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L'importanza dell'interpretazione come possibile integrazione dei due approcci.

4. Dal reale al virtuale

4.1. L'importanza dell'interpretazione come possibile integrazione dei due approcci.

Gli approcci individuati e da me esaminati nel capitolo precedente, pur originati da due concezioni del sapere profondamente opposte, come ho evidenziato, presentano effettivamente confini non propriamente marcati nell’applicazione pratica. Ai fini della mia ricerca, di tipo museologico, diviene invece, strategico e necessario mettere in luce i tratti simili, soprattutto per ciò che concerne gli obiettivi che possono interessare il museo come luogo di conoscenza del patrimonio e di trasmissione della cultura di un territorio, ricchezze di cui appropriarsi.

La comparazione dei due approcci, realizzata in precedenza, restituisce, a mio parere, una situazione nella quale appare evidente che i significati di un’opera d’arte inserita in un contesto museale debbono essere resi evidenti e comprensibili per qualsiasi tipologia di pubblico.

Un approccio semiologico intenderà questa operazione di codifica come necessaria affinché il significato dell’opera correttamente compreso dai visitatori, determini il successo del processo di comunicazione.

Un approccio sociologico intenderà invece inserire i significati espressi dall’autore e dall’opera, all’interno di un circuito comunicativo dinamico e circolare che preveda una significazione da parte del visitatore tramite il proprio schema cognitivo e le proprie conoscenze pregresse.

Qualunque sia il fine ultimo di utilizzo del significato dell’opera e come essa venga elaborata secondo un modello comunicativo, appare evidente che essa debba essere necessariamente interpretata.

Ecco perché, come affermato nel precedente capitolo, l’interpretazione si configura come l’operazione cardinedella missione del museo.

Secondo un approccio semiologico, questa determina il successo della comunicazione e ne verifica l’effettiva riuscita. Secondo un approccio sociologico, pur interpretando ciascun visitatore secondo i propri schemi cognitivi i contenuti veicolati dal museo, laddove non sia chiaro ciò che si sta interpretando, la comunicazione verrà interrotta. Francesco Antinucci codifica il processo di interpretazione come successivo processo di lettura, quindi all’individuazione dei tratti pertinenti e del rapporto dell’opera con il proprio contesto originario. L'interpretazione avviene secondo una decodificazione

dell’opera che procede assegnando un significato a ciò che è stato letto e percepito correttamente. Ecco perché sarà indispensabile, come teorizza Antinucci, che l’opera possa «parlare» all’interno di un allestimento, o meglio, un riallestimento del museo che possa fornire codici e contesto originario.

D'altro canto, gli studiosi di impronta sociologica pongono l’accento sulle strategie di interpretazione nella costruzione del significato: come si delinea un processo in cui vengono chiariti significati confusi che considerino anche i desideri, le emozioni degli individui. La costruzione di significato, sulla scorta del pensiero di Gadamer249, avviene tra l’oggetto e il contesto culturale di riferimento e tra le conoscenze pregresse del visitatore e il presente, contemporaneamente. Realizzando, così, un processo comunicativo circolare e dialogico.

L’opera d’arte, afferma Bordieu, può infatti rivelare significati a diversi livelli a seconda del processo di significazione che viene applicato250.

Lo studioso si soffermerà infatti, nel saggio citato251, sull’importanza dell’interpretazione iconografica: i dati formali, le tecniche, le qualità espressive assumono un pieno significato solo se il visitatore possiede familiarità con temi specifici o concetti derivati da conoscenze specifiche. Il visitatore, infatti, inserisce ciò che apprende all’interno di un quadro cognitivo di riferimento, necessario per la comprensione e l'interpretazione252.

