• Non ci sono risultati.

Il partito “Giustizia e Sviluppo” e il terrorismo

II.4. Il partito della giustizia e dello Sviluppo

II.4.10. Il partito “Giustizia e Sviluppo” e il terrorismo

Il colpo terroristico del 16 maggio 2003 e le sue conseguenze hanno spinto il partito della Giustizia e Sviluppo a condannare, nei suoi vari discorsi e nelle di- chiarazioni ufficiali dei suoi leader, questi atti mostrando così la sua posizione chiara contro il terrorismo.62

Attraverso i media, il partito ha provato in tutti i modi , a precisare il suo cammi- no da moderato denunciando ogni forma di fanatismo o estremismo religioso dannoso e considerandolo un'eccezione alla regola nella società marocchina. Con questo, il partito fa un appello indiretto all'élite politica del paese per adottare una cultura di dialogo e rifiutare ogni tentativo che prende di mira il partito della Giustizia e dello Sviluppo nell'intento escluderlo dalla scena politica com' era già successo in passato in seguito ad alcuni eventi fanatici e dopo alcune elezioni; qualche organizzazione in opposizione al partito “ Giustizia e Sviluppo” ha cer- cato di offuscare l'immagine del partito fino a chiedere il suo completo sciogli- mento. Questa situazione ha spinto il movimento a emettere, il 29 maggio 2003, un comunicato in cui affermava la sua adesione all'approccio olistico sostenuto dal re e alla dichiarazione nel discorso finale del Consiglio nazionale tenutosi il 5 luglio 2003 in cui la decisione del re fu considerata come migliore risposta a tutti

62 قئاثو،ةيمنتلاوةلادعلاةلسلستاصلخوسوردةيباهرلايام " 16ثادحأو ةيمنتلاوةلادعلا بزح ،ينتامثعلا نيدلا دعس مقر

5 . ص ، 3

quelli che volevano «togliere di mezzo » il movimento”Giustizia e Sviluppo”. Sulla definizione del concetto di « terrorismo », il partito della Giustizia e Svilup- po lo colloca prima di tutto nel suo quadro internazionale a partire della metà del secolo scorso quando sbocciarono le prime organizzazioni politiche estremiste come ad esempio le Brigate Rosse in Italia, il gruppo massonico di Lennhof in Germania, l'IRA in Irlanda e l'ETA basca in Spagna ed altre ancora. Gli atti ter- roristici di questi movimenti però sono diversi dagli attentati dell'11 settembre del 2001 negli Stati Uniti e da quelli che hanno scosso altri paesi tra cui il Marocco perché i contesti e le motivazioni di queste violenze ed i loro scopi sono netta- mente diversi.

Sul piano nazionale, il partito della Giustizia e Sviluppo non collega gli attentati del 16 maggio 2003 a fattori come la povertà, l'emarginazione, l'esclusione, l'ingiustizia sociale e le poche prospettive ma bensì all'assenza di una vera orga- nizzazione politica e religiosa , all'incapacità della scuola marocchina e del pro- gramma educativo ad assicurare un'efficiente preparazione ai giovani per poterli inserire nei diversi campi del mondo del lavoro. Sono inclusi , tra i difetti anche la prepotenza dell'approccio di sicurezza e la debolezza dei partiti politici.

A sua volta, le debolezza dell'orientamento religioso è imputabile, secondo il par- tito “Giustizia e Sviluppo” alla scarsità del programma educativo delle istituzio- ni religiose oppure alla politica di stato che non dimostra il dovuto riconosci- mento al ruolo svolto dagli educatori e dai sapienti.

Lo stesso movimento ritiene che la forte provocazione del sentimento religioso nella vita pubblica e quotidiana della gente e nei media è dovuta alla commercia- lizzazione delle bevande alcoliche ai Musulmani, all'incoraggiamento al gioco d' azzardo, alla creazione di casinò e alla diffusione del turismo sessuale; tutti moti- vi che hanno spinto ad un'espressione estremista nei confronti di una situazione di declino dei valori e dei principi di un'educazione sana ; motivi che sono all'ori- gine del ripetersi di tali atti.

