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Il “ritorno” di Abe Shinzo: la dottrina economica

Introduzione: la rielezione di Barack Obama e il cambiamento di leadership in Cina e Giappone

3.4 Il “ritorno” di Abe Shinzo: la dottrina economica

Il 16 dicembre 2012 il candidato del Partito liberal democratico Abe Shinzo vinse le elezioni alla Camera bassa giapponese e divenne primo ministro, formando una maggioranza in coalizione con il partito centrista Nuovo Komeito, storico alleato liberaldemocratico.77 Già premier per un anno tra il settembre 2006 e 2007,

Abe era esponente dell’ala più oltranzista e nazionalista del partito di centrodestra; infatti, egli era membro di gruppi come il Nihon Kaigi (Conferenza del Giappone) e il Sōsei Nihon (Rinascita), i quali invocavano la revisione del pacifismo costituzionale, la riforma dell’educazione per rinvigorire il senso patrio, l’opposizione alla parità di genere e al diritto di voto agli stranieri.78

Durante il discorso inaugurale del suo premierato, Abe si concentrò principalmente sulla politica economica ed estera che avrebbe condotto durante il suo governo. Riguardo l’aspetto economico, l’allora neo premier affermò la necessità per il Giappone di rinvigorire la propria economia segnata da troppi anni di stagnazione attraverso il raggiungimento di tre obiettivi: una coraggiosa politica monetaria, un’ampia flessibilità nella spesa pubblica e una strategia per

77 Nelle elezioni alla camera bassa del 2012, il Partito liberal democratico ottenne 294 seggi, mentre

il Komeito ne ottenne 31; il Partito Democratico giapponese invece subì una debacle con la perdita di 251 seggi, vincendo solamente 57 seggi.

78 Cristopher W. HUGHES, Japan’s Foreign and Security Policy Under the ‘Abe Doctrine – New

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aumentare gli investimenti del settore privato.79 Il secondo argomento affrontato

da Abe fu la politica estera giapponese. Il Premier annunciò che durante la sua guida Tokyo avrebbe condotto una politica estera “proattiva”, capace di prevenire le minacce provenienti dall’esterno attraverso un miglioramento delle capacità securitarie giapponesi; in aggiunta, Abe dichiarò che sarebbe stato suo impegno garantire l’assoluta protezione della sovranità giapponese sulle isole Senkaku. Inoltre, per accentrare il potere decisionale del governo sulla politica estera e sulla sicurezza dello stato, Abe annunciò la nascita di un nuovo organo di controllo, il Consiglio nazionale sulla sicurezza.80 Infine, il Primo ministro

rimarcò l’importanza dell’asse Tokyo-Washington e affermò di voler ricostruire il rapporto di fiducia con Washington, cercando così di ripristinare i termini di un’alleanza che Abe definì come la “pietra angolare della diplomazia giapponese”.81

Come dichiarato durante il discorso inaugurale, le attenzioni della seconda amministrazione Abe si sarebbero riversate sul rinvigorimento economico e politico del Giappone, attraverso la realizzazione di due strategie politico- economiche che presero il nome di “Abenomics” e di “Abegeopolitics”.82

Il termine Abenomics andò a indicare la politica economica messa in campo da Abe per rivitalizzare la stagnante e deflazionata economia giapponese, attraverso la realizzazione di tre obiettivi denominati “frecce”. La “prima freccia” dell’Abenomics consisteva nel quantitative easing, una manovra di stimolo monetario che avrebbe aumentato il flusso di moneta, favorendo l’inflazione e

79 “Press Conference by the Prime Minister Shinzo Abe”, Prime Minister of Japan and His Cabinet,

26 dicembre 2012. Presso: <http://japan.kantei.go.jp/96_abe/statement/201212/26kaiken_e.html> Ultima consultazione: 17 settembre 2017.

80 Ibidem 81 Ibidem

82 Takashi INOGUCHI, “Japan in 2013: Abenomics and Abegeopolitics”, Asian Survey, vol. 54, no.

1, 2014, p. 102 - Il termine Abenomics venne utilizzato generalmente per definire la politica economica condotta dalla seconda amministrazione Abe, mentre Abegeopolitics fu un termine coniato dallo stesso professor Inoguchi qui citato.

