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17% 79% 4% FTC PTC MTC

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5. DISCUSSIONE

Il carcinoma della tiroide è un tumore raro nei bambini e negli adolescenti, pertanto i lavori presenti in letteratura sono pochi. Se consideriamo che il carcinoma follicolare della tiroide corrisponde al 10-20% della totalità dei casi con carcinoma della tiroide, questo ci fa comprendere come sia stata ancora più difficile la ricerca dei lavori con casi descritti nel dettaglio, con cui poter fare un confronto e successivamente una riflessione. Per comprendere a fondo le caratteristiche cliniche e l’evoluzione della neoplasia nel paziente in età pediatrica, è stato importante prendere come riferimento un articolo di Enomoto et al. del 2013, che rappresenta il primo lavoro atto a presentare nel dettaglio, caratteristiche clinico- patologiche della neoplasia e l’andamento della malattia in relazione al trattamento.

Considerando il numero dei pazienti della nostra casistica, con 28 pazienti, il nostro lavoro, ad oggi, risulta quello con maggior numero di pazienti affetti da carcinoma follicolare della tiroide in età pediatrica e adolescenziale. Non è stato possibile considerare i dati dei pazienti con età compresa tra i 21 e i 35 anni in quanto non pervenuti alla nostra attenzione.

All’interno della comunità scientifica c’è accordo nel sostenere che il decorso clinico del carcinoma tiroideo nei bambini e negli adolescenti sia diverso da quello degli adulti. Nonostante alla prima diagnosi la dimensione del tumore possa essere significativamente elevata (più del 50% presentava una dimensione superiore ai 2 cm), la prognosi e la sopravvivenza globale dei nostri pazienti è risultata ottima.

Considerando il sesso, nei nostri pazienti il rapporto fra maschi e femmine è stato 1:3 (25%), mentre nello studio di Enomoto, solo 2 pazienti su 20 erano di sesso maschile (10%). Il range considerato nei due lavori è stato 5-20 anni per il nostro, 11-20 anni per l’altro, con

78 un’età media certamente più alta nel secondo lavoro rispetto al primo (17 ± 2,7 vs 13,72 ± 3,93).

Dai dati in nostro possesso inoltre si è notato che l’età media delle bambine e delle adolescenti si sovrappone a quello dei bambini e degli adolescenti.

Considerando la distribuzione della popolazione per fascia d’età, nella nostra analisi predomina un’incidenza di pazienti nella fascia d’età compresa fra 11-15 anni, mentre nei dati di Enomoto predomina la fascia di età fra i 16-20 con 15 pazienti su 20.

Prendendo in esame la sintomatologia d’esordio, non è stato possibile confrontare i dati in nostro possesso con l’articolo di riferimento, ma in letteratura è emerso un interessante case report di Kim et all. del 1998 su una paziente di 12 anni con diagnosi di FTC che manifestava una sintomatologia d’esordio correlata alla metastasi cranica. I nostri dati dimostrano che la sintomatologia con tumefazione cervicale prevale sull’asintomaticità con un rapporto di 3:1.

Secondo i dati della letteratura i fattori di rischio certi sono l’invasione, l’età, il sesso, il diametro del tumore e le metastasi a distanza al tempo della diagnosi. Ma dai nostri dati, abbiamo osservato che tali parametri nei nostri pazienti non hanno influito sul decorso della malattia e sulla sopravvivenza globale, in quanto il risultato finale è stato uguale per tutti, anche se inizialmente presentavano valori diversi tra loro.

La familiarità per tireopatie non rappresenta un fattore di rischio certo, tuttavia alcuni autori sostengono che la predisposizione a manifestare patologie tiroidee possa rappresentare l’input ideale sulla quale fattori ambientali possono causare ulteriori danni, alla base dell’insorgenza della neoplasia. Analizzando anche questo aspetto e abbiamo riscontrato che 9 pazienti su 28 (32%) presentavano familiarità per tireopatie.

79 Un punto su cui ragionare e su cui ancora oggi non tutti gli autori sono concordi, sono le indagini pre-operatorie. Tutti confermano l’importanza dell’ecografia per l’individuazione del nodulo, come dimostrato dal fatto che tutti i pazienti (100%) hanno eseguito almeno un’ecografia preoperatoria. I dubbi rimangono sull’utilizzo dell’agoaspirato (il 75% dei nostri pazienti) che sembra sembra avere un’utilità per la diagnosi dell’istotipo papillare più che per l’istotipo follicolare, dato che occorre l’esame istologico sul pezzo per diagnosticare un FTC. L’Rx torace sembrerebbe utile per la valutazione di eventuali metastasi, la scintigrafia per la valutazione di un nodulo caldo o freddo, mentre la TC, la RMN sembrano più utili per il periodo di follow-up.

