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Pragmaticizzazione e costruzionalizzazione

Il quadro teorico: rapporto tra coordinazione e subordinazione

1.4 Pragmaticizzazione e costruzionalizzazione

Le costruzioni presentate in questo capitolo differiscono per il grado di sistemicità, o se si vuole, per il grado di discorsività: se alcune rientrano nei sistemi delle lingue analizzate - è ad esempio il caso già incontrato della struttura in -te del giapponese -, altre suonano piuttosto tipicamente discorsive - come ad esempio alcune strutture relative non-restrittive. Ciò che preme in questa analisi non è una valutazione della stabilità o dell’instabilità all’interno del

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Uno delle possibili motivi a cui Mithun (1988) riconduce la comparsa delle congiunzioni è la tradizione letteraria della lingua stessa o di lingue con cui la lingua in questione è in contatto. Testimonianze di lingua

scritta o d’uso della lingua orale in registri altri sembrano dimostrare come lingue che combinano SoA

sistema, né tanto meno la formulazione di una scala di maggiore o minore assertività delle strutture analizzate. Se è vero, come crediamo, che il rapporto tra coordinazione e subordinazione si risolve in termini pragmatici, è interessante presentare la proposta che Evans (2006) avanza per le costruzioni «insubordinate» ed estenderla a qualsiasi processo di acquisizione o perdita di forza assertiva.

Evans (2006), infatti, propone per le costruzioni «insubordinate», che nella sua terminologia corrispondono a quelle strutture formalmente subordinate e semanticamente coordinate, un percorso di sviluppo diacronico, per cui a partire da una struttura subordinata si susseguono una prima fase di elisione della frase principale, una seconda fase di convenzionalizzazione del significato della frase principale ellittica e, infine, una fase di rianalisi della frase subordinata come frase principale (Figura 16).

Il primo stadio coinvolge una frase principale seguita da una frase subordinata usata come tale. Tuttavia, generalmente nelle dinamiche conversazionali il contenuto della frase principale può essere facilmente inferito (fase 2), tanto da poter essere opzionalmente omesso. La frequente omissione della frase principale può quindi portare a una convenzionalizzazione del suo significato, in quanto per ragioni di economia il parlante può decidere di ometterla costantemente in virtù del fatto che il destinatario è sicuramente in grado di inferirne il significato. Il ventaglio di possibilità che si presenta al destinatario può essere più o meno ampio e può presentare alcuni vincoli, ad esempio riguardo la connotazione positiva o negativa. Infine, il processo di convenzionalizzazione del significato può arrivare al punto tale da non rendere più possibile il recupero inferenziale del significato della principale elisa: è

Subordination Subordinate construction > Ellipsis Ellipsis of main clause > Conventionalized ellipsis Restriction of interpretation of ellipsed material (Pragmaticization)

> Reanalysis as main clause structure

Conventionalized main clause use of formally subordinate clause

(Constructionalization)

tutta la nuova costruzione ad essere dotata di un nuovo significato26. Il percorso diacronico così delineato, aggiunge Evans (2006), prevede a fasi alterne l’azione della pragmatica: la fase 3 richiede l’intervento della pragmatica nel recupero inferenziale del significato della frase principale, mentre nella fase 4 la stabilizzazione del significato costruzionale impedisce l’azione interpretativa della pragmatica.

Ci sembra interessante estendere lo stesso pattern costruzionale, presentato da Evans (2006) per le «insubordinate», a tutte le strutture instabili. Questo implica che vi siano in realtà tre modelli di costruzionalizzazione:

1. l’unione frequente di due costruzioni indipendenti, ognuna dotata di forza assertiva (nei termini di Cristofaro, 2003) e di una propria forza pragmatica (FP-A e FP-B), porta alla nascita di una costruzione più complessa dotata di una nuova forza pragmatica (FP-C), non coincidente con quelle espresse dalle singole unità: [COSTRUZIONE 1]FP-A +

[COSTRUZIONE 2]FP-B > [[COSTRUZIONE 1]FP-A + [COSTRUZIONE 2]FP-B]FP-C. È il caso ad

esempio delle strutture diagrammatiche del tipo sviluppo ipotetico e post hoc propter

hoc27.

2. È possibile, al contrario, che l’omissione di una costruzione, dovuta a motivi di prevedibilità del contenuto semantico, porti, come evidenziato da Evans (2006), alla

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Gli esempi riportati da Evans (2006) riguardano principlamente il tedesco. Di seguito riportiamo un esempio di costruzionalizzazione caratterizzato dall’uso concessivo di «wo» («dove») con un verbo in posizione finale: in tale costruzione è impossibile ricostruire la frase principale omessa.

a) Wo Zehntausende verreck-en muss-en

Where ten.thousands die -INF must-3P ‘Where tens of thounsands must die’

‘Dove decine di migliaia devono morire’ (Evans, 2006:374)

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Il lavoro di Traugott & König (1991), anch’esso dedicato al valore pragmatico della grammaticalizzazione, sottolinea come l’interpretazione inferenziale di tali strutture si basi sul principio di informatività, ovvero sulla rilevanza dell’intera enunciazione rispetto al contesto, e sulla pertinenza di una proposizione rispetto all’altra. La conclusione della loro analisi si avvicina molto alla proposta di Mithun (1988) secondo la quale l’uso di marche

di coordinazione è un rafforzamento della relazione tra i due SoA: il processo di grammaticalizzazione non

implica quindi solo un indebolimento delle strutture linguistiche, ma anche un rafforzamento dell’informatività, attraverso la convenzionalizzazione di un’implicatura conversazionale.

nascita di una nuova costruzione più semplice dotata di una nuova forza pragmatica: [COSTRUZIONE 1 [COSTRUZIONE 2]]FP-A > [COSTRUZIONE 2]FP-B. È il caso ad esempio

delle avverbiali ipotetiche libere28.

