ottenuta da Salvino la dose di eroina da iniettare nel corpo martoriato dall'astinenza dell'amico Bibo, nei fatiscenti bagni della stazione, Giusy non riesce a trovare una vena dove effettuare il buco nonostante l'aiuto di Liza. Si decide così di iniettare il contenuto della siringa sul pene di Bibo, mentre Giusy cerca di mantenere l'attenzione dell'amico con un drammatico monologo:
«Non diventa duro diocane, ehi Bibo fallo diventare duro, forza Bibo, fatti forza, stammi a sentire, guarda, è grosso è grande, è il tuo cazzo Bibo, si gonfia, diventa duro. […] Ora adesso, vieni ! Dai Bibo ci siamo è duro è duro è in orbita! E' un missile! Vieni, forza!!! Bibo!!! Sei partito, sei in aria, sei fuori Biboooooo!!!» Dentro l'ago, zac.61
Nella lunga esortazione di Giusy abbiamo la fusione del parlato nei temi della cosiddetta “letteratura violenta”, il ritmo narrativo che procede come un lungo assolo in crescendo e lo svolgimento in atto di un gesto estremo, come praticare un'iniezione di eroina in una parte del corpo che è tabù per la tradizione letteraria italiana. Questa parte del racconto ha comportato un processo a spese di Tondelli, ma contemporaneamente è valsa ad aprire una breccia nel panorama culturale nostrano: la lezione della “Letteratura Emotiva” è ormai diventata pratica, rompendo il divario tra teoria e applicazione in pagina. I modelli americani rappresentati da William Burroughs, Jack Kerouac e Charles Bukowski trovano un discepolo nella penisola italiana, capace di applicare certi argomenti forti a nuove forme d'espressione linguistica. La ricerca del sound, la trasposizione sotto forma di scrittura delle forme orali, troverà ulteriore compimento nella messa in scena di questo racconto come pièce teatrale62.
II.2.3. – Incontri: Buddies in Kerouac, amicizie in Tondelli.
Sulla strada di Jack Kerouac, però, non rappresenta per milioni di lettori solo la rievocazione
di una serie di viaggi effettuati nel continente nordamericano, attraversato da Est a Ovest con sconfinamenti in Messico. Sulla strada è anche la storia di un'amicizia, un romanzo di formazione che ha per protagonista Sal e lo coinvolge lungo tutto il romanzo come spalla e ombra di Dean: la strada e le regole di quest'ultimo assumono la consistenza di una filosofia di vita in quanto vissute in compagnia di una persona cara, dove la vicinanza permette a chi racconta di prendere sempre più coscienza dei propri mezzi e delle proprie idee, fino ad attuare un personale e anticonvenzionale processo di crescita.
61 Tondelli, Opere. Romanzi, teatro, racconti, pp. 22-23.
62 Postoristoro, assieme al racconto Autobahn, è stato portato in scena il 30 novembre 1985 dal regista Gianfranco Zanetti, attraverso la partecipazione in fase di sceneggiatura dello stesso Tondelli. Ivi, XLV.
Nella rivoluzione di temi e costumi illustrati da Kerouac, quella di testimoniare una nuova forma di amicizia tutta maschile non è nuova nella storia della letteratura statunitense, trovando tra i predecessori il rapporto coltivato tra Huck e Jim nelle Avventure di Huckleberry
Finn di Mark Twain. La novità consiste nel porre l'amicizia maschile in nuova luce, in una
posizione quasi antitetica rispetto ai modelli trasmessi dai mass-media nel secondo dopoguerra. Quello inaugurato dalla coppia Sal e Dean si pone come un nuovo corso, contrapposto a quella figura di uomo virile e tutto d'un pezzo rappresentato da attori quali Humphrey Bogart e John Wayne; e se in questi due modelli la lealtà e la sincerità caratteristiche imprescindibili nel ruolo che le due star incarnano, in Sulla strada l'innocenza e l'ingenuità di Sal vanno progressivamente dissolvendosi di fronte alle malefatte di Dean. La vicenda raccontata prende il via proprio con l'irruzione di Dean nella vita di Sal e dei suoi amici, con il nuovo arrivato che non ci mette molto a imporsi in un ruolo egemone all'interno del gruppo Beat: la sua presenza è talmente appariscente da porsi come faro nei confronti degli altri, illuminando la scena ed ergendosi a guida all'interno del circolo newyorchese. Non è sbagliato considerare Dean il vero e incontrastato protagonista del romanzo, in quanto nel suo nome inizia il romanzo e nella sua rievocazione si chiude Sulla strada.