Altro punto valutato è stato l’istotipo. È noto in letteratura, almeno negli adulti, come un carcinoma follicolare ampiamente invasivo abbia una prognosi peggiore rispetto ad un carcinoma follicolare minimante invasivo. Dai nostri dati è possibile notare che il 7% dei nostri pazienti presentava un carcinoma follicolare ampiamente invasivo, mentre il 93% presentava un carcinoma follicolare minimamente invasivo. L’ ipotesi iniziale era che a istotipo più maligno corrispondesse una prognosi negativa, in realtà è stato visto che sia il trattamento che la prognosi sono stati uguali, sia nei pazienti con carcinoma minimamente invasivo che in quelli con carcinoma ampiamente invasivo. In più dallo studio di Enomoto, emerge un aspetto interessante che conferma il dato appena espresso: nessuno dei 4 pazienti con carcinoma follicolare della tiroide ampiamente invasivo ha presentato recidive o metastasi a distanza, al contrario di 3 pazienti su 16 presentanti diagnosi di carcinoma follicolare minimamente invasivo che hanno presentato recidive.

Partendo dal presupposto che si parla sempre di piccoli numeri e che non è possibile fare valide conclusioni, tali dati mettono in discussione le idee o le certezze presenti nella letteratura scientifica, sui rapporti di malignità/prognosi del paziente. In più valutando con il

80 giusto peso tale aspetto, anche l’approccio alla patologia potrebbe cambiare, rendendola sempre meno radicale.

Dalla revisione della letteratura, tutti gli autori concordano nel definire che il FTC, sia nell’adulto che nel bambino non abbia la tendenza a interessare la componente linfonodale. I nostri dati aderiscono a questa corrente di pensiero, vista e considerata la totale assenza di interessamento linfonodale in tutti i pazienti esaminati. Nel caso dello studio di Enomoto, sebbene i dati seguano la teoria, in un paziente su 20 (5%) è stata confermata la presenza di interessamento linfonodale, confermata all’esame istologico dopo la linfadenectomia dei linfonodi interessati.

Riguardo alla stadiazione, abbiamo considerato ogni singolo parametro del sistema TNM, concentrandoci dapprima sulle dimensioni del tumore primitivo. La media delle dimensioni dei tumori primitivi, confermate dai referti anatomo-patologici è 25,15 ± 18,14 mm, mentre la media delle T dei pazienti presi in considerazioni dai pazienti di Enomoto è 29,4 ± 22,3. Inoltre dai nostri studi sembra che la dimensione non sia correlata con l’età.

Della N (interessamento linfonodale) si è già parlato, mentre per quanto riguarda le metastasi a distanza (M), entrambi gli studi concordano sull’assenza assoluta di metastasi in pazienti affetti da FTC, sebbene un caso di metastasi in paziente con FTC si ritrova in letteratura, come già summenzionato parlando della sintomatologia d’esordio.

La scelta del tipo di trattamento chirurgico rimane ancor oggi controversa, specialmente tra chirurgia conservativa e quella radicale. Il motivo è dettato dal fatto che, come già citato, esistono scarsi studi prospettici controllati riguardanti la chirurgia del Carcinoma Differenziato della Tiroide e quindi del Carcinoma Follicolare della Tiroide. Il seguente studio nasce per contribuire in qualche modo, alla conclusione di questo dibattito e

81 favorire la nascita di un’unica corrente da seguire. Coloro che supportano la chirurgia conservativa sostengono che la tiroidectomia totale non riduce la mortalità complessiva ma aumenta l’incidenza di ipoparatiroidismo definitivo ed il rischio di lesioni del nervo laringeo ricorrente. Coloro che, invece, sostengono che la tiroidectomia totale sia il migliore approccio, portano a favore della loro strategia sei motivazioni:

1. La TT permette la rimozione di tutto il tessuto tiroideo, sede sia della neoplasia che di eventuali foci multicentrici;

2. L’incidenza di metastasi polmonari è più frequente in età pediatrica e la tiroidectomia totale consente in seguito una precoce individuazione di tali ripetizioni grazie ad un più corretto uso della scintigrafia totale corporea;

3. La TT associata a linfoadenectomia comporta una diminuzione dell’incidenza di ricadute regionali;

4. La TT permetterebbe di utilizzare in modo più sensibile il dosaggio della tireoglobulina circolante come marcatore tumorale di recidiva o di residuo di malattia;

5. La TT permetterebbe di utilizzare in maniera efficace / terapeutica il radioiodio; 6. I pazienti avrebbero una maggiore probabilità di rimanere liberi da malattia

rispetto a quelli trattati con lobectomia.

