proprio della Grammatica Generativa (GG). Il programma del «nuovo» approccio si delinea da subito esplicitamente contro i principi fondanti della GG, partendo dall’analisi delle forme idiomatiche. Gli approcci generativi (Chomsky, 1981; 1995), infatti, adottano una prospettiva riduzionistica, in virtù della quale la grammatica, composta da unità minime, attraverso meccanismi sintattici di tipo computazionale e composizionale è in grado di derivare un numero illimitato di combinazioni.

[A] central element in the work discussed here, as in recent work from which it evolves, is the effort to decompose such processes as «passive», «relativization», etc., into more fundamental «abstract features»: the Case Filter, the binding principles, Move-α and the principles of bounding, etc (Chomsky, 1981:121).

Di conseguenza, la sintassi è in grado di combinare unità minime, le parole, in entità maggiori, quali sintagmi e frasi, non più considerati costruzioni ma piuttosto il risultato dell’applicazione di regole e principi che costituiscono la Grammatica Universale. Il concetto di costruzione viene quindi meno con lo scopo di ridurre al minimo il bagaglio delle informazioni da memorizzare, in favore quindi di processi generali ed universali36

. Le correnti formali, contro cui Fillmore, Kay, & O'Connor si appellano, sono definite di tipo atomistico in quanto riducono ogni frase a configurazioni prestabilite, ottenute tramite l’applicazione di regole standard, ed interpretabili sul piano semantico in modo composizionale (Fillmore, Kay, & O'Connor, 1988:503). Una visione atomistica impedirebbe, quindi, l’interpretazione di molti fenomeni linguistici: si necessiterebbe di una conoscenza speciale, un’ «appendice alla grammatica», per render conto di ciò che quest’ultima, insieme al lessico e ai principi di semantica composizionale non sono in grado di spiegare. Tali fenomeni rientrano nella sfera dell’idiomatico, ovvero l’insieme di espressioni e costruzioni che

a language user could fail to know while knowing everything else in the language (Fillmore, Kay, & O'Connor, 1988:504).

Tuttavia, tale repertorio non può essere considerato come accessorio nella conoscenza linguistica, dati da un lato la quantità di fenomeni che vi rientrano e dall’altro l’alto grado di interazione con la grammatica.

Ne emerge quindi una definizione più ampia di quella di idiom in senso stretto: espressione idiomatica è quella espressione dotata di particolari caratteristiche semantiche e

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Nel suo Programma Minimalista, Chomsky scrive a proposito di costruzioni:

The more recent principles-and-parameters (P&P) approach, assumed here, breaks radically with this tradition, taking steps towards the minimalist design just sketched. UG provides a fixed system of principles and a finite array of finitely valued parameters. The languages-particular rules reduce to choice of values for these parameters. The notion of grammatical construction is eliminated, and with it, construction-particular rules. Construction such as verb phrase, relative clause, and passive remain only taxonomic artifacts, collections of phenomena explained through the interaction of the principles of UG, with the values of parameters fixed (Chomsky, 1995:170).

strutturali. Il suo significato può essere derivato composizionalmente (es. «answer the door») oppure presupporre conoscenze extralinguistiche (es. «kick the bucket»); la sua struttura grammaticale può ricalcare strutture frequenti nella grammatica di una lingua (es. «spill the

beans, SV+SN») o non essere affatto familiare (es. «all of a sudden»); il materiale lessicale che la costituisce può essere specificato (es. «the bigger they come, the harder they fall») o può variare mantenendo il pattern sintattico (es. «the X-er, the Y-er»); un’espressione idiomatica può infine avere un valore pragmatico (es. «How do you do?») o essere neutrale (es. «By and

large»).

All’interno di questa classificazione, gli autori dedicano maggior attenzione all’analisi di un particolare idiom, «let alone»; la scelta non è casuale in quanto si tratta di una tipologia di idiom che, permettendo di variare il materiale lessicale all’interno di un pattern sintattico predefinito, costituisce uno dei casi più esemplificativi di quella periferia linguistica il cui

status marginale all’interno della grammatica viene messo in discussione dagli autori.

