La decisione di proporre pochi verbi è stata dettata dalla scarsa produzione orale degli stessi da parte di F. Perciò, risultavano una classe difficile da apprendere.
Se ci soffermiamo sulla tipologia di verbi presentati si nota l'assenza degli ausiliari. Ho volutamente deciso di ometterli perché a mio parere, per la situazione attuale della produzione, risultavano di difficile acquisizione. La scelta di concentrarmi su verbi appartenenti alla classe di attività (guardare, andare), di verbi servili (volere) e di comunicazione (dire, fare) e di verbi come 'dare' e 'prendere' che hanno sia funzione deittica che comunicativa è dettata dallo scopo finale che volevo raggiungere, ossia che F. riuscisse ad esprimere i bisogni e le necessità essenziali.
Stabilito ciò, ho analizzato i possibili verbi da presentare e la loro traduzione in LIS e ho scelto i frequenti, il cui segno fosse il più iconico possibile.
La presentazione dei verbi è avvenuta secondo la modalità con la quale è stata presentata la prima parte dell'attività. Tuttavia, non tutti i verbi proposti hanno catturato l'attenzione di F. Infatti, i risultati sono stati scarsi, sia a livello segnato che parlato,fatta eccezione per dare e andare.
Nonostante gli esiti non siano stati dei migliori, ho proseguito nell'insegnamento dei verbi durante lo svolgimento delle attività quotidiane, proponendo il segno in qualsiasi occasione mi si presentasse: durante lo svolgimento degli esercizi, se veniva richiesto di prendere un colore piuttosto che una penna, realizzavo il segno del verbo prendere accompagnandolo con la parola;
quando F. chiedeva di andare in bagno realizzavo la frase in LIS 'tu vai in bagno'; oppure se dovevamo fare gli esercizi allo specchio utilizzavo il segno del verbo 'guardare'; ai distributori automatici, spesso erano proposti sia il verbo 'volere' che 'scegliere'. Allo stesso modo, sono stati presentanti anche i verbi 'dire', 'fare' e 'dare', sempre in contesti o attività quotidiane adatte.
Se guardiamo alla presentazione dei singoli segni, l'unico che è stato ripetuto con più facilità è stato 'andare', illustrazione n. 22, tant'è che l'unica frase prodotta da F. conteneva proprio questo verbo alla forma infinita: 'casa andare'.
Gli altri verbi presentati, sebbene non ripetuti, sono stati compresi da F. come un'azione che doveva compiere e non come una parola da ripetere. Ad esempio, quando ho proposto il verbo 'guardare', illustrazione n. 19, la risposta di F. è stata quella di guardarmi.
5.3 Conclusioni sull'attività con la LIS
Insegnare la Lingua dei segni a un ragazzo affetto da autismo si è rivelato più difficile del previsto, almeno all'inizio. In questa mia esperienza, un fattore decisivo che ha mutato i miei mezzi per raggiungere l'obiettivo è stata la limitata manualità di F. Non nascondo che, in un un primo momento ho pensato che non avrei raggiunto nessun risultato ed ero un po' demoralizzata, ma se avessi abbandonato il progetto avrei commesso un grave errore. La prima cosa che questo lavoro ha richiesto era la pazienza di aspettare. F. ha i suoi tempi per capire e reagire, e così come era una situazione nuova per me lo era ancor di più per lui, che si trovava in relazione con una persona nuova, in una scuola nuova e a svolgere un'attività fin'ora sconosciuta.
Ad oggi, i risultati di quest'approccio alternativo si sono rivelati efficaci. F. ora comunica più spontaneamente le sue esigenze; inoltre, se lavoriamo su altri gruppi semantici di parole,
F. le ripete con maggior facilità e chiarezza e anche a distanza di giorni/settimane le ricorda.
Reputo siano parecchi i fattori che abbiano inciso positivamente nello sviluppo del linguaggio dello studente, uno di questi è stato il tentativo di imparare assieme l'alfabeto. L'insegnamento dell'alfabeto è la prima cosa che viene insegnata a scuola ed è la base sulla quale si fonda la capacità di lettura, che portano all'acquisizione di nuove parole e conseguente arricchimento del vocabolario.
