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Il ruolo di Suetsumuhana nel Genji monogatari

5.3. L A DIFESA FEMMINILE

5.4.3. Il ruolo di Suetsumuhana nel Genji monogatari

Quale significato può dunque essere attribuito a una tale figura all’interno del Genji

monogatari? Come si è visto, il genio artistico di Murasaki si mostra a più livelli all’interno

del testo – dalle eccellenti composizioni narrative, alla psicologia dei personaggi, tutti molto variegati e sviluppati nei minimi dettagli, all’abilità di celare fra le righe messaggi e critiche

sociali non apertamente esprimibili a parole – senza che nulla, dalle azioni dei personaggi alla scelta degli elementi naturali, appaia mai casuale. Stando a quanto fin qui esaminato, è ormai evidente che, con Suetsumuhana, l’autrice ha scelto di rappresentare un personaggio tendenzialmente comico rimproverando, tuttavia, l’atteggiamento di scherno che tende a suscitare nel lettore. E proprio in questo risiede, invero, il ruolo del personaggio che, come sostenuto altresì da alcuni studiosi giapponesi,21 può essere considerato portatore di un forte messaggio di critica sociale che si manifesta soprattutto nella condanna al rigido sistema di valori dell’epoca.

Il primo messaggio che è possibile cogliere dall’esperienza di Suetsumuhana è che, di fatto, lo status nobiliare non è tutto. In epoca Heian vi era la tendenza a conferire eccessiva importanza al titolo di un individuo senza considerare quali fossero realmente le sue doti, e questa abitudine si faceva ancora più marcata quando l’oggetto delle attenzioni era una donna. Il semplice fatto che Suetsumuhana sia una Principessa è sufficiente a frenare Genji dall’abbandonarla al suo destino: la paura di infangare il suo buon nome ha la meglio sul disprezzo e la delusione suscitati dalle sue mancanze, ed è ciò che gioca in suo favore inducendo il protagonista alla pietà e al desiderio di occuparsi di lei. La dama – poco attraente, sgraziata e fuori moda – non dimostra di possedere alcun pregio comunemente riconosciuto dalla società del tempo, e solo il suo titolo nobiliare contribuisce ad attribuirle dignità e salvarla da un più tragico destino. Ciò emerge soprattutto da Suetsumuhana in cui la dama è frequentemente messa a confronto con la fragile Yūgao: dolce e raffinata ma appartenente a un rango inferiore e pertanto non meritevole dello stesso trattamento. Attraverso il contrasto fra questi due personaggi, Murasaki riesce a dimostrare come non è la posizione sociale a fare il valore di una persona, quanto piuttosto ciò che questa si porta dentro, e come ai più alti ranghi della nobiltà sia possibile incontrare dame di aspetto e personalità mediocri, mentre fanciulle più interessanti, colte e raffinate possano popolarne i ranghi meno elevati.

Il secondo messaggio identificabile in Suetsumuhana è invece una critica all’atteggiamento di scherno sovente adottato dall’aristocrazia Heian nei confronti dei nobili decaduti. Questo atteggiamento è riscontrabile soprattutto nell’intolleranza mostrata da Genji nei confronti dei modi antiquati della Principessa che non sono sinonimo di mancanza di educazione o buone maniere, bensì della ferrea adesione a una etichetta ormai da tempo superata. Aprendo una finestra sulla dimensione interiore di Suetsumuhana, Murasaki riesce

21 Si vedano per esempio: KURIHARA, “Suetsumuhana sono henbō…”, cit.; oppure: ABE, “Suetsumuhana no

non solo ad avvicinare il lettore Heian alla figura di una nobile antiquata e indurlo all’empatia nei suoi confronti – dimostrando così come la differenza nei gusti e nelle abitudini non renda una persona meno degna di comprensione e rispetto – ma altresì a provare come anche nell’adesione ai codici comportamentali di antiche casate nobiliari regnino onore e dignità.

Murasaki si serve quindi apparentemente della figura di Suetsumuhana per scagliarsi contro la mentalità ristretta e ostruzionista della società in cui vive e muovere nei suoi confronti una critica silenziosa. Attribuite ambedue a uno stesso personaggio, l’accusa all’eccessiva importanza attribuita al rango sociale e la condanna al trattamento riservato ai nobili decaduti rischiano di apparire in contrasto. Ciononostante, hanno lo scopo di condurre entrambe a una comune conclusione che evidenzia in modo chiaro e inequivocabile il pensiero dell’autrice e la sua tendenza a ritenere eccessivo, se non addirittura fuori luogo, il sistema di giudizio messo in atto dalla società Heian.

