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Indagine quali-quantitativa e misure di prevenzione Ignazio Grattagliano, Stefano Berardi, Gabriella Martina, Antonio Baldassarre, Liugi Vimercati, Marina Must

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Dei 195 partecipanti, 107 sono dipendenti del Policlinico di Bari (gruppo A), 88 sono dipendenti di al- cune strutture sanitarie territoriali della provincia di Bari (gruppo B).

Il gruppo A (107 operatori) è costituito da 34 uomini (31,8% del totale) e 73 donne (68,2% del totale). L’anzianità lavorativa media è risultata di 21 anni per gli uomini e 20 per le donne.

Il 72,9% dei lavoratori dichiara di aver ricevuto aggressioni o molestie nel reparto in cui lavora, il 27,1% dichiara di non aver mai subito nulla di rilevante. Inoltre l’83,3% delle vittime di aggressioni o molestie dichiara di aver subito più di una volta episodi di violenza.

Il 64,1% delle vittime (50 operatori su 78) è di sesso femminile, il restante 35,9% (28 operatori su 78) è di sesso maschile, ma va tenuto conto che il campione è costituito per la maggior parte (68%) da donne: infatti valutando la percentuale di donne vittime di violenza rispetto al totale delle donne intervistate, risulta che il 68,5% delle donne intervistate (50 su 73) è vittima di violenza, mentre sul versante maschile risulta vittima di violenza l’82,3% degli uomini intervistati (28 su 34).

Dividendo le vittime in base al tipo di violenza subita, il 92,3% (67,3% del totale degli intervistati) ha subito aggressioni, il 7,7% (5,6% del totale degli intervistati) ha subito molestie.

Il gruppo B (88 operatori) è costituito da 44 uomini (50%) e 44 donne(50%).

L’anzianità lavorativa media è risultata di 23 anni per gli uomini e 22 anni per le donne.

Il 60,2% dei lavoratori dichiara di aver subito aggressioni o molestie durante il lavoro (il 75,5% di questi più di una volta), il 39,8% non ha subito nulla.

Il 50,9% delle vittime (27 operatori su 53) è di sesso femminile, il restante 49,1% (26 operatori su 53) è di sesso maschile. Allo stesso modo, essendo il gruppo B costituito da un pari numero di uomini e donne, considerando la percentuale di donne vittime di violenza rispetto al totale delle donne intervistate, il 61,4% di queste (27 su 44) è stata vittima di violenza, mentre sul versante maschile è risultata vittima di violenza il 59,1% degli operatori uomini intervistati (26 su 44).

Discussione e conclusioni: Episodi di violenza contro operatori sanitari possono essere considerati eventi sentinella in quanto segnali della presenza nell’ambiente di lavoro di situazioni di rischio o di vulnerabilità che richiedono l’adozione di opportune misure di prevenzione e protezione dei lavoratori.

Può interessare sia uomini che donne come confermato dai risultati della ricerca, in linea con i dati di letteratura; si sottolinea il dato delle aggressioni ai danni del genere maschile nel gruppo ospedaliero (ben l’82,3% degli uomini intervistati ha subito almeno una volta un’aggressione verbale o fisica), superiore rispetto al corrispondente dato valutato nel genere femminile. La stessa valutazione nel gruppo territoriale, invece, non evidenzia sostanziali differenze tra i due generi.

Per prevenire la violenza negli ospedali, i datori di lavoro dovrebbero sviluppare un programma di si- curezza e di salute che include impegno dei dirigenti, la partecipazione dei lavoratori, identificazione dei pericoli, sicurezza ed educazione sanitaria, prevenzione del rischio,controllo e incident reporting. I datori di lavoro dovrebbero valutare questo programma periodicamente ed intervenire, a fini preventivi, sull’orga- nizzazione del lavoro.

Affiliazione

IGNAZIO GRATTAGLIANO, Sezione di Criminologia e Psichiatria Forense DIM, Università degli Studi Aldo Moro

STEFANO BERARDI, GABRIELLA MARTINA, ANTONIO BALDASSARRE, LUIGI VIMERCATI, MARINA MUSTI, Sezione di Medicina del Lavoro B. Ramazzini, DIM, Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Il Codice Rosa istituito nell’anno 2010 in Toscana su iniziativa dell’Azienda Sanitaria di Grosseto e dal 2012 esteso in tutte le Aziende Sanitarie toscane, consiste in un percorso di accoglienza al Pronto Soccorso dedicato a soggetti vittime di violenza e maltrattamento. Il Codice Rosa prevede l’intervento congiunto di una Task Force interistituzionale (operatori sociosanitari, magistrati, forze dell’ordine) tra Azienda sanitaria e Procura della Repubblica.

Il percorso agisce in più ambiti, clinico-sanitario, psicologico, forense, e socio-assistenziale con il coin- volgimento delle reti sociali pubbliche e private.

La valutazione del rischio di recidiva del maltrattante ai fini della sicurezza della vittima assume un ruolo determinante nella complessa metodologia del Codice Rosa per cui diventa necessario offrire ai dif- ferenti professionisti coinvolti nella presa in carico della vittima, strumenti facilmente utilizzabili per la comprensione dei casi con rischio di recidiva..

A livello internazionale sono rintracciabili in letteratura vari metodi di valutazione, tra questi ricordiamo il “modello predittivo” statunitense sulla “Valutazione del pericolo” sviluppato nel 1986 da Jacqueline Campbell ed il metodo S.A.R.A. (Spousal Assault Risk Assessment) sperimentato in Canada e introdotto in Italia dall’Associazione Differenza Donna grazie al Progetto Europeo Daphne (2003) con il contributo scientifico di Anna Costanza Baldry.

Molti di questi strumenti trovano l’ideale sede di somministrazione nei Centri Antiviolenza ma per es- sere utilizzati al Pronto Soccorso, hanno bisogno di un adattamento che tenga conto della specifica mission sanitaria dell’urgenza e dell’emergenza.

Per tale motivo, è stato istituito nell’Area vasta del Sud della Toscana (Siena – Arezzo – Grosseto) un gruppo di lavoro che ispirandosi al modello SARA, ha redatto un’apposita scheda di rilevazione del rischio di recidiva di violenza e maltrattamento, attualmente in fase di sperimentazione. Sono state effettuate analisi sulla validità di facciata e sulla validità di contenuto, ovvero sul fatto che la scheda rappresenti una misura sensata del rischio e che gli items utilizzati siano rilevanti per il costrutto che lo strumento intende misurare. Lo sviluppo della scheda prevede la raccolta di una casistica sufficiente ad effettuare ulteriori prove di validità e attendibilità della misura, affinché tale questionario possa essere considerato un vero e proprio strumento di assessment del rischio di recidiva.

La scheda è destinata all’autosomministrazione da parte della vittima, eventualmente assistita da un pro- fessionista sanitario addestrato allo scopo, durante o a conclusione del percorso sanitario al Pronto Soccorso.

Le domande contenute in tale scheda sono incentrate sulla figura del maltrattante e sulle dinamiche vi- olente in ambito socio-familiare. Il questionario composto da 14 item, tra gli altri scopi, si pone anzitutto quello di uniformare la procedura di tale strumento ai Pronto Soccorso dell’Area Vasta al fine di rendere consapevole la vittima della situazione di rischio di recidiva e al contempo, informarla della possibilità per il partner violento di intraprendere un percorso psicologico presso i centri rivolti agli uomini maltrattanti presenti in Toscana e porre in sicurezza la vittima.

Codice Rosa: scheda di rilevazione del rischio di recidiva di violenza