Ritengo che la possibilità di inserire la Lingua dei segni in differenti contesti scolastici e quotidiani nei quali F. si trovasse, abbia facilitato sia il suo avvicinamento alla LIS in funzione della produzione orale. Oggi F. riesce a ripetere i segni con molta più facilità; uno degli ultimi esempi viene dall'insegnamento delle parole: 'grazie', e 'buona giornata'. In particolare, sia il segno per 'grazie' che per 'buon' di buongiorno e buona giornata sono stati compresi e realizzati da F. in modo eccezionale se consideriamo lo stato di partenza. In aggiunta, questi ultimi segni proposti sono stati anche pronunciati spontaneamente dallo stesso F.
All'inizio del capitolo ho chiarito che l'obiettivo iniziale di questo lavoro era stimolare la produzione orale di F., rieducarlo ad esprimere i suoi bisogni sia attraverso la lingua orale che attraverso la Lingua dei segni. A distanza di parecchi mesi i risultati iniziano a rivelarsi più evidenti. Una testimonianza viene dalle parole della mamma, dalle quali emerge che F. a casa parla molto di più, con gran stupore e apprezzamento dei genitori dal momento che erano anni che non lo sentivano comunicare così tanto.
Il lavoro con la LIS è stato un lavoro lungo ed è stato volutamente presentato come un gioco. La sua problematica è importante e ha avuto un enorme peso nella scelta dei metodi da applicare. Un altro elemento che ha giocato un ruolo decisivo è stato il carattere dolce e tranquillo di F. Le prime volte che ho presentato la LIS, la sua reazione era di divertimento ma solo con il tempo ho capito che era un suo modo per esprimere l'imbarazzo, la 'paura' di non essere all'altezza e/o il nervosismo. Da quel momento, prima di iniziare qualsiasi esercizio ho sempre cercato di tranquillizzarlo e gratificarlo, ricordandogli l'enorme impegno messo nelle attività svolte. Oggi F. non ha paura di ripetere i segni da solo e si diverte a farli. La produzione orale ha subito un incremento notevole, tant'è che oggi si sforza di parlare ed ogni volta è sempre un piccolo passo in avanti verso l'autonomia linguistica. In aggiunta a questi miglioramenti, vi è l'emissione di 'protosuoni' che terminano sia in una frase soggetto + verbo sia in una o più parole. Di settimana in settimana si assiste a uno sviluppo linguistico orale che lascia non solo stupita me, ma anche gli insegnanti che con lui lavorano. Possiamo ritenere che
l'insegnamento della Lingua dei segni ha spinto F. e che l'obiettivo iniziale è stato raggiunto oltre ogni aspettativa.
A livello personale questo lavoro è servito anche a rafforzare la sicurezza di F. in se stesso. Oggi F. esegue i compiti con più precisione, si mette in gioco di fronte a nuove sfide ed è più aperto, sia a livello comunicativo che a livello interpersonale.
È stata un'esperienza difficile all'inizio, che ha richiesto pazienza, costanza e fantasia39 ma
i risultati sono stati e continuano ad essere soddisfacenti. Tuttavia, mi ritengo soddisfatta del lavoro svolto e penso di poter testimoniare il ruolo positivo della Lingua dei segni come metodologia di supporto alla lingua orale. Nel caso in oggetto, ci troviamo con un ragazzo autistico la cui diagnosi è di “ritardo mentale medio/grave”, perciò una situazione di partenza non proprio facile. Ad oggi, la produzione orale di F. è nettamente migliorata rispetto a quella iniziale. Si ipotizza che un lavoro continuativo volto alla offerta di stimoli segnati che supportano la lingua orale possa aiutare per lo meno a mantenere il vocabolario “attivo” di F., se non addirittura ampliarlo.
39Fantasia nell'inserire la lingua dei segni nei contesti quotidiani a F. per poterla proporre come un gioco.