• Non ci sono risultati.

Impatto sociale

Nel documento COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA (pagine 20-26)

2. L’impatto sociale ed economico degli infortuni sul lavoro e

2.6. Impatto sociale

Sicuramente molto significativo è anche l’impatto sociale, ancorché difficilmente quantificabile, che riguarda i risvolti degli infortuni e delle malattie sul lavoro sulla qualità della vita(4).

Inoltre le variabili esaminate possono anche trovare una « quantifica-zione economica » ed essere utilizzate nella valutaquantifica-zione degli impatti economici, prevalentemente nei costi intangibili.

Secondo Dorman (2012) i « costi sociali » devono essere intesi come la somma di tutti i costi collegati all’infortunio e alla malattia del lavoratore e possono essere espressi in termini di impatto sull’abilità della persona colpita da infortunio nel perseguire le sue principali attività sociali, incluso il lavoro, la cura dei membri della famiglia.

Le conseguenze sociali riguardano in modo diretto il lavoratore infortunato, ma l’impatto si estende anche ai membri della famiglia, ai colleghi di lavoro, alle compagnie di assicurazione.

Interessante a riguardo la rappresentazione grafica di Dembe (2001) che ha cercato di stimare le ripercussioni degli incidenti o delle malattie professionali sulla società, assumendo che abbiano anche un impatto sull’intera rete di relazioni del lavoratore: familiari, colleghi, fornitori di cure mediche, assicurazioni e una miriade di altri individui e gruppi.

Figura 1 – Fonte Dembe 2001

(4) Per ulteriori approfondimenti: D. Keller, Quantifying Social Consequences of Occupa-tional Injuries and Illnesses: State of the Art and research agenda, in American Journal of Industrial Medicine, 2001, vol. 40, 438-451

Lo stesso Dembe (2001) propone anche una tabella volta a schema-tizzare l’impatto sociale in base a chi è interessato, come sono influenzati, dove si verifica l’effetto e il tipo di effetto. Si può vedere come l’impatto sociale si estenda alla famiglia dell’infortunato, agli amici e ai colleghi del lavoratore (colonna 1) e in base al ruolo sociale esercitato (ruolo domestico, professionale svago, tempo libero, civile, politico, religioso, economico, educativo, professionale, biologico e culturale, presenti nella colonna 2).

L’influenza di un infortunio sul lavoro può estendersi a diversi contesti, tra cui case, luoghi di lavoro, cliniche mediche e istituzioni comunitarie, chiese, scuole, negozi, imprese, tribunali, le carceri (colonna 3). Sono possibili molteplici impatti, inclusi effetti professionali, psicologici, com-portamentali, sociali, economici e funzionali (colonna 4).

34 Figura 2 - Fonte Dember (2001)

Ad esempio, una conseguenza di un infortunio sul lavoro potrebbe comportare l'incapacità del figlio di un lavoratore (colonna 1) di impegnarsi in attività ricreative (Colonna 2) a scuola (Colonna 3) a

Figura 2 – Fonte Dember (2001)

Ad esempio, una conseguenza di un infortunio sul lavoro potrebbe comportare l’incapacità del figlio di un lavoratore (colonna 1) di impegnarsi in attività ricreative (Colonna 2) a scuola (Colonna 3) a causa della diminuzione del reddito familiare derivante dalla riduzione del salario del lavoratore infortunato (Colonna 4).

Il progetto EU-OSHA « Costi e benefici della sicurezza e salute sul lavoro »

I principali e più recenti studi sul tema fanno riferimento al progetto

« Costi e benefici della sicurezza e salute sul lavoro » realizzato dall’A-genzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro EU-OSHA(5) con l’obiettivo di sviluppare un modello per la determinazione degli impatti economici che aiuti ad effettuare stime affidabili dei costi (anno di riferimento 2015).

Gli approfondimenti realizzati da questo progetto (Tompa, et al., 2019) hanno previsto un approccio in diverse fasi: in primis è stata stimata la dispo-nibilità e la qualità delle fonti di dati nazionali e internazionali necessari per lo sviluppo della stima dei costi a livello europeo e si è concluso che in molti paesi le fonti di dati disponibili erano insufficienti per una stima affidabile dell’onere economico degli infortuni e delle malattie professionali.

Il progetto quindi analizza e compara dati e stime di 5 Paesi(6) (EU OSHA (European Agency for Safety and Health at Work), 2017), secondo i seguenti criteri:

la disponibilità e qualità dei dati;

la copertura geografica;

il tipo principale di industria (servizi, industria, agricoltura);

il sistema assicurativo (sanitario, previdenziale).

Per arrivare ad un modello di valutazione degli impatti lo studio si concentra innanzitutto sulla stima dei dati epidemiologici di partenza. Come si vede dalla tabella sottostante i dati per l’Italia risultano significativamente sovrastimati rispetto alle statistiche ufficiali e addirittura presentano la maggiore incidenza per 100.000 occupati in tutte le serie sia per gli infortuni che per le malattie, fatali e non fatali(7).

