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Imprese agricole attive e iscritte < 35 anni nel 2016

I giovani agricoltori varesini

I giovani62 agricoltori varesini rappresentano il 18% delle aziende agricole provinciali censite nel 2010 dall’ISTAT, una percentuale rilevante se si guarda all’incidenza regionale (15%) e nazionale (10%), ma anche europea (6% Ue-15, 8% Ue-27). Confrontando il contesto locale con

62 La definizione di ‘giovane’ non è univoca: nelle politiche agricole comunitarie, che disciplinano l’accesso a misure di sostegno e finanziamenti specifici, sono considerati giovani gli agricoltori con età inferiore ai 40 anni, mentre, come visto poco sopra, per l’anagrafe delle imprese sono considerati giovani gli imprenditori con meno di 35 anni. Nel presente lavoro, se non diversamente specificato, si considerano ‘giovani’ gli agricoltori di età inferiore a 40 anni, in coerenza con le politiche in atto nel settore agricolo. 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 0 100 200 300 400 500 600 700 800

Bergamo Brescia Como Cremona Lecco Lodi Mantova Milano Monza Pavia Sondrio Varese Attive < 35 anni Iscritte < 35 anni

% attive < 35 anni % iscritte < 35 anni

i caratteri quanti-qualitativi emersi da differenti indagini effettuate sui giovani agricoltori e sulla nuova imprenditoria agricola (Cersosimo, 2013; Cagliero & Novelli, 2012; Ascione, Tarangioli, & Zanetti, 2014) è possibile evidenziarne alcune peculiarità, a partire dalle caratteristiche strutturali delle aziende con a capo giovani agricoltori: mentre guardando a scala nazionale i giovani agricoltori sono relativamente più presenti nelle aziende più grandi (nuova imprenditoria), nel contesto varesino la dimensione (in termini di superfici condotte) delle aziende con imprenditori inferiori ai 40 anni sono più basse di quelle degli imprenditori ‘maturi’ (tra i 40 e i 54 anni), pur garantendo comunque una produzione standard maggiore. Quindi, mentre a livello nazionale viene valutato che “le maggiori dimensioni d’azienda, che consentono più facilmente di estrarre un reddito comparabile con quello ottenibile in altri settori e necessitano di capacità gestionali relativamente più complesse, sono con più frequenza appannaggio dei giovani” (Cersosimo, I giovani agricoltori italiani oggi. Consistenza, evoluzione, politiche, 2013), pare evidente che nel contesto varesino il maggiore reddito delle imprese giovani derivi da una diversa organizzazione dell’attività aziendale e dalla sua ‘intensificazione’ piuttosto che dalla scala63

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La minore dimensione aziendale è anche determinata da una maggiore incidenza di imprese giovani di nuova formazione rispetto al subentro di giovani nella gestione di aziende familiari. Questo evidenzia e conferma una delle principali criticità della giovane (e più in generale della nuova) imprenditoria, ovvero l’accesso alla terra, principale fattore produttivo dell’azienda, soprattutto nel contesto varesino dove la disponibilità di terreni agricoli è molto scarsa e frammentata, per questo spesso è decisiva la possibilità di far riferimento alla terra di famiglia, anche nel caso di primo insediamento.

Guardando al profilo settoriale si può invece notare come l’incidenza di giovani agricoltori sia relativamente bassa nel settore di maggiore specializzazione del contesto (allevamento bovino - orientamento latte) ed interessi invece settori di recente crescita, quali l’allevamento caprino / altri erbivori, o aziende ‘miste’ senza un orientamento tecnico-economico specifico, ciò ad evidenziare il carattere innovativo dell’impresa giovane rispetto al sistema agricolo maturo. È interessante però valutare il fenomeno non solo sotto un profilo quantitativo, come diversi studi hanno rilevato, le imprese ‘giovani’ apportano nel settore agricolo un importante contributo, investendo in particolare sulla diversificazione dell’attività che garantisce maggiori rendimenti (Ascione, Tarangioli, & Zanetti, 2014) ed in generale sulle componenti ‘innovative’ dell’attività agricola e sul rapporto diretto con il cliente. Quest’ultimo, oltre che fattore di competitività specifico (in quanto permette all’agricoltore di accorciare la filiera e internalizzare valore aggiunto) diviene un elemento essenziale per indirizzare le traiettorie aziendali verso strategie di diversificazione (quale la trasformazione e l’innovazione di prodotto) o verso orientamenti tipologici meno tradizionali. I giovani vengono, quindi,

63 Guardano i dati nello specifico si può notare che, mentre la dimensione media aziendale di 6,89 ha è nettamente inferiore sia alla media regionale (21,5) che a quella nazionale (13,1) la produzione standard per ettaro di 5.996 euro è di poco inferiore rispetto alla media regionale (7.375 per le imprese giovani e 7.487 per la media generale) e comunque superiore rispetto alla media nazionale (4.223), oltre che rispetto alla media delle imprese varesine (4.553).

giustamente definiti da Cersosimo “enzima del cambiamento aziendale”, sia nel caso di affiancamento e subentro nella gestione di aziende di famiglia, sia nel caso di agricoltori non di provenienza agricola, in quest’ultimo caso è interessante notare come le esperienze lavorative o di formazione maturate in settori diversi spesso diventano veicolo di innovazione (che facilita, ad esempio, i processi di diversificazione aziendale ed i rapporti con il mercato finale, anche grazie a nuove capacità organizzative, comunicative e di marketing) e di nuove sensibilità (sulla qualità del prodotto finale e del processo, ma anche ambientali, di tutela e salvaguardia delle risorse naturali).