Ma chi è Dean Moriarty?
Dean è il tipo perfetto per un viaggio perché nacque letteralmente per la strada, quando i suoi genitori passarono per Salt Lake City, nel 1926, in un vecchio macinino, diretti a Los Angeles. Le prime notizie su di lui mi furono date da Chad King, che mi aveva fatto vedere alcune sue lettere scritte in un riformatorio del New Mexico. […] Ad un certo punto Carlo e io parlammo delle lettere e ci chiedemmo se avremmo mai conosciuto quello strano Dean Moriarty. Tutto ciò accadeva molto tempo fa, quando Dean non era quello che è oggi, ma solo un giovane carcerato avvolto di mistero. Poi arrivò la notizia che Dean era uscito dal riformatorio e stava venendo a New York per la prima volta: si diceva anche che avesse appena sposato una ragazza di nome Marylou.63
Non fa in tempo ad entrare in scena e a Dean l'autore dona un'aurea mitica, eroica, un figlio del mito on the road passato per il carcere e assetato di conoscenza. Memorabile è anche il primo incontro tra Dean e il gruppetto newyorchese, accolti nell'appartamento dal nuovo arrivato in mutande perché interrotto in un rapporto sessuale con Marylou. Avvicinato a Dean da Chad King, Sal ben presto fa conoscenza ed entra in confidenza con l'ultimo arrivato, travolto dall'entusiasmo ma consapevole pure dei limiti dell'amico:
Era un giovane avanzo di galera tutto preso dalle meravigliose possibilità di diventare un vero intellettuale […]. Questi era semplicemente un ragazzo tremendamente eccitato di vita, e quantunque fosse un imbroglione, lo era solo perché così intensamente voleva vivere ed entrare in rapporto con persone che altrimenti non gli avrebbero assolutamente dato retta. Mi imbrogliava e io lo sapevo […]
e lui sapeva che io sapevo.64
Nonostante i difetti di Dean siano evidenti, incrementati dall'ambiguo rapporto che questi tiene con Carlo Marx e avvalorati dalla disapprovazione della zia – «Essa diede a Dean una sola occhiata e decise che era un pazzo»65, non mancano a Sal motivi per seguire con adorazione le gesta del suo amico: il bisogno di esperienze nuove e la fondata certezza che, andando con Dean al proprio fianco, queste non sarebbero mancate; la somiglianza con il fratello Gerard, scomparso prematuramente e al quale il narratore era molto affezionato; la sua brillantezza, priva di pedanterie intellettuali e mai banale nel suo anticonformismo. Dean diviene un catalizzatore di aspettative, l'individuo in grado di cambiargli la vita in meglio dopo un periodo travagliato:
Era uno scoppio sfrenato pieno di assensi di americana gioia; era occidentale, il vento d'Occidente, un'ode dalle praterie, qualcosa di nuovo, da lungo tempo profetizzato, da lungo atteso […]. Quantunque mia zia mi avesse avvertito che mi avrebbe messo nei guai, mi riuscì di sentire una nuova vocazione e scorgere un nuovo orizzonte e di crederci, nei miei giovani anni […]. In qualche punto lungo il tragitto sapevo che ci sarebbero state ragazze, visioni, tutto; in qualche punto lungo il tragitto mi sarebbe stata donata la perla.66
Questa attesa per un futuro prossimo e radioso, questo entusiasmo per ciò che si ha da affrontare nell'immediato, le promesse date da un incontro che potrebbe cambiare la vita ritornano in Tondelli nel racconto Autobahn, sesto e ultimo testo di Altri libertini. In questo racconto l'io narrante, a bordo della sua Cinquecento, percorre l'autostrada con l'obiettivo di raggiungere una città del nord e sfuggire alla noia esistenziale di Correggio; effettuata una sosta all'area di servizio fiume Adige per fare rifornimento, si imbatte fortuitamente in un “cinematografaro” intento a svolgere delle riprese. L'incontro è una sorta di colpo di fulmine, una comunanza di intenti recepita in base ad un breve scambio di opinioni dove il “cinematografaro” catechizza il nostro sulla funzione della sua figura e sui soggetti e temi che desidererebbe trattare in futuro. Dal canto suo, il protagonista ammette:
Me mi vien voglia di dirgli all'amico stoppista cinematografaro del drunk-cinema, vé se ti manca uno scorato ecco ce l'hai qui davanti a te e magari incominci da me se tu ci metti la benzina si potrebbe andare in giro insieme a visionare tutti questi amici tuoi […].67
La scintilla scocca tra i due, però non si tratta di un rapporto destinato ad avere vita lunga: innanzitutto lo scambio avviene sulla base pragmatica annunciata dalla frase «se tu ci metti la
