Incidenza % Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo rispetto alle Attività manifatturiere
Territorio:Forlì-Cesena Periodo di riferimento: 2006
Settore di attività: Settori caratterizzati da una elevata intesità di ricerca e sviluppo in rapporto a Attività ma-nifatturiere
Analisi nel periodo 2000-2006 Valore nell’anno 2006: 5,18 %
Valore minimo nel periodo: 5,01 % (anno 2004) Valore massimo nel periodo: 5,25 % (anno 2000) Valore medio nel periodo: 5,12 %
Deviazione standard nel periodo: 0,09
Composizione del settore manifatturiero rispetto alla Tassonomia di Pavitt Territorio:Forlì-Cesena
Periodo di riferimento: 2006
Settore di attività: Attività manifatturiere
Territorio:Emilia-Romagna
Periodo di riferimento: 2006
Settore di attività: Attività manifatturiere
17%
12% 5%
66%
23%
15% 6%
56%
I - 286 - Imprese attive (imprese) I - 286 - Imprese attive (imprese)
Settori dell’industria tradizionale Settori con elevate economie di scala Settori caratterizzati da offerta specializzata
Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo
Settori dell’industria tradizionale Settori con elevate economie di scala Settori caratterizzati da offerta specializzata
Settori caratterizzati da una elevata intensità di ricerca e sviluppo
INDUSTRIA MANIFATTURIERA
Camera di Commercio
di Forlì-Cesena
DILIZIA
EDILIZIA
E E
Per il setto-re italiano delle co-struzioni, il 2007 è stato un ulterio-re anno di espansione;
le buone p e r f o m a n -ces dell’edi-lizia
abita-tiva, in particolare quella volta al recupero, e dell’edilizia privata non residenziale sono state però accompagnate da un deciso arre-tramento delle opere pubbliche. Pare si tratti di un primo segnale dell’imminente fi ne del ciclo congiunturale positivo che ha caratte-rizzato il settore negli ultimi anni. Per effetto delle mutate condizioni del mercato credi-tizio, per il 2008 ci si attende, infatti, anche una minore domanda di alloggi con la conse-guente riduzione degli investimenti e, quindi, della produzione di nuove abitazioni. Le stes-se aspettative, per il stes-settore delle opere pub-bliche, sono improntate ad un ulteriore calo nonostante le maggiori risorse destinate al settore dal Governo per il 2007 ed il 2008.
Secondo l’inchiesta mensile ISAE sulle im-prese del settore delle costruzioni, diffusa a fi ne dicembre, l’indice del clima di fi ducia si attesta su uno dei livelli più bassi dal 1999 confermando le indicazioni di un progressivo esaurirsi del ciclo espansivo; fra i principali ostacoli al positivo svolgimento dell’attività continua a prevalere l’insuffi cienza della do-manda. Sono pessimistiche anche le tenden-ze occupazionali.
Nella prima metà del 2007, in Emilia-Romagna la domanda pubblica ha segnato un
arre-t r a m e n arre-t o : per quanto riguarda i bandi vi è stata una diminuzio-ne del nu-mero delle gare, ma una crescita del valore complessi-vo delle opere in progetto; vi sono segnali negativi anche per le aggiudicazioni con una consistente fl essione sia in numero sia in valore ed un calo generalizzato in quasi tut-te le province della regione. Sono venutut-te a mancare le opere commissionate dagli enti statali, dalle Ferrovie dello Stato e dall’Anas.
Sono ovviamente venuti anche a mancare i bandi relativi ad opere di assoluta eccezio-nalità quali quelle inerenti alla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità o la va-riante di valico.
Nelle aggiudicazioni le imprese regionali sono riuscite a competere con quelle esterne che, come si è ripetutamente verifi cato in questi anni, vincevano più frequentemente le gare di importo maggiore grazie a ribassi d’asta più consistenti di 2-3 punti percentuali. Nel primo semestre del 2007, forse per merito di un recupero sul piano della competitivi-tà, gli appalti aggiudicati ai locali hanno avuto ribassi d’asta più accentuati del 2% rispetto agli anni scorsi. Anche a livello provinciale si è verifi cato un forte calo delle opere pubbli-che, sia nel numero dei bandi (–30%) sia nel valore complessivo delle opere (–5%).