Da qui, è altresì possibile ipotizzare il pensiero di base dell’autrice che lei stessa cerca più volte di fare emergere nel corso della sua opera,22 ovvero il concetto per cui non sono – come troppo spesso ritenuto in epoca Heian – l’aspetto esteriore o l’educazione ricevuta, né tantomeno l’appartenenza a un determinato rango nobiliare, a fare il valore di un individuo, e in particolare di una donna. Ciò cui Murasaki sembra attribuire maggiore significato è, infatti, quello che la persona si porta dentro, le ragioni alla base delle sue azioni, la sua personale esperienza e il suo atteggiamento nei confronti degli avvenimenti del mondo; elementi che possono rendere anche un individuo poco attraente, o appartenente ai ranghi inferiori della nobiltà, meritevole di rispetto e comprensione. Questo potrebbe dunque essere il vero messaggio di cui si fa portatrice la stravagante Principessa dal naso rosso, nonché uno degli elementi che, con ogni probabilità, contribuisce a fare del Genji monogatari e della sua strampalata eroina rispettivamente un romanzo e un personaggio moderni e innovativi; rendendo la sua autrice una delle figure più sagge e intraprendenti della sua epoca, e annoverandola a indiscusso punto di riferimento per tutta la produzione letteraria autoctona a seguire.

Conclusioni

Questa tesi nasce dall’intento di rendere giustizia a un personaggio troppo spesso sottovalutato rispetto ad altre figure, apparentemente più promettenti e affascinanti, che popolano i numerosi capitoli del Genji monogatari. Attraverso una minuziosa analisi delle singole comparse di Suetsumuhana all’interno dell’opera e di tutte le componenti che concorrono alla caratterizzazione delle vicende e alla formazione del personaggio, ho cercato di porre in evidenza il suo incommensurabile potenziale narrativo. Inoltre, cercando di porre maggiore enfasi sulla componente drammatica ho tentato di mostrare come la comicità non costituisca l’unico fattore rappresentativo del personaggio, ma ne costituisca soltanto una esigua, seppur apparentemente determinante, caratteristica. E ciò è ulteriormente confermato dalla costante tendenza dell’autrice ad attenuarne gli effetti.

Questo intento è evidente già dal secondo capitolo del presente lavoro, in cui mi sono impegnata ad analizzare l’aspetto fisico e caratteriale di Suetsumuhana evidenziandone, da una parte, gli elementi che concorrono ad accrescerne la comicità e, dall’altra, i fattori che, al contrario, contribuiscono a salvarne le apparenze e conferirle dignità. Si scopre così che se il naso rosso, le vesti scolorite e lo scarso talento poetico della dama ne fanno inevitabilmente un personaggio ridicolo e grottesco, i suoi lunghi e lucenti capelli neri e l’elegante profumo delle sue vesti si fanno portavoce del suo rango nobiliare e le conferiscono onore laddove gli altri elementi tendono a sottrarglielo. Ciò rivela fin dall’inizio come non tutti gli elementi che caratterizzano Suetsumuhana siano fonte di ilarità per il lettore, e il fatto che l’autrice abbia dedicato una tal cura alla loro descrizione preannuncia già la possibilità di interessanti sviluppi futuri.

Ma è nel progredire della narrazione che la vicenda e l’essenza del personaggio tendono via via a complicarsi e arricchirsi. È infatti possibile affermare che la stessa struttura evolutiva della storia concorra proprio a questo scopo e alla progressiva formazione di un messaggio intrinseco da trasmettere al lettore, e che lo faccia ponendo quest’ultimo direttamente di fronte alle proprie azioni. La vicenda di Suetsumuhana è indicativamente suddivisibile in tre parti fondamentali: una prima parte (in Suetsumuhana) in cui la Principessa dal naso rosso fa il suo ingresso in scena e che, raccontata prevalentemente attraverso gli occhi di Genji, si colora di toni perlopiù comici; una seconda parte (in Yomogiu) in cui la narrazione subisce una drastica svolta mediante l’inversione del punto di vista che ci

porta a osservare la vicenda attraverso la prospettiva di Suetsumuhana, offrendoci pertanto una interpretazione drammatica dei fatti precedentemente presentati come stravaganti; infine, una terza parte (che include le tre brevi apparizioni nei capitoli Tamakazura, Hatsune e

Miyuki) che vede un ritorno alla comicità iniziale influenzata soprattutto dalla ripresa del

punto di vista di Genji e dal trasferimento della dama dalla sua decadente dimora alla corte imperiale.

