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Alla data del 18 luglio 1944, giorno seguente alla liberazione del paese da parte delle truppe americane, Ponsacco versava in una condizione di ‘miserevole’ bisogno, un bisogno però meno drammatico di altri centri prossimi geograficamente : Pontedera era stata bombardata innumerevoli volte e alla data del 2 settembre, giorno della sua liberazione, il numero delle abitazioni agibili era drammaticamente basso rispetto ai numeri di Ponsacco e gli sfollati pontederesi nei centri limitrofi erano molti:

“ … La popolazione, annota il prefetto Peruzzo nel settembre ’44, è tutta <<sfollata>>; non c’è neanche da pensare, per il bilancio preventivo, a tener conto dell’imposta sul consumo, o di qualunque altro tipo di imposta: occorre un immediato intervento finanziario dello stato … Poco meno di un anno dopo, nel giugno ’45, Pontedera è ancora priva di acqua potabile e la giunta comunale è alle prese col problema di dove trasferire le numerose famiglie senzatetto provvisoriamente sistemate nelle uniche case intatte disponibili, quelle del Villaggio Piaggio, che ora vengono pretese, con grande sconcerto del sindaco Fernando Caciagli, dalla Raf e dal contingente americano. Come potrebbero dunque i pontederesi ospitati a Lucca rientrare nel loro comune di residenza? Pontedera non è assolutamente in grado di accoglierli, spiega il prefetto Peruzzo scrivendo il 6 agosto ’45 al collega di

32 Lucca Carignani per invitarlo a sospendere gli effetti di una sua ordinanza che impone agli sfollati di lasciare la città”.1

Il paese di Ponsacco prima della guerra era a vocazione prettamente agricola e la fame della popolazione durante il conflitto era stata sicuramente meno intensa, anche se questa affermazione è intesa come mero calcolo aritmetico di persone nel bisogno, che nei centri più grandi, la cui popolazione era impiegata in maggioranza nell’industria. Malgrado questi aspetti che potremmo definire ‘positivi’, con il tatto che la situazione storica richiede, il paese usciva da anni di guerra, lunga, dura, anche fratricida, e raccogliere le forze per riorganizzare la vita sociale e amministrativa non fu impresa facile per le persone chiamate ad operare il cambiamento dopo i danni della guerra e del ventennio fascista. Il paese necessitava di tutto: il grano andava raccolto e i mulini dovevano essere riparati per poter funzionare; gli acquedotti della zona avevano subito danni considerevoli e in tutta la provincia, anche nei mesi seguenti la liberazione, si presentò questo problema ostico da risolvere: l’approvvigionamento idrico continuativo.

I primi interventi urgenti furono ritenuti lo sgombro del paese dalle macerie, la degna sepoltura dei cadaveri, la raccolta e vendita dei prodotti dei campi. Per la ripulitura del paese dalle macerie che ostruivano le strade e gli spazi comuni vengono organizzate squadre di operai, come per la sepoltura dei cadaveri rinvenuti nel paese. Nel secondo verbale del Comitato di liberazione datato 4 agosto 1944, diciassette giorni dopo il primo verbale e diciotto giorni dopo la liberazione del paese, viene evidenziato un problema riguardante i proprietari delle case adiacenti le strade principali: “Se le strade non saranno sgombrate dai proprietari dei fabbricati, come a suo tempo fece questo Comitato, noi faremo

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C. Forti, Dopoguerra in provincia. Microstorie pisani e lucchesi 1944-1948, Milano Franco Angeli, 2007, p. 50.

33 nuovamente sgombrare le predette mediante addebito ai proprietari stessi”.2 Si deduce che il primo intervento del Comitato di ripulire le strade dalle macerie è stato veloce ed è andato a buon fine e si deve già lottare contro il mantenimento del primissimo decoro appena raggiunto.

Sempre nel secondo verbale si approvano le denunce del bestiame in possesso e del vino con relativa gradazione. Un avviso sulla denuncia di possesso del vino viene diffuso in data 15 agosto 1944 a tutta la popolazione, recante la firma del sindaco e il monito di denunciarne il possesso con relativa quantità e gradazione entro il giorno 18 agosto 1944, per non incorrere in gravi provvedimenti.

