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IL NARKOMPROS E I SUOI DIPARTIMENTI CULTURALI

Anatolij Vasilevič Lunačarskij fu ufficialmente nominato Commissario del Popolo per l'istruzione il 26 ottobre del 1917 durante il II° Congresso dei soviet, durante l'annunciazione dei nuovi membri del neo-costituitosi governo bolscevico (Fitzpatrick 1976, p.21). Uomo dotato di una vasta cultura, apparve come la personalità ideale per assumersi l'importante incarico di «illuminare» il popolo sovietico. Formatosi negli ambienti filosofici dell'Università di Zurigo, tornato in Russia nel 1898 si unì a un movimento politico socialdemocratico guidato dalla sorella di Lenin Anna, per il quale in fu in seguito arrestato ed esiliato. Proprio durante il suo esilio venne in contatto con i marxisti A.A. Bogdanov e V.A. Bazarov e i social-rivoluzionari Savinkov e Berdjaev. Più di tutti strinse amicizia con Bogdanov, con cui entrò in stretti rapporti spirituali, filosofici e di parentela (ne sposò la sorella). Il 1904 fu per entrambi un anno fondamentale, poiché entrarono a far parte, diventandone poi due figure di spicco, del movimento bolscevico (cfr. Fitz. 1976, p.22). Nel periodo pre-rivoluzionario Lunačarskij si interessò soprattutto di arte e religione, la sua vera passione, secondo le sue stesse parole (Fitz. 1976, p.23). Una delle sue opere principali fu infatti Religione e socialismo, pubblicata in due volumi nel 1908 e nel 1911. In sintesi, Lunačarskij intendeva il marxismo come una religione antropocentrica, come un credo di carattere umanistico. Se l'umanità intera, in questo caso quella socialista, diventava il fulcro della divinità, di conseguenza l'atto divino per eccellenza si realizzava nella rivoluzione, per Lunačarskij «il più grande e il più deciso atto nel processo di “costruzione di Dio”». Se il dio tradizionale, con tutta la sua carica mistica e demiurgica, non esiste, allora spetta all'uomo «costruirselo»: nell'ottica di Lunačarskij questo atto doveva essere compiuto dal proletariato (cfr. Fitz. 1976, pp. 23-24). Nella lotta, sia politica che filosofica, tra Lenin e Bogdanov, incarnata dallo scritto di natura polemica Materialismo ed empiriocriticismo (1908), Lunačarskij prese le parti di Bogdanov. I rapporti tra il futuro commissario per l'istruzione e il grande leader bolscevico, e anche quelli tra quest'ultimo e Maksim Gor'kij, si raffreddarono ancor di più durante l'esperienza della cosiddetta «Scuola di Capri»: questa

avrebbe dovuto formare i futuri quadri dirigenziali del Partito comunista. Gli studenti dovevano essere di provenienza operaia, ed erano selezionati tra le fila dei movimenti socialdemocratici russi. Alla guida della «Scuola di Capri» c'era il gruppo «Vperёd» (Avanti), i cui fondatori entrarono in rotta di collisione con i bolscevichi, e soprattutto con Lenin. I suoi principali esponenti furono appunto Bogdanov, Lunačarskij e Gor'kij. Col passare degli anni il gruppo si disgregò e il loro entusiasmo venne meno, soprattutto dopo la chiusura della scuola caprese, dovuta anche ad attriti personali tra la moglie di Gor'kij e i Malinovskij, ovvero la moglie di Lunačarskij e Bogdanov stesso. Dopo il fallimento della «Scuola di Bologna», un esperimento formativo del tutto analogo a quello di Capri, e dopo il riavvicinamento tra Lenin e Gor'kij, Lunačarskij rivide la sua posizione e si riappacificò con Lenin, durante il suo soggiorno in Svizzera a partire dal 1915 (cfr. Fitz. 1976, pp.25-27). La riammissione nel Partito bolscevico avvenne durante le cosiddette «giornate di luglio», in cui fu incarcerato. Nonostante il suo periodo di abiura, nel quale appunto si allontanò dal marxismo più ortodosso per abbracciare il pensiero bogdanoviano, Lunačarskij venne scelto come commissario all'istruzione. Politicamente non al livello degli altri commissari del governo sovietico, si crede che fu selezionato per tale posizione solamente perché i principali dirigenti bolscevichi consideravano il problema della cultura e dell'istruzione una questione, almeno in quel momento, del tutto secondaria. Ma i soliti dirigenti non potevano certo contestare il fatto che Lunačarskij fosse uno specialista della materia e che dunque rappresentasse il candidato più idoneo e più preparato per guidare il dicastero dell'istruzione. Inoltre, nonostante gli attriti che in futuro ne contraddistingueranno il legame, in particolar modo per quanto riguarda il Proletkul't, Lunačarskij godeva dell'appoggio di Lenin, che in lui vedeva un uomo che per entusiasmo e alacrità aveva pochi eguali (cfr. Fitz. 1976, p.29).