L’analisi del caso di «let alone» porta gli autori a trarre delle conclusioni programmatiche della CXG. L’auspicio è quello di pensare ad una teoria che tratti come centrale anche fenomeni periferici, poiché la loro frequenza e produttività li rendono tutt’altro che trascurabili. In quest’ottica quindi un sistema fatto di regole grammaticali generali e di elementi lessicali non è in grado di rendere conto di ciò che costituisce la competenza di un parlante che

[…] is to be described as a repertory of clusters of information including, simultaneously, morphosyntactic patterns, semantic interpretation principles to which these are dedicated, and, in many cases, specific pragmatic functions in whose service they exist (Fillmore, Kay, & O'Connor, 1988:534).

Si necessita quindi, secondo gli autori, di un modello unificato che tenga conto simultaneamente sia delle strutture più familiari sia dei casi più isolati, che verrà riconosciuto nella Construction Grammar.

Dal contributo iniziale di Fillmore, Kay, & O'Connor (1988) dedicato all’analisi esemplificativa di un solo idiom prenderà vita una vera e propria «rivoluzione» teorica che si propone di rivedere, secondo i nuovi principi guida, l’intera grammatica. Essa individua nella

costruzione l’unità d’analisi di base, intesa come segno, ovvero l’unione di una forma e di un significato semantico e pragmatico. Le proprietà fondamentali riconosciute alla CXG sono (Kay, 1997):

1. «non modulare»: la CXG si configura come non-modulare nel concepire la forma e il significato come parti di un unico elemento grammaticale, i.e. la costruzione, piuttosto che come componenti separate. L’aspetto semantico-pragmatico quindi è associato alla forma linguistica, insieme alla quale costituisce una costruzione;

2. «generativa»: richiamando l’accezione originale di «generativo» utilizzata da Chomsky, la CXG si definisce generativa in quanto si propone di fornire una rappresentazione formale ed esplicita dei meccanismi espressivi di una lingua;

3. «non-derivazionale», «monolivello» (mono-stratal) e «basata sull’unificazione» (unification-based): nella CXG la grammatica consiste di un unico modulo, costituito dall’insieme delle costruzioni; pertanto, non sono necessarie regole di trasformazione o derivazioni per passare da un livello all’altro. La produzione o l’interpretazione linguistica si basa piuttosto sull’unificazione o combinazione di altre costruzioni, con il fine di crearne delle nuove. L’implicazione che deriva da questa proprietà, importante per il presente lavoro, e che riprenderemo in seguito (cfr. § 2.2.5), è che l’apprendimento della L2 si basa sulla capacità di astrarre dai dati linguistici (input) strutture linguistiche, ovvero costruzioni, attraverso le quali poi interpretare e in seguito produrre altre nuove strutture;

4. «omnicomprensiva»37 (full coverage): la CXG tiene conto della totalità dei fenomeni linguistici senza dedicarsi particolarmente ad una core grammar; si tratta di un punto teorico di tipo programmatico in quanto emerge la consapevolezza dell’impossibilità di esplorare tutti i fatti linguistici, ma non si afferma aprioristicamente che alcuni aspetti sono da considerarsi fuori dall’analisi linguistica. All’idea, quindi, di una grammatica divisa tra espressioni idiomatiche da un lato e regole dall’altro, la CXG

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preferisce un continuum di costruzioni che va dalle costruzioni produttive a quelle fisse38;

5. «capace di formulare generalizzazioni»: lo scopo della CXG è di rendere esplicite tutte le generalizzazioni possibili che un parlante è in grado di formulare. Kay (1984 [1997]) precisa che tale finalità non presuppone che la CXG creda nell’esistenza di una grammatica composta dall’insieme di tutte le generalizzazioni possibili come parte integrante della competence di un parlante, a prescindere dal dato linguistico. La diversità dei giudizi tra parlanti testimonia come la variabilità linguistica impedisce che un singolo individuo possa immagazzinare astrattamente le generalizzazioni linguistiche. Uno strumento formale di generalizzazione è l’«eredità» («inheritance»); per «eredità» si intende la possibilità che una costruzione ha di ereditare alcune caratteristiche da un’altra costruzione più generale. È quindi possibile che si verifichi che due costruzioni (X e Y) condividano alcuni aspetti in quanto da un’altra costruzione (A), e si differenzino per altri aspetti perché non ereditati da A39.

