Secondo i dati del registro delle imprese alla fine del terzo trimestre 2000 in Emilia-Romagna c'erano 51.802 imprese operanti nel settore delle costruzioni, il 6,7 per cento in più rispetto allo stesso trimestre del 1999. Il dato è in contro tendenza rispetto al resto dell'industria dove si sono registrate variazioni di segno negativo in tutti i comparti. Dal lato della forma giuridica, la crescita percentuale più ampia è stata rilevata nelle società di capitale, seguite dalle ditte individuali. Il forte aumento delle ditte individuali, secondo il centro servizi Quasco, è il frutto del processo di destrutturazione del tessuto produttivo, in quanto sembra affermarsi la tendenza verso una mobilità delle maestranze sempre più ampia, incoraggiata da provvedimenti legislativi, ma anche verso un maggiore ricorso ad occupati autonomi, che probabilmente in molti casi nascondono un vero e proprio rapporto di "dipendenza" verso le imprese. In estrema sintesi siamo di fronte ad una sorta di flessibilità del mercato del lavoro delle costruzioni.
La ripresa del comparto edilizio, testimoniata dalla crescita della base imprenditoriale, è confermata dai dati di matrice congiunturale.
L’indagine relativa al primo semestre del 2000, effettuata dal sistema camerale con la collaborazione del centro servizi Quasco, ha registrato un nuovo miglioramento produttivo, che si è coniugato alla crescita delle commesse acquisite. Il comparto dell'edilizia non residenziale ha registrato l'andamento più dinamico, rispetto ai valori, comunque positivi, rilevati nell'edilizia residenziale e nelle infrastrutture.
Figura 1. Diamante congiunturale delle imprese edili dell’Emilia-Romagna – saldi delle segnalazioni di tendenza
Produzione
Investimenti
Salute azienda
Acquisizione Ordini Prospettive locali a breve
Previsioni occupazione Livelli occupazione
Stabilità Gennaio '00 Luglio '00
Il grafico a diamante che sintetizza gli andamenti congiunturali dei principali indicatori utilizzati, evidenzia una forte somiglianza tra le curve corrispondenti alle due rilevazioni condotte rispettivamente nel mese di gennaio 2000 (relativa al secondo semestre 1999) e nel mese di luglio del 2000 (relativa agli andamenti e alle prospettive del primo semestre del 2000). Le piccole variazioni rilevabili confermano la tendenza, consolidata negli ultimi semestri, verso un continuo aumento delle opportunità di mercato, con l’insieme degli indicatori che si collocano ben al di sopra della soglia di stabilità. Anche il livello
occupazionale, che evidenzia in verità un incremento modesto, se letto contestualmente alla riconferma del dato estremamente positivo in merito alle previsioni occupazionali, fornisce nei fatti una segnalazione sostanzialmente ottimistica.
La buona intonazione di produzione e domanda, apparsa più evidente nelle imprese di grandi dimensioni, è stata confortata dall'aumento degli investimenti, apparso particolarmente elevato per hardware e macchinari. Da sottolineare che oltre l'80 per cento delle imprese ha dichiarato di avere effettuato investimenti. Sempre a proposito di investimenti, giova sottolineare che il sistema bancario a fine giugno 2000 aveva in essere circa 4.388 miliardi di lire in investimenti destinati alle abitazioni, vale a dire il 13,1 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 1999. Per i soli finanziamenti non agevolati, pari a poco più di 3.516 miliardi, l'incremento tendenziale era del 22,1 per cento.
Il trend congiunturale positivo non ha mancato di riflettersi sull'occupazione. L'indagine delle forze lavoro ha registrato fra gennaio e luglio in Emilia-Romagna un aumento medio degli occupati del 6,7 per cento, equivalente in termini assoluti a circa 7.000 addetti, di cui la quasi totalità alle dipendenze.
Dall'indagine Unioncamere-Quasco emerge che, nel complesso, i primi mesi dell’anno in corso sono risultati propizi a tutte le figure professionali (totale addetti +1,7 per cento) ad esclusione delle figure dirigenziali che hanno invece subito una flessione (-7,0 per cento). Le previsioni per il secondo semestre paiono ancora più favorevoli (saldo totale addetti +16 per cento). Le figure professionali più ricercate sono proprio quelle direttamente coinvolte nella produzione (+23 per cento le segnalazioni per gli operai, +15 per cento per gli impiegati tecnici e + 9 per cento per gli apprendisti).
