• Non ci sono risultati.

PARTE II IN LABORATORIO

9. STOCCAGGIO DEGLI AGENTI CHIMICI

9.1 INCOMPATIBILITA’ FRA PRODOTTI CHIMICI

fra i vari schemi risiedono essenzialmente nel numero dei gruppi di prodotti che si devono tenere separati. I gruppi maggiormente considerati sono:

 infiammabili;

 ossidanti;

 acidi concentrati;

 basi concentrate;

 reattivi con l’acqua;

 estremamente tossici;

 composti che generano perossidi;

 composti piroforici;

 gas compressi.

I primi cinque gruppi sono separati per evitare un contatto accidentale che porterebbe, per la reattività dei prodotti, a reazioni violente o esplosive. I composti chimici reattivi con l’acqua sono isolati per ridurre la probabilità di un contatto accidentale con essa in casi di incendio, I composti estremamente tossici o cancerogeni sono segregati per aver un maggior controllo sulla loro distribuzione e per ridurre la possibilità di un versamento accidentale. I composti perossidabili devono essere conservati in luoghi freschi e al riparo dalla luce, mentre per i piroforici bisogna evitare anche il contatto con l’aria.

Un’aggregazione minima deve comunque quantomeno rispettare una separazione in classi di pericolo quali:

 infiammabili;

 corrosivi;

 altamente reattivi con l’acqua o con l’aria;

 tossici;

sulla base di quelle che sono le indicazioni date dalla scheda di sicurezza, secondo lo schema seguente:

Tabella 9.1 – Schema minimale di segregazione per incompatibilita dei prodotti chimici

Di seguito sono elencate le sette tipologie di sostanze con le indicazioni delle famiglie più significative, i cui componenti possono presentare analogo tipo di instabilità-reattività:

 sostanze instabili che esplodono più o meno spontaneamente per shock termici, meccanici per attrito o per azione della luce come composti nitroaromatici, nitroalcani, perossidi, idroperossidi, peracidi, acetiluri, azo e diazo composti, sali ammonici di acidi ossidanti, picrati e alchili;

 sostanze che reagiscono violentemente con se stesse sviluppando elevato calore polimerizzando, come monomeri vinilici, aloalcheni, epossidi azidrine o condensando con se stesse, come le aldeidi o subendo reazioni di isomerizzazione o dismutazione;

 sostanze che reagiscono violentemente con l’acqua, che sviluppano elevato calore e possono produrre gas infiammabili e/o tossici come metalli alcalini, idruri, metalloalchili, anidridi, epossidi, alogenuri acilici, clorosilani, cloruri e fluoruri inorganici, cianuri, nitruri, carburi, fosfiti e siliciuri;

 sostanze ossidanti che, se mescolate accidentalmente con altre riducenti, innescano violente reazione esotermiche, con sviluppo anche di gas, come F2, CL2, acido nitrico, acido perclorico, perossidi organici ed inorganici, nitriti, nitrati, cloriti, ipocloriti, perclorati. Cromati, iodati, composti nitrorganici ed acqua ossigenata.

N.B. una sostanza fortemente ossidante reagisce praticamente con qualsiasi sostanza organica;

 sostanze riducenti che, se mescolate accidentalmente con altri ossidanti, sviluppano calore e prodotti che possono essere infiammabili e reattivi, come metalli alcalini, idruri organometallici, metallo acetiluri, solfiti e idrosolfiti inorganici, zolfo ed altri elemento non metallici, cloruro cromoso, cloruro ferroso, ossalato ferroso, nitruri, carburi, fosfiti, siliciuri;

N.B. i forti riducenti reagiscono violentemente con gli ossidanti deboli, per esempio i metallo alcalini reagiscono con qualsiasi sostanza che ha un idrogeno attivo liberando idrogeno (esplosivo);

 sostanze acide organiche ed inorganiche che producono elevato calore in spazi limitati, neutralizzandosi con ammine e basi, reagiscono con molti metalli liberando idrogeno, iniziano reazioni di polimerizzazione di monomeri e accelerano le reazioni chimiche. Gli acidi reagiscono con cianuri, isocianati, ditiocarbammati, mercaptani, nitruri, nitrili, sviluppando gas infiammabili e/o tossici, reagiscono con solfiti, nitriti e carbonati sviluppando gas;