121 quindi, secondo Abe, il consumo e gli investimenti.83 Per garantire l’effettiva

attuazione del suo piano di rinascita economica, nel febbraio 2013 Abe riuscì a far nominare dalla Dieta come nuovo governatore della Banca del Giappone l’economista Haruhiko Kuroda; quest’ultimo non perse tempo e annunciò l’avvio immediato di un programma di alleggerimento economico, che avrebbe previsto il raggiungimento di un tasso d’inflazione al 2% in due anni e un abbassamento dei tassi d’interesse della banca centrale allo 0%.84 La seconda freccia invece

consisteva in un programma di aumento della spesa pubblica per un totale di 145 miliardi di yen, il quale avrebbe dovuto rilanciare il sistema infrastrutturale, soprattutto nelle aree colpite dal “triplice disastro”; l’aumento della spesa pubblica sarebbe tuttavia avvenuto in parallelo con un aumento della tassazione indiretta dal 5 al 8%, che avrebbe contribuito alla diminuzione di un debito pubblico giunto al 245%.85 Infine, la terza e ultima freccia avrebbe previsto una

serie di ampie manovre strutturali comprendenti deregolamentazioni, liberalizzazioni, programmi di inserimento femminile nel mondo del lavoro e incentivi ai privati per accrescere la produttività e aumentare la competitività dei prodotti giapponesi sul mercato.86

La dottrina economica di Abe sembrò rivitalizzare l’economia giapponese fin dalla sua implementazione, facendo crescere il PIL giapponese e riducendo la disoccupazione. Tuttavia, nel primo biennio di governo le riforme strutturali della terza freccia non ebbero avvio a causa delle forti resistenze dei settori più

83 Giulio PUGLIESE & Aurelio INSISA, op. cit., p. 94

84 William H. COOPER & Mark E. MANYIN, “Japan Joins the Trans-Pacific Partnership: What

are the implications?”, Congressional Research Service, R42676, 2013, p. 10

85 “Taxing Times”, The Economist, 3 ottobre 2013. Presso:

<https://www.economist.com/news/asia/21587242-prime-minister-raises-controversial-tax- needs-be-bolder-yet-taxing-times> [Ultima consultazione: 20 settembre 2017]

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conservatori della società giapponese, i quali si mostrarono ostili a una possibile liberalizzazione e riforma del mercato.87

Nonostante gli accenni di recessione dovuti all’aumento della tassazione indiretta dal secondo trimestre del 2014, nel novembre 2014 Abe sciolse la Camera bassa per verificare il supporto pubblico alla sua dottrina economica.88

Nelle successive elezioni del dicembre 2014 il Partito liberal democratico si confermò come primo partito del paese e la storica alleanza LDP-Komeito riuscì a ottenere oltre i 2/3 dei seggi parlamentari, soglia minima che garantiva la maggioranza parlamentare legale per emendare la costituzione e porre il veto a ogni decisione proveniente dalla Camera alta.89 Inoltre, attraverso questa larga

vittoria elettorale Abe ottenne un’ampia libertà nel riformare quei settori domestici protetti, come quello agricolo, che si opponevano alle liberalizzazioni, passo necessario per raggiungere un accordo con gli Stati Uniti sul TPP.90

Durante il biennio 2015-2016 Abenomics continuò e la crescita del PIL giapponese fu costante, senza tuttavia rispecchiare le aspettative del governo: l’inflazione rimase ben al di sotto del 2%, mentre la crescita si attestò attorno all’1% annuo.91

Proprio in questo biennio però si verificarono parte delle riforme strutturali promesse da Abe: furono infatti riformati il sistema delle cooperative agricole e

87 “The Third Arrow”, The Economist, 26 giugno 2014. Presso:

<https://www.economist.com/news/leaders/21605905-shinzo-abe-has-best-chance-decades- changing-japan-better-he-seems-poised> [Ultima consultazione: 20 settembre 2017]. Secondo i dati del Census and Economic Information Center, il Pil giapponese crebbe lungo tutto il 2013 al +2%, per dopo entrare in recessione dal secondo trimestre del 2014 fino al primo trimestre del 2015 compreso. Dati presso: <https://www.ceicdata.com/en/indicator/japan/real-gdp-growth> [Ultima consultazione: 20 settembre 2017]

88 Japanese recession worse than thought”, The Guardian, 8 dicembre 2014. Presso:

<https://www.theguardian.com/world/2014/dec/08/japanese-recession-worse-than-thought> Ultima consultazione: 20 settembre 2017

89 Peng Er LAM, “Japan at a Crossroads: Abe Shinzo’s Politics and Abenomics”, East Asian Policy,

vol. 7, 2015, p. 122

90 “Japan Real GDP Growth Rate”, Census and Economic Information Center. Presso:

<https://www.ceicdata.com/en/indicator/japan/real-gdp-growth> Ultima consultazione: 20 settembre 2017.

123 le corporate governance, venne liberalizzato il mercato dell’elettricità e ci fu un significativo aumento dell’occupazione femminile.92