C’è invece stata una sostanziale tenuta del-l’edilizia abitativa nonostante i segnali di
EDILIZIA
rallentamento nella vendita di immobili. Per ilmercato immobiliare regionale il primo semestre 2007 è stato vivace di scambi ma senza incrementi apprezzabili rispetto al-l’anno scorso. Sul territorio provinciale gli scambi sono stati addirittura più numerosi di quelli avvenuti negli stessi mesi del 2006.
Le prospettive sono però improntate alla stagnazione, non tanto perché l’attrattività insediativa del territorio sia bassa ma per una molteplicità di cause che interferiscono nel mercato, quali gli elevati costi collaterali, ormai non più sostenibili, gli oneri di urbaniz-zazione, i costi impropri, l’aumento dei tassi bancari e il rincaro dei mutui. D’altro canto in provincia, e in particolar modo sul
territo-rio dei comuni di Forlì e di Cesena, l’offerta supera la domanda ed i nostri imprenditori faticano a reggere l’attuale carico di immobili invenduti; è evidente quindi che la bassa pa-trimonializzazione delle imprese le costringe a vendere ad operatori del mercato immobi-liare spesso ben più capitalizzati.
Strutturalmente il settore edile nella pro-vincia di Forlì-Cesena, secondo i dati del Re-gistro delle Imprese aggiornati al 30 settem-bre 2007, è costituito da 6.474 imprese di cui ben il 73,5% sono ditte individuali, il 16,8%
società di persone e l’8,4% società di capi-tale, ed è caratterizzato da piccole imprese:
infatti, meno del 18% di esse ha dai due ad-detti in su e sono meno di 50 quelle imprese
Imprenditori per classe di età e nazionalità al 30/9/2007 Settore F Costruzioni - imprese attive
Provincia di Forlì-Cesena
stranieri italiani rapporto stranieri su italiani
da 18 a 29 anni 275 629 43,7%
da 30 a 49 anni 937 4.542 20,6%
da 50 a 69 anni 68 2.631 2,6%
>= 70 anni 3 341 0,9%
TOTALE 1.283 8.143 15,8%
Fonte: Infocamere (StockView)
Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Forlì-Cesena
Imprenditori del settore F Costruzioni ripartiti per classi di età e nazionalità
0,0%
10,0%
20,0%
30,0%
40,0%
50,0%
60,0%
70,0%
80,0%
da 18 a 29 anni da 30 a 49 anni da 50 a 69 anni >= 70 anni stranieri italiani
EDILIZIA
Camera di Commercio di Forlì-Cesena
che superano i 19 addetti. L’87,2% è costitui-to da imprese artigiane. Rispetcostitui-to allo scorso anno il numero delle imprese di costruzione è dunque aumentato del 4,2% superando or-mai di gran lunga quello delle manifatturiere;
parallelamente si conferma il trend di riduzio-ne della dimensioriduzio-ne aziendale media, effetto di una forte
Si riscontra anche una particolare concen-trazione di imprenditori stranieri. Analizzan-do i dati sulle cariche sociali disponibili nella banca dati StockView di Infocamere, per il settore edile provinciale risulta che ogni 100 cariche, potremmo dire imprenditori, 13,5 sono coperte da stranieri: 10,3 da persone nate in paesi extracomunitari (in maggioran-za albanesi, tunisini, macedoni, svizzeri e ma-rocchini) e 3,2 in paesi dell’Unione Europea (rumeni, polacchi e bulgari). Il 94,5% degli stranieri ha meno di 50 anni contro il 63,5%
degli imprenditori italiani.
Secondo l’Istat, nel terzo trimestre 2007 l’in-dice della produzione nelle costruzioni
ha segnato una crescita del 6,7% rispetto al terzo trimestre del 2006. L’indice corretto per i giorni lavorativi ha segnato, nel mede-simo arco temporale, un aumento del 6,8%.
