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La dimensione economica del sistema agro-alimentare è misurabile alla scala regionale tramite i dati ufficiali sino al 2014, mentre per gli anni più recenti Regione Lombardia, nei suoi annuali Rapporti sul Sistema agroalimentare, è ricorsa a stime per diversi elementi, a causa del consistente ritardo nella diffusione degli aggregati contabili a livello territoriale. Sono noti, ed aggiornati da Istat al 2016, i valori relativi alla produzione agricola, forestale e della pesca ai prezzi di base e gli elementi della bilancia commerciale nazionali e regionali. I dati più recenti del valore aggiunto dell’industria alimentare, quelli relativi ai consumi finali delle famiglie per generi alimentari, bevande, per pasti e consumazioni fuori casa, derivanti dalla contabilità nazionale, sono tutti disponibili fino al 2016 a livello nazionale, mentre il valore regionale si ferma al 2014. Il valore della produzione alla scala provinciale è stimato in base ai dati regionali; i criteri e le procedure di ripartizione dei dati della PPB lombarda tra le province ricalcano la metodologia seguita da Istat per la stima delle PPB regionali. (Regione Lombardia, 2017)
2009 2010 2011 2012 2013 2015 2016 Coltivazioni agricole 41 29 25 27 34 22 23 Erbacee 21 2 2 2 1 1 1 Foraggere 9 9 7 7 7 4 4 Legnose 12 18 17 19 26 17 18 Allevamenti 33 46 54 49 50 35 41 Carni 17 24 27 30 30 18 25 Latte 13 20 25 17 18 16 15 Altri zootecnici 3 1 1 2 2 1 1
Servizi annessi ± secondarie 32 31 33 14 74 72 75
Totale produzione branca agricoltura 117 105 113 110 158 129 139
Consumi intermedi 56 44 40 41 46 36 55
Valore aggiunto ai prezzi di base 61 61 72 69 111 93 83
VA Varese / Lombardia 2,22% 2,21% 2,36% 2,23% 3,24% 2,84% 2,54%
Tabella 9. Valore aggiunto settore agricolo, Rapporto sul sistema agroalimentare lombardo
Appare, evidente l’importanza crescente della diversificazione non solo a livello di singola azienda, ma anche guardando al peso che ha nel complesso del sistema agricolo provinciale.
Utilizzando i dati censuari del 2010 (pur consapevoli, alla luce dei dati soprariportati, che gli stessi sottostimeranno le attività secondarie poste in campo dalle aziende agricole) si propone, quindi, un’analisi specifica delle strategie di differenziazione messe in atto dalle aziende varesine, da cui si evince che:
- un terzo delle aziende agricole varesine svolge le attività remunerative connesse, la maggior parte di queste appartengono alle classi di dimensione territoriale più basse ma, se si considera la popolosità di ciascuna classe emerge come la quota di aziende per classe dimensionale che si dedicano ad attività connesse cresce con il crescere della dimensione aziendale; guardando, invece alla quota percentuale di numero di giornate di lavoro dedicate alle attività connesse sul totale, si può notare una dinamica in parte contraria con una diminuzione tendenziale al crescere della dimensione aziendale (dal 25% delle aziende con 0 ha al 15% delle aziende che superano i 100 ha, con l’eccezione delle classi tra i 5 e i 20 ha -21%- e tra i 50 e i 100 ha -31%), in media le aziende agricole varesine dedicano alle attività connesse 231 giornate di lavoro annue, ovvero il 19% delle giornate lavorative (con il 42% delle aziende che destina meno del 25% del tempo alle attività connesse, il 28%, tra il 25 e il 50%, il 19% tra il 50 e il 75% e solo il 10% destina più del 75%).
- le aziende che diversificano la propria attività sono localizzate su tutto il territorio provinciale, in numero assoluto si concentrano nelle aree più urbanizzate, nei poli urbani di Varese e Busto Arsizio, ma anche lungo il sistema insediativo costiero e nell’ambito della Val Ceresio (fondovalle ampio limitrofo
al capoluogo caratterizzato da un’alta concentrazione di aziende di medio/grandi dimensioni specializzate per lo più nell’allevamento bovini). Se si guarda all’incidenza percentuale sul totale delle aziende, si può notare come nelle zone montane la presenza di attività connesse diventa un elemento di strategicità per le aziende insediate, non solo nei fondovalle.
