La rinascita di Leo, in Camere separate, si compie dal momento in cui lo scrittore conclude il periodo di isolamento ed inizia a frequentare nuove persone. Decisivo in questo senso è il contributo di Rodolfo, che in una discussione relativizza l'importanza di Thomas sino a giungere ad un'estrema sintesi del loro rapporto: «Che lui è morto, Leo. E tu no. Per questo lui non era il ragazzo giusto per te»316. Lo stesso Leo riconosce come questo periodo di isolamento si sia rivelato utile per elaborare il lutto, però lo ha tagliato fuori da amici e conoscenti; una volta sviscerato tutto il dolore derivato dalla perdita dell'amato, ora il protagonista ritiene che sia giunto il momento di «tornare alla vita, è ora di riconoscere le risposte di morte per quello che realmente sono e quelle di vita per quanto di bene possono portargli»317.
Il passo successivo di Leo è ristabilire un contatto umano e intellettuale con individui che abbiano analogie con i suoi interessi, riconoscendosi nella funzione di guida verso gli individui più giovani – ovvero riappropriandosi del ruolo di padre che aveva nei confronti di Thomas. Leo si era scoperto in tutta la sua sterilità, constatando l'impossibilità di poter mettere al mondo un figlio e quindi sentendosi inutile. Adesso, assumendo il compito di guida spirituale di Eugenio, un ragazzo presentatogli da Rodolfo, può dare un senso a tutta la sua attività culturale svolta sino a quel momento. Tempo dopo Leo, a bordo di un autobus alla periferia di Montréal, fissando una coppia di giovani fidanzati ricorda un viaggio compiuto tempo prima in traghetto dalla Grecia all'Italia: sul ponte dell'imbarcazione lo scrittore – seduto su una panchina di ferro – si ritrova circondato da centinaia di giovani provenienti da tutto il mondo, «il riverbero differente della stessa idea di gioventù»318, che prima mangiano e poi si addormentano. Leo, al contrario, rimane sveglio e ha questa illuminazione:
Il rollio del traghetto poteva anche sembrare un modo arcaico, proprio perché tecnologico, di cullare i sogni di quei ragazzi. Allora lui provò per un istante la intima e commossa gioia di poter vegliare sul sonno di quelle centinaia di giovani e che forse, se aveva perso la coincidenza a Atene, se si trovava in viaggio da tanti giorni, se era imbarcato proprio in quella nave e non su un'altra era perché doveva raggiungere quella panca di ferro verniciata di bianco e poter guardare lo spettacolo di una gioventù soddisfatta e tranquilla come mai e poi mai era stata la sua. Quei giovani lui li conosceva bene, anche se non li aveva mai incontrati prima, né con ogni probabilità li avrebbe più rivisti, fosse pure vissuto altri mille anni. […] Eppure, proprio per questo, lui ebbe, alla luce di quelle stelle e di quella luna mediterranea e gelida, la consapevolezza che il suo destino era proprio questo, di vegliare e di raccontare.319
316 Tondelli, Opere. Romanzi, teatro, racconti, p. 1086. 317 Ivi, p. 1087.
318 Ivi, p. 1097.
Davanti ai due ragazzi Leo realizza come la sua scrittura si sia sempre rivolta ai giovani così che, descrivendo il loro avvicinamento al mondo adulto, «sente che il suo viaggio avrà un destino»320. La conferenza su Jack Kerouac, oltre ad omaggiare un autore estremamente importante per gli adolescenti attuali e delle future generazioni, non si rivela un semplice incontro tra individui accomunati dall'interesse nei confronti della sua figura: attraverso un motivo jazz estrapolato dalla lettura dell'ultima pagina di Sulla strada, all'interno di un locale Leo ritiene che «tutte quelle persone, anche le più distratte, anche quelle che cannavano birre su birre al suo fianco porgendogliene, sorridendo, in continuazione, stavano, tutte insieme, celebrando un rito senza fasto e senza magnificenza, un rito semplicissimo e proprio per questo fondamentale: la sopravvivenza della letteratura»321. Attraverso la responsabilità di scrittore e la costante ricerca di poesia e di stimoli intellettuali, Leo orienta la sua esistenza dopo la scomparsa di Leo, trovando il superamento della solitudine tramite quella pratica artistica che ha svolto dalla giovinezza sino alla maturità.