 sostanze basiche come le ammine e le basi inorganiche che, neutralizzandosi con acidi, producono elevato calore in uno spazio limitato e possono agire da catalizzatori in molte reazioni. Basi inorganiche sviluppano H2 reagendo con metalli come Al o Zn e gas infiammabili e/o tossici reagendo con nitruri, alogenuri organici, perossidi e idroperossidi;

 sostanze piroforiche che reagiscono violentemente con l’ossigeno a temperatura ambiente come: i metalli finemente suddivisi (per esempio catalizzatori), gli idruri e gli elemento alchili, le alchilfosfine, gli alchilsilani, i metallocarbonili, i metalli alcalini, il fosforo bianco;

 sostanze che formano facilmente perossidi, che successivamente si decompongono o che catalizzano reazioni di polimerizzazione, come aldeidi, dieni, aloalcheni, eteri, ciclolefine ed alcuni composti inorganici, come la SodioAmmide o la potassioammide;

N.B. per sostanze che formano perossidi l’incidente è, in genere, dovuto ad un loro più lungo stoccaggio rispetto a quelli previsti o alla non conoscenza di luoghi idonei di stoccaggio.

Le classi di sostanze più frequentemente coinvolte in incidenti sono, nell’ordine:

 acidi

 ossidanti

 monomeri

 sostanze reattive con acqua

 basi

Oltre ad una corretta segregazione dei composti chimici incompatibili, per uno stoccaggio in sicurezza devono essere osservate alcune basilari regole e raccomandazioni:

 i composti chimici devono essere conservati a temperatura ed umidità appropriate. Come regola generale non devono essere depositati vicino ad una fonte di calore, ad un generatore di vapore o sotto i raggi del sole;

 tutti i prodotti devono essere correttamente etichettati. Sul prodotto deve essere indicata la dati di ricevimento e quella di apertura. Nel caso in cui il prodotto si degradi con il tempo, occorre indicare anche la data di scadenza;

 devono essere condotte periodicamente ispezioni visive che pongano particolare attenzione a:  cambiamenti di colore;

 comparsa di liquidi in solidi o di solidi in liquidi;  deterioramento del contenitore o della sua chiusura.

In laboratorio è consentito tenere agenti chimici nelle quantità strettamente necessarie alle sperimentazioni in corso, all’interno di armadi chiusi, preferibilmente di sicurezza. È da evitare l’utilizzo di scaffali aperti. Le scorte devono essere immagazzinate in locali separati, meglio se esterni all’edificio, ed adeguatamente compartimentati, dotati di idonei dispositivi antincendio e di adeguata aerazione (finestre o sistemi di ventilazione forzata).

Gli armadi devono essere posizionati lontano da corridoi, da aree di lavoro, dalle vie di accesso ai laboratori e, in generale, ai locali, da uscite di sicurezza, da fiamme libere e fonti di calore (bunsen, stufe, ecc.) e non devono ostacolare il raggiungimento di dispositivi di emergenza (estintori, cassetta del primo soccorso, stazioni di lavaggio oculari, ecc.). Gli armadi aspirati, in particolare, devono essere posizionati in modo tale che sia possibile il convogliamento del flusso d’aria in espulsione verso l’esterno.

Quantità maggiori per tipologia e quantità di prodotto possono essere conservate, in locali esterni al laboratorio vero e proprio, in appositi armadi definiti reagentari. Il reagentario deve essere un armadio a ripiani in materiale ignifugo e resistente agli acidi, preferibilmente di sicurezza (armadi aspirati/antincendio) per particolari categorie di prodotti (acidi, basi, sostanze infiammabili e/o tossiche) e dotato di porte che ne permettano la chiusura.

Tutti gli armadi devono inoltre essere dotati di:

 ripiani con bordo esterno rialzato per evitare lo scivolamento dei contenitori e per contenere eventuali perdite o versamenti. In alternativa si possono usare vaschette di materiale idoneo ove riporre flaconi e bottiglie;

 vasca di raccolta almeno alla base della pila di ripiani;

 indicazione dei pericoli dei prodotti contenuti, mediante apposita segnaletica di sicurezza;

 particolari caratteristiche di resistenza al fuoco, se trattasi di armadio antincendio.

Su ogni armadio deve inoltre essere affisso un foglio contenente le seguenti informazioni:

l’elenco dei prodotti contenuti con relative indicazioni di pericolo e la data di aggiornamento dell’elenco stesso;