Le argomentazioni invece emerse in favore della chirurgia conservativa sono:

1. Il CDT nei bambini è una malattia diversa da quella degli adulti, con caratteristiche proprie tra cui la migliore risposta al trattamento: è stata infatti dimostrata un’elevata sensibilità alla terapia ormonale soppressiva (L-Tiroxina) nel controllo della malattia subclinica.

82 2. L’elevata incidenza di multifocalità del CDT in età pediatrica non sembra influenzare la prognosi quoad vitam.

3. La presenza di invasione vascolare (riportata in 1/3 dei casi) non sembra influenzare la prognosi.

4. La possibilità di una differenziazione nel tempo di un eventuale microfocolaio residuo non sembra essere accertata.

5. Nei pazienti pediatrici la sopravvivenza non è correlata all’estensione dell’exeresi chirurgica.

6. Le procedure chirurgiche più estese, specialmente se effettuate su bambini di età inferiore a 16 anni, sono correlate con un incremento della morbilità:

 Lesioni delle paratiroidi → ipoparatiroidismo (transitorio o definitivo)  Lesioni del nervo laringeo ricorrente → paralisi corda vocale

Queste complicanze si riducono con l’approccio conservativo e, soprattutto trattandosi di bambini, non dobbiamo sottovalutarne l’importanza. [79]

L'ipocalcemia rende infatti questi giovani pazienti, non solo dipendenti da una somministrazione quotidiana di Calcio per il resto della vita, ma a rischio di sviluppare crisi tetaniche durante ogni intensa attività fisica.

Prendendo in esame i dati sul trattamento chirurgico, un dato che ci ha colpito e che ci ha fatto molto riflettere è la differenza di percentuale nella scelta del trattamento chirurgico. Dallo studio preso in considerazione è emerso che, un solo paziente su 20 è stato sottoposto ad un intervento chirurgico radicale (5%) al contrario del nostro studio da cui affiora che in Italia, sebbene si prediliga la terapia conservativa rispetto alla terapia radicale,

83 la percentuale di pazienti trattati con tiroidectomia totale è circa 6 volte maggiore rispetto a ciò che accade in Giappone (32% vs 5%).

L’utilizzo della radioterapia sembra essere riservata ai pazienti ad alto rischio. Dai dati a nostra disposizione, si evince che 6 pazienti su 28 (29%) sono stati trattati con RT post- chirurgica con Iodio-131, mentre nello studio di Enomoto si nota che il (40%) dei pazienti è stato trattato con RT.

Tutti i nostri pazienti sono stati sottoposti a follow-up, iniziando con un’osservazione stretta nel primo anno dalla diagnosi e dal trattamento e man mano sempre più lungo nei tempi fra una visita e l’altra. Il follow-up dimostra un’eccellente prognosi del carcinoma follicolare della tiroide in età pediatrica, in assoluto migliore di quell’adulto. La sopravvivenza globale è del 100% dei pazienti in entrambi gli studi. Dai nostri dati, durante il follow-up non si sono registrati casi di recidive, mentre nello studio di Enomoto sono stati rilevati 3 casi di recidiva di malattia post-trattamento. La migliore prognosi durante l’età pediatrica e adolescenziale, sembra dettata non solo dal differente profilo molecolare, ma anche dalla risposta che l’ospite mette in atto nei confronti del tumore. Secondo Spinelli et all. l’incidenza di ricaduta dei CDT si attesta attorno al 3% ma dati sull’FTC non sono al momento disponibili. Pertanto ci sentiamo di confermare che la durata ideale del follow-up sia superiore ai 120 mesi per escludere eventuali recidive o ricadute anche a distanza di tempo.