Nel confronto tra i primi tre trimestri del 2007 ed il corrispondente periodo del 2006, l’indice grezzo e quello corretto per i
gior-ni lavorativi del-l’infl azione; per il terzo trimestre del 2007 l’Istat calcola, relativamente ai fabbricati re-sidenziali, un aumento del 3,8% rispetto al corrispondente trimestre del 2006. Come è noto, l’indice misura la variazione dei costi diretti di realizzazione di un fabbricato re-sidenziale prendendo in considerazione la mano d’opera, i materiali, i trasporti e i noli necessari alla sua realizzazione. Ad incidere maggiormente quest’anno è stato il rincaro della mano d’opera (+4,4%) seguito da quello dei trasporti e dei noli (+3,7%). Fra i costi dei materiali (complessivamente aumentati del 3,1%) spiccano i rincari dei materiali elettri-ci (+13,9%), delle apparecchiature termiche, degli inerti e dei legnami (tutti compresi fra
CASSE EDILI - FORLI’-CESENA
IMPRESE, DIPENDENTI E ORE LAVORATE ANNI EDILI 2005/06 E 2006/07
2005/06 2006/07 var. % 2006/07
su 2005/06
9.935.652 11.026.000 +11,0%
Fonte: Casse Edili della provincia di Forlì-Cesena
Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi - Camera di Commercio di Forlì-Cesena
EDILIZIA
il 3 e il 4%).
L’indagine condotta da Unioncamere sul-l’evoluzione congiunturale del setto-re delle costruzioni mette in evidenza per l’Emilia Romagna una crescita positiva ma inferiore a quella dello
scorso anno, trainata dalle imprese più gran-di, mentre per la pro-vincia l’andamento è di segno negativo. Nella media delle prime tre rilevazioni il volume d’affari delle imprese di Forlì-Cesena è stato in-feriore a quello dei pri-mi nove mesi del 2006 dello 0,9% contro la crescita dello 0,5% re-gistrata in regione. La percentuale di imprese che a settembre hanno riscontrato un aumen-to di tale valore è stata del 6% mentre il 10% ha avuto una diminuzione.
La situazione provincia-le appare migliore per le imprese più piccole rispetto a quelle di di-mensioni maggiori. In
generale, i dati riguardanti la provincia ap-paiono peggiori di quelli medi regionali.
L’Istat, dopo la terza rilevazione 2007 delle forze di lavoro, calcola un aumento degli oc-cupati nel settore delle costruzioni rispetto al 2006 del 5,5% per l’Italia e del 4,6% per il Nord-Est; per l’Emilia-Romagna il numero degli addetti è salito del 19,3% portandosi a 146 mila unità soprattutto per effetto della forte crescita dei lavoratori indipendenti che con 72 mila unità hanno ormai eguagliato i dipendenti (74 mila).
Anche se a parere di molti operatori locali l’occupazione è giudicata stazionaria, sono numerose le evidenze statistiche di aumenti rilevanti. Il numero dei dipendenti per i quali sono stati fatti versamenti presso le Casse Edili della provincia, ad esempio, è aumen-tato sensibilmente (+12,8%); la crescita è ri-scontrabile in tutte le classi di età ma risulta
particolarmente elevata fra gli addetti di età compresa fra i 21 e i 40 anni. L’età media delle maestranze è quindi diminuita.
Anche le ore lavorate, denunciate presso le Casse edili dalle 1.721 imprese iscritte nell’annata edile che va da ottobre 2006 a settembre 2007, con-fermano una crescita dell’11,0% rispetto al-l’annata precedente.
Questa divergen-za potrebbe trovare spiegazione nell’emer-sione di una parte del lavoro irregolare più volte denunciato nei cantieri. Anche l’au-mento dei lavoratori part-time, una novi-tà per il settore delle costruzioni, potrebbe costituire un segnale in questo senso. For-tunatamente all’au-mento degli addetti e delle ore lavorate non sono aumentati proporzionalmente gli infortuni, anche grazie all’innalzamento dei li-velli di sicurezza e all’intensa attività formati-va in merito.