64 Ivi, p. 10. 65 Ivi, p. 9. 66 Ivi, pp. 14-15.
benzina», dopodiché l'io narrante ha l'obiettivo personale di riconoscere «il proprio odore» da perseguire e di conseguenza proseguirà il suo cammino senza la compagnia del “cinematografaro”.
In Altri libertini, nella sua accezione di libro generazionale, vi è un'altra concezione di amicizia rispetto al modello statunitense. In Tondelli l'aspetto affettivo dell'amicizia implica maggiormente la sfera intima dei personaggi, con l'Io che a sua volta si trasforma in “Noi” nel suo ruolo di testimone dei cambiamenti sociali in atto attorno alla fine degli anni Settanta. Non viene certamente a mancare la solidarietà tra i giovani, però è innegabile che in Tondelli vi sia una maggior attenzione alle sensazioni e agli effetti dei sentimenti, una ricerca della realizzazione personale che può avvenire solo guardando in sé stessi. I personaggi che popolano Altri libertini sono più intenti all'esibizione del proprio corpo, alla ricerca di una condivisione di un amore da offrire e ottenere, piuttosto che scambiare le proprie esperienze con un coetaneo. Ciò non certifica l'impossibilità di un'amicizia sincera, bensì fa in modo che il cammino di formazione sia più rivolto all'interno di sé che ad una partecipazione attiva alla vita altrui.
Nella sua struttura, e nei temi trattati, il racconto tondelliano più vicino al capolavoro di Kerouac è Viaggio, inserito a metà di Altri libertini. La vicenda si svolge su due piani temporali, uno presente e uno passato: nel primo l'io narrante riceve la visita dell'amico Gigi, che gli propone un viaggio ma viene colto da una crisi di astinenza di droga; nel secondo si rievocano gli itinerari e le vicissitudini che i due, passati attraverso l'incubo della tossicodipendenza e della prostituzione, hanno vissuto in compagnia delle persone amate, Dilo per l'io narrante e Anna per Gigi. La conclusione, ritornando al presente, del narratore è agrodolce, tra l'amarezza per gli anni persi e la consapevolezza di avere ancora al suo fianco l'amico. Vale la pena approfondire appunto il rapporto tra le coppie Sal/Dean e Io/Gigi, punto in comune tra i due lavori narrativi che permettono di evidenziare i mutamenti sociali in atto nella seconda metà del Novecento.