Nel presidium del Narkompros entrarono a far parte, su consiglio di Lenin, Nadežda Krupskaja e l'ex-vperёdista M.N. Pokrovskij. Gli altri membri furono scelti direttamente da Lunačarskij: tra questi si annoveravano altri due ex-vperёdisti, ovvero F.I. Kalinin e Lebedev-Poljanskij, amico personale del nuovo commissario all'istruzione.

Dopo le prime difficoltà iniziali, dovute al caos in cui regnava l'ex-ministero dell'istruzione pubblica, e dopo aver superato la diffidenza e l'avversità dei vecchi dipendenti del ministero, soprattutto quelli più preminenti intellettualmente e culturalmente,

che avevano continuato a svolgere il loro lavoro durante la breve fase del governo provvisorio e che vedevano nei bolscevichi degli usurpatori che sarebbero durati ben poco alle redini del paese (cfr. Fitz. 1976, p.33), Lunačarskij dovette far fronte alla ingerenze nel suo commissariato dei social-rivoluzionari di sinistra, seguite al loro ingresso nel governo. Esse comunque ebbero vita breve, almeno sino all'attentato terroristico che uccise l'ambasciatore tedesco in Russia, perpetrato proprio dai social-rivoluzionari (contrari al trattato di Brest-Litovsk), a cui seguì un tentativo di colpo di stato (6-7 luglio 1918) che fallì miseramente estromettendoli di fatto dai vertici del governo al quale avevano partecipato per pochi mesi (Werth 1993, p.177). Il Narkompros, il 18 marzo del 1918, si trasferì assieme agli altri commissariati e organi di governo nella nuova capitale. «Lo sforzo effettivo di costruire un commissariato funzionante cominciò soltanto dopo il trasferimento a Mosca» (Fitz., 1976, p.39). I problemi erano molteplici. Dopo l'allontanamento, forzato o arbitrario, di gran parte degli ex-funzionari ministeriali, rimasero prevalentemente degli impiegatucci di basso rango, rimasti al loro posto indifferenti dei cambiamenti radicali che erano avvenuti in seno al vecchio dicastero dell'istruzione. L'intelligencija anti-bolscevica, che in un primo momento aveva rinnegato i nuovi padroni, combattendoli con l'arma dell'assenteismo, si riversò poi in massa nel nuovo commissariato, causando fenomeni di sovraffollamento impiegatizio e di paralisi burocratica. Il Narkompros aveva bisogno di nuovi funzionari qualificati, soprattutto di membri del partito o di figure quantomeno idealmente vicine ad esso. Purtroppo tali figure professionali scarseggiavano: i pochi iscritti al Partito comunista bolscevico preferivano entrare negli altri organi di governo piuttosto che nel Narkompros, come abbiamo già accennato considerato allora un commissariato di scarsa rilevanza politica. Ed ecco che il Narkompros divenne terreno fertile per forme di nepotismo al femminile: vi entrarono mogli e sorelle dei più importanti membri del partito (tra cui Lenin, Trockij, Zinov'ev, Kamenev e Dzeržinskij, per citare i più conosciuti) (cfr. Fitz. 1976, pp.39- 40). Le difficoltà maggiori riguardavano tuttavia il lato economico: il bilancio era rosso e mancavano quasi del tutto i finanziamenti da parte dello stato, i quali dovevano essere destinati a foraggiare altri settori statali come quello militare o quello dell'industria. Nel bilancio del Narkompros, approvato, non senza gravi errori e lacune, una prima volta nell'aprile del 1918, influì soprattutto la miriade di dipartimenti, sotto-dipartimenti, sezioni, comitati, organi e organelli che ne facevano parte. Nel caos organizzativo e amministrativo