Ultimo punto di discussione del studio,a nostro avviso molto interessante, è stato confrontare il comportamento dei pazienti affetti da FTC con i pazienti affetti da PTC (tabella 5), grazie alla consultazione del recente articolo Spinelli C, Tognetti F, Strambi S et al. Papillary Thyroid Carcinoma in Children and Adolescents: Predictive factors for cervical lymph node metastasis in the central and lateral compartiments. An Italian Multicentric Study on 132

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Patients. In progress 2017 che ha scovato i dati dal nostro stesso database, concentrandosi però sulla popolazione di pazienti affetti da PTC in età pediatrica ed adolescenziale.

Tabella 5. Confronto fra PTC/FTC

Variables Value PTC Value FTC

Gender, n (%) (female: male ratio) 3.1:1 3:1

Female 100 (75.8) 21 (75) Male 32 (24.2) 7 (25) Age, years Mean ± SD 14.3 ± 3.5 13.7 ± 3.9 Range 4-18 5-20 ≤ 15 69 (52.3) 18 (64.3) > 15 63 (47.7) 10 (35.7) Tumor size, cm Mean ± SD 2.4 ± 1.7 2.5 ± 1.8 ≤1 17 (12.9) 5 (17.9) 1.1-2 52 (39.4) 10 (35.7) 2.1-4 45 (34.1) 9 (32.1) >4.1 18 (13.6) 4 (14.3) Histologic feature, n (%) Conventional variant of PTC 75 (56.7) Follicular variant of PTC 37 (28) Diffuse sclerosing variant 6 (4.5)

Tall cell variant 7 (5.3)

Trabecular variant 4 (3)

Poorly differentiated variant 2 (1.5)

Minimally invasion FTC 18 (64.3)

Widely invasion FTC 2 (7.1)

Hürtle-cells variant 8 (28.6)

Infiltration of the thyroid capsule, n (%) 73 (55.3) 28 (100)

Vascular invasion, n (%) Yes 14 (10.6) 9 (32.1) No 118 (89.4) 19 (67.9) Multifocality, n(%) 51 (38.6) 0 (0) Homolateral 16 (12.1) 0 (0) Bilateral 35 (26.5) 0 (0) T stage, n (%) T1 41 (31.1) 13 (46.4) T2 28 (21.2) 10 (35.7)

85 T3 54 (40.9) 5 (17.9) T4 9 (6.8) 0 (0) N stage, n (%) N0 59 (44.7) 28 (100) N1 73 (55.3) 0 (0) 1 a 18 (24.7) 0 (0) 1 b 55 (73.3) 0 (0) M stage, n(%) M0 122 (92.4) 28 (100) M1 10 (7.6) 0 (0) Radioiodine treatment, n(%) Yes 130 (98.5) 8 (28.6) No 2 (1.5) 20 (71.4)

Lymph node metastasis, n(%) 73 (55.3) 0 (0)

Central only 17 (12.9) 0 (0)

Lateral only 25 (18.9) 0 (0)

Central and lateral 31 (23.5) 0 (0)

Follow up, years

Mean ± SD 4.7 ± 2.3 6 ± 3.1

Range 1-14 0.3-10

Persistence, n(%)

Complete remission 119 (90.2) 28 (100) Biochemical persistence of disease 6 (4.5) 0 (0)

Structural persistence of disease 7 (5.3) 0 (0)

Recurrence, n(%) 13 (9.8) 0 (0) Thyroid bed 5 (3.8) 0 (0) Lymph nodal 6 (4.5) 0 (0) Lung 2 (1.5) 0 (0) Postoperative complications Hypoparathyroidism 0-36 % 6 (22%)

Recurrent nerve palsy 0-28 % 1 (4%)

Dalla tabella soprastante emerge come il PTC, in età pediatrica e nell’adolescente, sia predominante nel sesso femminile (come nell’adulto) e come l’FTC segua la stessa tendenza. Prendendo in esame l’età, si può notare che i due tumori presentino dei dati quasi sovrapponibili fra di loro. E’ interessante notare come parlando di invasione capsulare, essa

86 sia presente nella totalità dei casi dei pazienti affetti da FTC (100%), mentre nei pazienti affetti da PTC si attesti intorno al 55%.

Un ulteriore aspetto considerato è l’invasione vascolare: nella maggioranza dei casi non presente nei pazienti di entrambi gli istotipi, ma che compare sostanzialmente con percentuale maggiore nei FTC rispetto ai PTC (32,1% vs 10,6%).

La multifocalità non è presente in nessuno dei pazienti affetti da FTC, per cui esso si presenta sempre come nodulo singolo, al contrario dei PTC in cui si assiste a un 38,6% di multifocalità.