In conclusione, pare che il settore stia en-trando in una fase di rallentamento della crescita determinato dall’affi evolirsi della do-manda pubblica alla quale si potrebbe affi an-care anche la contrazione di quella privata.
La riduzione delle opere attualmente in fase di progettazione fa presagire un calo com-plessivo della dinamicità del settore.
Poiché le imprese più solide, quelle che rie-scono ad attirare la fi ducia dei clienti, normal-mente riescono ad attraversare i momenti di congiuntura diffi cile senza grossi contraccol-pi, occorre perseguire standard progettuali e costruttivi che diano le più valide garanzie sulla qualità del manufatto e la sua durata nel tempo, oltre che ridurre il fabbisogno ener-getico e garantire una maggiore qualità della vita a chi usufruirà dell’opera.
Camera di Commercio
di Forlì-Cesena
OMMERCIO INTERNO
COMMERCIO INTERNO
C C
Per il com-mercio il 2007 è stato un anno in-certo. Nella prima parte dell’anno si è registrata una prose-cuzione del-la tendenza e s p a n s i v a
(anche se moderata) iniziata l’anno prece-dente, che faceva sperare nel consolidamen-to della ripresa del setconsolidamen-tore, dopo le diffi coltà degli anni scorsi. Nella seconda parte dell’an-no, invece, si è registrato un rallentamento di questa tendenza, frustrando le attese nei confronti della tipica ripresa dei consumi che si verifi ca dopo la pausa estiva. Partico-larmente deludente, secondo alcuni operato-ri del settore, è stato l’andamento del mese di dicembre, di solito trainato dagli acquisti natalizi, dove, invece della crescita sperata, si è percepita una situazione di stazionarietà, se non addirittura di peggioramento. Tutto ciò viene attribuito al permanere di una si-tuazione di diffi coltà economica delle famiglie italiane, con alcuni settori del “ceto medio”
interessati dalla perdita di potere d’acquisto e anche dall’aumento degli interessi sui mutui immobiliari. Una ricerca del Centro Studi del-la Confesercenti di Cesena, svolta fra settem-bre e ottosettem-bre 2007, ha mostrato come, fra le famiglie del territorio cesenate, la cosiddetta
“crisi della quarta settimana” sia un fenome-no reale, con visibili ricadute sulle vendite nei piccoli negozi alimentari ancora esistenti (ma non nella grande distribuzione) e sui consu-mi presso i pubblici esercizi. Secondo alcuni
operatori, inoltre, la percezione di tale diffi -coltà econo-mica è stata amplificata dai media, che hanno abbondan-temente dif-fuso notizie allarmistiche sul rincaro dei prezzi (in parti-colare dei prodotti energetici e dei generi ali-mentari) e di numerose tariffe dei servizi per l’abitazione (luce, acqua, gas) e dei trasporti;
ciò avrebbe causato una sopravvalutazione di tali fenomeni da parte delle famiglie, con evi-denti ricadute negative sui consumi. Il crol-lo della propensione ai consumi verifi catosi negli ultimi mesi dell’anno nel nostro Paese ha coinciso con un quadro di rallentamento dell’economia e dei consumi a livello inter-nazionale, causato soprattutto dalla crisi dei mutui immobiliari negli Stati Uniti.
Altri operatori, in particolare del territorio cesenate, delineano un andamento delle ven-dite nel corso dell’anno parzialmente diverso, anche se concordano sulla natura altalenante di tale evoluzione: si è registrato un avvio dei consumi a inizio anno molto lento, seguito da una ripresa a maggio, per poi arrestarsi nuovamente in autunno (com’è stato una-nimemente rilevato), ma con una ripresa di vivacità nel mese di dicembre. Inoltre viene rilevato l’aumento dei prezzi di taluni servi-zi di pubblica utilità, anche in concomitanza con momenti di ripresa economica, che non ha permesso una reale ripresa del settore a livello locale.
