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Il sondaggio S8

CAPITOLO II. Tell Baqarat 1 (c arlo l ippoli s)

II.3 L’edificio sul sommo di TB1

II.3.5 Il sondaggio S8

Subito a est delle strutture neobabilonesi sopra de-scritte, un camminamento bitumato corre per oltre 25 metri, con una larghezza di circa 190 cm (Fig. 84, 85). Esso è formato da mattoni cotti piano-convessi con impronte di dita o mani piuttosto disordinate, disposti di piatto e con dimensioni di 23-25x14-16x4 cm (Fig. 86). Uno strato di bitume spesso fino a 4 cm ricopre il mattonato. A sud, oltre la linea di facciata del tempio, la strada doveva congiungersi con il cor-po scalare di accesso dalla piazza sud (scala interna) che, in effetti, terminava poco dinnanzi all’edificio con un pianerottolo bitumato.

verso nord, invece, la via bitumata si conservava fino a un gradino composto da blocchi di pietra bianca gessosa rivestiti di bitume e largo 190 cm circa (ossia l’intera larghezza della via). Poco oltre cominciava una canaletta, conservata per 4,50 m, in mattoni cotti e bitume, originariamente coperta e connessa eviden-temente al drenaggio delle acque del settore.

Ancora più a nord, per quanto la strada mattonata non sia più visibile, tracce sparse di bitume e fram-menti di mattoni sembrano indicare una sua continua-zione fino al recinto del complesso settentrionale.

I materiali e la tecnica nei quali è costruita la via bitumata sembrerebbero riportare alle fasi più antiche attestate sul tell. Il gradino all’estremità nord della via è eseguito con blocchi della stessa pietra gessosa, ap-parentemente utilizzata per il rivestimento della base dei muri perimetrali del massiccio settentrionale (v.

oltre); ricordiamo che frammenti di questa pietra (o il rivestimento in gesso da essa ricavato) sono stati ritrovati, nella piazza sud, anche sui gradini della rampa meridionale di scale. Tra i materiali rinvenu-ti durante lo scavo iracheno si menzionano sigilli a cilindro o a stampo che riportano ad un orizzonte cronologico di III millennio. Ad un periodo legger-mente più antico (inizio III millennio) sembrerebbe

invece riportare un sigillo a stampo (Fig. 87) rinve-nuto durante i lavori di pulitura della strada prima della scansione laser dell’area.

Tuttavia, i mattoni cotti che si osservano nel trat-to meridionale di questrat-to camminamentrat-to bitumatrat-to sono di tipo diverso rispetto a quelli osservati per le fasi di terzo millennio nell’area meridionale (quelli piano-convessi a singola impronta centrale e quelli più appiattiti a digitature longitudinali e parallele): in questo caso i mattoni hanno impronte più disordinate sull’intera faccia superiore (fig. 86) oltre che un im-pasto più tendente al beige8, ma il loro formato può essere ricondotto al tipo piano-convesso.

Se una parte dei materiali sembra riportare la co-struzione di questo dispositivo ad una fase antica, si deve osservare che esso sembra inserirsi perfet-tamente nell’impianto del complesso neobabilonese attraversandolo e dividendolo in due settori (quello orientale, come si è visto, oramai del tutto eroso).

Inoltre, lungo il segmento meridionale della strada si aprono tre piccole cavità, ad una distanza di circa tre metri una dall’altra, bordate da quattro mattoni cotti (o meglio due mattoni interi e due mezzi mattoni) disposti in verticale. Al di sopra di essi, un mattone collocato di piatto serviva da coperchio. Si tratta di veri e propri tombini per lo scarico e il drenaggio delle acque meteoriche. I mattoni cotti di cui sono

Fig. 83 - TB1, sommo della collina e settore a nord dell’edificio neobabilonese, da nord.

composti questi dispositivi hanno il formato quadrato tipico neobabilonese (31-33 cm di lato e 6-7 cm di spessore). Pare ovviamente inverosimile che il cam-minamento potesse essere in condizioni ottimali dopo oltre millecinquecento anni, soprattutto se si conside-ra la forte erosione delle strutture in questo settore;

potremmo forse ipotizzare che la via bitumata sia stata ripristinata durante l’intervento edilizio neoba-bilonese (che vide anche l’inserimento dei drenaggi), riutilizzando i mattoni di una struttura preesistente.