del Narkompros era difficile raccapezzarsi, e dunque i vari dipartimenti lavoravano per lo più autonomamente e senza coordinazione col centro direttivo. Tra questi possiamo citare i dipartimenti della scuola unificata del lavoro e delle scuole superiori, più propriamente riguardanti l'istruzione, oppure il dipartimento extra-scolastico, il quale si occupava della propaganda e dell'educazione dei lavoratori adulti; oppure il dipartimento dei musei e della conservazione dei monumenti storici e artistici (di cui Lunačarskij fu strenuo protettore), il dipartimento delle edizioni letterarie del commissariato, guidato da Lebedev-Poljanskij, il Foto-Kino (comitato fotografico e fototecnico), il Proletkul't, di cui parleremo in un capitolo a parte, il dipartimento della musica, il comitato per il cinema ecc. (Fitz. 1976, pp.43-44). Faceva ufficialmente parte del Narkompros anche il Gosizdat, ovvero la Casa Editrice di Stato: in realtà essa possedeva dei fondi propri (Fitz. 1976, p.42), che la rendevano di fatto un organismo autonomo e indipendente. Il problema del sovrannumero degli impiegati era un'altra spina nel fianco per Lunačarskij: ad esempio nel maggio del 1919 i funzionari registrati al Narkompros erano 3062, ben dieci volte di più rispetto al vecchio ministero dell'istruzione. Mancava inoltre la disciplina e un'adeguata organizzazione del lavoro (cfr. Fitz. 1976 pp.44-45).

Il Narodnyj kommissariat prosveščenija, durante praticamente tutto il periodo della guerra civile, dovette fare di necessità virtù. I bei piani nazionali di riforma della cultura e dell'istruzione sovietiche, di cui il commissariato per l'istruzione si fece promotore, dovettero lasciare il campo ad iniziative più pratiche dettate dalle carenze materiali e pecuniarie del dipartimento. Il regolare funzionamento del Narkompros era seriamente minacciato dalla penuria di forniture, come quelle riguardanti la carta o la cancelleria, dalla mancanza di legna da ardere, dall'insufficienza delle razioni alimentari per il personale, ecc. Insomma, fino all'incirca all'autunno del 1920, il Narkompros dovette stringere i denti e cercare, con i pochi mezzi a sua disposizione, di sopravvivere. All'interno dell'edificio n° 53 di via Ostoženka di Mosca, sede centrale del Narkompros, dove addirittura vivevano la maggior parte dei suoi dipendenti, il sovraffollamento e la pulizia precaria avevano portato a una situazione igienico-sanitaria del tutto inadeguata per un paese civile. Le richieste di trasferimento in altre strutture statali, dove almeno le razioni di cibo erano garantite e dove si poteva lavorare senza la morsa del freddo pungente, erano all'ordine del giorno. Si registrarono persino casi di morte per inedia (cfr. Fitz. 1976, p.191). La categoria più colpita