L'io narrante e Gigi del Viaggio tondelliano ripercorrono le gesta della ben più celebre coppia Sal e Dean, dando fondamento ad un aspetto rilevato da Mario Corona nel saggio incluso nel volume delle opere di Kerouac: la coppia maschile è molto più robusta e attraente di quelle eterosessuali68. L'esistenzialismo, la ricerca intellettuale di stampo non accademico e l'energia vitalistica, oltre a forgiare il mito dell'hipster descritto da Mailer, sono gli elementi che permettono a Dean di far breccia all'interno del gruppo Beat, ponendosi in un rapporto di complementarietà con Sal:
L'essere Dean un figlio del selvaggio West costituisce la polarità che magnetizza la polarità opposta di Sal, rappresentante del vecchio East urbano e intellettualizzato. Dean viene quindi posto al centro dell'attenzione. Sal lo guarda, lo segue, lo ama e lo racconta.69
L'attrazione di Sal verso Dean si sviluppa in un rapporto quasi esclusivo tra i due, trasformando l'amicizia in quel fenomeno tutto americano che viene definito con il termine di
buddies:
E' più del generico “amici”, e implica un patto reciproco […] che istituisce una coppia unica e speciale, diversa da quella eterosessuale (quasi sempre parallela all'altra) solo in quanto non prevede atti sessuali.70
A corroborare questo rapporto speciale vi sono altri due aspetti analizzati lungo il saggio: il parallelo tracciato sull'esito dell'esperienza matrimoniale, dove al fallimento di Sal si contrappone il successo iniziale di Dean con Marylou rispetto alla quale però, come accade con le altre donne della sua vita, preferirà sempre la compagnia degli amici; la ricerca da parte di Sal di una valenza paterna in Dean, a sua volta alle prese con il tentativo di rintracciare il genitore. D'altronde il primo incontro già faceva presagire valori non comuni all'interno di questa amicizia, con Dean pronto a ricevere l'amico in mutande e lasciare da parte l'amata. L'apice del rapporto da buddies tra i due avviene nel celebre episodio situato in II,5:
Tutto a un tratto Dean si rivolse a me con faccia seria e disse: «Sal, devo chiederti una cosa... molto importante per me... chissà come la prenderai... siamo amici, non è vero?»
«Certo che lo siamo, Dean». Quasi arrossì. Alla fine si decise a dirlo: voleva che facessi all'amore con Marylou. Io non gli chiesi perché, poiché sapevo che lui voleva vedere che effetto gli faceva Marylou con un altro uomo.71
Al momento di imbarazzo di Dean, uno dei pochi in tutto il romanzo, Sal oppone l'intento di non deludere l'amico, ma alla resa dei conti si tira indietro consapevole di non poter eseguire la richiesta: «Ah, diavolo, non ce la faccio!» dirà Sal, nonostante le pressioni di Dean: «Coraggio, amico, hai promesso!» Alla fine Sal si limiterà ad ascoltare nella penombra i due sposi, riconoscendo la causa di questa bizzarra prova d'amicizia agli anni passati dietro le sbarre da Dean. Sal conclude così il ragionamento: «Dean aveva tutti i diritti di morire della dolce morte di un completo amore per la sua Marylou. Io non volevo interferire, volevo solo seguire».72
Sal prende coscienza della dipendenza da Dean, del riflesso che le sue azioni hanno in
69 Ivi, p. LII. 70 Ivi, p. LIII.
71 Kerouac, Sulla strada, II,5, pp. 150-151. 72 Kerouac, Sulla strada, p. 152.
funzione della presenza dell'amico. La domanda «Dov'è Dean?» riecheggia costantemente in tutto il romanzo, trascinandosi con il vittimismo ogniqualvolta lui si allontana, sia per i problemi amorosi sia per mantenere il rapporto con Carlo Marx; pian piano sarà lo stesso Sal a doversi ricredere, analizzando in profondità le situazioni dove Dean si è approfittato di lui. Il processo di disconoscimento si rivelerà assai lento per Sal, che sopporterà innumerevoli sotterfugi prima di rendersi conto, nell'ultimo viaggio e a discapito della propria salute, dell'egoismo che guida le scelte dell'amico. Lasciato a languire in uno squallido appartamento in Messico, sotto gli effetti della febbre, guarda Dean preparare la valigia e giunge ad un'amara conclusione: «Non seppi più chi fosse, ed egli lo capì».73 Il perdono giunge pure stavolta, però la sensazione è che il rapporto si sia spinto troppo oltre, rendendo inevitabile il ritorno a casa di Sal verso il focolare materno.
Da presupposti simili, ma con alcune differenze, si sviluppa il rapporto in Viaggio tra l'io narrante e Gigi. Innanzitutto anche qui troviamo come il racconto sia frutto del ricordo, un andare a ritroso nel tempo della memoria: il primo flash è rivolto all'estate del 1974 dove, subito dopo gli esami di maturità, i due decidono di andare a Bruxelles. Dalla capitale belga i giovani trascorrono un'estate decisiva, tra incontri con coetanei provenienti da tutto il mondo e le più diverse esperienze come il consumo di sostanze stupefacenti, i lavori saltuari, le bevute, i primi amori, i viaggi tra Amsterdam, il Belgio e la Germania. Il vortice di stimoli che vivono i due sono resi da Tondelli al lettore con uno stile fondato sull'accumulo delle azioni, tenuto con un ritmo serrato e sostenuto dall'assenza di punti a capo, avvalorato dalla commistione con francese ed inglese per i dialoghi con altri ragazzi non italiani.