Oltre a creare il presupposto per lo scioglimento della trama di Camere separate, l'Incontro
internazionale Jack Kerouac tenutosi l'ottobre del 1987 a Québec è alla base di due importanti
articoli scritti da Tondelli: Jack Kerouac e Nei sotterranei della provincia – quest'ultimo tratto dall'intervento Influenza di Kerouac sulla letteratura italiana degli anni ottanta, presentata dallo stesso alla conferenza canadese –, testi in cui non solo è l'autore di Correggio ribadisce la stima per lo scrittore nordamericano, bensì illustra una base teorica per delineare l'ascendente che egli ha avuto per i suoi colleghi italiani. Nel primo dei due contributi, Tondelli illustra lo svolgimento della conferenza e degli interventi di Carolyn Cassidy – moglie del grande amico di Jack, Neal –, Lawrence Ferlinghetti e Allen Ginsberg, su tematiche quali il rapporto tra Kerouac e le proprie origini bretoni, le relazioni con gli altri appartenenti alla Beat Generation o il suo apporto alla letteratura statunitense. Nei sotterranei
della provincia, invece, testimonia lo stretto rapporto tra Tondelli e uno dei suoi scrittori
preferiti, a partire dall'esordio letterario Altri libertini e la sua influenza nella narrativa italiana degli anni Ottanta:
Rimasi lievemente perplesso, soprattutto quando mi chiamarono “nipotino di Kerouac”. Quello che volevo infatti controbattere era che non bastava scrivere un racconto di viaggio per essere dalla parte di Kerouac. Questo era il solito luogo comune. Se c'era un'ispirazione derivata dalle opere di Kerouac, andava rintracciata nei suoi libri più intimi, più lirici, più solitari, più in Bis Sur che in Sulla strada, più in Maggie Cassidy che nei Vagabondi del Dharma, più in Viaggiatore solitario che nei Sotterranei. Insomma non si trattava di un fatto esteriore, ma precisamente di una qualità all'interno della scrittura stessa. I luoghi comuni dei beat non mi interessavano, mi attraeva invece la poesia che
320 Ivi, p. 1100. 321 Ivi, p. 1101.
avevano fatto i beat.322
Tondelli non nasconde il debito che le sue prime due opere, Altri libertini e Pao Pao, hanno nei confronti dello scrittore nordamericano dal punto di vista stilistico e tematico. L'importanza però data da Tondelli a Kerouac, tale da influenzare autori e lettori italiani, viene enunciata sulla base di quattro spunti, che nel testo si definiscono come veri e propri “insegnamenti”: «il desiderio della fuga»323; offrire «la possibilità di uscire dalla provincia», dove «tutto poteva apparire nuovo e diverso»; un espediente letterario come «l'immissione nel testo di motivi musicali», «scrivere come se componesse musica»324. Infine, ritenendo quest'ultimo fattore come quello che ha permesso all'esponente dei Beat di non soccombere all'ondata minimalista, Tondelli sostiene come «Kerouac ci abbia insegnato a ricercare la verità nello stile e in sé stessi»325. Proprio questa risolutezza per cercare la verità, affrontata con un approccio quasi mistico, permette a Leo di superare la crisi e di sviluppare in Camere
separate una sorta di percorso verso l'accettazione di sé stessi, ritrovando nell'attività della
scrittura il proprio senso esistenziale.
Se in Sulla strada Jack Kerouac, sotto le spoglie del narratore Sal Paradise, scrisse il romanzo per omaggiare la figura di Dean Moriarty riflettendo il suo processo di crescita attraverso la descrizione dei viaggi compiuti, lo scrittore originario di Lowell nei libri seguenti si affidò a stimoli differenti per motivare la propria scrittura. Si prenda come esempio l'incipit tratto dal romanzo I sotterranei:
Ero una volta giovane e aggiornato e lucido e sapevo parlare di tutto con nervosa intelligenza e con chiarezza e senza far tanti retorici preamboli come faccio ora; in altre parole questa è la storia di uno sfiduciato che non è più padrone di sé e insieme la storia di un egomaniaco, per costituzione e non per facezia – questo tanto per cominciare dal principio con ordine ed enucleare la verità, perché è proprio questo che voglio fare. Cominciò una calda notte d'estate, sì, con lei seduta su un parafango quando Julian Alexander che sarebbe... Ma cominciamo dalla storia dei sotterranei di San Francisco.326
In queste poche righe lo scrittore di Lowell indica i due nuclei principali sui quali si articola la narrazione: la scena hipster della città californiana di San Francisco, corrente culturale sotterranea alla quale si rifà il titolo; la tormentata relazione amorosa con Mardou Fox. Entrambi i temi sono modificati rispetto alla realtà, dove l'autore fa riferimento al periodo newyorchese del 1953 e al legame con Alene Lee, «per evitare riconoscimenti non desiderati
322 Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, p. 786. 323 Ivi, p. 787.