Tali avvertimenti saranno continuamente ripresentati dal Comitato per quanto riguarda il possesso del vino che, se non denunciato, contribuiva con ottimi profitti ad ingrassare la già fiorente attività del mercato nero, mai sopita né dal fascismo, né dai Comitati di Liberazione, malgrado questi ultimi abbiano provato a contrastarla con alterne fortune. Nel verbale n. 4 del 16 agosto 1944 viene dato conto del vino sequestrato, che verrà messo in commercio ad un prezzo “economico”, della multa di millecinquecento lire applicata a chi verrà trovato in possesso di vino non dichiarato. Di seguito si rende noto il destino del vino sequestrato al sig. M. U.: verrà sigillato e bloccato dall’ufficiale esattoriale e il possessore multato della tariffa precedentemente stabilita.

La situazione della richiesta di denuncia del bestiame è significativamente diversa perché, oltre ad aiutare la ricerca nel caso di furti, dava l’idea del bestiame posseduto dalla comunità, bestiame usato per il sostentamento, ma anche adibito al lavoro dei campi e al trasporto di persone. Il Comitato riceve denunce di privati cittadini del paese e dei paesi limitrofi riguardo la confisca di cavalli e altri animali già effettuata dai tedeschi e poi abbandonati nel territorio comunale e

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Archivio Storico di Ponsacco. Sezione Comitato di Liberazione Nazionale. 1944 luglio 18 – 1946 marzo 14. Libro dei verbali, verbale n.2, p.5

34 requisiti di nuovo dal CLN per il bene comune. Le questioni si protraggono nel tempo, sia perché viene ritenuto più importante l’uso pubblico, sia perché si deve riscontrare che le dichiarazioni pervenute corrispondano al vero e l’accertamento non è sempre agevole in tempi così difficili.

Sempre nel secondo verbale viene regolamentata la vendita della frutta e della verdura all’interno del paese:

“… tutti i giorni deve essere messa in vendita la verdura nei propri negozi, compreso qualsiasi genere di frutta con i seguenti prezzi stabiliti dall’ A.M.G.:

Pere £ 5 al kg.; pomodori £5 al Kg.; pesche £6 al Kg. Si proibisce la vendita dei pomodori ai rispettivi orti. Ordinanza ai venditori ambulanti di frutta. Sono pregati di esercitare detta vendita in piazza Rodolfo Valli”.3

Si evince che i luoghi e i prezzi per la vendita devono essere tenuti strettamente sotto controllo già in questi primissimi giorni dopo la liberazione e tali richiami saranno sempre presenti anche a livello provinciale, da parte del Prefetto e delle autorità provinciali del C.L.N.

Nel secondo verbale si stabilisce anche il prezzo del grano e della farina al quintale: £ 350 per il grano e £ 450 per la farina, inoltre si assegna la semola disponibile alle aziende agricole che a loro volta la distribuiranno ai coloni. Fatto curioso per la sensibilità moderna è che viene verbalizzato l’intento di pubblicare manifesti con le decisioni del Comitato da rendere pubbliche per l’attuazione delle direttive, ma espresso senza mezzi termini che le sedute del Comitato devono rimanere strettamente segrete.

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Archivio Storico di Ponsacco. Sezione Comitato di Liberazione Nazionale. 1944 luglio 18 – 1946 marzo 14. Libro dei verbali, verbale n.2, p.5

35 Il verbale n. 4 del 16 agosto 1944 riporta la nomina del Comitato Comunale per i granai del popolo, istituito come da decreto del Governo provvisorio di Roma in data 05-03-1944. Riporta due elenchi separati:

Pellegrini Pellegrino

Montauti Mario membri portavoce degli Scalenghe Don Carlo agricoltori

Panichi Avis

Pardini Serafino

Scarsini Francesco Produttori e agricoltori Guerrini Guerrino

Fiorentini Angelo

Le lettere di nomina ai suddetti gruppi partono in data 28 agosto 1944.

Nel paese esistono quattro mulini in condizione di operare, di cui uno non lavora a pieno regime. Il mulino Ferrini è nella piena disposizione del Comitato per le esigenze del paese e insieme all’altro mulino Mugnaioni forniscono il pane ai quattro rivenditori principali del paese. Molte richieste di produzione di pane arrivano anche dai Comitati di liberazione dei paesi vicini incapaci, in quel momento, di riavviare i mulini dei loro paesi.