fu quella degli insegnanti: come poteva un insegnante adempiere alla propria missione educatrice se non aveva di che mettere sotto i denti? Come si poteva evitare l'assenteismo se gli insegnanti, in mancanza di scarpe e vestiti, non potevano nemmeno raggiungere le scuola? Le lagnanze di Lunačarskij e dei suoi sottoposti sembravano non sortire alcun effetto tra gli alti apparati politici: i suoi appelli per aumentare le razioni degli insegnanti si persero come parole al vento. Malgrado la grave situazione, che raggiunse il suo acme alla fine dell'inverno del 1920, i vari solleciti inviati dal presidium del Narkompros caddero nel nulla, e né il Sovnarkom né il Comitato Centrale corsero in aiuto di Lunačarskij. Nemmeno durante il IX° congresso del Partito, che si tenne nell'aprile del 1920, la questione del Narkompros fu affrontata a dovere (cfr. Fitz. 1976, pp.192-193). Alla fine il VICK (Vserossijskij central'nyj ispolnitel'nyj komitet – Comitato centrale esecutivo panrusso) fu l'unico organo statale a rispondere presente, avviando una commissione di inchiesta sul Narkompros, a cui seguirono le ispezioni del Rabkrin, il Commissariato del Popolo per l'ispezione operaia e contadina. Alla fine, dopo la riunione di settembre del VICK, quest'ultimo giunse a redigere una risoluzione di comune accordo con Lunačarskij e i commissari straordinari che avevano guidato le inchieste sul Narkompros. Il contenuto della risoluzione, fatto di buoni propositi e promesse di miglioramento, soddisfece in pieno le pretese di Lunačarskij. Secondo il rapporto molti dei tanti problemi del Narkompros sarebbero stati risolti: ad esempio si prometteva il reclutamento di esperti amministratori, anche finanziari; il ritorno dei dipendenti richiamati dall'Armata Rossa o trasferitisi in altri apparati governativi; l'aumento delle razioni alimentari per insegnanti e studenti ecc. (cfr. Fitz. 1976, p.196). Ma l'importante obiettivo raggiunto non ebbe grande eco e risonanza sulla stampa: solo su pressione di Lunačarskij alla fine le Izvestija si decisero, con notevole ritardo, a pubblicare la risoluzione il 10 ottobre del 1920. Tutto ciò dimostrò in maniera incontrovertibile il disinteresse diffuso della stampa, e anche del Partito che ne deteneva il monopolio, verso l'istruzione e i problemi ad essa connessi (cfr. Fitz. 1976, p.197). Purtroppo ancora all'inizio del 1921 le cose non erano cambiate: le istruzioni del VICK rimasero ignorate. Il VICK tentò di passare la patata bollente al VSNCh, il Consiglio Superiore dell'Economia Nazionale, e al Commissariato per gli approvvigionamenti, che furono incaricati di rifornire il Narkompros, tuttavia con scarsi esiti. Sempre all'inizio del 1921 il Narkompros propose un progetto al Malyj Sovnarkom che più di ogni altra cosa

richiedeva la consegna più rapida possibile di materiali scolastici, come lavagne, gessetti, mappamondi ecc., senza i quali risultava quantomeno difficoltoso insegnare. Tale progetto fu infine trasformato in decreto nel maggio dello stesso anno (cfr. Fitz. 1976, pp.199-201). Sebbene gli effetti del decreto furono nulli o comunque tardarono nel realizzarsi, si può affermare che Lunačarskij ottenne un relativo successo, considerando il fatto che non venne preso alcun provvedimento contro la classe dirigenziale del Narkompros e che non vi furono stravolgimenti nella sua struttura amministrativa. Ciò fu la riprova che nessuno si permise di criticare l'operato di Lunačarskij e dei singoli dipartimenti del Commissariato all'istruzione, poiché fu in sostanza riconosciuto che le inefficienze e le fragilità del Narkompros erano riconducibili alla cattiva situazione economica del paese (cfr. Fitz. 1976, p.201).