324 Ivi, p. 788. 325 Ivi, p. 790.
e possibili querele»327. La storia narra delle vicissitudini di Leo Percepied, alter ego di Kerouac, che con i suoi amici Adam Moorad/Allen Ginsberg, Yuri Gligoric/Gregory Corso, Larry O'Hara/Lawrence Ferlinghetti e Frank Carmody/William Burroughs vive le giornate tra discussioni, bevute, frequentazioni di locali e concerti. Conosciuta Alene, Leo se ne innamora ma presto deve fare i conti con le differenze caratteriali della ragazza e i pregiudizi della famiglia, che mai potrebbe concedere al protagonista l'approvazione al fidanzamento con una ragazza nera. Il pensiero ossessivo verso Mardou, unito all'atmosfera onirica e notturna della città, acuisce il disagio di Leo, sino a quando questi non è costretto a interrompere la relazione con la ragazza e a mettersi al lavoro, come spiegato alla fine del libro:
E io vado a casa avendo perso il suo amore. A scrivere questo libro.328
Il romanzo è una preziosa testimonianza di diversi aspetti della vita dello scrittore. Dal punto di vista antropologico, è interessante osservare la precisione con cui Kerouac riesce a rendere
slang e atteggiamenti dei giovani del periodo, mentre sta emergendo il fenomeno
dell'hipsterismo descritto da Mailer nel saggio Il negro bianco. Per quanto concerne una prospettiva più biografica del pensiero dello scrittore, sorprende la spontaneità con cui egli affronta argomenti a lui ostici come la diffidenza nei confronti delle ragazze, la repulsione verso gli omosessuali e l'influenza della figura materna nel suo modo di pensare. Sono però gli aspetti legati allo stile di scrittura a rendere importante I sotterranei, come spiega Mario Corona:
La centralità dell'esperienza individuale dell'io narrante determina la struttura del romanzo, fondata su un discorso continuo in prima persona che ingloba i dialoghi attraendoli nella sfera della riflessione soggettiva. Tipica di questo romanzo, infatti, e coerente col suo carattere rimuginativo, è la scansione amplissima della narrazione in due sole grandi sequenze prive di suddivisioni in capitoli, che lasciano spazio al divagare delle variazioni e ai ritorni dei temi. Sempre sul piano della composizione, nella seconda parte è molto interessante il trattamento della lettera di Mardou, che instaura un duetto come tra sassofono e tromba nel momento in cui Leo, riferendoci la lettera, la spezza con i suoi commenti. Ancora nella seconda parte, si nota il ricorso a una tipica modalità spaziale […] di natura anaforica, che consiste nel costruire una vasta sequenza narrativa collegando fra di loro una serie di lunghi paragrafi che iniziano tutti con una medesima clausola ripetuta («quella volta»), o leggermente variata […]. L'effetto sinfonico ottenuto attraverso tali modulazioni è tanto più notevole in quanto il racconto è sostanzialmente monotematico.329
In questo modo, mutuato dalla musica jazz allora in voga, Kerouac nei Sotterranei dà vita a