Come vedremo più avanti, se le altre Construction Grammars si dedicheranno ad approfondire aspetti cognitivi, tipologici, funzionalisti e acquisizionali, la CXG classica si occuperà di ampliare il progetto iniziale, in particolare rispetto all’idea di elaborare una teoria formale che concretizzi tutti i punti evidenziati in Kay (1984 [1997]). I primi tentativi di formalizzazione risalgono a Fillmore (1988), successivamente ripresi in Kay & Fillmore (1999). L’idea è quella di elaborare una rappresentazione unitaria e monolivello di tutte le proprietà di una costruzione, sia essa core o uncore, unendo aspetti formali e aspetti funzionali. A livello sintattico Fillmore (1988) propone di distinguere tra sintassi esterna e sintassi interna, intendendo nel primo caso l’insieme delle proprietà di una data costruzione che determinano l’accettabilità sintattica all’interno di un dato contesto; e nel secondo la

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Già Fillmore, Kay, & O'Connor (1988) avevano sottolineato l’esistenza di un continuum:

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Nelle parole di Kay (1997):

If distinct constructions X and Y inherit construction A, then X and Y each share all the properties of A and each of X and Y possesses some additional properties it does not share with the other (or with A) (Kay, 1984 [1997]:130).

struttura interna della costruzione. L’idea di base è che ogni costruzione possa essere descritta su due livelli sintattici, esterno e interno, nei quali vengono specificati gli attributi (features), e i relativi valori (value) della costruzione. Questi attributi sono inseriti graficamente in una «boxes-within-boxes notation»; si tratta di una rappresentazione grafica che prevede l’inserimento di scatole all’interno di altre scatole: la scatola più grande rappresenta la sintassi esterna e le scatole più piccole la sintassi interna. In Figura 21 riportiamo un esempio di matrice di rappresentazione a scatole e un esempio relativo al sintagma verbale (Kay & Fillmore,1999:8).

La capacità di formulare generalizzazioni si concretizza nella CXG nel concetto di «eredità totale»: se all’interno di una costruzione complessa è racchiusa un’altra costruzione, la prima eredita dalla seconda tutte le informazioni relative a tutti gli attributi. In questo modo si evita che l’informazione sia codificata e immagazzinata più volte, garantendo la massima economia.

In conclusione, è evidente che tale sistema di rappresentazione formale nasce come un modello di «unificazione», perché non solo adotta le stesse scelte per tutte le costruzioni della grammatica, ma sottolinea come tutte le informazioni espresse dalla costruzione siano immagazzinate simultaneamente. Ne consegue quindi che i primitivi, cioè le categorie

cat v

+

role head role filler

loc + (attributo valore)

+ (attributo valore) (attributo valore)

(attributo valore) Sintassi esterna

Sintassi interna

Figura 21 La matrice boxes-within-boxes notation e per la costruzione del SV (adattata da Kay & Fillmore, 1999:8).

lessicali come nome e verbo, funzioni grammaticali come soggetto o non-soggetto e ruoli semantici come agente o paziente vengono rappresentati in modo unificato. Si presenta inoltre come un modello riduzionistico perché la costruzione complessa deriva dall’interazione di questi primitivi; la costruzione resta comunque necessaria come unità perché le informazioni che esprime non possono essere dedotte composizionalmente dalle sue parti.

A partire dalla Construction Grammar classica si sono sviluppati nel corso del tempo diversi approcci costruzionisti che insieme ad essa costituiscono la più ampia corrente del Costruzionismo.