Il rappresentante del Comitato di Liberazione a capo dell’ufficio denominato: “Centro di assistenza per il lavoro” e il membro scelto dal Comitato stesso per occuparsi delle problematiche riguardanti i materiali da costruzione di cui il paese necessita per la ricostruzione, con una lettera scritta in data 28 agosto 1944 forniscono una prima stima scritta delle criticità rilevate, i costi dei materiali di

36 primissima necessità, le quantità e suggeriscono, dopo un accurato esame, il metodo per procedere:

“Il locale Comitato di Liberazione Nazionale, deve prendere sotto la sua diretta dipendenza una produzione che basti a mantenere l’evasione di tutte le richieste di calce provenienti dal paese di Ponsacco; e quindi ripristinare la vecchia fornace che tuttora esiste in località “Camugliano”, previo accordo con l’amministratore della fattoria stessa, il quale potrà assecondarci nei nostri progetti, cedendoci l’esclusività di accollatari.

Per il trasporto della pietra (materiale grezzo) calcoliamo che la spesa per ogni 20 quintali della medesima dalla cava di bagni di Casciana, ammonti a L. 500, sia trasportandola con mezzo proprio (camion) sia con barrocci. Si calcola che in giorni 25 si possa produrre con un forno unico un quantitativo equivalente a Qli. 400 di calce che in totale verrebbe a costare la somma di L. 50000. Calcolando che per ogni Qle. di calce in vendita si possa ricavare L. 200 il totale a incasso verrebbe ad essere di L. 80000, con un margine di guadagno a favore di questo Comitato di L. 30000 al mese.”4

Seguono data: 28 agosto 1944 e firma dei responsabili: Montauti Mario e Falorni Adelindo.

Nel mese di agosto, ad appena pochi giorni dalla liberazione, quando il paese limitrofo di Pontedera non era ancora stato liberato, la macchina della ricostruzione e quella del soccorso sono in pieno funzionamento: il Comitato di Liberazione pubblica il 24 agosto dello stesso anno un avviso rivolto a tutti gli impresari edili del Comune:

4 Archivio Storico Comune di Ponsacco. Sezione Comitato di Liberazione Nazionale. 1944 agosto

37 “I°: Tutti i barrocci di calce che dal 25 agosto saranno trovati in transito nel nostro Comune, verranno requisiti da questo Comitato, il quale ne disporrà per i bisogni più urgenti nelle ricostruzioni edili.

II°: Qualsiasi impresario edile che abbisogna di un quantitativo di calce ne deve fare regolare domanda al Comitato, il quale rilascerà un permesso di prelevamento.

III°: Avvertiamo inoltre tutti i datori di lavoro, che entro il 30 agosto p.v., debbono presentare all’ufficio laterizi di questa organizzazione il libro degli operai assicurati per una verifica del caso”.5

Nelle settimana e mesi successivi è un susseguirsi di imprese di costruzioni che chiedono certificazioni al Comune attestanti il loro lavoro nel paese per le costruzioni e ristrutturazioni dei privati cittadini e anche per quanto riguarda i beni comunali che necessitano riparazioni o migliorie.

Sempre in data 24 agosto 1944 viene notificata da parte del Comitato di Liberazione a un gruppo di cittadini coinvolti nella ricostruzione, architetti, ingegneri, proprietari di imprese edili, la convocazione scritta che ha come oggetto una riunione di commercianti e industriali istituita per formare una cooperativa atta a “fornire regolare lavoro alla classe operaia e per l’incremento sempre maggiore da darsi alle locali industrie”.6 Pare chiaro che il problema del lavoro viene affrontato immediatamente e senza mezze misure: dobbiamo ricostruire, le cose da fare sono molte, ma dobbiamo far lavorare tutti se vogliamo far riprendere l’economia; assunto semplice ma di vitale importanza in qualunque società in crisi.

Il giorno 30 settembre 1944 durante il doppio mandato di Pellegrino Pellegrini, sindaco e presidente del CLN del paese, il prefetto della provincia Vincenzo

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Archivio Storico di Ponsacco. Sezione Comitato di Liberazione Nazionale. 1944 agosto 24 – 1946 maggio 13. Fascicolo senza intestazione. Documento del 28 agosto 1944.

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Archivio Storico di Ponsacco. Sezione Comitato di Liberazione Nazionale. 1944 agosto 24 – 1946 maggio 13. Fascicolo senza intestazione. Lettera del 24 agosto 1944 intestata agli impresari.

38 Peruzzo convoca una riunione a Pisa dei sindaci provinciali, a ventotto giorni esatti dalla liberazione della città, e di tutte le autorità preposte alla ricostruzione per fare il punto della situazione e diramare le direttive da seguire per il tanto lavoro che ancora li aspetta:

“Signor Commissario Provinciale, le attuali difficoltà di comunicazione, anche epistolari, tra il Centro ed i Comuni della Provincia, hanno consigliato di promuovere questa riunione dei Sindaci per uno scambio di idee su alcuni importanti problemi del momento.

