CATEGORIA TASSONOMICA
2.3.1.3 IL METODO DI CLASSIFICAZIONE PROPOSTO
Quanto esaminato sinora attiene alle singole molecole, ed è un interessante punto di partenza; tuttavia il nostro problema non è soltanto quello di identificare le singole macromolecole ma è principalmente quello di classificare (come vedremo più avanti) degli oggetti del
sapere resi espliciti da scritti, articoli, filmati, ecc. (o che da taciti
divengono, per azione del portale, espliciti mediante l’interrogazione ad esperti).
Il caso più frequente è quello in cui un oggetto della conoscenza sia composito, cioè che contenga riferimenti a:
più classi o categorie di macromolecole metodi di ricerca o di produzione
considerazioni sul contributo allo sviluppo tecnologico contributi alle teorie scientifiche generali
anche se può succedere che il contenuto di un oggetto del sapere coincida con una macromolecola o con una sua classe.
Inoltre, per quanto riguarda i fruitori, il metodo di classificazione deve essere accessibile a gruppi di interlocutori con differenti livelli di conoscenza per quanto riguarda la chimica (un fabbricante di estrusori sarà probabilmente più esperto di meccanica che di chimica).
Per affrontare questi sincretismi abbiamo ipotizzato diverse modalità di visione della base della conoscenza tali che possano permettere una facile comprensione sia ai cultori della chimica sia agli utilizzatori, professionali o non, dei prodotti della chimica. Abbiamo pensato che i punti di vista da cui osservare un oggetto e tali da essere in grado di fissarne una caratterizzazione fossero:
la NATURA del materiale, struttura e tipologia degli elementi componenti
le PROPRIETÀ cioè le caratteristiche che contraddistinguono il materiale,
il PROCESSO sia di produzione industriale sia sperimentale utilizzato per l’ottenimento del materiale,
il PRODOTTO destinato al consumatore finale o a trasformatori intermedi
Natura, Proprietà, Processo e Prodotto sono quindi le dimensioni cioè le coordinate che nel nostro sistema di classificazione identificano gli oggetti del sapere.
L’oggetto viene così descritto in base a queste 4 modalità (che sono ciascuna una struttura gerarchica di descrizioni e attributi) e conoscendone anche una sola è possibile risalire a un insieme di oggetti aventi in comune le caratteristiche scelte e da questi accedere ai loro fratelli in una o più delle altre dimensioni. Diviene così facilitata sia la
86 costruzione di un sapere sull’argomento prescelto sia il reperimento di uno specifico oggetto.
La dimensione NATURA viene attribuita a tutti quegli oggetti della conoscenza (che peraltro avranno anche attributi delle altre dimensioni) riguardanti i materiali utilizzati nella produzione dei manufatti; e cioè le macromolecole e i componenti di formulazione (additivi). Sembra ovvio inserire a questo livello anche ciò che è necessario per costituire le macromolecole e cioè i componenti di partenza (monomeri e simili). Gli oggetti con contenuto di carattere generale (teorico o comune a classi di composti) saranno reperibili nei nodi ai vari livelli gerarchici dell’albero di classificazione della dimensione.
Alcune macromolecole non esistono in natura e sono state create mediante processi di sintesi e quindi storicamente sono state denominate sintetiche; altre macromolecole si ritrovano in natura e vengono denominate naturali anche se la ricerca ha mostrato la possibilità di costruirle anche per via sintetica.
In base alle suddette considerazioni abbiamo proposto il primo sottolivello di classificazione della dimensione :
Una successiva articolazione è possibile per ognuno di questi livelli: ad esempio il livello POLIMERI NATURALI può essere ulteriormente suddiviso in:
Enzimi, peptidi, proteine, acidi nucleici, polisaccaridi, ecc. E così il livello POLIMERI DI SINTESI in:
Omopolimeri Copolimeri Il livello MONOMERI in:
Acidi Esteri Olefine
87 cioè tutti quei composti chimici che possono essere la base per formare polimeri
A sua volta ognuno di questi due livelli può essere descritto in ulteriori sottolivelli arrivando così ad una classificazione puntuale per ogni singolo polimero incontrato in letteratura.
