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Gli impianti sportivi Il rapporto tra lo stato e lo sport

CAPITOLO 2-IL SERVIZIO SPORTIVO

2.2 Fattori sul quale valutare la qualità del servizio sportivo Il servizio sportivo ha delle caratteristiche, che lo differenziano dagli altr

2.2.2 Gli impianti sportivi Il rapporto tra lo stato e lo sport

L’attività e la pratica sportiva, sia a livello competitivo sia a livello di pura partecipazione, sono da considerare essenziali per la crescita civile degli individui, oltre che per il loro sviluppo armonico e psicofisico. Lo sport va perciò concepito come un diritto primario che le istituzioni devono garantire: “un diritto per i cittadini, un dovere per le istituzioni”. Ciò è possibile se esistono le condizioni che permettono di attuare questi principi e cioè le attrezzature e gli impianti sportivi equamente e razionalmente realizzati e distribuiti.

La problematica degli impianti sportivi ha messo in luce gravi ritardi. In questo senso gli enti locali, i Comuni e le Province devono sostenere il volontariato e il libero associazionismo, impegnandosi in una programmazione e

razionalizzazione dell’attività e dell’impiantistica sportiva che facciano fronte alla crescente domanda di sport per una concreta pratica di massa. Gli interventi devono prevedere la predisposizione di piani provinciali degli impianti sportivi con investimenti e progetti rapportati ad un piano rigoroso di riutilizzo e di

38 Ascani Franco, Sport Management.Il manuale per i dirigenti, l‘organizzatore, il tecnico, il gestore della società

sviluppo, ma che soprattutto che indichi soluzioni al problema più grande, quello della gestione.

Per ragionare concretamente di spazi, di impianti e di disponibilità di strutture, ne necessita la precisa conoscenza attraverso il continuo aggiornamento di un catasto dell’impiantistica pubblica e privata, affinché possano emergere i più importanti criteri di valutazione: molti impianti infatti sono sopravvalutati, altri sottovalutati, con conseguenti riflessi sui costi di gestione. Occorre, quindi, individuare i fabbisogni di ogni area e proporre ipotesi concrete per il prossimo futuro.

Un certo input al miglioramento della situazione è stato dato:

• Innanzitutto la possibilità di iscrivere a bilancio le spese per lo sport degli enti locali, con conseguente forte protagonismo positivo dei Comuni; • Leggi regionali di finanziamento dell’impiantistica;

• Crescita dei mutui erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo;

• Maggiore attenzione da parte dei costruttori, che vi hanno trovato un interessante canale di profitto.

Ma non è sufficiente, restano aperte non semplici questioni: l’utilizzo degli impianti scolastici, di quelli delle Forze Armate, dei Cus e dei Cral aziendali; l’utilizzo degli impianti pubblici da parte delle scolaresche, per diminuire l’attuale grave fenomeno del frequente sottoutilizzo. La gestione è vincolata da voci sempre più costose (personale, riscaldamento, servizi), ma c’è la novità dell’intervento e della cooperazione e la tendenza ad indirizzarsi verso strutture polivalenti.

Certo i mutamenti delle varie componenti che costituiscono il “sistema

sportivo” creano nuovi problemi agli amministratori interessati alla gestione di tali componenti, e questi problemi sono indubbiamente accentuati dalla

• La mancanza generalizzata di programmazione ai vari livelli, con delega unilaterale ai Comuni di pianificazione operativa;

• La carenza di chiari standard di riferimento e dimensionamento, con difficoltà di determinazione delle caratteristiche tipiche e conseguenti realizzazioni inadeguate per dimensioni e servizi resi;

• Insufficiente correlazione operativa tra le componenti interessate (amministratori, progettisti, gestori);

• La scarsa conoscenza dei problemi di tipo gestionale con gravami conseguenti sui bilanci degli enti locali;

• La mancanza di una cultura sportiva da sostenere fin dalla scuola dell’obbligo quale supporto di crescita e conoscenza per i giovani.

Il censimento degli impianti sportivi39 è un documento che, dopo 12 mesi di

rilevazione (oltre 1.000 comuni analizzati, più di 11.500 impianti censiti), permette

• la condivisione di un unico database e di un’unica metodologia di rilevazione;

• il perfezionamento dei criteri di analisi e classificazione; • l’informatizzazione degli strumenti di caricamento; • monitoraggio dei dati sono alcuni degli elementi.

Questi sono i caratteri che contraddistinguono il nuovo Censimento, creato affinché si possa innescare un meccanismo di continuo aggiornamento e che dalla semplice “fotografia statica” del momento si crei un vero e proprio “catasto dinamico” degli impianti sportivi.

Tale progetto è stato realizzato coinvolgendo quattro regioni pilota: Friuli Venezia Giulia, Toscana, Molise e Calabria.

39 Coni Servizi; CENSIMENTO E MONITORAGGIO DEGLI IMPIANTI SPORTIVI SUL TERRITORIO, PROGETTO PILOTA 2015, LE 4 REGIONI A CONFRONTO.

I risultati comparati per le quattro regioni sono facilmente visibili dalla figura n°2, in cui vengono indicati il numero di impianti della regione ed il numero di impianti ogni mille abitanti. Per impianti sportivi si intende, Insieme costituito da uno o più spazi di attività dello stesso tipo o di tipo diverso, con annessi servizi (spogliatoi, docce, servizi igienici) e spazi accessori.

Figura n°2- Numero di impianti sportivi ogni 1000 abitanti in Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise e Toscana.

Per quanto riguarda gli spazi di attività (che possono essere definiti come: “Lo

spazio conformato per la pratica di una sola attività sportiva, spazio esclusivo o monovalente, o più attività sportive, spazio condiviso o polivalente”) la

situazione è facilmente visibile dalla figura n°2.1, dove la Toscana spicca per numero di spazi di attività, posizionandosi dietro al Friuli Venezia Giulia per numero di spazi di attività ogni mille abitanti.

Figura n°2.1- Spazi di attività ogni 1000 abitanti in Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise e Toscana.

Un ulteriore elemento che viene considerato dal censimento, è l’età degli

impianti sportivi delle regioni oggetto di analisi (figura n°2.2), come è possibile vedere in tutte la costruzione degli impianti ha subito un notevole incremento a partire dagli anni 70, in alcuni casi in maniera più accentuata (Friuli Venezia Giulia, Toscana e Molise) in altri in maniera più attenuata (Calabria), ma in tutti i casi in seguito alla crescita verificatasi è poi seguita un attenuazione degli investimenti durante gli anni 90, per poi avere di nuovo una crescita dopo il 2000, ma comunque sia sempre al di sotto dei livelli precedentemente raggiunti

(ad eccezione della Calabria che dopo il 2000 ha incrementato notevolmente la costruzione di impianti sportivi).

Figura n°2.2- Età degli impianti in Calabria, Friuli Venezia Giulia, Molise e Toscana.

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