Con la presa di coscienza da parte dell'io narrante della propria omosessualità, e con il frequente ricorso di Gigi all'eroina, iniziano i primi contrasti tra i due:
Gigi sputtana immediatamente le centocarte che abbiamo raccolto e ci compra dieci quartini. Io mi incazzo quando lo vedo tornare senza soldi e Mario [compagno dell'Io narrante] s'incazza pure lui, dicendo che di noi non ci si può fidare e che è cosa da grulli esser così scasinati perché ci fregheranno sempre. […] Col Gigi ci lasciamo a Francoforte, poco più avanti dell'aeroporto, dopo un litigio furioso […] urla che ne ha piene le palle di questo ritorno bislacco con due finocchi che non fanno altro che metterselo nel didietro.74
Dopo un breve ritorno al presente, la narrazione riprende con l'iscrizione dei due amici all'università di Bologna. Il ritorno nella terra d'origine non comporta una soluzione ai problemi tra l'io narrante e Gigi: i rapporti tesi con i locatori, la mancanza di soldi e le tensioni della convivenza dovuta ai differenti orientamenti sessuali mettono a dura prova l'amicizia. Il processo di maturazione passa attraverso le avventure amorose che, se prima
73 Ivi, p. 342.
erano estemporanee alla situazione vissuta dai nostri, ora danno luogo a rapporti destinati a cementarsi e solidificarsi nel tempo. Gigi conosce Anna e inizia una convivenza a tre, creando un parallelo con il soggiorno del trio Sal, Dean e Marylou in Sulla strada;
Tante volte Anna dorme con noi nello stanzone e mi piace sentirli fare all'amore e succede che si chiacchieri fino al mattino.75
L'io narrante di Viaggio riesce ad accettare la coppia eterosessuale, non facendo confronti tra le loro gioie e gli insuccessi sentimentali collezionati. Il rapporto a tre dura un'estate, poi l'io narrante conosce Dilo ed «è come aver inghiottito il fuoco»76. Sembra una conseguenza naturale la divisione tra le due coppie, tanto che il narratore fa coincidere l'episodio della partenza per Roma di Gigi e Anna con la conclusione del primo periodo della giovinezza. Inizia a questo punto una nuova fase del racconto, introdotta non a caso da uno dei pochi capoversi, dove emergono con forza le problematiche personali dell'io narrante, giocate sulla contrapposizione tra la presa di coscienza di sé stessi e le reali possibilità offerte dal mondo reale: l'accettazione la propria natura omosessuale, la delusione nei confronti dei genitori per il cammino a singhiozzo verso la laurea, un senso sempre più crescente di inutilità che viene soffocato nella dipendenza dall'alcol. Dilo lo aiuta standogli vicino, passando i soldi e portandolo in vacanza in Marocco. Intanto si può notare una coincidenza biografica tra l'io narrante e lo scrittore Pier Vittorio Tondelli, quando, a settembre «arriva il quattordici e io faccio ventunanni»77: proprio come l'autore, anche se denuncia un anno in più dato che l'anno di nascita di quest'ultimo è il 1955 e in base ai riferimenti temporali siamo nel 1975.
La successiva interruzione coincide con la crisi tra il protagonista del racconto e Dilo, dovuto principalmente all'incapacità del primo di realizzarsi sfogando negli alcolici le sue frustrazioni. Dopo un periodo di solitudine, i due ritornano a fare coppia; su invito di Gigi e Anna partono per Milano all'inaugurazione della Scala, però incappati in una manifestazione vengono fermati dalla polizia che lascia andare l'io narrante e Anna, trattenendo gli altri per l'intera notte. Nel 1976, durante un viaggio a Parigi, l'io narrante sente per la prima volta nella sua relazione un forte limite al suo processo verso l'indipendenza. La crescita avviene pure per la conoscenza diretta con la morte, a causa del suicidio dell'amico Michel: come il protagonista realizza una possibile fine della propria esistenza, si chiude in sé stesso, evita di