3. Il terzo pattern non prevede un processo di perdita di una forza pragmatica al fine di acquisirne una nuova. In questo caso la costruzione estende la propria forza pragmatica dai livelli più bassi a quelli più alti del significato (ovvero dal contenuto proposizionale all’atto illocutivo). È il caso ad esempio della costruzione avverbiale e della costruzione relativa non-restrittiva.

In questi tre pattern si individuano vari fattori che spingono le costruzioni verso l’estensione della forza pragmatica o all’acquisizione di una nuova, diversa dalla preesistente. Si intravede, in primo luogo, una tendenza attenuativa: nel caso ad esempio delle ipotetiche libere dell’invito e della domanda generica si rintraccia la volontà da parte del parlante di voler attenuare la forza di un ordine o di una proposta29. Questa tendenza mira quindi a salvaguardare la «faccia» nelle dinamiche conversazionali. In secondo luogo si avverte un’inclinazione all’economia linguistica in tutti e tre i pattern. Nel caso delle ipotetiche libere, che afferiscono al secondo pattern, ad esempio la convenzionalizzazione del significato della frase principale omessa, una volta stabilita, viene sfruttata al meglio e la costruzione viene estesa a tutti i casi in cui il destinatario deve inferire quel particolare significato. Allo stesso modo, attraverso le costruzioni diagrammatiche, che appartengono al primo pattern, possono essere espressi tutti gli SoA in relazione temporale, di causa-conseguenza o ipotesi-

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Una costruzione ascrivibile a questo processo di costruzionalizzazione è quella composta da una frase dotata di contorno soprasegmentale simile a quello della domanda, seguita da una seconda frase, il cui valore pragmatico è quello ipotetico: «Vuoi la macchina nuova? Paghi le tasse». L’equivalente francese è stato studiato da Corminboeuf (2005); in francese, infatti, tale struttura, oltre ad avere un contorno intonativo specifico, presenta l’inversione tra soggetto e verbo, che solitamente si ha nelle domande («Va-t-on dans l’île, on paie aussi en

revenant»). Corminboeuf (2005) postula che la costruzione possa essere nata in seguito a un processo di

saldatura a partire da un domanda vera e propria e che quindi, le dinamiche conversazionali, abbiano giocato un ruolo rilevante nel processo di costruzionalizzazione.

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Si tratta di condizionali libere che svolgono la funzione di invitare l’interlocutore a compere un’azione suggerita dal locutore o ad accettare un’azione del locutore («Se mi dai le chiavi…»), e di interrogare su quali possono essere le conseguenze della condizione espressa («Se il treno arriva in ritardo?»).

conseguenza, secondo l’ordine «naturale» con cui avvengono nella realtà extralinguistica, evitando quindi rielaborazioni dell’informazione. Parimenti le costruzioni avverbiali e relative non-restrittive hanno esteso la loro funzione di modificazione a livelli superiori, fino a raggiungere l’atto illocutivo: la stessa funzione è svolta dalla stessa forma.

In conclusione, i parametri pragmatici di [± assertività] e di [± forza pragmatica] permettono di descrivere i fenomeni instabili come il risultato di un processo di pragmaticizzazione. In un’ottica costruzionista questo equivale a dire che costituiscono lo stadio finale di un processo di costruzionalizzazione, in cui una determinata forma assume una particolare funzione nella comunicazione.

La possibilità che un pattern segua un percorso sintassi > pragmatica sembra mettere in discussione gli studi sulla grammaticalizzazione per cui quest’ultima è il processo per cui elementi lessicali diventano grammaticali (Lehmann, 1995). Tuttavia, già in Hopper & Traugott (1993) e Traugott (2003), viene messa in discussione l’unidirezionalità della grammaticalizzazione, evidenziando il ruolo dello spazio discorsivo in tale processo sottolineando il processo di pragmaticizzazione:

from very early times researchers on issues related to grammaticalization have observed that it involves a process of loss of semantic content. This has been described by the metaphor of «fading» or «bleaching». More recently, Heine & Reh (1984) characterized grammaticalization as: «an evolution whereby linguistic units lose in semantic complexity, pragmatic significance, syntactic freedom, and phonetic substance» […] readers will have noted that […] we have, however, spoken of pragmatic enrichment, strengthening, and so forth. This is because we have been discussing the beginnings of grammaticalization, that is, the motivations that permit the process to begin, rather than its outcomes. There is no doubt that over time, meanings tend to become weakened during the process of grammaticalization. Nevertheless, all the evidence for early stages is that initially there is a redistribution or shift, not a loss, of meaning (Hopper & Traugott, 1993:87-88).

Infine, come fa notare Masini (2007) (cfr. § 2.2.1), il fenomeno della grammaticalizzazione, oltre a presupporre l’unidirezionalità, presuppone che lessico e

grammatica siano due entità separate, andando contro all’idea costruzionista e acquisizionale di continuum lessico-grammaticale (cfr. Lewis, 1993). Propone pertanto il concetto di costruzionalizzazione, inteso come il processo di fissazione di una determinata costruzione, sia essa lessicalmente o strutturalmente specificata.