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IL SOGGETTO 3.1 Obiettivi degli esperiment

Nel documento L'autismo e il linguaggio (pagine 54-58)

Nelle pagine che seguono si racconterà di una esperienza sul campo con un ragazzo autistico delle scuole superiori affetto da autismo le cui abilità linguistiche sono deficitarie. Il lavoro svolto è uno studio su un caso singolo ed è una ricerca sia quantitativa che qualitativa.

Come prima cosa, racconteremo del lavoro svolto con l'ausilio della LIS allo scopo di sviluppare il linguaggio funzionale. Essendo questa un'area molto problematica nel ragazzo, si è fatto ricorso alla Lingua dei segni come CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) con l'obiettivo finale di Sviluppare ed ampliare il linguaggio della vita quotidiana.

In seguito illustreremo ed analizzeremo la somministrazione di test di comprensione di due strutture sintattiche: le frasi passive e le frasi relative. La decisione di procedere con la valutazione di queste due strutture sintattiche non è casuale; si è voluto verificare che nonostante il soggetto presenti una produzione scarsa, la comprensione linguistica è presente.

Infine, come ultimo test abbiamo utilizzato la lettura di alcune brevi storie per bambini con relativo test di comprensione. Lo scopo di quest'ultima prova è simile a quello precedente, ossia verificare che una scarsa produzione orale non significa anche una scarsa comprensione linguistica.

3.2 Lo studente

Lo studente testato si chiama F. In questa sede, per motivi di privacy e di tutela del minore, viene solo riportata l'iniziale del nome.

F. ha 16 anni26 e frequenta la prima classe dell'Istituto Tecnico Tecnologico Statale (ITTS)

di San Donà di Piave (Venezia), indirizzo di grafica. La diagnosi è di “Disturbo pervasivo dello sviluppo e ritardo mentale medio-grave” ed è stata emessa all'età di 3 anni presso il centro di riabilitazione “La nostra famiglia”. Nelle ore scolastiche è affiancato sia da un'insegnante di sostegno che da una assistente educativa, seguendo una programmazione differenziata.

Il nucleo familiare è composto da entrambi i genitori, figure per lui molto importanti, da una sorella minore e dai nonni. F. ha svolto le scuole elementari nella vicina cittadina di Ceggia e anche in quel caso è stato affiancato da un'insegnante di sostegno.

Come attività extra scolastiche, va in piscina due volte a settimana e presso un'associazione della sua città per due pomeriggi a settimana svolge due progetti: uno di cucina e uno di manualità.

F. va in bagno autonomamente e si muove con altrettanta facilità in ambienti a lui familiari. È autosufficiente e chiaro nella scelta delle attività che preferisce e anche nel cibo/bevande che predilige. Presenta una buona capacità di attesa, vi sono momenti in cui manifesta la fretta di svolgere un compito specifico magari non pertinente all'attività del momento, ciononostante, se è impegnato in altre attività che deve completare e gli viene detto in modo tranquillo e pacato di aspettare, F. porta a termine il suddetto lavoro senza problemi. F. mostra altresì una buona capacità di riordinare il proprio materiale scolastico, di igiene personale (si lava sempre le mani dopo aver usufruito dei servizi) e di ascolto delle indicazioni/direttive che gli vengono date. Altra caratteristica da segnalare è che F. ama molto camminare, sia in spazi aperti che chiusi, soprattutto per rilassarsi. Quando qualcosa desta il suo interesse lo esprime sia in maniera visivo/gestuale sia a parole (non sempre) e chiede sempre il permesso prima di potersi avvicinare/toccare. Non serve ne alzare la voce ne sgridarlo se commette errori, è sufficiente un tono dolce ma fermo ed F. subito provvede a correggere. Altre attività ludiche che F. ama svolgere sono i puzzle a completamento (tessere medio/grandi) e colorare, mostrando così una buona manualità. Nell'ambito della socializzazione F. non presenta problemi nel relazionarsi sia coi coetanei sia con gli adulti, cerca spontaneamente un rapporto e spesso a scuola esprime il 26Quando abbiamo lavorato assieme F. aveva 16 anni; alla data della redazione della tesi, ne ha compiuti 17.