Per quanto riguarda il livello ADDITIVI, (prodotti che mescolati al polimero formano materiali con particolari caratteristiche) si è pensato di suddividere il livello in base alle caratteristiche impartite al materiale dall’additivo: Antifiamma, Coloranti e Pigmenti, Stabilizzanti, Antistatici Altro
In base a quanto sopra la struttura classificatoria assume il seguente aspetto:
88 Questo processo di subarticolazione di livelli può continuare sino a quanto si ritiene sia necessario per la corretta definizione di uno specifico argomento. Va ricordato inoltre che il numero di livelli sottostanti a ciascun nodo può essere variabile in funzione della ampiezza della materia trattata. Qui nel seguito è esemplificata una articolazione del livello POLIMERI DI SINTESI in ulteriori due sottolivelli a loro volta ulteriormente dettagliati.
La dimensione PROPRIETÀ riguarda le caratteristiche delle materie prime, degli intermedi e dei prodotti finali (proprietà termiche, transizione vetrosa, proprietà meccaniche, resistenza all’urto, all’attrito, elasticità, stampabilità, idrorepellenza, ecc.).
Figura 4 - Classificazione: dettaglio di Polimeri di sintesi
89 Si può osservare che gli oggetti del sapere classificabili in questa dimensione potranno essere di due categorie:
testi di narrativa che abbiano importanti contributi e riferimenti alle proprietà dei materiali
repertori strutturati (data set) che riportano in maniera sistematica valori delle proprietà caratteristici di insiemi di polimeri.
Nel primo caso il sistema restituirà i testi che trattano della proprietà richiesta; nel secondo caso interrogando il sistema su un intervallo di valori di una proprietà si otterrà l’elenco dei materiali nei quali è presente il valore di una o più proprietà nell’intervallo richiesto.
Questa dimensione è stata articolata al primo livello secondo il criterio di differenziare le caratteristiche proprie del materiale (materia prima dal punto di vista del trasformatore) e quindi utilizzate preferibilmente da ricercatori e produttori da quelle preferibilmente utilizzate da trasformatori e da “product designer”. Il primo livello, quindi, si articola in proprietà Chimico fisiche, Estetiche, Macchinabilità, Meccaniche. Il secondo livello accoglie i parametri di misura delle classi di proprietà. La struttura tassonomica risultante è esemplificata nella figura seguente.
La dimensione PROCESSO può essere caratterizzata in funzione della posizione del singolo processo nella filiera dell’innovazione. Ne abbiamo dedotto quattro suddivisioni fondamentali: la produzione della materia prima, la produzione degli intermedi, la lavorazione dei prodotti finiti ed infine la produzione di prodotti a livello sperimentale che generalmente attiene al campo della ricerca.
90 Il livello “Produzione Materia Prima” è stato organizzato in due primi sottolivelli : “sintesi” e “compounding”.
In “sintesi” rientrano i processi produttivi dei vari polimeri quali Polipropilene, Polistirene, Polietilene, ecc. ed è articolata in Funzionalizzazione, Polimerizzazione, Riciclo; ognuna di queste articolazioni a loro volta possono essere ulteriormente dettagliate.
Mentre al compounding fanno riferimento l’ottenimento di intermedi dalla miscelazione di materie prime, nel nostro caso principalmente polimeri.
Un esempio di albero tassonomico dei Processi è qui di seguito riportato.
La dimensione PRODOTTO fa riferimento principale alle categorie di utilizzatori, primo livello di articolazione si è privilegiato il posizionamento nella filiera produttiva Intermedi, Materia prima, Utilizzo finale.
91 Al secondo livello, per Intermedi e Materia prima si sono utilizzate le classi secondo le denominazioni “commerciali” ad es.: Fibre, Granuli. Catalizzatori, ecc..
Sempre al secondo livello ma relativo all’Utilizzo finale l’articolazione è stata effettuata secondo i comparti economici ereditati dalle classificazioni Istat. Gli ulteriori dettagli potrebbero derivare dalle classificazioni merceologiche di uno degli Enti normatori europei.
Un esempio dell’albero tassonomico risultante è illustrato nella figura esposta qui di seguito.
92 APPENDICE 1 – Tabelle di classificazione IUPAC