Riguardo alla dimensione, un aspetto curioso è che il tumore si presenti alla diagnosi nei PTC, rispetto ai pazienti con FTC, infatti T3 e T4 costituiscono insieme il 47,7% del totale dei casi nei pazienti con PTC, mentre negli FTC, T3 è stato rilevato nel 17,9 % dei casi, T4 in nessun paziente.

Considerando l’interessamento linfonodale è interessante notare come in nessun paziente affetto da FTC, ci sia interessamento dei linfonodi cervicali. Ciò conferma quindi, anche in età pediatrica la tendenza del tumore a preferire la via ematica alla via linfatica, anche se occorre affermare che in nessuno dei nostri pazienti è stata notata la presenza di metastasi a distanza. Quanto detto non vale per i pazienti affetti da PTC, in cui si è assistito ad un interessamento linfonodale nel 55,3% dei casi, e metastasi a distanza nel 7,6% dei casi.

Tali dati sono ritenuti importanti per avere idea, sempre nel rispetto delle linee guida e dei lavori della leteratura, dell’approccio terapeutico da tenere in presenza di un paziente affetto da tali patologie, soprattutto per rispondere al dibattito chirurgia conservativa/chirurgia radicale.

87 Nei PTC è stata inoltre notata una tendenza alla persistenza della patologia post- trattamento, rilevata nel 9,8% dei pazienti trattati. Negli FTC invece, non è stata notata alcuna recidiva o persistenza di malattia, pertanto il trattamento conservativo con escissione della neoplasia, sembrerebbe la soluzione ideale al trattamento del paziente, evitando così complicanze post-chirurgiche presenti nel 26% dei pazienti, soprattutto in seguito a tiroidectomia totale. Nei PTC, la soluzione migliore sembrerebbe la chirurgia radicale con linfoadenectomia (solo in presenza di linfonodi potenzialmente metastatici) ed eventualmente un trattamento post-chirurgico con Radioterapia (trattamento effettuato già nel 98,6% dei casi affetti da PTC a confronto del 28,6% dei casi affetti da FTC).

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6. CONCLUSIONI

A conclusione del nostro lavoro, che ha esaminato 28 pazienti con carcinoma follicolare della tiroide (FTC) con età inferiore ai 20 anni, possiamo affermare che, indipendentemente dalla radicalità della chirurgia, la prognosi del FTC in età pediatrica è eccellente. Al follow-up abbiamo notato che il 100% dei nostri pazienti risulta vivo, in concordanza con i dati revisionati in letteratura.

Possiamo inoltre apprezzare che il 100% dei nostri pazienti ha avuto ad oggi una remissione completa della patologia. Sebbene il tipo di chirurgia prediletto sia la chirurgia conservativa, i dati a nostra diposizione suggeriscono che la percentuale di pazienti con FTC in età pediatrica ed adolescenziale sottoposti a chirurgia radicale in Italia sia ancora alta rispetto ad esempio al Giappone (32% vs 5%).

Pertanto questa tesi suggerisce che, vista la benignità del FTC in questa età, si ricorra sempre più a una chirurgia più conservativa, in maniera tale da prevenire il più possibile il numero di complicanze post-chirurgiche (sicuramente più alte per la tiroidectomia totale rispetto alla lobectomia, all’istmectomia) a carico principalmente delle paratiroidi e del nervo laringeo ricorrente monolaterale. Le complicanze infatti agiscono in maniera negativa sulla qualità di vita del paziente, e a maggior ragione su quella di un bambino o di un adolescente.

A nostro avviso, è preferibile una chirurgia conservativa con un follow-up più intenso rispetto ad una chirurgia radicale. In presenza di invasione vascolare non si ha la certezza di ricorrere ad un’emitiroidectomia, in quanto i dati in nostro possesso sono pochi, anche se sembrerebbe che anche questo fattore non incida per nulla sulla prognosi del paziente, vista l’assenza di metastasi in tutti i pazienti con invasione vascolare.

89 Si consiglia inoltre di stadiare in tutti i suoi parametri il tumore, con indagini pre- operatorie specifiche, come l’ecografia, eventualmente l’agoaspirato e l’Rx del torace, per escludere eventuali metastasi a livello di osso e polmone, principali sedi di metastasi a distanza.

Possibili indicazioni all’ emitiroidectomia:

 Lesione microscopicamente confinata ad un lobo, rilevabile dall’ecografia e/o alla palpazione;

 Assenza di linfonodi cervicali metastatici;

 Referto anatomo-patologico di esame istologico di FTC.