Il termine «interpretazione» è poi utilizzato, come afferma Hooper Greenhill253, dal punto di vista filosofico per indicare il processo con cui gli individui conferiscono senso alle cose. Si tratta, dunque, di un processo basato sull’attività mentale di chi osserva. Ma in ambito museale, afferma la studiosa, il termine è utilizzato in tutt’altra maniera e non è chiara la sua definizione. Viene utilizzato, infatti, con il significato di «dare un’interpretazione per qualcun altro»; l’interpretazione delle esposizioni è la modalità con cui ai visitatori è data la possibilità di capire il progetto che sottende all’esposizione. In ambito filosofico, chi compie un’interpretazione, lo fa per sé, mentre in ambito museale, afferma Hooper Greenhill, si distingue chi subisce il processo e chi invece lo attua, richiamando in questo modo, la critica mossa dagli studiosi di carattere

249 Cfr. HANS - GEORG GADAMER, The historicity of understanding, in Cit., pp. 117 -133. 250 P. BORDIEU, Outline of a sociological theory of art perception in Cit.

251

Ibidem.

252 Cfr. C. PERIN, Il circuito comunicativo: musei come esperienze, in Cit.

sociologico al processo univoco di trasmissione della comunicazione. E’ necessario, a mio parere, che il processo di comunicazione si configuri, come una costruzione di significato. Il senso di un’opera deve essere, comunque, compreso nei suoi aspetti formali, nel suo contesto originario e, successivamente, seguendo un approccio sociologico, reinterpretato.

Il patrimonio del museo, custodisce in qualche modo un messaggio inespresso che può essere portato alla luce attraverso un’attività di interpretazione in relazione alle collezioni del museo.

Il visitatore si trova, pertanto, investito da una molteplicità di segnali e proverà a decodificarli utilizzando non solo gli strumenti e le conoscenze che possiede, ma anche ricorrendo agli strumenti resi disponibili dal museo stesso254.

Uno degli obiettivi dell’attività dei musei è, ribadisco alla stregua di quanto teorizzato da Francesca Mancini255, la facilitazione della comprensione dei visitatori mediante un’interpretazione dei patrimoni specifici: per questo risulta necessario che vengano progettati sistemi efficaci per permettere la contestualizzazione degli oggetti museali all’interno dell’esposizione.

L’interpretazione delle collezioni, afferma Mancini256

, prevede un sostanziale cambiamento nella funzione delle istituzioni museali e del patrimonio culturale. Questo diviene un elemento significativo, anche a mio parere, soprattutto se tale funzione viene pensata all’interno del contesto sociale contemporaneo; i musei si configurerebbero realmente come luoghi di conoscenza effettiva per ciascuna tipologia di pubblico. Ritengo che il processo di interpretazione possa essere coadiuvato dall’utilizzo efficace del sito web. Per questo è necessario coglierne a pieno le potenzialità, finalizzandole ai criteri di interpretazione, affinché l’utenza possa essere realmente in possesso di elementi utili per la comprensione257 .

Entrambi gli approcci della comunicazione, come già argomentato nel capitolo precedente, possono essere applicati in ambito di comunicazione digitale. Diviene allora indispensabile ribadire, secondo quanto già affermato da Francesca Mancini e da

254 Cfr. L. SOLIMA, Comunicare il museo. Tra teoria e pratica, in Cit.

255 Cfr. FRANCESCA MANCINI, Usability of virtual museums and the diffusion of cultural heritage,

Universitat Oberta de Catalunya, Working Paper Series WP08 - 04, 2008 http://www.uoc.edu/in3/dt/eng/wp08004_mancini.html.

256 Ibidem. 257 Ibidem.

Ludovico Solima, che ciò che viene offerto dal museo come strumento di supporto al proprio pubblico debba essere finalizzato all’interpretazione di ciò che è esposto. Allo stesso modo, la progettazione di qualsiasi tipologia di strategia digitale, ritengo debba essere finalizzata all’interpretazione.

L’approccio alla comunicazione può seguire una delle due metodologie individuate, ma l’interpretazione, inteso come processo di significazione dev’essere un obiettivo da perseguire in ogni caso.

Reputo che la progettazione di un sito non possa allora riguardare semplicemente la riproducibilità del segno, offrendo una replica digitale dell’originale, o offrire informazioni essenziali riguardo un’opera o riprodurre parti di un catalogo specialistico cartaceo. E’ necessario fornire al pubblico virtuale strumenti efficaci che possano permettergli una ricostruzione efficace del significato dell’opera. Soltanto in questa maniera, il rischio di un’interruzione della comunicazione da parte dell’utenza verrà scongiurato e si potrà innescare realmente un processo di conoscenza.