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IL SISTEMA DI MODELLI NAZIONALI NORVEGESE 

 

Lo  sviluppo  iniziale  del  modello  nazionale  norvegese,  è  stato  esplicitamente  ispirato  dal  modello nazionale olandese e, per assicurare che le tecniche sviluppate in Olanda sarebbero  state  fruibili  anche  in  Norvegia,  sono  stati  impiegati  gli  stessi  consulenti  per  l’implementazione. Tuttavia, gli obiettivi iniziali del modello norvegese, creato tra il 1988 e il  1990,  erano  molto  più  limitati:  si  occupava  di  supportare  lo  studio  dell’inquinamento  atmosferico globale e pertanto non aveva caratteristiche geografiche. Infatti, l’unico grande  obiettivo  che  ha  portato  alla  creazione  del  modello  nazionale  norvegese,  era  la  previsione  delle emissioni di CO2 e NOX su scala nazionale (Hague Consultino Group e TOI, 1990). È pur  vero che risultava essere altresì di interesse disporre di un dettagliato modello di possesso  ed  uso  dell’autovettura,  per  sostituire  quella  semplice  rappresentazione  della  domanda  di  auto e dei carburanti esistente all'interno dei modelli di economia norvegese (MODAG). Così,  secondo questi obiettivi, non era necessario avere uno strumento che facesse un dettagliato  caricamento (assegnazione) sui rami della rete nazionale. I modelli sono stati progettati per  essere  eseguiti  su  una  giornata  media  della  settimana  lavorativa.  Non  sono  state  fornite  informazioni sulle ore di punta ed ogni viaggio è stato rappresentato come un tour connesso.  La struttura del sistema per la previsione seguiva esattamente l’NNM olandese, privilegiando  l’attenzione sui percorsi e apportando principalmente i seguenti quattro cambiamenti:  ‐ l’aggiunta del trattamento dettagliato dei viaggi di lunga distanza;  ‐ l’omissione dai viaggi di breve distanza degli attributi individuali e specifici delle zone;  ‐ l’omissione delle matrici di base pivoting;  ‐ l’aggiunta di un modello di possesso dell’auto e del suo uso. 

La  prima  tra  le  differenze  riscontrate  nei  due  modelli  nazionali  (norvegese  e  olandese),  presente già nella progettazione iniziale e mantenuta anche nei successivi sviluppi, è stata la  separazione tra la lunga e la breve distanza di traffico, il cui limite è dato dai 100 km (come  avviene anche nelle analisi trasportistiche in Scandinavia). Questa distinzione sta a significare  che i modi di trasporto considerati nei modelli sarebbe potuta diventare più specifica: i modi 

lenti non sono rilevanti negli spostamenti di lungo raggio, mentre non occorre considerare  gli  spostamenti  marittimi  e  aerei  nei  viaggi  di  breve  distanza.  Inoltre,  il  pendolarismo  giornaliero ed i viaggi di istruzione, generalmente, posso essere trascurati nella categoria dei  viaggi di lunga distanza. 

A  causa  della  disponibilità  di  un  modello  locale  per  Åkershus  (l’area  di  Oslo)  e  del  ruolo  rilevante  del  trasporto  pubblico  locale  in  quell’area  rispetto  al  resto  della  Norvegia,  sono  stati utilizzati due set di modelli locali: uno per la suddetta area e un altro per il resto della  Norvegia. 

I  modelli  di  spostamento  sia  di  lunga  che  di  breve  distanza,  la  frequenza  di  viaggio,  le  connessioni tra origini e destinazioni e la scelta modale sono stati supportati dai modelli di  possesso della patente e possesso dell’autovettura per categorie di popolazione. Anche qui,  come per il modello olandese, è stato usato il campionamento prototipale, però utilizzando  un  differente  criterio  di  ottimizzazione.  Per  spostamenti  di  lunga  percorrenza  sono  stati  adoperati  modelli  distinti  con  cinque  scopi  di  viaggio,  mentre  su  brevi  distanze  gli  scopi  di  viaggio passavano a sette. Il modello operava su oltre 454 zone (numero che probabilmente  è cresciuto nelle più recenti versioni) le quali risultavano essere relativamente ampie, come  ci si attenderebbe dalla bassa densità popolativa norvegese. Questa base dati era fondata sul  sondaggio nazionale di viaggio norvegese del 1984‐1985, fatto su 5.800 individui residenti in  Norvegia,  numero  che  si  è  ridotto  a  4.000  dopo  lo  screening.  Ulteriori  informazioni  sono  state raccolte da un sondaggio sul budget; da qui sono state estrapolate stime sui costi fissi e  variabili per auto e per auto‐kilometro. Successivi sviluppi tra il ‘92 e il ’94, aggiornarono il  modello per poter utilizzare i sondaggi nazionali di viaggio del 1991‐1992 anziché quelli del  1984‐1985; così, con un ulteriore lavoro, è stata aggiunta la capacità di previsione del traffico  su specifici rami infrastrutturali. 

Riguardo  alla  necessità  dell’equilibrio  tra  domanda  e  offerta  dei  trasporti,  solo  negli  ultimi  anni  si  stanno  cominciando  a  fare  delle  considerazioni.  La  Norvegia  contiene  approssimativamente 1,5 milioni di famiglie, con destinazioni zonali aggregate suddivise in 7  bande di distanza sulla base di 454 comuni. L’impiego iniziale per la parte analitica, per cui  sono  state  coinvolte  due  differenti  consulenze,  è  risultato  esiguo  rispetto  agli  altri  Paesi,  infatti si aggira intorno ai 0,25 mEuro. 

La validazione era espressa, come nel caso dell’NNM olandese, dalle proprietà statistiche dei  coefficienti  entro  specifici  range,  suggeriti  da  teorie  economiche  o  da  precedenti  studi,  ed  ampliata dal confronto delle principali elasticità con quelle riportate altrove. 

Come  avveniva  anche  nel  modello  nazionale  iniziale,  le  matrici  O/D  non  venivano  validate  ma, solamente, la percorrenza complessiva all’interno di raggruppamenti di viaggiatori. 

La prima osservazione da fare sull’originario lavoro norvegese, è che non sono stati necessari  enormi  budgets  per  sviluppare  quei  modelli  di  simulazione  abbastanza  elaborati  in  quanto  costruiti sulla struttura di base dell’NNM. Infatti, il risparmio, dovuto al fatto che la rete non  era complessa e che non ci sono stati costi di sviluppo, risulta notevole. Il lavoro includeva la  costruzione  e  il  trasferimento  di  software  applicativi,  consentendo  l’esplorazione  di  una  gamma  completa  di  tariffe,  regolazioni  e  controlli  di  velocità  per  venire  in  contro  agli  obiettivi  ambientali  nazionali.  Sono  state  prodotte  previsioni  complete  per  i  tre  anni  successivi  al  2025  e,  queste,  sono  state  giudicate  migliori  in  confronto  all’output  prodotto  dal modello macroeconomico MODAG; in particolare sono in grado di portare il processo alla  comprensione degli effetti causati dai cambiamenti demografici.  

A partire dal 2000, gli sviluppi apportati al sistema, si sono focalizzati solamente sulla ricerca  di modelli sempre più dettagliati in ambito spaziale.