COMMERCIO INTERNO
Per quanto riguarda l’andamento dei set-tori merceologici nel territorio provincia-le, si segnala soprattutto la buona tenuta del-l’elettronica (telefonia, hi-fi , home theater), che è stato il principale benefi ciario degli acquisti del periodo natalizio. Certi operato-ri fanno però notare che questo buon anda-mento è stato possibile solo grazie a continue campagne promozionali di pagamento con formule rateali. Permane invece la diffi coltà dei settori abbigliamento e calzature.
Altri operatori invece individuano nell’abbi-gliamento, nell’alimentare e nell’elettronica i settori
ten-denza, trasversale rispetto ai settori merceo-logici, che bisognerà attendere alcuni mesi per verifi care se sarà di carattere struttura-le o solo contingente: sembrano premiate quelle attività commerciali che sono in grado di intercettare e assecondare la tendenza, emergente fra i consumatori, di orientarsi su marchi e prodotti specifi ci.
Circa l’andamento della grande distribuzio-ne, alcuni operatori del comprensorio for-livese sottolineano come, al di là del setto-re alimentasetto-re, che rappsetto-resenta uno dei suoi principali punti di forza, anch’essa risenta or-mai apertamente della crisi dei consumi, in particolar modo i centri commerciali. Altri operatori invece riportano la testimonianza di commercianti del territorio cesenate, pro-prietari sia di esercizi nel centro storico sia di un punto vendita in un centro commercia-le, secondo i quali le gallerie riuscirebbero
comunque a reggere meglio alla crisi delle vendite.
Per quanto riguarda il ricorso al credito da parte dei commercianti, i dati delle associa-zioni di categoria indicano che le imprese aderenti alle cooperative di garanzia hanno mantenuto lo stesso livello d’investimenti del 2006; un dato positivo che, insieme all’aper-tura di nuove attività nel corso dell’anno, segnala il permanere della dinamicità del set-tore nonostante le diffi coltà economiche e i tassi d’interesse in aumento.
L ’ i n d i c e tri-mestre in cui l’indice grezzo ha proseguito la crescita in atto dall’anno precedente, fi no a toccare il valore massimo di 111,9 a mar-zo, si è entrati in una fase altalenante fi no a luglio, dopo di che l’indice ha iniziato una discesa continua per concludere coi valori più bassi dell’ultimo trimestre, in cui ha toc-cato il valore minimo di 105,1 a novembre per risollevarsi solo leggermente a 105,3 in dicembre. L’indice destagionalizzato mostra un andamento abbastanza simile, anche se ri-sulta molto più temperato il calo dell’ultimo trimestre, che si presenta piuttosto come una stasi intorno al valore 107. Infi ne l’indice destagionalizzato e depurato dai fattori erra-tici mostra un andamento calante dal valore massimo di 111,5 di gennaio a 107 di agosto, per poi risalire solo leggermente nell’ultimo trimestre fi no a 107,3 di novembre. Le medie dell’indice grezzo per periodi di dodici mesi
COMMERCIO INTERNO
Camera di Commercio di Forlì-Cesena
segnalano nell’arco del 2007 un andamento a parabola, con una fase ascendente nella pri-ma metà dell’anno, fi no al valore pri-massimo di 109,8 a maggio e giugno, e una discendente nella seconda metà, fi no al minimo di 108,5 a dicembre.
Sul fi nire del 2007 l’infl azione è tornata a destare preoccupazioni. Il tasso di crescita dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, dopo es-sersi mantenuto per gran parte dell’anno su livelli intorno all’1,5%, è salito bruscamente nell’ultimo trimestre, fi no al 2,6% di dicem-bre, avvicinandosi alla soglia critica del 3%.
L’indice relativo al Comune capoluogo di Forlì si è mantenuto quasi sempre su tassi di crescita superiori a quello nazionale; par-tendo dal 2% di gennaio, è diminuito fi no all’1,5% di aprile e maggio, per poi assumere un andamento instabile e infi ne ha ripreso a crescere nell’ultimo trimestre, fi no al 2,4% di dicembre. L’aumento medio annuale dell’in-dice nazionale è stato pari all’1,7%, quello di Forlì pari all’1,8%.