desiderio di andare in classe con i compagni. Anche quand'è in classe, F. svolge i suoi compiti in completa autonomia e tranquillità, fatta eccezione quando c'è molto rumore/brusio che lo disturbano, in quel caso tende ad alzarsi dal banco ed andare in un angolo della classe dove c'è un po' più di silenzio. Il suo rapporto con gli adulti è altrettanto positivo, ascolta le indicazioni e le direttive portandole a termine senza difficoltà, ama sentirsi utile e si dimostra affettuoso solo con poche persone (accarezza la fronte, annusa i capelli). Quando è molto stanco va portato in un luogo silenzioso dove è libero di camminare e rilassarsi, per esempio in palestra, quando è libera, dove F. sposta il materasso e ci si sdraia sopra.

A livello di apprendimento F. presenta molte stereotipie tipiche dell'autismo, sia motorie (si dondola) che ecolalia. La produzione orale spontanea è scarsa e quando deve comunicare oralmente, lo fa ma in funzione delle sue necessità (andare in bagno, fare il puzzle, andare in classe, far merenda). A livello di produzione scritta F. non scrive spontaneamente, bensì ripassa le parole tratteggiate a penna dall'insegnante. In modo attento, preciso e puntiglioso, F. ripassa in ordine: data, situazione meteorologica del giorno, cognome e nome e cornicetta. Tuttavia, F. mostra una buona capacità di comprensione soprattutto se il testo, purché semplice (frasi nucleari) è supportato da immagini. F. mostra una buona capacità di mantenere l'attenzione e svolgere i compiti che gli vengono assegnati, purché non vi siano distrattori che catturano la sua attenzione; presenta anche una buona capacità di svolgere lo stesso compito seguendo l'ordine che presenta ma al contempo va monitorato dall'adulto affinché non si distragga. F. presenta molte delle caratteristiche tipiche dei soggetti autistici, come il comportamento motorio stereotipato, l'ecolalia e il non guardare diritto negli occhi l'interlocutore. A scuola è abitudinario, sa che c'è una routine che ogni giorno deve affrontare e che porta a termine in completa autonomia. Pur essendo abbastanza fedele alla routine giornaliera, laddove viene presentata un'attività differente o nuova, non mostra particolare “insofferenza” verso questo cambio , semmai può mostrare scarso interesse se questa non è di suo gradimento pur completandola.

3.3 La situazione orale

La diagnosi di F. è di “Disturbo pervasivo dello sviluppo e ritardo medio grave”e l'area più compromessa è quella linguistica. Parlando con i genitori ho scoperto che il linguaggio di F. nel corso degli anni ha subito una regressione fino a diventare “essenziale”.

con frasi nucleari come “il sole è tramontato” e possedeva un buon vocabolario, riconoscendo persino alcune lettere dell'alfabeto e qualche parola in lingua inglese. Una volta avvenuta la diagnosi, nel corso degli anni il linguaggio si è ristretto. Accanto ai pochi vocaboli pronunciati vi sono balbettii, la mancanza di una struttura frasale e l'ecolalia. Sin dal primo incontro. F. ha mostrato un vocabolario minimo, i termini da lui usati erano volti alla richiesta di soddisfacimento dei bisogni primari. La scarsa produzione orale era ed è affiancata da un consolidato supporto gestuale. F. infatti può esprimere delle richieste solamente guardando, prendendo oppure indicando l'oggetto che gli interessa.

A seguire riporto le parole usato con più frequenza al momento dell'inizio del mio intervento:

“ACIO” = ciao

“ICO” = Federico

“PIPILE” = esprime la necessità di andare al bagno

“DOLSE” “POLLO” “GELATO” “PISCINA”

“APO” = sillaba usata per riferirsi al puzzle raffigurante Pinocchio e

Geppetto, il suo preferito

“APA” = acqua

“ASE” = sillaba usata per comunicare la voglia di andare in classe

Nel documento L'autismo e il linguaggio (pagine 54-58)