Questo tipo di situazione necessita , secondo il partito, un lavoro di rafforzamen- to delle istituzioni educative islamiche e il rifiuto di tutte quelle tesi che tendono a fanatizzare le fonti della religione . Il lavoro in se consiste nel rafforzamento del senso religioso della comunità con i mezzi di socializzazione e riabilitazione degli organi politici e civili per formare individui equilibrati psicologicamente, culturalmente e religiosamente lontani dal fanatismo e il terrorismo che l'Islam stesso condanna.

Il 17 maggio 2003 , un giorno dopo gli eventi del 16 maggio, i mezzi di informa- zione del partito “Giustizia e Sviluppo” ha emesso una dichiarazione a nome del suo segretario generale Abdelkrim al Khatib e in cui condanna severamente l'attentato di Casablanca del giorno prima , conferma il rispetto del Sacro (cioè della religione visto che ogni volta la colpa si dà al sacro) e chiama alla coopera- zione con le autorità giudiziarie per arrestare i membri responsabili di questi atti terroristici.

L'articolo di Saad Eddine Othmani sul giornale “Accharq al Awssat”(Il Medio Oriente) ha sottolineato il ruolo principale del re nella sua veste di protettore del- la religione al fin di confutare tutte le accuse che gli altri movimenti politici e non politici volevano addossare al partito “Giustizia e Sviluppo” per gli atti suici- di e questo per negargli la legittimità, dare un'immagine distorta all'interno e all'esterno e cacciarlo dalla scena politica.

Con il suo articolo, Saad Eddine Othmani ha tentato di dare una solida posizione politica al partito e un sostegno al potere del re.

Per quanto riguarda il disegno di legge n. 03.03 relativo al terrorismo, il movi- mento “Giustizia e Sviluppo”, si è espresso attraverso il suo vice segretario gene- rale Abdellah Baha rifiutando di aderire al progetto perché lo riteneva un pro- gramma con impatto negativo sui Diritti umani, sulla società civile e sull'econo-

mia e considerando le leggi già in vigore nel paese sufficienti per rispondere alle esigenze e bisogni. Però dopo il 16 maggio del 2003, il partito fu costretto a vota- re la legge contro il terrorismo.

Da qui il movimento ha capito che l'approccio di sicurezza e diritto non bastava da solo a contrastare il fanatismo. Il quotidiano il “Rinnovamento” ha da parte sua condannato anche gli atti di violazione dei diritti umani, di tortura, di arresti dopo gli eventi del 16 maggio.

Il giornale, inoltre, ha insistito perché si rinforzasse il ruolo dei sapienti e dotti di religione che soffrono l'esclusione e l'emarginazione, allo scopo di fare chiarezza sulle vere finalità di nozioni come Jihad (sforzo o lotta) e Sharia (diritto musul- mano) presenti nella religione e spiegarle ai giovani perché non cadessero nell'ambiguità delle idee malate e fanatiche.

L'argomento “terrorismo” costituisce un punto molto importante e spinoso per il partito della Giustizia e Sviluppo perché nell'immaginario della società e degli oppositori, al movimento sono stati attribuiti gli atti terroristici, invece questi at- tacchi suicidi sono l'opera di individui senza scrupoli che hanno rivendicato la loro difesa dell'Islam ricorrendo a vari tipi di violenza per giustificare i loro atti per poi buttare la responsabilità morale sul partito della Giustizia e Sviluppo che ha come riferimento l'Islam.

Per questo, il movimento ha usato tutti i suoi sforzi attraverso i media e il suo potenziale per dimostrare la sua innocenza e il suo rifiuto del terrorismo e anche il proprio rispetto per le costanti ufficiali ed i principi dello stato marocchino.