Analizzando l’andamento medio dell’indice Istat nazionale del valore delle vendite del commercio al dettaglio nell’arco dei primi dieci mesi del 2007, si riscontra una crescita dello 0,7% rispetto ai primi dieci mesi
dell’an-2003 2004 2005 2006
INDICATORE DEL CLIMA DI FIDUCIA DEI CONSUMATORI ITALIANI (ISAE ) 116,0
110,0
106,0
102,0
98,0
94,0 96,0 100,0 104,0 108,0 112,0 114,0
INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO PER LE FAMIGLIE DI OPERAI E IMPIEGATI AL NETTO DELLA SPESA PER TABACCHI AUMENTI PERCENTUALI ANNUALI AUMENTI PERCENTUALI ANNUALI NELL’ANNO 2007
Forlì Italia
Gennaio 2,0 1,5
Febbraio 1,9 1,5
Marzo 1,8 1,5
Aprile 1,5 1,4
Maggio 1,5 1,4
Giugno 1,6 1,6
Luglio 1,9 1,6
Agosto 1,6 1,6
Settembre 1,6 1,6
Ottobre 2,2 2,0
Novembre 2,2 2,3
Dicembre 2,4 2,6
Media annuale 1,8 1,7
Fonte: Istat
Elaborazione: Uffi cio Statistica e Studi Camera di Commercio di Forlì-Cesena
2007
COMMERCIO INTERNO
no precedente. Per una migliore valutazione del dato occorre tenere presente che tale indice incorpora sia la variazione delle quan-tità, sia quella dei prezzi, e che, nello stesso periodo di tempo, questi ultimi sono cresciu-ti dell’1,9%; si tratta quindi, in termini reali, di una contrazione delle vendite. Il settore alimentare è cresciuto dello 0,9% e il non alimentare dello 0,4%. La grande distribuzio-ne è cresciuta dell’1,1%, le imprese operanti su piccole superfi ci dello 0,4%. All’interno della grande distribuzione, la crescita mag-giore spetta
agli “altri specializza-ti” (+2,2%) seguiti da-gli hard d i s c o u n t (+2,1%). Il valore del-le vendite è aumen-tato dello 0,4% nelle piccole im-prese (fi no a 2 addetti), è rimasto stabile nelle
medie imprese (da 3 a 5 addetti) ed è cre-sciuto dell’1,1% nelle grandi imprese (6 ad-detti e oltre).
L’indagine congiunturale sul commer-cio al dettaglio del sistema camerale mo-stra per la provincia di Forlì-Cesena un an-damento notevolmente migliore di quello nazionale e in linea con quello regionale. Nei
primi nove mesi del 2007 le vendite in pro-vincia sono aumentate dell’1,8% rispetto allo stesso periodo del 2006, analogamente al dato regionale. Nello stesso periodo, invece, a livello nazionale si è avuta una fl essione del-lo 0,2%. Sia in provincia che in regione, sono risultati maggiormente in crescita il primo e il terzo trimestre, mentre nel secondo si è re-gistrata una situazione più statica. Nel primo trimestre 2007 a Forlì-Cesena l’incremento delle vendite è stato del 2,5%, è sceso allo 0,6% nel secondo ed è risalito al 2,4% nel
ter-zo. In Emilia-Romagna si è avuto un tasso di cre-scita del 2,7%
nel primo t r i m e s t r e , una discesa allo 0,6% nel secondo e di nuovo un incremento del 2% nel terzo. In Ita-lia, invece, si sono avu-ti modesavu-ti incrementi rispettivamente dello 0,5% e dello 0,1% nei primi due trimestri, e una fl essione dell’1,1%
nel terzo.
Nonostante il permanere di uno stato d’in-certezza sugli sviluppi futuri del settore, le previsioni degli operatori per l’evoluzione nei 12 mesi successivi, rilevate dall’indagine congiunturale di Unioncamere, segnalano il
INDAGINE CONGIUNTURALE SUL COMMERCIO AL DETTAGLIO
INDAGINE CONGIUNTURALE SUL COMMERCIO AL DETTAGLIO