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l’importanza della frequenza: poiché la frequenza d’uso di una particolare struttura è sia il risultato dell’applicazione del sistema, sia una forza modellante del sistema

L’apprendimento di costruzion

C. Agent causes recipient not to receive patient

2. l’importanza della frequenza: poiché la frequenza d’uso di una particolare struttura è sia il risultato dell’applicazione del sistema, sia una forza modellante del sistema

stesso, essa gioca un ruolo decisivo in ogni tentativo esplicativo del sistema. In particolare Bybee & Thompson (2000) e Bybee (2006) illustrano quali possono essere gli effetti della frequenza sul sistema linguistico:

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Il ruolo dell’input si evidenzia maggiormente nell’apprendimento linguistico. Finora gli studi costruzionisti si

sono concentrati maggiormente sull’acquisizione della L1, ma parallelamente da tempo gli studi

sull’acquisizione di lingue seconde ne hanno sottolineato l’importanza (Krashen, 1982; Gass, 1988) (cfr. § 2.2.5). Per tanto, come si cercherà di giustificare teoricamente in seguito, tali studi possono essere considerati a tutti gli effetti usage-based.

 un’alta frequenza determina una riduzione fonologica in seguito all’automatizzazione nella produzione;

 un’alta frequenza determina un mantenimento delle strutture, per cui forme frequenti percepite come irregolari mantengono la loro irregolarità in misura maggiore rispetto a forme rare irregolari, in quanto la frequenza rafforza la memoria e la forma diventa più accessibile;

 un’elevata alta frequenza può determinare un processo di grammaticalizzazione con la conseguente creazione di morfemi grammaticali e di cambiamenti nella struttura argomentale.

Gli studi sulla grammaticalizzazione (Hopper & Traugott, 1993; Traugott, 2003; Lehmann, 1995) (cfr anche § 1.4) infatti, sono considerati un’altra fonte importante degli approcci usage-based; l’eredità accolta da quest’ultimi è ben evidente nelle parole di Hopper & Traugott (1993) relative all’analisi delle motivazioni alla base dei processi di grammaticalizzazione:

The discussion in the preceding section has made reference to various motivations such as economy, efficiency, expressivity, and routinization. Such motivations are issues of usage and speaker-hearer purpose, and can be called “pragmatic”, that is, they have to do with the relationship between language and the contexts in which it is used […], most especially the meanings that arise from this relationship (Hopper&Traugott, 1993:67).

È quindi nell’uso che vanno ricercate le motivazioni che inducono alla grammaticalizzazione ed esse, come è facilmente intuibile, sono strettamente legate alla frequenza.

3. la comprensione e la produzione come parti integranti del sistema: dato il ruolo decisivo dell’uso nella formazione del sistema linguistico, quest’ultimo non può essere formalmente separato dai processi che ne regolano l’uso; in altre parole, non ha senso marcare nettamente la distinzione tradizionale tra competence e performance, tra sistema e discorso;

4. la rilevanza dell’apprendimento: poiché in questi approcci le realizzazioni linguistiche sono di centrale importanza nella strutturazione del sistema, l’apprendimento

linguistico ha assunto un ruolo decisivo in quanto è in grado di mostrare il sistema nel suo prendere forma. Dati i presupposti teorici, il modello di apprendimento sostenuto è quello che dà all’input una funzione basilare e che concepisce l’attività di generalizzazione e astrazione come una fase successiva nell’apprendimento. La rilevanza dell’apprendimento e il ruolo che in esso gioca l’input sono elementi di contatto con gli approcci costruzionisti e gli studi in SLA (cfr. § 2.2.5);

5. l’emergenza di strutture vs l’organizzazione statica: l’idea che il sistema linguistico sia composto da unità singolarmente immagazzinate, attivate solo nel momento di produzione dell’output viene rifiutata dagli approcci usage-based. Al contrario le unità linguistiche sono considerate «routine» cognitive, che non vengono immagazzinate né localizzate precisamente. Esse esistono in quanto attivate nei processi linguistici; 6. l’importanza dei dati nella descrizione e nella teorizzazione: quest’ultima caratteristica

