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Il Genji monogatari e la questione femminista

1.4. I L RUOLO DELLE DONNE : I PERSONAGGI FEMMINILI NEL G ENJI MONOGATARI

1.4.3. Il Genji monogatari e la questione femminista

Proprio l’estrema attenzione riservata alle figure femminili e alla loro infelice condizione, ha portato alcuni studiosi, nel corso degli anni, a considerare il Genji monogatari

86 A questo proposito si veda il volume di Matsuo Satoshi: Genji monogatari. Fukōna joseitachi (dettagli alla

nota 77).

87ABE Akio, AKIYAMA Ken, IMAI Gen’e kōchū, Genji monogatari (4) (La storia di Genji, Vol. 4), “Nihon koten

bungaku zenshū” (Raccolta completa della letteratura classica giapponese), Vol. 15, Tōkyō, Shōgakukan, 1989 (I ed. 1970), p. 442.

come un’opera di stampo femminista, volta a denunciare la condizione di inesorabile inferiorità cui erano condannate le donne del tempo. Tra i sostenitori di questa tesi ritroviamo anche Setouchi Jakuchō 瀬戸内寂聴, nota esperta del romanzo e autrice di una delle sue più apprezzate traduzioni in lingua moderna.88 Della stessa opinione è anche Komashaku Kimi 駒 尺喜美 che in un suo articolo tratta il rapporto fra Genji e Murasaki no ue attraverso un’ottica femminista, sottolineando l’abilità di Murasaki Shikibu nel delineare la spregiudicatezza dell’egoismo maschile. Si sofferma, inoltre, sui dieci “capitoli di Uji” evidenziando come ruotino principalmente attorno a “donne non sposate” e alla loro personale critica al matrimonio, e identificandovi la conclusione ideale all’intero racconto.89

Della stessa opinione non è, tuttavia, lo studioso Matsuo Satoshi 松尾聡 che sottolinea come in epoca Heian nessuna opera letteraria fosse libera di circolare senza l’approvazione dei censori che erano, ovviamente, uomini. Era perciò altamente improbabile che Murasaki, la cui attività di scrittrice era pubblicamente supportata da Fujiwara no Michinaga, potesse prendersi la libertà di denunciare apertamente un comportamento che lo stesso Michinaga, in quanto uomo, metteva liberamente in atto. Al contrario, se l’autrice avesse condannato i capricci, la disonestà, la freddezza e la crudeltà degli uomini suoi contemporanei, Michinaga avrebbe probabilmente riconosciuto se stesso in quella denuncia e, non solo non lo avrebbe minimamente apprezzato, ma con ogni probabilità avrebbe altresì impedito a Murasaki di proseguire oltre con la stesura del suo racconto.90 Secondo Matsuo, Murasaki non critica apertamente la poligamia, né la condanna a causa scatenante della sofferenza delle sue contemporanee; quello che fa è limitarsi a osservare in modo oggettivo la vita di queste donne in un mondo in cui la poligamia è, a tutti gli effetti, una realtà ineludibile.91

Quella del rapporto fra Genji monogatari e femminismo è una causa ancora aperta tra gli studiosi e, certamente, meriterebbe uno studio a sé stante. In questa sede ci si limiterà a constatare che se è vero che, da una parte, Murasaki Shikibu non offre nessuna aperta critica alla condizione femminile del suo tempo; per contro, è altresì da considerarsi superficiale il sottovalutare le velate critiche agli uomini e alla società Heian che si trovano celate nel testo.

88 Royall TYLER, Genji monogatari and The Tale of Genji, in “The Japan Foundation Sydney”,

http://www.jpf.org.au/onlinearticles/profile/royalltyler-genji-lect-english.pdf, data di consultazione: 02-03-2016, pp. 8-9.

89 Si veda: KOMASHAKU Kimi, “A Feminist Reinterpretation of ‘The Tale of Genji’: Genji and Murasaki”, trad.

di YODA Tomiko, U.S.-Japan Women’s Journal. English Supplement, No. 5, 1993, pp. 28-51.

90 MATSUO, Genji monogatari - Fukōna joseitachi…, cit., p. 98. 91 Ivi, pp. 89-90.

La posizione di Setouchi e Komashaku è probabilmente da considerarsi eccessiva, in quanto l’opinione di un individuo è sempre inevitabilmente influenzata dall’ambiente in cui si trova a vivere e un concetto moderno qual è il femminismo è, di conseguenza, difficilmente applicabile a un’autrice vissuta oltre un migliaio di anni fa. L’idea di femminismo implica non solo un’aperta critica alla soggezione della donna nei confronti dell’uomo, del quale è considerata inferiore, ma altresì la volontà e l’intenzione di proporre nuove relazioni di parità tra i generi.92 Murasaki Shikibu, tuttavia, sembra conformarsi ossequiosamente alla volontà di Michinaga e, nel suo racconto, non fa che lamentare la condizione femminile senza assumere a una sua presunta ingiustizia, ma con la pacata rassegnazione che caratterizzava le donne del suo tempo.

Tuttavia, la mancanza di un’azione concreta non implica l’assenza di un messaggio. E sebbene un velato messaggio possa oggi apparire insufficiente, occorre collocarlo all’interno del contesto in cui si è sviluppato per poi, eventualmente, congetturare il significato, o la forma, che assumerebbe in un quadro differente.

Si è visto come il Genji monogatari si sia distinto in più ambiti per la sua proverbiale modernità, nella struttura narrativa così come nei temi trattati, e per l’arguzia e lo spiccato senso critico della sua autrice. Le pungenti critiche che Murasaki Shikibu rivolge al suo protagonista o alla società che gli gira intorno sono, ancora una volta, nuove e inaspettate per l’epoca che la vede in azione. E anche se finisce costantemente con il soffocarle nell’acquiescenza alla “normalità” della società Heian, non bisogna dimenticare che Murasaki rimane pur sempre una donna del suo tempo, incline ai valori e alle credenze di allora, e che il semplice fatto di averle messe per iscritte assume un valore incommensurabile. In un mondo in cui ogni forma di contrasto era irrimediabilmente rinnegata, Murasaki riesce, infatti, nell’ardua impresa non solo di dar voce alle sue contemporanee, ma di far leggere e apprezzare il suo lavoro ad alcuni fra i più importanti uomini dell’epoca.

Se considerare il Genji monogatari un’opera di stampo femminista è probabilmente errato, lo è in egual misura sottovalutare l’importanza di quanto attuato con la scrittura e la messa in circolazione dell’opera. Grazie alla sua ampia rosa di personaggi femminili e all’attenzione rivolta alle loro complesse e sfaccettate personalità, l’opera di Murasaki Shikibu diventa, con ogni probabilità, il primo testo letterario a portare in primo piano “l’altra metà della società” conferendo attrattiva e centralità al vilipeso genere femminile.

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