In ogni caso, pur ammettendo che l’impianto di questo camminamento sia stato ripristinato o comple-tamente rifatto in epoca neobabilonese, la presenza dei corpi scalari in asse, la presenza in questo set-tore di strutture di III millennio (tagliate e asportate dall’edificio più tardo), nonché la presenza al suo limite nord del complesso settentrionale fanno sup-porre che già nelle fasi più antiche esso costituisse l’asse centrale attorno al quale si organizzava l’im-pianto del complesso sacro di TB1.

8 Non disponendo di dati stratigrafici o di scavo specifici è al momento difficile intendere se questa diversità nei formati rispecchi o meno un intervento edilizio di periodo diverso ri-spetto alle strutture dell’area meridionale.

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edificio sul sommo di tb1

Fig. 85 - TB1, camminamento in mattoni cotti e bitume, da sud.

Fig. 84 - TB1, sommo della collina e settore a est dell’edificio neobabilonese, da est.

Il livello della strada doveva essere grosso modo quello dei pavimenti delle strutture che si trovavano subito a est. Di questi dispositivi non rimane quasi nulla, se non il già ricordato muro di facciata sud dell’edificio neobabilonese ancora conservato per due-tre filari di fondazione e appena visibile per 7-8 metri. L’immagine aerea sembra suggerire la presenza di strutture anche a nord di questo muro (Fig. 67).

A tal proposito, il sondaggio S8 (circa 10x7 m), aperto nel 2017 proprio per verificare l’eventuale esi-stenza di murature anche solo a livello di fondazione, non è stato risolutivo (Fig. 88). A nord del muro di facciata dell’edificio neobabilonese (tratto orientale), l’esistenza di mattoni crudi più antichi, piano-conves-si (le loro dimenpiano-conves-sioni sono approspiano-conves-simativamente di 24-26x14-16 cm; qt. 11,02 m slm), è accertata presso l’angolo nord-ovest (laddove compaiono anche esigui frammenti di bitume e mattone cotto con digitature longitudinali verosimilmente provenienti dalla strada che corre poco distante), sul suo lato occidentale e presso l’angolo nord-est del sondaggio (a qt. 10,51 m slm). Si tratta comunque di mattoni appena visibili, resti del filare inferiore di fondazione, che non per-mettono di disegnare allineamenti chiari. Altri matto-ni dello stesso tipo si trovano sparsi qua e là, anche all’interno del durissimo strato che si incontra subito al di sotto del top-soil e che potrebbe già costituire il sommo dell’ampia terrazza livellata prima della costruzione degli edifici.

La stratigrafia dell’area è molto semplice, con uno strato superiore (uS1) di consistenza irregolare, a tratti morbido e a tratti più compatto, forse in parte già asportato o alterato durante le campagne di scavo iracheno che si sono concentrate sull’area limitrofa.

uS 1 conserva tracce, a sud e a nord, di bitume e mattoni cotti, forse ciò che rimane di piattaforme o vasche a lato della strada bitumata. Lo strato inferiore (uS2) si è formato per il ristagno e passaggio

dell’ac-qua ed è composto da terreno duro (circa 15 cm di spessore) che si stacca a scaglie e privo di materiali.

Al di sotto di questo, e dei mattoni crudi sopra ricor-dati che, qua e là, si vedono allineati all’interno del saggio (uS3), un sondaggio di profondità, sceso per altri 50 cm rispetto al livello degli strati precedenti, ha rivelato la presenza di uno strato molto duro e com-patto (US4) che ricorda quelli emersi anche in altri sondaggi (S2, S6, S9) e che potrebbe corrispondere al livello di regolarizzazione e terrazzamento dell’area sulla quale sorgeva il complesso.

Possiamo pertanto concludere che a est della strada bitumata si ergevano altre strutture, forse una ulte-riore ala di un complesso che in origine occupava un’area maggiore di quanto oggi appaia e che oggi è andata completamente perduta a causa della forte erosione di questo settore.

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