• Non ci sono risultati.

The role of the university teacher in the self-assessment processes

2. Il ruolo del docente nel processo autovalutazione

Nonostante i circa quindici anni di introduzione in università dei processi di miglioramento dei corsi di studio da parte della Crui e dell’Anvur si ritiene, per quanto non si rilevino ricerche a supporto di tale ipotesi, che autovalutare il proprio agire all’in- terno di un corso di studio e il proprio contributo al migliora- mento della qualità dello stesso non sia ancora divenuto un com- portamento usuale, alla pari dell’insegnare e del ricercare. Sebbe- ne sia facilmente riconoscibile ll ruolo fondamentale del singolo docente anche in questo processo, il suo ritardo nella consapevo- lezza dei potenziali effetti positivi della valutazione dei processi di apprendimento (Biggieri, 2003) ancora fa porre in secondo piano il suo possibile contributo alla formazione del profilo pro- fessionale del corso di studio; infatti, la secondaria l’attenzione di ogni docente alla progettazione del proprio insegnamento in co- erenza con gli obiettivi di apprendimento del corso di studio, all’innovazione della propria pratica didattica rispetto alle neces- sità formative del corso di studi, all’utilità della propria attività di ricerca per gli obiettivi del corso di studi, rallenta di fatto l’au- spicato “miglioramento della qualità delle attività formative e di ricerca” dell’Anvur (2017).

Per meglio comprendere la tipologia di contributo che un do- cente universitario può dare al corso di studi in cui insegna è op- portuno distinguerlo in individuale, relativo all’insegnamento affidatogli, e collettivo, riferito al suo contributo alla organizza- zione, gestione, monitoraggio e valutazione del corso di studi.

L’apporto individuale si configura come parte di un lavoro di gruppo, e risponde all’esigenza di progettare un insegnamento coerente nei contenuti agli obiettivi di apprendimento del corso

di studi, realizzato attraverso un’azione didattica appropriata all’acquisizione degli stessi risultati di apprendimento e attraver- so delle modalità di verifica degli apprendimenti adeguati alla va- lutazione degli obiettivi; già questo costituirebbe da solo un con- tributo concreto al miglioramento della qualità del corso di stu- di. Ad oggi, infatti, emerge che proprio la progettazione di un in- segnamento rispetto al corso di studi in cui è previsto sia un ele- mento di forte criticità; ne è testimonianza la pratica della “mu- tuazione” di un insegnamento previsto in più corsi di studio an- che se di livelli di laurea diversi.

D’altronde che vi sia ormai una attenzione al contributo di ogni docente è individuabile in alcuni degli indicatori per la va- lutazione dei corsi di studio delle Linee Guida per l’Accredita- mento periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari (2017); in particolare, emerge “Accertare che il CdS disponga di un’adeguata dotazione di personale docente e tecnico-ammini- strativo, usufruisca di strutture adatte alle esigenze didattiche e offra servizi funzionali e accessibili agli studenti” (R3.C) con specifico riferimento alla “Dotazione e qualificazione del perso- nale docente” (R3.C.1) all’interno del quale è richiesta attenzio- ne a che “I docenti sono adeguati, per numerosità e qualificazio- ne, a sostenere le esigenze del CdS, tenuto conto sia dei conte- nuti scientifici che dell’organizzazione didattica?” oltre che alla valorizzazione del “… legame fra le competenze scientifiche dei docenti (accertate attraverso il monitoraggio dell'attività di ricer- ca del SSD di appartenenza) e la loro pertinenza rispetto agli obiettivi didattici?”. È chiara l’intenzione dell’Anvur di voler an- dare oltre il requisito quantitativo dell’appartenenza del docente al settore scientifico-disciplinare e di voler valorizzare il contri- buto che ogni docente può realmente dare al corso di studi attra- verso la propria qualificazione scientifica e professionale; pratica questa, ancora scarsamente utilizzata negli atenei durante la fase di identificazione dei docenti di riferimento dei diversi corsi di studio. Per quanto allo stato attuale questo indicatore non con- sente di incidere in modo sostanziale è sicuramente un forte se-

290 |Studi

gnale sul quale è necessario avviare una riflessione non solo di li- vello scientifico.