I dati relativi alle ore ordinarie denunciate in Cassa Edile evidenziano un aumento della produzione complessiva, nei primi cinque mesi dell'anno rispetto allo stesso periodo del 1999, pari all’8,5 per cento, aspetto concorde con quanto si evince dalla rilevazione sulle imprese di costruzioni. Il numero di operai attivi nei primi cinque mesi del 2000 risulta superiore del 7,5 per cento a quello del periodo di riferimento sebbene l’incremento percentuale maggiore si registri a favore delle maestranze provenienti da paesi extracomunitari che, con un aumento del 42,8 per cento, raggiungono una media mensile di 3.209 unità, pari al 9,78 per cento del complesso degli operai. La dimensione occupazionale media delle imprese cresce, dai 4,4 operai del 1999 agli attuali 4,8. Parte della crescita occupazionale delle imprese può essere imputata al fatto che a fronte di un aumento degli operai mensilmente attivi si registra una sostanziale stazionarietà delle imprese mediamente presenti (-0.8 per cento). Pertanto si può desumere un effettivo aumento delle dimensioni occupazionali, anche se tale asserzione risulta in controtendenza rispetto al processo di destrutturazione storicamente in atto nel tessuto produttivo del settore. Il ricorso al decentramento ha confermato la progressiva frammentazione del settore con la netta crescita delle microimprese.
Lo stato di salute aziendale è stato considerato dalle imprese intervistate prevalentemente normale o buono. Appena il 4,7 per cento del campione lo ha definito in termini negativi. Il problema più avvertito dalle imprese nei primi sei mesi del 2000 è stato rappresentato dalle difficoltà di reperimento della manodopera, segnalate da oltre il 56 per cento del campione.
La cassa integrazione guadagni di matrice anticongiunturale è ammontata nei primi dieci mesi del 2000 a 69.147 ore autorizzate, vale a dire il 35,7 per cento in meno rispetto all'analogo periodo del 1999.
Gli interventi straordinari, di matrice squisitamente strutturale, sono diminuiti anch'essi (-47,2 per cento), consolidando la tendenza in atto dal 1996.
La gestione speciale edilizia viene di norma concessa quando il maltempo impedisce l'attività dei cantieri. Ogni variazione deve essere conseguentemente interpretata, tenendo conto di questa situazione. Eventuali aumenti possono corrispondere a condizioni atmosferiche avverse, ma anche sottintendere la crescita dei cantieri in opera. Le diminuzioni si prestano naturalmente ad una lettura di segno opposto. Ciò premesso, nei primi dieci mesi del 2000, alla luce di un inverno povero di precipitazioni e di una buona intonazione congiunturale, sono state registrate 1.524.295 ore autorizzate, vale a dire il 3,4 per cento in meno rispetto allo stesso periodo del 1999.
Per quanto riguarda i fallimenti dichiarati, i dati raccolti in cinque province, limitatamente ai primi sette mesi del 2000, hanno registrato stabilità.
Un segnale negativo proviene dalla domanda pubblica di costruzioni in Emilia Romagna, analizzata attraverso la banca dati S.I.T.A.R. (Sistema Informativo Telematico Appalti Regionale). Nel primo semestre 2000, in Emilia Romagna, sono state bandite 1.031 gare per un totale di 1.083 miliardi di lire che evidenziano una dinamica negativa dei lavori pubblici in confronto al semestre precedente, ma anche rispetto a quello corrispondente (1° semestre 1999).
La tendenza negativa osservata nel numero e negli importi complessivi delle gare di appalto si riflette anche sull’importo medio dei bandi di gara, l’importo medio a base d’asta passa dai 1.382 milioni di lire nel primo semestre 1999 ai 1.050 milioni di lire attualmente registrati.