La soluzione dei quali dipende dall’aiuto degli Alleati, ma anche e soprattutto dalla volontà paziente e tenace dall’opera concorde di tutti i cittadini.

A questa riunione sono presenti il Ven. Arcivescovo, Sua Eccellenza Vettori, la Deputazione Provinciale, il Comitato di Liberazione e quello dei Patrioti. Mi è sembrato opportuno che vi intervenissero anche i Dirigenti di pubblici uffici statali chiamati ad affiancare più da vicino, l’opera del Prefetto nello sforzo per la ricostruzione morale e materiale.

La ringrazio perciò, Colonnello Walters, di essere venuto tra di noi. La Sua presenza qui è una nuova prova dell’interessamento che Lei svolge e certamente vorrà svolgere, per facilitare il nostro compito e per rendere meno gravi le sofferenze di queste popolazioni tanto provate dalla guerra. Ed è con vivo animo che Le porgo il deferente saluto di tutte le autorità qui presenti, dei Sindaci e quello fiducioso delle popolazioni della Provincia”.7

La riunione del 30 settembre era stata fortemente voluta dal Prefetto per dare un senso di unitarietà al lavoro dei Sindaci disseminati in tutto il territorio della Provincia. Il primo punto sul quale il Prefetto si sofferma è la detenzione abusiva di armi, con relativo uso per delinquere, che dissemina la zona di rapine e soprusi.

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39 In aggiunta viene posto l’accento su sedicenti incaricati dei Comitati di Liberazione locali che eseguono perquisizioni domiciliari non autorizzate in vaste zone del pisano e si prega il legittimo Comitato di Liberazione di Pisa di accertare tali fatti e farli cessare attraverso controlli stringenti e più puntuali.

Il secondo punto affrontato è il problema dell’Epurazione:

“… informo che è stato pubblicato un Regio Decreto relativo alla epurazione del personale dalle Pubbliche Amministrazioni (Regio Decreto Legge n. 29- B del 28 dicembre 1943 n.d.r ): esso riguarda sia il personale dello Stato che quello degli Enti locali. Di tale provvedimento sarà distribuita Loro copia alla fine della presente riunione.

In base a tale Decreto i Sindaci hanno facoltà di proporre al Prefetto la sospensione dal servizio di quegli elementi che si sono resi politicamente inadatti ed incompatibili a ricoprire i posti che occupano.

Ma l’opera di selezione dovrà essere fatta con tutta coscienza e serenità. Bisogna ricordare che quando si colpisce ingiustamente non si fa che seminare odio e vendetta. E noi abbiamo bisogno di concordia per poter lavorare in profondità.

Sempre in tema di epurazione, ragioni di convenienza morale e sociale, hanno consigliato il legislatore di conservare a favore dell’impiegato sospeso e della famiglia il puro stipendio a titolo di alimenti.

Al più presto farò Loro avere dei moduli da far riempire a tutto il personale in servizio di ruolo: tali moduli dovranno essere completati con due dichiarazioni, il bis e il ter, sull’adesione, data o meno, al P.F.R., e sul giuramento, presentato o no, alla repubblica Sociale.

I Sindaci, dal canto loro, potranno fornire ogni utile notizia alla Commissione per l’epurazione, Commissione che è di nomina prefettizia, e della quale faranno parte, oltre il Rappresentante della Prefettura, un Magistrato ed un rappresentante dell’Alto Commissariato per l’epurazione.

40 Disintossicate così le amministrazioni degli elementi che saranno ritenuti indesiderabili, dovremo essere intransigenti nel pretendere da ogni impiegato pieno rendimento nel lavoro, onestà e dirittura di carattere.

Loro converranno con me che molti dei mali di cui ha sofferto e soffre la nostra Patria sono da cercarsi nella scarsa considerazione in cui, da troppi, sono stati tenuti tali valori che devono essere ripristinati in pieno; diversamente ricostruiremo sulla sabbia”.8

Nel proseguo della relazione il Prefetto si sofferma sulla figura del Segretario Comunale e sull’importanza della collaborazione con il Sindaco e chiarisce che la legge, inequivocabilmente, assegna alla Prefettura il compito di decidere sulla posizione del Segretario Comunale, ammonendo i Sindaci da scelte e decisioni arbitrarie. Di seguito una precisazione sui Comitati dei Patrioti, composizione del Comitato e controlli di veridicità sono le parole d’ordine da tenere ben presenti da parte dei Sindaci.

