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Industria in senso stretto (estrattiva, manifatturiera, energetica)*

Nel documento Rapporto 2006 ( 2.5mb) (pagine 96-102)

L’industria in senso stretto è un settore di assoluto rilievo nell’economia emiliano-romagnola la cui importanza può essere espressa in pochi dati di sintesi, riferiti al 2005: più di 58.400 imprese attive al termine dell’anno, circa 528.000 addetti in media, 28.517 milioni di euro di valore aggiunto ai prezzi di base, a valori correnti, equivalenti al 25,8 per cento del reddito regionale, e 36.481 milioni di euro di esportazioni.

Secondo le stime di dicembre dell’Unione italiana delle Camere di commercio, il valore aggiunto ai prezzi di base dell’industria regionale dovrebbe salire del 2,4 per cento, a fine 2006, dopo aver perduto lo 0,1 per cento lo scorso anno.

L’indagine trimestrale condotta in collaborazione da Camere di commercio, Unioncamere Romagna, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo ha fornito un’immagine positiva della congiuntura industriale regionale. Il 2005 aveva fatto segnare risultati negativi, ma nell’ultimo trimestre dello scorso anno si è verificata un’inversione del trend congiunturale negativo e nel primo trimestre del 2006 è apparso evidente l’avvio di una fase di ripresa della produzione regionale dell’industria in senso stretto (tavola 1).

Questo miglioramento congiunturale, riscontrato a livello regionale, ha trovato ampia conferma in altri ambiti territoriali, sia nella crescita di ampiezza analoga registrata dall’industria del Nord-Est, sia nella ripresa di minore entità a livello nazionale. L’espansione dei primi nove mesi del 2006, da un punto di vista temporale, è stata caratterizzata da un buon avvio nei primi tre mesi dell’anno, da una forte crescita nel corso del secondo trimestre, mentre un rallentamento atteso tra luglio e settembre si è poi rilevato di lievissima entità.

Il valore del fatturato dell’industria regionale (tab. 1), che aveva chiuso il 2005 con una lieve flessione (-0,5 per cento), nei primi nove mesi dell’anno è salito del 2,5 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Per effettuare una corretta valutazione, l’andamento del fatturato regionale va messo a confronto con la variazione tendenziale dei prezzi alla produzione nazionali pari a +5,7 per cento, nello stesso arco temporale, per l’insieme dei prodotti industriali, che hanno risentito dell’effetto della presenza all’interno dell’indice dei prezzi dei prodotti energetici. Tenuto conto della composizione dell’industria in senso stretto regionale, appare più corretto un confronto, sullo stesso periodo, con l’incremento dei prezzi dei soli beni trasformati e manufatti, che è risultato inferiore (+3,8 per cento). La valutazione dell’andamento del fatturato, deve tenere anche conto che l’andamento dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali ha risentito da un lato dell’effetto calmierante della concorrenza dei prodotti manufatti importati, dall’altro degli effetti della trasmissione dell’incremento dei prezzi in euro delle materie prime, il cui indice Confindustria ha segnato un aumento tendenziale dell’23,9 per cento nei primi nove mesi dell’anno, che si inserisce in una tendenza crescente e fa seguito all’incremento del 30,2 per cento rilevato per il 2005.

I risultati conseguiti dall’industria regionale continuano ad essere migliori di quelli riferiti al settore nazionale e del Nord-Est. Il 2005 si era chiuso con una flessione del fatturato industriale nazionale dell’1,6 per cento e una diminuzione dell’1,1 per cento di quello riferito al Nord-Est. Nei primi nove mesi di quest’anno il dato relativo all’incremento del fatturato regionale è risultato più elevato rispetto a quelli fatti segnare, nello stesso arco di tempo, sia a livello nazionale (+1,4 per cento), sia dall’industria in senso stretto del Nord-Est (+2,2 per cento).

Il miglioramento della fase congiunturale si è esteso anche alle imprese piccole e minori, ma non con la stessa intensità sperimentata dalle medie imprese, come sempre avviene nelle fasi di avvio della ripresa. Nei primi nove mesi dell’anno, il fatturato è aumentato del 3,2 per cento per le imprese regionali medio-grandi, dai 50 ai 499 dipendenti, del 2,6 per cento per quelle piccole, dai 10 ai 49 dipendenti, mentre è cresciuto di solo lo 0,6 per cento per le imprese minori, da 1 a 9 dipendenti.

* L’indagine congiunturale trimestrale sull’industria regionale, realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna, in collaborazione con Centro Studi Unioncamere, si fonda su un campione rappresentativo dell’universo delle imprese industriali regionali fino a 500 dipendenti ed è effettuata con interviste condotte con la tecnica CATI. Le risposte sono ponderate sulla base del fatturato.

L'indagine si incentra sull'andamento delle imprese di minori dimensioni, a differenza di altre rilevazioni esistenti che considerano le imprese con più di 10 o 20 addetti.

I dati non regionali sono di fonte Centro Studi Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria manifatturiera.

Il fatturato è stato sostenuto dalle esportazioni, che, nei primi nove mesi del 2005, hanno fatto segnare un aumento maggiore (+3,7 per cento) rispetto a quello del fatturato. L’evoluzione del fatturato estero è stata migliore di quella del fatturato complessivo in tutti i settori, con l’eccezione dell’industria del trattamento metalli e minerali metalliferi e di quella del legno e del mobile. L’andamento del fatturato all’esportazione regionale è ancora una volta risultato migliore di quello nazionale (+2,2 per cento) ed in linea con quello rilevato per il Nord-Est (+3,6 per cento).

