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120 Gianolla P., Le Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO. Strategie di governance fra valore universale e sviluppo locale. Conference paper S.A.V.E. Heritage, 2015.

176 In Italia ci sono 50 siti UNESCO, solo quattro di questi però sono di carattere naturale: le isole Eolie dal 2000, le Dolomiti dal 2009, il Monte San Giorgio dal 2010 e il Monte Etna dal 2013. Il processo di candidatura delle Dolomiti inizia nel 2004 con la verifica ministeriale della disponibilità degli enti locali ad avviare la procedura. L’anno successivo le Dolomiti vengono inserite nella Tentative List, l’area presa in considerazione comprendeva la maggior parte dell’arco alpino italiano. Contestualmente le provincie di Belluno, Bolzano, Trento, Pordenone e Udine presentano un primo progetto con 22 sistemi, più un accordo ed un programma. Nel 2006 viene presentata la candidatura per tutti e quattro i criteri riguardanti i beni naturali. La commissione IUCN visita il sito e procede ad una prima revisione della candidatura, segnalando che non vengono rispettate le pre- condizioni di Integrità e Autenticità ed i criteri IX e X. Nel 2007 il World Heritage Commitee fa slittare la candidatura all’anno successivo solo per i criteri VII e VIII. Inizia la revisione della documentazione da parte degli enti coinvolti focalizzandola appunto su questi due criteri. Le aree vengono accorpate in nove sistemi. Nel 2008 viene presentata la nuova documentazione e dopo un secondo sopralluogo della IUCN nel 2009 avviene l’inserimento ufficiale delle Dolomiti nella lista UNESCO con la Dichiarazione di Siviglia. Nel 2010 nasce, in accordo con UNESCO, la Fondazione Dolomiti UNESCO, referente univoco nei confronti del Ministero Italiano dell’Ambiente e del Comitato per il Patrimonio Mondiale UNESCO. Il logo esprime il tipico skyline delle montagne, le quattro cime rappresentano la cultura e le lingue del territorio: italiano, ladino, tedesco e friulano. L’incrocio delle linee verticali, che rappresentano la spinta verticale delle pareti, le fraglie e le fessurazioni delle rocce, con le linee orizzontali, che richiamano le stratificazioni, le cenge e i cornicioni che seguono le pareti, esprimono i valori paesaggistici e geologici, per cui il bene è stato iscritto nella lista. Il colore arancio è evocativo dell’enrosadira, caratteristica colorazione crepuscolare dovuta alla composizione chimica della dolomia, la roccia che forma la maggior parte di queste montagne.

177 La Fondazione Dolomiti UNESCO si presenta come un organo inedito, appositamente creato per favorire lo sviluppo sostenibile di un territorio che è anche storicamente molto diversificato. Il suo compito principale è di garantire una gestione efficace del bene seriale, favorirne lo sviluppo sostenibile e promuovere la collaborazione tra gli enti territoriali che amministrano il proprio territorio secondo orientamenti diversi. Ogni sei anni il centro per il Patrimonio Mondiale UNESCO monitora lo stato di conservazione e gestione del sito per mezzo di esperti della IUCN (International Union for Conservation of Nature). Compito per il 2016 è di definire la strategia complessiva di gestione del bene, avere dei valori universali del patrimonio mondiale e concentrata su tre assi principali: conservazione, comunicazione e valorizzazione.

La politica strategica di gestione del sito comprende la creazione di sette reti funzionali a livello interregionale e interprovinciale, le quali sono incaricate di sviluppare differenti tematiche riguardanti la protezione e valorizzazione del bene. Le reti si basano su di un’azione di partenariato tra differenti enti, con l’obiettivo di uniformare e condividere le conoscenze, utilizzare le varie esperienze, proporre linee guida di gestione unitarie e coerenti con i livelli di competenza e con gli iter amministrativi di ogni singolo territorio interessato. Le reti funzionali sono sostanzialmente uno strumento per la realizzazione di strategie di programmazione. La politica di gestione è concentrata sul mantenimento dei valori universali del bene e si snoda sulle tre assi principali della conservazione, della comunicazione e della valorizzazione del sito. Nello specifico la strategia di

178 conservazione del patrimonio paesaggistico e del patrimonio geologico/geomorfologico è incentrata su azioni di gestione dei flussi turistici. La strategia e gli strumenti di comunicazione riguardano sia i rapporti a livello interprovinciale e regionale, sia la diffusione dell’informazione, della formazione e dell’istruzione specifica della popolazione. Mentre la strategia di valorizzazione è orientata allo sviluppo sostenibile e alla ricerca.

Del lavoro delle sette reti funzionali, in questa sede è interessante prendere in considerazione il lavoro sullo sviluppo socio-economico e turismo sostenibile. In questo ambito la Provincia Autonoma di Bolzano, responsabile di questa materia, ha affidato all’Istituto per lo Sviluppo Regionale e il Management del Territorio dell’Accademia Europea (EURAC) di Bolzano uno studio di valutazione del fenomeno turistico, sia sotto un punto di vista quantitativo che sotto un punto di vista qualitativo: un’indagine sulle aspettative e le esperienze di turisti e operatori turistici sulle Dolomiti. Durante il Convegno di Mountain Wilderness, tenutosi il 14 ottobre 2014, l’associazione ambientalista, sostenitrice della Fondazione Dolomiti UNESCO, ha raccolto in un documento alcune riflessioni relative all’analisi dell’EURAC di Bolzano denominato “Linee guida per la prossima gestione condivisa del fenomeno turistico”. Mountain Wilderness ha analizzato lo stato dei nove sistemi, rilevando le criticità emerse dallo studio dell’EURAC ed elencando una serie di priorità sulle quali concentrarsi per una gestione sostenibile del turismo nelle Dolomiti. La quinta rete, gestita dalla provincia di Belluno, si occupa della promozione del turismo sostenibile. Cioè di un turismo che si armonizza con il senso profondo dei luoghi e che aiuta le popolazioni ad esprimersi nelle buone pratiche. L’UNESCO, in vista della visita del valutatore IUCN del 2016, ha richiesto alla fondazione di stilare un piano di gestione per il turismo sostenibile. Lo studio dell’Accademia Europea di Bolzano ha analizzato aspettative e percezioni degli operatori locali del turismo e dei residenti rispetto all’iscrizione delle Dolomiti nella World Heritage List. Eurac ha analizzato l’accessibilità del bene tramite mezzi di trasporto pubblico per individuare problemi e sfide ricorrenti di carattere generale che riguardano l’accessibilità del

179 bene tramite mezzi di trasporto pubblico per individuare problemi e sfide ricorrenti di carattere generale che riguardano l’accessibilità all’intera area dolomitica.

Per quanto riguarda il turismo l’UNESCO ha stabilito che: “Venga sviluppata una strategia complessiva per il turismo e l’utilizzo da parte dei visitatori, estesa a tutta l’area del bene, delle sue aree tampone e che consideri collegamenti appropriati ad una regione più ampia, in ordine a valutare pienamente le necessità di mantenimento degli eccezionali valori universali e le condizioni di integrità del bene in riferimento allo scenario dell’atteso incremento dei visitatori dopo l’iscrizione. Tale strategia dovrebbe mirare a gestire il livello di visitatori nelle aree già al limite o oltre il limite di capacità, proibire l’intensificazione delle infrastrutture o di usi inappropriati che potrebbero avere degli impatti negativi sui valori del bene, ed assicurare un’efficiente proposta e

180 vantaggi turistici compatibili con la conservazione a lungo termine del bene stesso”121.