Uno spazio speciale viene riservato ai servizi sanitari: tutti i Comuni hanno servizio medico e ostetrico, mentre ancora difetta in vari Comuni il servizio farmaceutico; si coinvolge il Comando alleato per il reperimento di farmaci fondamentali. Il Prefetto raccomanda la massima pulizia dei paesi e l’intransigenza nel pretendere tale pulizia da parte dei Sindaci per non incorrere in ulteriori epidemie in un momento di difficoltà nel reperire farmaci. La relazione prosegue elencando le difficoltà per il reperimento del latte e per l’approvvigionamento idrico; viene richiesto con urgenza il censimento di tutto il bestiame e il blocco della macellazione, salvo che per i casi d’urgenza.

Il settore finanze pubbliche è dissestato e si possono eseguire solo le riparazioni degli edifici pubblici, le abitazioni civili al momento devono essere riparate dai

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Archivio Storico di Pisa. Sezione Prefettura di Gabinetto. Busta n. 5. Relazione del Prefetto, pp. 3, 4.

41 proprietari privatamente, in attesa di decisioni statali sui danni di guerra; Il Prefetto si raccomanda di lasciare traccia delle spese sostenute attraverso la compilazione di moduli in dotazione ai Comuni in modo che il genio Civile del Comune possa verificare i danni e le relative spese sostenute per le riparazioni. Nella seconda parte della relazione si affronta il problema degli alloggi, dell’assistenza e soprattutto la questione degli ammassi:

“Ci sono alcuni Comuni che stanno male ed altri che stanno meglio … Mentre perdura l’attuale difficile stato delle cose bisogna disabituarsi a considerare l’ente <<Comune>> come qualcosa di separato dal restante corpo della Provincia, e questa, dal rimanente della Nazione… Conseguenza diretta di questa premessa la necessità che tutte le risorse di generi contingentati o soggetti a vincolo della Provincia, debbano costituire un’unica grande riserva, la quale, attraverso gli uffici responsabili, venga posta a disposizione del Paese … Gli ammassi devono pertanto diventare una cosa intangibile ed i Sindaci debbono essere i divulgatori di questa impellente necessità fra tutti i coltivatori, e non solo presso i grandi proprietari, ma anche e specialmente presso i coloni, i mezzadri ed i produttori in genere.

Si sa che molti di loro inventano tutte le scuse, ricorrono a tutti i sotterfugi per mantenersi una posizione privilegiata non solo per il loro fabbisogno famigliare, il che potrebbe fino ad un certo punto comprendersi, ma anche per ricavarne forti lucri con la vendita clandestina dei prodotti a prezzi esageratamente maggiorati … Perciò i Sindaci dovranno fare opera di persuasione prima che si sia obbligati ad intervenire con provvedimenti drastici e repressivi”.9

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Archivio Storico di Pisa. Sezione Prefettura di Gabinetto. Busta n. 5. Relazione del Prefetto, pp. 10, 11.

42 Il Prefetto rende inoltre noto che dal 1° ottobre del corrente anno il settore dell’alimentazione, dipendente dal Ministero dell’Agricoltura, riprenderà la propria funzione in seno all’amministrazione civile, sotto il controllo della Commissione Alleata e per questo viene raccomandato ai Sindaci l’invio dei dati statistici dei Comuni da loro amministrati alla sezione provinciale del Ministero dell’Agricoltura. Precisione e puntualità nella compilazione dei modelli sono fondamentali per le assegnazioni provinciali in sede nazionale. Ultimo problema trattato quello del trasporto; il Prefetto informa che è stato costituito d’urgenza un Consorzio per gli autotrasporti, dal quale dipende l’approvvigionamento costante della popolazione; si prega di segnalare tutte le disponibilità anche non in piena efficienza al suddetto Consorzio che si impegnerà a riparare i mezzi danneggiati. La relazione si conclude con il commiato del Prefetto che si augura e augura un lavoro proficuo a tutti.

Il lavoro che spetta ai sindaci dei vari comuni liberati è enorme e capillare. Alcuni di quelli presenti sono, al 30 settembre, ai primissimi giorni di emergenza(vedi Pisa), altri hanno già avviato la macchina della ricostruzione (Ponsacco), con le idee e i mezzi a disposizione al momento e con l’onnipresente AMG che controlla, finanzia e indirizza le varie iniziative intraprese. La funzione politica della convocazione da parte del Prefetto di tutti i Sindaci è una presa d’atto, da parte dello Stato italiano gestito da un governo provvisorio, di riappropriazione