Mentre la comicità di Suetsumuhana si realizza prevalentemente mediante i suoi connotati fisici e caratteriali, la drammaticità traspare attraverso l’elemento naturale – rappresentato soprattutto dalla sua casa in rovina e dal giardino circostante – che mette in luce i moti nascosti del suo animo, e dal suo rapporto con il padre defunto e con Genji che ha lo scopo di mettere in luce la gravità della sua situazione e rivelare le ragioni dietro le sue stravaganti azioni. Ciò che traspare dalla costruzione della struttura narrativa è, tuttavia, l’intenzione dell’autrice di non creare un contrasto fra questi due aspetti del personaggio – che potrebbe essere altresì interpretato come la concessione di una breve parentesi redentiva a un personaggio tendenzialmente grottesco – quanto piuttosto di lasciarli interagire fra loro. In nessuna delle apparizioni di Suetsumuhana all’interno del Genji monogatari si assiste, infatti, a una schiacciante prevalenza di una componente sull’altra: quando prevale la comicità, la drammaticità fa sempre capolino fra le righe in un moderato tentativo di addolcirla; quando è invece la drammaticità ad avere la meglio, Murasaki non manca mai di ricordarci la comicità intrinseca del personaggio.

Ritornando alle domande che mi sono posta in apertura della presente dissertazione, è dunque giusto considerare Suetsumuhana un personaggio comico? O è forse più opportuno parlare di personaggio drammatico? In seguito a quanto fin qui analizzato, ritengo di poter affermare che definire Suetsumuhana un personaggio drammatico è riduttivo al pari di considerarla una figura comica a tutto tondo. È vero che Suetsumuhana si presenta tendenzialmente come un personaggio grottesco e che la comicità, nella sua storia, supera in quantità la drammaticità. Nondimeno, è altresì piuttosto evidente che la posizione dell’autrice sia di scagliarsi contro l’atteggiamento di scherno che il personaggio tende a suscitare nel lettore, e che la sua intenzione fosse sì quella di creare una figura grottesca ma non al fine di offrire al lettore una parentesi comica per alleggerire il fluire della storia, bensì per indurlo a riflettere sulla possibilità che anche una dama apparentemente priva di qualità potesse nascondere una propria dignità. Ed è proprio a questo scopo che, con ogni probabilità, attribuisce al suo personaggio una intensa e suggestiva componente drammatica.

In breve, attraverso l’evoluzione della vicenda di Suetsumuhana, Murasaki ha cercato di conferire complessità e spessore al suo personaggio arricchendolo contemporaneamente di elementi farseschi e altri struggenti che non si ergono in opposizione gli uni agli altri, ma si incontrano, intersecano e influenzano a vicenda allo scopo di concorrere alla sua completa formazione. Suetsumuhana non sarebbe di certo tale senza l’elemento di comicità che la caratterizza, ma non potrebbe essere la stessa nemmeno in mancanza del suo aspetto drammatico. Il suo scopo all’interno dell’opera non si limita, pertanto, a far sorridere il lettore, ma altresì a porlo difronte al suo stesso atteggiamento e indurlo a riflettere su quanto, dopotutto, esso non sia da considerarsi pienamente corretto. In quest’ottica, Suetsumuhana ne esce pertanto come un personaggio moderno e reale che pone in evidenza l’infelice condizione femminile aggravandola con le immagini della sua penosa condizione.

L’ultima domanda che mi sono posta in apertura della presente dissertazione riguarda il ruolo di Suetsumuhana all’interno del Genji monogatari. Giunti a questo punto è possibile affermare che la figura della dama può essere interpretata come una critica ai rigidi dettami della società Heian che tendono a categorizzare gli individui, e soprattutto le donne, unicamente in base al rango nobiliare di appartenenza e alla adesione ai codici estetici e comportamentali del tempo. In particolare, due sono i messaggi di cui si fa portavoce il personaggio: da una parte, il fatto che non è l’appartenenza a una determinata casta sociale a determinare il valore di una donna, bensì le sue esperienze, la sua attitudine e il suo carattere; dall’altra, una critica all’atteggiamento di scherno che la società nutriva nei confronti dei nobili decaduti. Da qui, è inoltre possibile dedurre la posizione dell’autrice nei confronti della società cui apparteneva e la sua personale opinione in merito agli esseri umani che – è dato supporre – a suo parere dovevano essere giudicati non in base all’aspetto fisico o all’educazione, né tantomeno attraverso il rango sociale di appartenenza, bensì in merito alla loro personalità e ciò che avevano dentro di sé. E forse è proprio questo il significato che occorre attribuire allo strampalato, ma nonostante tutto affascinante, personaggio della Principessa dal naso rosso.

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