I giovani agricoltori, infatti, esprimono una più generale attenzione all’ambiente, al paesaggio ed al sociale, intendendo la scelta agricola non tanto come una scelta lavorativa o imprenditoriale piuttosto come una vera e propria scelta di vita, rilevante nei casi di avvio ex novo di una azienda agricola, infatti, come rilevato da Cersosimo “il lavoro di agricoltore è appartenenza e identità a un mondo, attaccamento e simbiosi con la natura, con i prodotti ottenuti” (Cersosimo, 2012).

Questi rilievi trovano conferma nell’interpretazione delle dinamiche del contesto varesino, supportata dalle testimonianze degli attori locali dalle quali emerge la vocazione innovativa dei giovani agricoltori varesini, sia nella scelta della specializzazione produttiva o delle strategie di diversificazione dei prodotti, sia quando si tratta di mettere ‘al lavoro’ nuove competenze relative al marketing ed alla comunicazione. È interessante però notare il ruolo, ritenuto cruciale da diversi attori, della cooperazione in ambito associativo (o di consorzi) ma non solo: per gli agricoltori, soprattutto per quelli di prima generazione, ed ancor più per i giovani, il rapporto con giovani agricoltori o aspiranti tali non viene letto in un’ottica competitiva ma collaborativa, di supporto ed aiuto reciproco (forse in ragione dello stile aziendale delle ‘nuove’ aziende agricole che non guardano all’aumento di scala, e quindi alla competizione tra aziende, quanto piuttosto alla qualificazione dell’intero settore).

Trovano conferma, come detto, anche le principali criticità rilevate dalla letteratura ed in particolare, oltre all’accesso alla terra già analizzato (e considerato la prima criticità per i giovani agricoltori di prima generazione), il peso, in termini di tempo, degli adempimenti burocratici (soprattutto legati a certificazioni di qualità e biologiche, che portano spesso le aziende a rinunciarvi) e l’inefficacia delle politiche di finanziamento, per lo meno rispetto alla realtà delle aziende di minori dimensioni.

(3.3.1) La dimensione delle nuove aziende agricole

Come visto nel capitolo 3.1 il contesto provinciale sembra percorrere una traiettoria di sviluppo che punta sull’intensità piuttosto che sulla scala di produzione, uno dei fattori che interessa approfondire è quindi il carattere dimensionale delle ‘nuove’ aziende agricole, per capire come quello che viene generalmente considerato un limite alla ‘professionalità’ ed alla crescita del settore possa, invece, divenire un carattere intrinseco di un differente percorso di sviluppo.

Guardando alla ripartizione delle aziende per dimensione (in termini di superficie agricola utilizzata) si evidenzia che l’incremento aziendale registrato tra il 2000 e il 2010 ha interessato quasi esclusivamente le classi dimensionali più basse, ovvero inferiori ai 5 ha, con una concentrazione nelle aziende inferiori all’ettaro (+ 256 aziende, con un incremento del 64%), e si rileva, nel contempo, una diminuzione delle aziende nelle classi superiori ai 5 ettari (con una eccezione per la classe 30-50 ha, sostanzialmente stabile se si ipotizza che il limitato aumento possa ricomprendere le aziende di dimensioni superiori, a fronte della riduzione delle superfici condotte, o al contrario la crescita delle aziende nelle classi inferiori, anch’esse con trend negativo). Pur non essendo disponibile, per il dato censuario, il bilancio delle aziende nate e cessate, la distinzione per classe dimensionale permette di stimare che nella classe inferiore ai 5 ha di superficie si è avuto un incremento ‘netto’ (ovvero al netto del numero di aziende diminuito nelle classi superiori che quindi possono non essere cessate ma aver soltanto diminuito la propria dimensione) almeno del 22%; nella sola classe dimensionale inferiore all’ettaro tale incremento è del 32% (pari a, minimo, 211 aziende). Questo determina una relativa rappresentatività dei caratteri aziendali di tali classi rispetto alle ‘nuove’ aziende registrate tra il 2000 e il 2010.

Tale dinamica si pone in controtendenza rispetto al lungo periodo, che vede una diminuzione delle imprese sotto i 30 ha ed un aumento di quelle maggiori (con sostanziale stabilità nella classe tra i 30 e i 50 ha) e conferma anche un’inversione nel processo di progressiva crescita della dimensione aziendale che ha interessato sino al 2000 anche la provincia di Varese (seppur in misura minore rispetto alla media regionale ed ai contesti di pianura in particolare).

Classe di superficie agricola utilizzata 1982 1990 2000 2010 2010/2000 0 ettari 49 9 18 28 (+10) 55,56% 0,01-0,99 ettari 4.149 1.146 399 655 (+256) 64,16% 1-1,99 ettari 1.456 684 273 321 (+48) 17,58% 2-2,99 ettari 548 352 147 153 (+6) 4,08% 3-4,99 ettari 514 326 162 189 (+27) 16,67% 5-9,99 ettari 425 338 200 193 (-7) -3,50% 10-19,99 ettari 334 278 200 178 (-22) -11,00% 20-29,99 ettari 143 135 94 76 (-18) -19,15% 30-49,99 ettari 69 74 72 78 (+6) 8,33% 50-99,99 ettari 26 22 35 34 (-1) -2,86% 100 ettari e più 12 6 8 5 (-3) -37,50% totale 7.725 3.370 1.608 1.910 (+302) 18,78%