Figura 3 – da Tompa et al. 2021 (anno di riferimento 2015)

Vengono considerate le 3 categorie di costo: costi diretti, costi indiretti e costi intangibili e delle sotto-componenti chiave che sono state stimate separatamente.

– Costi diretti:

(5) Per maggiori informazioni https://osha.europa.eu/it/themes/good-osh-is-good-for-business

(6) Finlandia, Germania, Olanda, Italia e Polonia

(7) Con questo s’intendono i casi in cui si perde più di un giorno lavorativo

1) Costi sanitari formali pagati dal settore pubblico/dall’assicuratore;

2) spese generali / di amministrazione del settore pubblico/ dell’assi-curatore

3) tempo impiegato di caregiving informale da parte della famiglia e della comunità;

4) spese vive dei lavoratori per prodotti e servizi sanitari, compresi i costi delle risorse associati alla ricerca di cure.

– Costi indiretti:

1) perdite di produzione sul mercato dovute all’assenteismo e alla ridotta capacità lavorativa associata a un danno permanente;

2) buste paga/indennità accessorie associate a salari e stipendi;

3) costi di adeguamento del datore di lavoro,

4) costi di amministrazione assicurativa associati all’assicurazione invalidità/indennità dei lavoratori;

5) perdite di produzione domestica;

6) presenteismo associato all’attività lavorativa retribuita.

Costi intangibili: sono stati stimati i costi relativi alla qualità della vita utilizzando gli indici sintetici QALY e DALY.

L’analisi ha quindi previsto l’articolazione dei costi per lavoratore / famiglia e comunità di appartenenza, per il datore di lavoro e per il Sistema / settore pubblico; l’impatto sulla società viene considerato come la somma di tutti i costi prima evidenziati.

Note: aconsiste nella percentuale di costi sostenuti per la salute dagli stakeholders. bconsiste nella percentuale di guadagni persi dagli stakeholders.

Figura 4 – da Tompa et al. 2017

Dal punto di vista metodologico nello studio vengono applicati i due approcci bottom-up e top-down, confrontandone anche i diversi risultati (Tompa, et al., 2019). Viene costruito un modello bottom-up, tenendo conto dei costi diretti, indiretti e intangibili (impatto sulla vita e sulla salute), e viene costruito anche un modello top-down, basato sul valore monetario del DALY.

Confrontando gli esiti dei due approcci, è importante notare che essi non valutano fenomeni identici: benché vengano entrambi utilizzati per fornire una stima dell’impatto economico degli infortuni e delle malattie professionali, le componenti di questi modelli sono molto diversi. Il modello bottom-up fornisce informazioni più dettagliate per i responsabili delle politiche, tra cui ad esempio i costi diretti, indiretti e immateriali, nonché i costi per soggetto interessato. Tuttavia, il modello top-down che sostanzialmente monetizza il valore di un anno di vita (sano) perso, include il valore intrinseco della vita umana che, secondo la teoria economica del benessere, va ben oltre la semplice contabilizzazione della produzione persa; ha inoltre due vantaggi: richiede un tempo di gran lunga inferiore per essere sviluppato e i confronti tra paesi e regioni sono più facili, dal momento che si possono utilizzare fonti armonizzate a livello internazio-nale.

La tabella sottostante rappresenta la stima dell’impatto economico per ciascun paese, stratificato per costi diretti, indiretti e intangibili. I costi indiretti sono la categoria di costo maggiore per tutte i paesi (ad eccezione della Polonia) mentre i costi intangibili sono la seconda categoria in ordine di grandezza.

È evidente che la stima dei casi epidemiologici di partenza incide significativamente anche sulla stima degli impatti economici. I costi per caso per l’Italia ammontano a 54.964 euro. L’incidenza stimata dei costi totali sul PIL è significativamente superiore ai dati europei conosciuti, e vede la percentuale più alta per la Polonia (10,2%), mentre per l’Italia raggiunge il 6,3%.

I costi per persona occupata (cioè il costo per ogni dipendente nella forza lavoro), ammontano a 4.667€ per l’Italia.

Peraltro neanche i ricercatori riescono completamente a spiegare i dati relativi al nostro Paese, attribuendo le motivazioni anche ad alcuni limiti intrinsechi dello studio di seguito illustrati.

Figura 5 – da Tompa et al. 2021 e Tompa et al. 2019

I costi totali più elevati da sostenere sono quelli a carico del lavoratore (ammontano al 67% in Italia) e, successivamente, dei datori di lavoro (20%). I costi più bassi vengono sostenuti dalla società / settore pubblico, con il 13%.

Nel documento COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA (pagine 20-26)