Le diatribe col Partito riguardarono più che altro la questione del Proletku'lt, che sarà analizzata in maniera più approfondita in un capitolo a parte. In sintesi Lunačarskij, durante una conferenza del Proletkul't tenutasi ai primi di ottobre del 1920, si oppose pubblicamente ai dettami di Lenin, rifiutando di comunicare al movimento simbolo della cultura proletaria che in futuro avrebbe dovuto rinunciare alla propria autonomia che sino ad allora gli era stata più o meno garantita. Ciò naturalmente provocò l'ira di Lenin e del Partito, indignati dal comportamento del commissario del popolo. Ed ecco che improvvisamente l'interesse per il Narkompros divenne più assiduo: il Politbjuro e il Comitato Centrale adesso nelle loro riunioni mettevano all'ordine del giorno la questione del Proletkul't e del suo rapporto col Narkompros. L'idiosincrasia di Lenin per Bogdanov era cosa nota: non stupisce dunque il fatto che il Partito volesse ridurre il Proletkul't a un mero organismo subordinato al Narkompros. Lenin riteneva il bogdanovismo un'eresia politica, e il Proletkul't un tentativo di creare una corrente politica alternativa al bolscevismo più ortodosso, così come era accaduto prima della rivoluzione con la «Scuola di Capri». Durante il celebre X° congresso del Partito Comunista (8-16 marzo 1921), in cui si approvò la Nep, si discusse anche del Narkompros e della nascita del Glavpolitprosvet, il Comitato nazionale per l'educazione politica, che sarebbe sorto in seno al Commissariato per l'istruzione in vece del dipartimento extra-scolastico. Il Partito non riconduceva più i problemi del Narkompros soltanto alla penuria di finanziamenti: si iniziò dunque ad alludere alla burocrazia lenta e macchinosa del commissariato e all'incompetenza dei suoi dirigenti, compreso naturalmente Lunačarskij (cfr. Fitz. 1976, p.201). Tra le questioni che riguardavano il Narkompros quella del

Proletkul't era quella più pressante: Lunačarskij e i suoi colleghi si erano dimostrati troppo indulgenti e accondiscendenti verso di esso, come vedremo in seguito. Anche le vicende del Glavpolitprosvet meritano un capitolo a parte.

7.1 IL GLAVPOLITPROSVET

Durante il presidium del Narkompros del 13 luglio del 1920 S.I. Mickevič sollevò la questione della riorganizzazione del dipartimento extra-scolastico, di cui era vice-direttore. Il presidium arrivò alla conclusione che tale dipartimento dovesse essere ristrutturato in modo da «realizzare l'unificazione e il sistematico coordinamento di un unico centro di tutte le attività di educazione politica tra gli adulti nella repubblica» trasformandolo così in «settore politico-educativo» del Narkompros (Fitz. 1976, p.202). Il nuovo dipartimento avrebbe assunto la forma di Comitato Nazionale, elevandone in tal modo lo status politico. Formalmente esso sarebbe rimasto sotto la giurisdizione del Narkompros, ma nella realtà, avendogli il presidium assicurato l'autonomia finanziaria, il Glavpolitprosvet se ne sarebbe di fatto affrancato. Il successivo presidium di agosto accolse per intero la proposta di Mickevič: fu nominato presidente Lunačarskij, mentre la Krupskaja, a capo dell'ex dipartimento extra-scolastico, fu scelta come vice, con Mickevič ancora al suo fianco (cfr. Fitz. 1976, pp.202-203). Gli altri membri cooptati facevano parte dell'entourage di Lunačarskij al Narkompros. La creazione del Glavpolitprosvet aveva l'obiettivo dichiarato di inglobare al suo interno non solo il PUR (Političeskoe upravlenie revvoensoveta – Direzione politica del consiglio militare-rivoluzionario), che già svolgeva compiti di educazione politica nelle zone di guerra, sia tra i civili che tra i militari, ma anche e soprattutto il Proletkul't. Tralasciando le lotte tra il Partito e il Narkompros sul Proletkul't, arriviamo alla risoluzione finale di Lenin, presentata l'8 ottobre del 1920 al Comitato centrale, che sanciva la definitiva subordinazione del Proletkul't al Commissariato per l'istruzione. Tale decisione fu approvata dopo soli tre giorni durante il I° Congresso panrusso del Proletkul't, grazie all'appoggio della frazione comunista del direttorio del movimento. Il Proletkul't assunse quindi la forma di un dipartimento dipendente in tutto e per tutto dal Narkompros. Tutto ciò ci serve a spiegare il fatto di come la riorganizzazione del dipartimento extra-scolastico, e la conseguente nascita del Glavpolitprosvet, proprio a