L’apporto collettivo, invece, è da intendersi come il contribu- to del docente, ancora troppo pochi in ogni ateneo, al lavoro in gruppo per l’implementazione dei processi di autovalutazione dell’efficacia delle azioni di gestione, monitoraggio e valutazione dei corsi di studio, della ricerca dipartimentale e del sistema di gestione della assicurazione della qualità dell’ateneo oltre che quelli di miglioramento dei processi stessi. Anche in questo caso è individuabile tale obiettivo per i corsi di studio nelle Linee Guida per l’Accreditamento periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari (2017); è chiara la richiesta di “… accertare la capacità del CdS di riconoscere gli aspetti critici e i margini di miglioramento della propria organizzazione didattica e di defini- re interventi conseguenti.” (R3.D) e di verificare il “Contributo dei docenti e degli studenti” (R3.D.1) attraverso l’analisi della presenza di “(…) attività collegiali dedicate alla revisione dei per- corsi, al coordinamento didattico tra gli insegnamenti, alla razio- nalizzazione degli orari, della distribuzione temporale degli esa- mi e delle attività di supporto (…)” o in quello relativo al “Co- involgimento degli interlocutori esterni” (R3.D.2) o ancora del- la “Revisione dei percorsi formativi” (R3.D.3) attraverso la veri- fica della capacità di garantire che “l'offerta formativa sia costan- temente aggiornata e rifletta le conoscenze disciplinari più avan- zate” e che venga “… dato seguito alle proposte di azioni miglio- rative provenienti da docenti, studenti e personale di supporto” fino alla verifica che vengano “… monitorati gli interventi pro- mossi e ne viene adeguatamente valutata l'efficacia”. Anche que- sto contributo di tipo collettivo risulta, almeno da quanto potu- to constatare fino a oggi, ancora molto differenziato nel suo agire e purtroppo concentrato sul contributo di un numero esiguo di docenti.

3. Conclusioni

Se le cause dell’inadeguato ruolo proattivo dei docenti universi- tari nei processi di autovalutazione e miglioramento dei corsi di studio e della ricerca dipartimentale possono essere individuate in alcuni aspetti culturali del docente: la limitata consapevolezza della centralità dell’apprendimento dello studente e della forma- zione di capitale umano adeguato alle necessità della società, la scarsa comprensione che il miglioramento dell’agire personale, al di là dei propri interessi individuali, può produrre un migliora- mento della qualità del corso di studio, del dipartimento e del- l’intero ateneo, è altrettanto evidente che la lenta maturazione di questa ulteriore dimensione dei compiti del docente universita- rio non è riconosciuta nemmeno a livello istituzionale oltre che accademico. È, pertanto, necessario avviare tale percorso di con- vincimento che solo il reale contributo da parte di tutti i docenti, e non solo di quelli di riferimento e di quelli che volontariamen- te assumono ruoli attivi nel processo AVA, possa realmente av- viare il miglioramento della qualità dei percorsi di studio, dei Di- partimenti e dell’Ateneo. Per avviarlo, però, è necessario intro- durre meccanismi di riconoscimento e di incentivazione di que- sto ulteriore lavoro all’interno dei Dipartimenti (es. distribuzio- ne risorse per la ricerca) e degli Atenei (es. regolamenti per pro- gressione di carriera, incentivazione economica, scatti, ecc) ma soprattutto di legittimazione all’interno delle comunità scientifi- co accademiche, nella convinzione che la maturità di uno docen- te ad un ruolo accademico non dovrebbe non tener conto di questa dimensione soprattutto per scongiurare il pericolo reale che nel tempo si estenda ancor di più il fenomeno già abbastanza evidente che siano in pochi ad occuparsi del buon funzionamen- to del sistema accademico.

292 |Studi

Riferimenti bibliografici

ANVUR (2017). Linee guida accreditamento periodico delle sedi e dei

corsi di studio universitari, Roma, Anvur

ANVUR (2017). Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ri-

cerca 2016

ANVUR (2018). Rapporto sullo stato del sistema universitario e della ri- cerca 2017

CUN (2017). Università: le politiche perseguite, le politiche attese. Il dif-

ficile percorso delle autonomie universitarie 2010-2016, Roma,

CUN.

Rebora G. (2013). Nessuno mi può giudicare?: l'università e la valu-

tazione, Milano, Guerini.

Refrigeri L. (2017). L’autovalutazione per il miglioramento dei percor- si di studio universitari. In A. Notti (ed.), La funzione educativa del-

la valutazione. Teorie e pratica della valutazione educativa (pp. 685-

696). Lecce-Brescia: Pensa MultiMedia. Luca Refrigeri

II.17

–––––––––––––––––