«COGNITIVE CONSTRUCTION GRAMMAR» (CCXG) è la denominazione che Adele Goldberg sceglie per il proprio modello, le cui linee programmatiche sono raccolte in Goldberg (1995). L’impostazione teorica di Goldberg (1995), fortemente ispirata al lavoro di Lakoff (1987), ha come obiettivo principale quello di offrire un’alternativa agli approcci lessicalisti (cfr. Pinker, 1989 e Levin, 1993) secondo i quali le alternanze argomentali (nello specifico l’alternanza tra la struttura preposizionale e quella ditransitiva dell’inglese) sono da attribuire alla rappresentazione semantica del verbo; ne consegue quindi un’idea prettamente semantica dei cambiamenti delle configurazioni argomentali, per cui nuovi significati andrebbero ad arricchire la semantica del verbo40 (cfr. Goldberg & Jackendoff, 2004). Con Goldberg (1995), sebbene la CCXG condivida con la semantica lessicale l’attenzione al valore semantico nelle alternanze argomentali, essa considera i verbi e le costruzioni come interrelati ma indipendenti e pone di conseguenza maggiore enfasi sulla semantica delle costruzioni e sulle relazioni tra costruzioni. In questo modo la CCXG riesce a fornire una teoria che ponga al centro dell’analisi non più il verbo, ma la costruzione, superando due problematiche relative alla valenza verbale: le teorie che riconoscono al verbo un ruolo principale, infatti, si trovano,

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Citando Levin (1993):

[…] knowing the meaning of a verb can be a key to knowing its behavior. Presumably, predictions about verb behavior are feasible because particular syntactic properties are associated with verbs of a certain semantic type (Levin, 1993:5).

nel caso delle strutture transitive, a riconoscere più significati allo stesso verbo e, di conseguenza più valenze. È il caso di «to bake»; in una frase come:

(74) She baked him a cake.

Si dovrebbe prevedere un senso speciale per «to bake» che abbia tre argomenti (un agente, un tema e un beneficiario). Riconoscendo, invece, un ruolo primario alla costruzione è possibile integrare nuovi significati nella semantica della costruzione, e quindi poter affermare che è insito nella costruzione ditransitiva avere una configurazione ternaria.

Tuttavia è importante sottolineare come l’individuazione della costruzione come l’unità portatrice di significato non implichi necessariamente che nella grammatica operino esclusivamente meccanismi di top-down, per cui le costruzioni impongono il proprio significato. Si tratta piuttosto di un’interazione tra meccanismi top-down e bottom-up, tra la semantica delle costruzioni e quella dei verbi. Infatti, nel caso della costruzione ditransitiva inglese si possono ottenere costruzioni che condividono tutte il significato «the agent

argument acts to cause transfer of an object to a recepient» (Goldberg, 1995:32), ma con

sfumature diverse di significato:

(75) Chris baked Jan a cake.

(76) Bill promised his son a car.

(77) John reserved Mary a book.

(78) Joe allowed Billy a popsicle.

(79) Joe refused Bob a raise in salary. (Goldberg, 1995:32-33)

Con i verbi di creazione (es. (75)), così come con i verbi di ottenimento (es. «to get»,«to

win», «to earn»), l’agente mostra l’intenzione di trasferire il paziente verso un beneficiario,

ma non si ha certezza dell’avvenuto trasferimento; allo stesso modo anche con i verbi che sottintendono un obbligo (es. (76)) bloccano la lettura di un avvenuto trasferimento41. I verbi di possesso posticipato (es. (77)) implicano che in un momento futuro il beneficiario possa

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La certezza dell’avvenuto trasferimento si ha solo se vengono rispettate le condizioni di felicità del predicato (cfr. Searle, 1983).

entrare in possesso dell’oggetto, mentre i verbi di permesso (es. (78)) implicano che l’agente renda il beneficiario in grado di ricevere il paziente, non impedendone il trasferimento (l’agente quindi non causa il trasferimento, semplicemente lo rende possibile). Infine, i verbi di rifiuto (es. (79)) esprimono la negazione del trasferimento. È possibile, quindi, rappresentare la semantica della costruzione ditransitiva inglese come una rete di definizioni correlate, individuando un senso centrale, prototipico, espresso da costruzioni con verbi che esprimono l’azione di «trasferire», come in (80).

(80) He gives Harriett a pen.

Essendo le costruzioni portatrici di significato, esse sono soggette a fenomeni semantici quali prototipicità, polisemia e processi metaforici: a partire dal significato prototipico è possibile derivare gli altri significati di questa costruzione polisemica, come è illustrato nella

Figura 22.