riguarda i dati sui cui gli approcci usage-based lavorano; si avvalgono, ovviamente, dell’uso di corpora e basano le descrizioni linguistiche e le relative teorie solo su dati autentici, nel rispetto dell’idea fondante che esista un continuum tra sistema e discorso. Questa idea - che esista un continuum tra sistema e discorso - implica che non solo il secondo determini il primo, ma anche che il sistema sia responsabile dei comportamenti linguistici dei parlanti. Un contributo particolare è quello di Ford & Thompson (1996) pubblicato all’interno di un volume dedicato all’indagine dei rapporti tra grammatica, intesa come sistema, e interazione. In particolare le autrici hanno approfondito il ruolo della sintassi, dell’intonazione e della pragmatica nella gestione del turno. Nonostante il contributo si ponga a metà tra gli studi funzionali e quelli conversazionalisti nel definire le modalità di presa del turno, ci sembra importante sottolineare come la sintassi, la pragmatica e l’intonazione interagiscano costantemente nell’indicare il punto di transizione del turno: una produzione linguistica completa dal punto di vista sintattico, infatti, sembra coincidere con il completamento di un’unità prosodica e con il compimento di un atto linguistico. Esistono quindi segnali di sistema disposti su diversi livelli (sintattico, pragmatico e intonativo) che concorrono nell’indicare nel discorso quali possono essere i punti salienti per una transizione di turno.

Infine, un aspetto da sottolineare riguarda la forte interdipendenza tra la realizzazione di un atto linguistico e la conclusione di un contorno intonativo: dall’analisi di Ford & Thompson (1996) emerge chiaramente che il compimento illocutivo corrisponda sempre ad un completamento intonativo. Questo dato va a sostegno dell’ipotesi, avanzata in Cresti (2000) (cfr. 1.3), per cui l’intonazione sia indice del valore semantico pragmatico di una costruzione.

LaGRAMMATICA DI COSTRUZIONI E CATEGORIE (GCC) elaborata da Simone (2006, 2007) è un modello di significato grammaticale, nell’accezione che «grammatical meaning» assume nell’interpretazione che Jakobson (1959) dà di Boas (1938), per cui la grammatica è concepita come un’ars obbligatoria, un sistema di significati prestabiliti la cui codifica è obbligatoria48. La GCC si inserisce in una visione funzionale e pragmatica del linguaggio finalizzato a compiere operazioni comunicative e sociali. Le funzioni svolte dal linguaggio, o macro- funzioni, sono: la predicazione (dire qualcosa di nuovo su qualcosa di dato), la comunicazione di significati supposti (presupposizioni, inferenze, implicature) e la trasmissione di informazioni sulla relazione dei parlanti. La dimensione pragmatica assume quindi nella GCC un ruolo centrale; in particolare Simone (2007) distingue tra:

 macro-pragmatica, che regola la dimensione relazionale, ovvero le relazioni tra parlanti;

 micro-pragmatica, che regola la dimensione linguistica, e quindi la struttura interna della frase.

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Crediamo che riportare un passaggio chiave dell’interpretazione di significato grammaticale di Boas (1938) che dà Jakobson (1959) possa essere esplicativo:

[…] Boas vide che certe categorie relazionali sono obbligatorie universalmente: «i sistemi per mezzo dei quali sono espresse queste relazioni variano in modo considerevole, ma sono sempre elementi necessari della grammatica.» Tali, ad es., la distinzione tra soggetto e predicato e quella tra predicato ed epiteto, come pure il riferimento grammaticale al mittente e al destinatario. Il problema delle categorie grammaticali universalmente indispensabili fu impostato da Boas e dal suo acuto discepolo Sapir, nonostante l’avversione dei neogrammatici per ogni indagine sulle leggi universali; esso è diventato un problema fondamentale nella linguistica moderna (Jakobson, 1959[1966]:174).

Se la prima opera sul piano dell’atto linguistico e quindi non «vede» la struttura interna dell’enunciato che realizza l’atto linguistico, la seconda si applica proprio all’enunciato e alle sue parti.

La GCC ribadisce il suo carattere funzionale nel riproporre una distinzione importante che la avvicina alla discourse grammar e agli approcci usage-based, ovvero la distinzione tra sistema e discorso. Esistono quindi due tipi di risorse a disposizione del parlante: risorse di sistema, facilmente accessibili nel sistema, e risorse di discorso, prodotte ad hoc sulla base di

pattern prestabiliti. Se le prime sono immediatamente accessibili, le seconde sono formate

tramite operazioni di discorso e svaniscono quando il discorso è terminato, lasciando però

pattern da attivare successivamente. Le unità di discorso hanno quindi uno status intermedio

tra le unità di sistema e i semplici eventi linguistici occasionali, e possono con il tempo e con la frequenza convertirsi in unità di sistema49. Si dispongono quindi lungo una scala (Figura