Per quanto concerne le aggiudicazioni di appalto registrate nel primo semestre del 2000 (745 aggiudicazioni per complessivi 982 miliardi di lire), la dinamica appare al contrario decisamente positiva, rispetto al primo semestre del 1999 sono aumentate sia in numero (+53 per cento) che in valore (+115.9 per cento) coinvolgendo investimenti comparabili a quelli del secondo semestre 1999 i quali risultavano eccezionalmente elevati per una favorevole congiuntura del momento e per la “Tradizionale” ripresa dei secondi semestri. Tale risultato trova giustificazione proprio nel fatto che il 1999 è stato un anno particolarmente positivo e favorevole per i bandi di gara ed ora, a distanza di circa un anno, i benefici si ripercuotono sulle aggiudicazioni.
In merito alla provenienza delle imprese vincitrici delle gare si assiste ad una ripresa di quelle emiliano romagnole che conquistano quasi 10 punti percentuali passando dal 55 per cento delle aggiudicazioni nel semestre scorso all’attuale 65 per cento cui corrispondono lavori per 452,3 miliardi di lire. Le imprese extraregionali presenti sul mercato regionale si aggiudicano lavori per 247,3 miliardi di lire, distribuiti in modo difforme tra le diverse province. I territori in cui la presenza di imprese extraregionali risulta più forte sono: Rimini con il 68,8 per cento degli importi e Ferrara con il 57,7 per cento.
Anche la domanda privata mostra segnali di flessione. Secondo l'indagine a campione condotta dal Quasco, per quanto concerne la domanda privata, nel primo semestre dell’anno in corso si assiste ad una contrazione del numero complessivo degli atti rilevati (-29 per cento) la quale interessando principalmente gli interventi sull’esistente non implica necessariamente un andamento congiunturale così negativo quale appare a prima vista. Osservando i dati in dettaglio si può constatare che la riduzione coinvolge le concessioni rilasciate per opere di ampliamento o sopraelevazione (–9,5 per cento), le opere di ristrutturazione (-25,5 per cento) e le opere di minore entità (altro su esistente –2,7 per cento).
D’altronde già nel semestre precedente si era rilevato un calo fisiologico nei riguardi degli sgravi fiscali per gli interventi sugli immobili a destinazione residenziale il cui “boom” di richieste sembra essersi ulteriormente ridotto.
Le prospettive. Le imprese segnalano di possedere un buon portafoglio ordini e, conseguentemente, di godere di buona prospettive per il prossimo semestre ed anche per i primi sei mesi del 2001.
Esprimono infatti elevati livelli di investimento per incrementare la loro capacità produttiva e continuano a considerare il subappalto come una pratica per garantirsi flessibilità. In tale contesto si registrano aspettative positive tanto per l’occupazione diretta, sia operaia che di altri addetti, che indirettamente nelle imprese a cui affidare lavori specialistici.
Sembra pertanto assai probabile che il secondo semestre 2000 possa essere caratterizzato da fase congiunturale sostanzialmente buona, in particolare alimentata dagli ottimi livelli delle aggiudicazioni e da una domanda privata avviata prima delle recenti difficoltà derivate dall’aumento dei costi petroliferi: una variabile quest'ultima che incombe pesantemente sul settore, con rischi inflazionistici e di contrazione delle capacità di investimento delle imprese e di consumo delle famiglie.
Ed è proprio sul futuro, all’orizzonte del 2001 potremmo dire, che si addensano le maggiori preoccupazioni, nel caso della domanda privata ove il numero delle concessioni evidenzia una contrazione soprattutto nel caso dell’intervento sull’esistente (negli interventi più piccoli ma anche in quelli di ristrutturazione, presumibilmente per un rallentamento fisiologico dopo il forte sviluppo degli ultimi anni) e che risulta solo in parte compensato dal dato sulle nuove costruzioni.
Di natura e dimensioni allarmanti è invece il calo del numero e degli importi dei bandi pubblici.
Essendo un dato locale potrebbe avere meno effetto sulle imprese attive anche in altre regioni ed è inoltre da considerare che il settore continuerà a beneficiare per molto tempo dei grandi lavori infrastrutturali per la viabilità, ma è d’obbligo monitorare il fenomeno con attenzione.