Possibili indicazioni alla tiroidectomia totale:

 Lesione localizzata ad entrambi i lobi tiroidei;

 Presenza di interessamento metastatico di linfonodi cervicali bilaterali;  Metastasi a distanza.

Possibili indicazioni alla radicalizzazione dopo emitiroidectomia ed esame istologico:  Contemporanea invasione capsulare e/o vascolare (pazienti ad alto rischio);  Angioinvasività ematica e linfatica;

 Bambini con alti livelli di tireoglobulina postoperatorie;  Multifocalità.

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7. REVISIONE DELLA LETTERATURA

Ultima tappa del nostro studio è stata quella di cercare sulle migliori riviste scientifiche internazionali e su Pubmed lavori degli ultimi 25 anni che avessero il nostro stesso oggetto di studio, ossia studio del FTC in età pediatrica, adolescenziale e giovane adulto, dalla quale estrapolare dati e nozioni da poter comparare con i dati in nostro possesso. Come riportano alcuni autori, in letteratura ci sono pochi casi di bambini e adolescenti affetti da FTC con le caratteristiche dei nostri pazienti. A nostro avviso i lavori più significativi sono stati:

1. Enomoto K., Enomoto Y. et all: Follicular thyroid cancer in children and adolescents: clinicopathologic features, long-term survival, and risk factors for recurrence, Endocrine Journal 2013, 60 (5), 629-635;

2. Kim SH. Kosnik E. Madden C. et all.: Lytic Skull Metastasis from a Follicular Thyroid Carcinoma in a Child, Pediatr Neurosurg 1998;28:84–88.

Riportiamo in maniera schematica, i dati del nostro lavoro e di seguito tramite tabelle, i lavori più significativi a cui abbiamo fatto riferimento durante la trattazione della tesi, con i rispettivi dati.

91 Dati dei nostri pazienti

Caso Sesso Età Chirurgia

Trattamento post- chirurgico TNM T Invasione vascolare Tipo istologico 1 M 5 TT, CC, LC no T2 N0 M0 27 si MI 2 F 9 TT, CC, LC no T2 N0 Mx 25 no MI 3 F 14 ET no T2 N0 Mx 25 no MI 4 F 11 TT no T2 N0 Mx 35 si MI 5 M 18 ET, TT RT T1b N0 M0 12 no MI 6 M 17 ET, TT RT T3 N0 Mx 70 no AI 7 F 13 ET, TT no T2 N0 Mx 20 no MI 8 F 15 ET, CC, LC no T1b N0 M0 14 no MI 9 F 5 TT no T1b N0 M0 18 si AI 10 M 15 ET no T1a N0 Mx 8 no MI 11 M 8 ET, TT no T1b N0 Mx 18 si MI 12 M 17 ET no T1b N0 M0 17 no HMI 13 M 13 ET no T1a N0 M0 7 no HMI 14 F 14 ET, TT RT T1b N0 M0 19 no HMI 15 F 9 ET no T1b N0 M0 10 si HMI 16 F 16 ET no T1a N0 M0 1 no HMI 17 F 18 TT RT T1b N0 M0 16 si MI 18 F 15 TT no T1b N0 M0 16 no MI 19 F 13 TT RT T1a N0 M0 9 si MI 20 F 12 ET no T1b N0 M0 15 no MI 21 F 19 ET RT T3 N0 M0 55 si HMI 22 F 15 ET no T3 N0 M0 50 no MI 23 F 18 ET no T2 N0 M0 22 no MI 24 F 13 ET no T3 N0 M0 75 no HMI 25 F 19 TT RT T2 N0 M0 32 no MI 26 F 17 TT RT T3 N0 M0 40 no MI 27 F 16 ET no T2 N0 M0 25 si HMI 28 F 10 ET no T2 N0 M0 23 no MI MI: Carcinoma follicolare della tiroide minimamente invasivo

AI: Carcinoma follicolare della tiroide ampiamente invasivo HMI: Carcinoma a cellule di Hurtle minimamente invasivo

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1. Enomoto K., Enomoto Y. et all: Follicular thyroid cancer in children and adolescents: clinicopathologic features, long-term survival, and risk factors for recurrence, Endocrine Journal 2013, 60 (5), 629-635

Caso Età/Sesso Tg Intervento chirurgico TPC TNM T (mm)

IC IV IST

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