327 Corona, Storie degli anni Cinquanta, p. LXVII. 328 Kerouac, I sotterranei, p. 126.
una sorta di jam session dove i temi e gli espedienti letterari si alternano a seconda della volontà, dettati dalla narrazione in prima persona e dall'esperienza biografica. L'apice, come riscontrato dal critico, è ottenuto dalla lettura della missiva di Leo, dove al testo scritto di Mardou si oppongono – attraverso una divisione grafica – le considerazioni del protagonista riguardo la lettera:
CARO BIMBO
Non è bello sapere che l'inverno viene
- perché ci si era tanto lamentati del caldo e ora il caldo era finito, veniva nell'aria una frescura, la sentivi anche nell'arido aeratore grigio di Heavenly Lane e nell'aspetto del cielo e nelle notti che davano un più grande e dondolante brillio ai lampioni -
e che la vita sarà un poco più tranquilla – e tu sarai a casa a scrivere e a mangiare bene e passeremo delle belle nottate stretti l'uno all'altra – e ora tu sei a casa, riposato e mangi bene perché non dovresti diventare troppo triste […]330
A questo espediente letterario, legato ad una concezione “musicale” del testo narrativo, ha insistito in alcune interviste Tondelli parlando di Camere separate, prendendo la musica elettronica ambient per «ridire le stesse cose ma mai nello stesso modo, di andare sempre sugli stessi temi aggiungendovi ogni volta uno scavo ulteriore»331. In Kerouac l'espediente della lettera permette la creazione di un ritmo vorticoso, sorta di botta e risposta tra due punti di vista, che anima di forte tensione il culmine della narrazione, ovvero quando la figura di Mardou inizia a distaccarsi dai pensieri di Leo, fino a che egli non la rinnega in nome di una morale familiare alla quale non si può trasgredire.
In Kerouac, come già successo in Sulla strada e confermato nei Sotterranei, le vicende biografiche dello scrittore compongono le trame dei libri pubblicati. Non si discosta da questo procedimento uno dei romanzi preferiti da Tondelli, Maggie Cassidy, testo dove l'autore nordamericano rievoca le prime esperienze amorose del periodo adolescenziale. Per rendere maggiormente l'atmosfera di quell'epoca e la spontaneità dovuta al clima familiare che circonda il protagonista Jack Duluoz, gli esperimenti espressivi sono momentaneamente accantonati in favore della ricerca di un maggiore lirismo. Con questi presupposti Maggie
Cassidy si presenta come un libro dalla struttura tradizionale in cui, rispetto agli esperimenti
espressivi dei Sotterranei, risalta la linearità cronologica: segnale di questo nuovo indirizzo è la precisione cronologica della narrazione, risalente al «capodanno del 1939, prima della guerra, prima che ognuno sapesse quali fossero le intenzioni del mondo nei confronti
330 Kerouac, I sotterranei, p. 65.
331 Candid camere. Conversazione con Giancarlo Susanna. Tondelli, Opere. Cronache, saggi, conversazioni, p. 964.
dell'America»332. Se nei Sotterranei il punto di riferimento di Kerouac era la descrizione della scena culturale underground di San Francisco, il soggetto di Maggie Cassidy è la comunità franco-canadese – di cui lo scrittore faceva parte – presente sul suolo statunitense. Tondelli apprezza il puntiglio e la delicatezza con cui Kerouac tratteggia la sua cittadina natale, come segue:
L'abitazione di Jackie Duluoz stava in un edificio popolare molti portoni più su, a un altro angolo, dove la zona commerciale di Pawtucketville sembrava sempre ronzare al massimo, proprio vicino al venditore ambulante di panini, dall'altra parte della strada rispetto al bowling, alla sala da biliardo, alla fermata dell'autobus, vicino al grande mercato della carne, con spazi vuoti da entrambi i lati della strada dove i bambini facevano i loro giochi grigi tra le erbacce scure del crepuscolo invernale quando la luna comincia appena a spuntare con un pallore raffinato, distante, invisibile come se fosse ghiacciata d'ardesia. Viveva con la madre, il padre e una sorella; aveva una stanza per conto suo, con le finestre del quarto piano che guardavano su mari di tetti e sul bagliore delle notte invernali quando le deboli luci domestiche ondeggiano sotto lo splendore più bianco e nitido delle stelle.333
Passaggi come questo si ritrovano in Camere separate, specialmente quando Leo torna nel borgo dove è cresciuto. In Maggie Cassidy, nonostante l'atmosfera sia più leggera e i temi siano maggiormente riconducibili a tematiche adolescenziali – il primo amore Maggie, l'invaghimento di Jack per Pauline, le amicizie, i successi sportivi nell'atletica e nel baseball –, non mancano passi dove affiora la versione mistica e meditativa dell'autore Beat:
Neanche io sognavo mai, povero Jack Duluoz, che l'anima muoia. Che la grazia discenda dal cielo, i sacerdoti da lassù... Nessun dottor vaso da notte che venisse a dirmelo; nessun esempio dentro la mia prima e unica pelle. Che l'amore sia l'eredità, e cugino della morte. Che il solo amore sia solo il primo, l'unica morte l'ultima, la sola vita questa, e il solo mondo... soffocato per sempre.334
Il punto in comune tra le opere di Kerouac e Tondelli riguarda il ruolo assunto dalla scrittura nella vita dei due scrittori. Per l'autore nordamericano questo aspetto emerge specialmente in
Big Sur, libro edito nel 1962 e pubblicato in Italia nel 1966.