causa delle contese sul Proletkul't, fosse ormai divenuta una questione esterna al Narkompros e direttamente legata alle scelte di partito. Sul finire dell'anno, in vista anche dei radicali cambiamenti che avrebbe subito, E.A. Litkens, un giovane iscrittosi di recente al partito che aveva avuto modo di farsi le ossa nella sezione extra-scolastica del MONO (Dipartimento moscovita dell'istruzione pubblica, dipendente in parte dal Narkompros) e nell'NKVD, fu prescelto per redigere il nuovo piano amministrativo-organizzativo del Narkompros. Per quanto concerne il Glavpolitprosvet, secondo le intenzioni di Litkens, esso avrebbe dovuto assorbire al suo interno il Proletkul't, il settore artistico del Narkompros, il Gosizdat, il Centropečat (Ente centrale del VICK per la diffusione della stampa), il Circo di stato e la sezione di educazione politica del PUR. Ma la richiesta più ambiziosa di Litkens fu quella di subordinare al Glavpolitprosvet la sezione agitprop del Comitato Centrale. In pratica il Glavpolitprosvet avrebbe riassunto in sé tutto l'apparato editoriale, culturale, educativo, e ideologico-propagandistico del Partito (cfr. Fitz. 1976, p.207). Il piano di Litkens fu approvato dal Narkompros. Lunačarskij ne era entusiasta. Sino ad allora i rapporti tra il Narkompros e il Comitato Centrale erano stati praticamente nulli, sia a livello di centro che a livello locale, dove mancava coordinazione tra l'operato delle cellule di partito e le attività delle sezioni delocalizzate del Narkompros (cfr. Fitz. pp.207-208). Fu Lenin solitamente l'unico esponente del Comitato Centrale che aveva dimostrato una certa preoccupazione per i problemi dell'istruzione e della propaganda comuniste. Avrà probabilmente influito anche il fatto che sua moglie fosse una delle figure più eminenti di tale commissariato, e che spesso le sue lagnanze arrivassero direttamente alle orecchie del grande leader. Tornando al Glavpolitprosvet, il 28 ottobre del 1920 il progetto redatto da Litkens raggiunse i tavoli del Politbjuro per essere esaminato e per ottenerne il nulla osta. L'ostacolo maggiore per la sua realizzazione era rappresentato dall'opposizione marcata che si era palesata tra i maggiori esponenti del partito riguardo all'assorbimento dell'agitprop. Fu Bucharin il principale confutatore di tale progetto, che fu infine revisionato, su incarico del Comitato Centrale, dallo stesso direttore della Pravda e da Preobraženskij. Il 23 novembre dello stesso anno il decreto del Sovnarkom sulla nascita del Glavpolitprosvet uscì sulle Izvestija. Bisogna annotare però il fatto che la questione sull'agitprop rimase irrisolta e la sua soluzione rimandata a tempo debito. La prima riunione del Glavpolitprosvet fu presieduta da Preobraženskij, importante membro dell'Orgbjuro e del Segretariato, il quale

avrebbe seguito da vicino l'evolversi del Glavpolitprosvet. Il decreto infine stabiliva il passaggio di controllo del Proletkul't dal Narkompros al Glavpolitprosvet: anche se quest'ultimo rappresentava ufficialmente un ramo del commissariato all'istruzione, tale passaggio di consegna poteva fare tutta la differenza del mondo (cfr. Fitz. pp.210-211). Anima del dipartimento divenne Nadežda Krupskaja. Prima di tutto il Glavpolitprosvet dovette creare una propria rete di diffusione a livello di volost'. Ciò fu facilitato dal fatto che spesso si sfruttarono le varie sezioni locali del Narkompros per velocizzare il processo. Il decreto del Sovnarkom stabilì che nel Glavpolitprosvet dovesse entrare anche il Glavpolitput', il Dipartimento politico centrale del Commissariato ai Trasporti: dovendo il

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