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I risvolti linguistici delle proteste

2.3 Le proteste libanesi del 2019 e il corpus di analis

2.3.2 Il corpus di analis

Come sottolineato nelle sezioni precedenti, il tema della lingua in contesti di rivendicazione, come in sede di proteste in cui ci si batte in nome dell’unità nazionale, è molto rilevante. In un ambiente multiconfessionale come quello libanese, poi, in cui la lingua e le scelte linguistiche sono state sovente impiegate dal parlante per definire la propria identità in relazione all’appartenenza religiosa59,

la questione è ancora più interessante. Pertanto, al fine di comprendere l’uso della lingua nel contesto delle proteste libanesi, il terzo capitolo sarà interamente dedicato all’analisi linguistica dei materiali che hanno costituito una parte consistente del panorama linguistico delle contestazioni. Il corpus di analisi consterà di tre tipologie di materiali: cartelli, graffiti e materiali online. Per quanto riguarda la prima categoria, si tratta di oggetti linguistici di natura precaria, che costituiscono però una parte sostanziosa e assai visibile del panorama linguistico delle proteste. Nello specifico, verranno presentati cartelli o striscioni scritti a mano oppure stampati, che potranno essere mobili o affissi. Essi

57 Cfr. Hayek C, Mardam Bey S., “Cette jeunesse qui dit non au Liban de papa”, in La Révolution en marche, Jeudi 21

Novembre 2019 (L’Orient-Le Jour), p. 26.

58 Si è deciso di traslitterare dall’AS poiché trattasi di un sostantivo comparso in maniera massiccia anche negli slogan

delle Primavere Arabe. Il medesimo termine relativo al contesto libanese è scritto con imala poiché reso fedele alla pronuncia.

riportano le richieste politiche del popolo e tendono a veicolare i messaggi in maniera schietta, incisiva e, talvolta, anche ironica. Questa tipologia di materiali, per via del suo carattere per lo più spontaneo, è in grado di riflettere le attitudini linguistiche dei parlanti, oltre che le scelte linguistiche da essi effettuate in relazione al loro atteggiamento, al messaggio veicolato e, spesso, anche al loro livello di istruzione. Per quanto concerne la seconda categoria oggetto di analisi, questa ha costituito una presenza importante all’interno del panorama linguistico delle piazze libanesi in rivolta. I graffiti rappresentano infatti un forte segno di riappropriazione degli spazi pubblici da parte dei manifestanti e sono in grado di trasmettere un’idea di trasgressione e di rivendicazione. Le scelte linguistiche relative a questa tipologia di materiali verranno analizzate soprattutto in relazione all’iconografia ad esse associata. Infine, la terza sezione del capitolo sarà dedicata alla presa in esame dei materiali online, anche alla luce dell’importate ruolo giocato dai social nella organizzazione e nella gestione delle manifestazioni. In particolare, si analizzerà in primo luogo una piattaforma interamente dedicata alle proteste e poi diverse tipologie di documenti (chat fra utenti, vignette satiriche, post) reperiti dai due social network più usati, cioè Twitter e Instagram. L’analisi sarà limitata ai primi mesi di proteste, ovvero da ottobre a dicembre 2019, per via della mia presenza in loco. Il corpus, pertanto, conterrà sia materiali personalmente raccolti nei luoghi di contestazione a Beirut sia reperiti online, sempre relativamente all’arco temporale sopra indicato. I documenti che verranno presi in esame sono stati selezionati da una raccolta iniziale piuttosto sostanziosa di materiali, prevalentemente collezionati durante le manifestazioni, che comprendono sia fotografie a cartelli e graffiti sia registrazioni audiovisive di cori e canzoni intonate nelle piazze della capitale libanese, oltre ai documenti reperiti in rete. Tuttavia, si è scelto di prendere in considerazione ai fini dello studio solamente i materiali scritti, poiché ritenuti più interessanti per analizzare non solo le varietà linguistiche, ma anche le diverse grafie con cui queste ultime vengono messe per iscritto. Per quanto riguarda i cartelli e i graffiti, la maggior parte dei documenti presentati sono stati fotografati nei punti nevralgici delle contestazioni, di cui si è parlato nella sezione precedente. Nella selezione dei materiali dal corpus iniziale, si è cercato di mantenere una proporzione, in termini di varietà linguistiche presenti, che rispecchiasse quella del totale dei documenti della raccolta: per esempio, per quanto riguarda i cartelli, il corpo iniziale contava cinquantatré documenti, di cui ventinove classificati come scritti nella varietà libanese, undici in arabo standard e tredici in lingua inglese. Ne sono stati scelti circa un 50% per un totale di ventisei cartelli, che, come verrà spiegato nel Capitolo 3.1, saranno suddivisi e analizzati su base linguistica: quindici in varietà vernacolare, cinque in standard e sei in inglese. Un processo analogo è stato impiegato nella selezione dei graffiti e dei materiali online. Per quanto concerne la definizione della lingua o della varietà linguistica nei materiali, si è scelta una classificazione piuttosto rigida, indicando una determinata frase come scritta in arabo standard, varietà libanese, inglese o