Big Sur è il nome di una località della costa californiana, nella quale Jack Duluoz – alter ego
di Kerouac – si rifugia per un periodo di meditazione su consiglio di Lawrence Ferlinghetti. Nella narrazione lo scrittore dà voce a una condizione di crescente disagio interiore, causato dalle aspettative del pubblico sull'uscita del prossimo libro e dall'alcolismo. L'equilibrio psichico del protagonista è inoltre messo a dura prova dal luogo, in cui all'atmosfera bucolica e rassicurante della fase diurna della giornata si alternano la nebbia, il vento e il gelo della notte, così che «dal giorno alla notte Jack viene sbalzato dalla fiducia in se stessi degli
332 Jack Kerouac, Maggie Cassidy [Maggie Cassidy, 1959], trad. di Monica Luciano, Mondadori, Milano, 2003, cap. I, p. 7.
333 Ivi, IV, pp. 24-25. 334 Ivi, V, p. 31.
yankees trascendentalisti al panico dell'uomo solo e piccolo di fronte a una natura smisurata e indifferente»335. Argomento del romanzo è il rapporto tra scrittore e fama, nel quale Kerouac ondeggia tra l'ironia nei confronti di sé stesso e per i pregiudizi attorno al suo stile di vita sino al fastidio e all'angoscia, come si legge nel primo capitolo:
E invece sono finito sbronzo fradicio nella sua libreria [di Lawrence Ferlinghetti, nel romanzo Lorenzo Monsanto] City Lights nel pieno del casino del sabato sera, tutti mi hanno riconosciuto (anche se mi ero mimetizzato con berretto e giubba da pescatore e calzoni impermeabili) e la faccenda finisce in una strepitosa bisboccia in tutti i bar più famosi, il dannato “Re dei Beatnik” è tornato in città e offre da bere a tutti […]. E' la prima volta che me ne vado da casa (casa di mia madre) da quando è uscito Strada il libro che mi ha “reso famoso” e in effetti sono tre anni che impazzisco per la valanga di telegrammi, telefonate, richieste, lettere, visite, giornalisti, ficcanaso (mentre sto cominciando a scrivere una storia un vocione dalla finestra del seminterrato grida: DISTURBO?) o quella volta che un giornalista è piombato nella mia camera da letto mentre ero lì in pigiama che cercavo di trascrivere un sogno – Ragazzini che scavalcano i due metri di steccato che ho fatto costruire intorno al cortile per restarmene in santa pace – combriccole armate di bottiglie che urlano alla finestra del mio studio: «vieni a sbronzarti con noi! Tanto lavoro senza divertimento per il povero Jack è un rincoglionimento!» - Una donna bussa alla porta e dice: «Non ti chiedo se sei Jack Duluoz perché mi risulta che lui porta la barba, ma sai dirmi dove posso trovarlo? Voglio un vero beatnik alla festa che do tutti gli anni» – Ospiti ubriachi che mi vomitavano nello studio, rubando libri e persino matite – Gente mai invitata che conosco appena che mi si piazza in casa giorni e giorni per via dei letti puliti e dell'ottima cucina di mia madre – Io in pratica sempre sbronzo per fingermi allegro e tener dietro a tutto quel casino alla fine rendendomi conto di essere circondato e sopraffatto e che dovevo filarmela per ritrovare un po' di pace o sarei morto.336
Jack Duluoz, d'altro canto, non nega come questa condizione di scrittore affermato ha i suoi vantaggi, specie quando deve affrontare il lungo viaggio in aereo che lo porterà da New York sino a San Francisco, per raggiungere la baita di Ferlinghetti a Big Sur:
Su per la valle dello Hudson e attraverso lo stato di New York fino a Chicago e poi le Grandi Pianure, le montagne, il deserto e finalmente le montagne della California, tutto così facile e come un sogno in confronto al vecchio e faticoso autostop di quando non avevo ancora i soldi per prendere i treni