- per quanto riguarda le strategie di qualificazione del prodotto: le aziende con agricoltura biologica rappresentano (nel 2010) il 3% del totale provinciale, senza una netta prevalenza nelle diverse classi dimensionali (anche le aziende più ampie risultano dedicarsi maggiormente al settore biologico), più della metà delle aziende biologiche svolgono anche attività remunerative connesse; le aziende con coltivazioni e/o allevamenti DOP e IGP sono il 4% del totale provinciale e sono concentrate nelle classi dimensionali superiori ai 10 ha81.
- il 46% delle aziende provinciali fanno (anche) vendita diretta al consumatore dei prodotti aziendali, in questo caso, risultano numericamente rilevanti le aziende delle classi dimensionali più basse, mentre nelle classi superiori ai 5 ha si può rilevare che più della metà opera con questo canale di distribuzione82. Quindi, stimando per difetto (ipotizzando cioè che tutte la aziende con vendita diretta o che abbiano una produzione certificata DOP o IGP, siano impegnate anche in attività connesse) si può evidenziare che quasi la metà delle aziende varesine opera strategie di diversificazione, riguardo alla distribuzione per classe dimensionale si evince che in generale al crescere della dimensione aumenta la quota di aziende che diversificano la propria attività, entrando nel merito si nota che strategie di qualificazione e certificazione del prodotto sono attuate quasi esclusivamente da aziende medio/grandi, mentre la vendita diretta vede impegnate imprese anche di piccole o piccolissime dimensioni. Riguardo alle attività connesse, qui analizzate complessivamente, si riconosce una crescita della quota di aziende interessate al crescere della dimensione ma in modo meno accentuato rispetto alle certificazioni.
81 Non è disponibile il dato circa la quantità di aziende che producono DOP e IGP che contestualmente si dedicano ad attività connesse, ma, rilevato che i prodotti DOP e IGP nella cui zona di produzione stabilita dal relativo disciplinare ricade anche la provincia di Varese sono per la maggior parte prodotti trasformati di origine animale (formaggi, salumi, miele), si può ritenere che tutte le aziende con prodotti DOP abbiano anche attività di trasformazione.
82 Anche in questo caso, non essendo disponibile il dato sulle aziende che fanno vendita diretta e attività connesse si stima che la maggior parte delle aziende con attività connesse faccia anche vendita diretta dei prodotti.
aziende con attività remunerativ e connesse aziende biologiche aziende biologiche senza attività connesse aziende con coltivazioni e/o allevamenti DOP e/o IGP
aziende con vendita diretta dei prodotti aziendali aziende con vendita diretta dei prodotti aziendali senza trasformazione stima totale aziende con servizi annessi e attività secondarie aziende totali 0 ettari 6 21% 0 0% 0 0% 0 0% 17 61% 16 57% 17 61% 28 0,01-0,99 ettari 149 23% 4 1% 2 0% 3 0% 242 37% 222 34% 244 37% 655 1-1,99 ettari 89 28% 7 2% 5 2% 3 1% 136 42% 122 38% 141 44% 321 2-2,99 ettari 50 33% 5 3% 0 0% 2 1% 73 48% 64 42% 73 48% 153 3-4,99 ettari 58 31% 4 2% 1 1% 4 2% 85 45% 74 39% 86 46% 189 5-9,99 ettari 83 43% 5 3% 4 2% 6 3% 116 60% 98 51% 120 62% 193 10-19,99 ettari 80 45% 2 1% 1 1% 17 10% 100 56% 80 45% 101 57% 178 20-29,99 ettari 37 49% 1 1% 0 0% 19 25% 42 55% 33 43% 42 55% 76 30-49,99 ettari 35 45% 4 5% 1 1% 15 19% 37 47% 25 32% 38 49% 78 50-99,99 ettari 20 59% 0 0% 0 0% 7 21% 19 56% 11 32% 20 59% 34 100 ettari e più 3 60% 1 20% 0 0% 2 40% 4 80% 3 60% 4 80% 5 totale 610 32% 33 2% 14 1% 78 4% 871 46% 748 39% 885 46% 1910
Tabella 10. Diversificazione nelle aziende agricole varesine