francese. Tuttavia, è importante sottolineare che in molti casi quella che veniva impiegata era in realtà una lingua mista, che vedeva dunque affiancarsi più lingue e/o varietà, in linea con le prassi di mixing linguistico che caratterizzano la situazione sociolinguistica del mondo arabo in generale e in particolare quella libanese60. Pertanto, come criterio per indicare la lingua utilizzata, si è adottata la

cosiddetta “teoria della lingua matrice”, elaborata da Mayers-Scotton, secondo la quale nel processo del code-switching vi è di norma una lingua di base (matrix language) a cui si sommano anche morfemi propri di una seconda lingua (embedded language):

«According to Myers-Scotton, when two languages are brought together by a bilingual, there

is a dominant language at work. Thus, one language should be assigned the status of what she terms 'a matrix language'. The matrix language (ML) supplies the grammatical frame of constituents, while morphemes are supplied by both languages. That is to say, in code-switching, content morphemes from another language, the embedded language (EL), may appear in this

grammatical frame, as well as ML system and content morphemes61».

Nella classificazione dei materiali presentati, quindi, si è cercato di individuare la lingua matrice, definendo la varietà linguistica della frase di conseguenza, pur nella consapevolezza che spesso si trattava di lingua mista, in cui la varietà libanese si mischiava con quella standard e viceversa o in cui l’arabo standard o vernacolare si alternavano all’inglese o al francese. Per quanto riguarda poi la metodologia di analisi impiegata, sarà anch’essa mista (quantitativa e qualitativa). Si cercherà infatti di presentare un numero di materiali sufficiente per comprendere qual è stata la lingua o la varietà linguistica più rappresentata negli slogan nel periodo in questione, con che frequenza si sono registrati fenomeni come il mixing linguistico o alfabetico, quale grafia è comparsa più spesso, se ci sono differenze di scelta linguistica in termini quantitativi fra i materiali raccolti nelle strade e quelli online oppure fra i materiali di natura artistica (graffiti, vignette) e quelli non associati ad elementi iconografici. Successivamente, si procederà con un’analisi qualitativa piuttosto dettagliata: nel corso del terzo capitolo, infatti, i documenti saranno analizzati uno ad uno con l’obiettivo di comprendere la relazione tra scelta linguistica, grafia, messaggio veicolato, ipotetici interlocutori, atteggiamento e intento del parlante. Infine, alla luce della situazione sociolinguistica del Libano (Capitolo 1) e dei risvolti linguistici delle proteste (Capitolo 2), l’obiettivo dell’analisi sarà rispondere alle seguenti domande: Le lingue o le varietà linguistiche nel contesto degli slogan delle proteste libanesi del 2019 hanno avuto anche un valore simbolico come è successo negli altri paesi arabi? Se sì, quest’ultimo è legato alla definizione identitaria e al sentimento di unità nazionale? Il panorama linguistico in questo contesto rispecchia la situazione di trilinguismo che caratterizza il paese o la altera? Se la altera, lo fa

60 Capitolo 1.2 pp. 20-21.

solo per motivazioni legate alle prassi e alle abitudini linguistiche o anche per esigenze ideologiche, relative alla percezione che i parlanti hanno delle diverse lingue62?

Segue pertanto il Capitolo 3, che conterrà l’analisi dati. All’inizio di ogni sezione di tale capitolo, verrà chiarito il numero di materiali che si andranno ad esaminare, i criteri di selezione di questi ultimi, le lingue presenti e i fenomeni linguistici di interesse. Al termine della presentazione dei singoli documenti, poi, verranno messi in luce i risultati emersi dall’analisi.

CAPITOLO 3