La positiva tendenza delle esportazioni fornisce anche una parziale conferma in merito al differente comportamento del fatturato complessivo rilevato tra imprese delle diverse classi dimensionali, data la loro evidente non eguale capacità di operare all’estero. Nei primi nove mesi dell’anno la variazione tendenziale registrata dal fatturato all’esportazione è risultata positiva per le imprese medio-grandi (+3,9 per cento) e per le piccole imprese (+3,8 per cento), mentre il limitato ammontare delle esportazioni realizzate dalle imprese minori è aumentato di solo l’1,0 per cento. In particolare nel terzo trimestre, l’incremento del fatturato all’esportazione è stato determinato dalle sole esportazioni delle imprese medio-grandi (+4,4 per cento).

Secondo i dati Istat, nei primi sei mesi del 2006, le esportazioni regionali di prodotti dell’industria in senso stretto, sono risultate pari a 19.749 milioni di euro, con un aumento del 10,4 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a conferma della tendenza emersa dall’indagine congiunturale, che non prende in considerazione i dati delle imprese con più di 500 addetti.

Nei primi nove mesi dell’anno, il 25,8 per cento delle imprese industriali regionali, con almeno uno e non più di 500 dipendenti, ha esportato nei trimestri presi in esame. Delle imprese medio-grandi, con 50 e più dipendenti, sono risultate esportatrici l’82,9 per cento in regione, un dato sensibilmente superiore a quello nazionale (72,6 per cento) e a quello riferito al Nord-Est (77,7 per cento).

Con il terzo trimestre 2005 si è chiusa una fase di recessione durata undici trimestri, la più lunga e più pesante dall’inizio della rilevazione congiunturale nel 1989. La produzione industriale regionale ha quindi chiuso il 2005 con una lieve flessione dello 0,9 per cento. Nei primi nove mesi del 2006 ha però recuperato il 2,2 per cento rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, facendo segnare un risultato migliore rispetto a quello riferito all’andamento della produzione in Italia (+1,4 per cento) e leggermente superiore a quello relativo al Nord-Est (+2,0 per cento). Anche se di minore ampiezza rispetto a quella riferita al fatturato, la divergenza nell’andamento della produzione tra le classi dimensionali delle imprese è risultata sensibile. La produzione è rimasta poco più che stazionaria nelle imprese minori, che hanno fatto segnare un incremento di solo lo 0,4 per cento, mentre la sua crescita è stata del 2,3 per cento nelle piccole imprese e nelle medio-grandi imprese ha registrato un aumento del 2,7 per cento.

Il grado di utilizzo degli impianti è salito al 76,1 per cento, nella media del periodo gennaio-settembre, ma ciò nonostante si è mantenuto su valori bassi, nello stesso periodo dello scorso anno risultava pari al 74,1 per cento. Il dato è solo lievemente superiore a quello medio nazionale e a quello riferito al Nord-Est, entrambi pari al 75,5 per cento. Anche l’utilizzo degli impianti è risultato maggiore al crescere della classe dimensionale delle imprese, infatti è stato del 79,1 per cento per le imprese medio-grandi, del 74,3 per cento per le imprese piccole e del 71,3 per cento per quelle minori. In particolare la sua crescita rispetto all’analogo periodo dello scorso anno è da attribuirsi totalmente alle sole imprese medio-grandi.

Le indicazioni giunte dagli ordini acquisiti dall’industria regionale sono state buone e in linea con

Tab. 8 - Congiuntura dell’industria. 1°-3° trimestre 2006.

Fatturato

(1) Tasso di variazione sullo stesso periodo dell’anno precedente. (2) Rapporto percentuale. (3) Delle imprese esportatrici. (4) Dal portafoglio

l’andamento della buona per le piccole imprese (+2,3 per cento), ma solo poco più che invariata per quelle minori (+0,4 per cento).

Secondo l’indagine Istat sulle forze di lavoro, nei primi sei mesi del 2006, l’occupazione dipendente regionale nell’industria in senso stretto è risultata pari a 456 mila unità e ha segnato un lieve incremento tendenziale di solo lo 0,4 per cento, mentre il complesso degli occupati (pari a 532 mila unità) è aumentato in misura sensibile sullo stesso periodo dello scorso anno (+1,9 per cento). Con l’avvio della ripresa, l’andamento della produzione e dell’occupazione mostrano lo stesso andamento, ponendo termine alla dissociazione dei due trend che aveva caratterizza il mercato del

lavoro, anche per l’industria, dall’introduzione di varie forme di contratti atipici che oramai dominano ormai il mercato del lavoro. Ciò nonostante, occorre segnalare come l’aumento del complesso degli occupati sia

Tavola 1. Congiuntura dell’industria emiliano-romagnola.

Industria senso stretto Ind. Trattamento metalli e minerali metalliferi

Fatturato (1) Fatturato (1)

Produzione (1) Produzione (1)

Ordini (1) Ordini (1)

Esportazioni (1) Esportazioni (1)

Grado di utilizzo degli impianti (2) Grado di utilizzo degli impianti (2)

* *

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-1,1-0,4

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-1,1

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

1,7

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

73,3 72,773,074,2

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

2,1

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

2,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

2,4

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

6,4 5,4

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

76,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente. (2) Percentuale.

Fonte: Area centro studi e ricerche Unioncamere EmiliaRomagna, Centro Studi Unioncamere -Indagine congiunturale sull'industria.

da attribuire sostanzialmente all’incremento degli addetti indipendenti (+12,1 per cento), passati da 68 mila a 76 mila. Questa tendenza gennaio a ottobre 2006, le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ordinaria, anticongiunturale, sono risultate 1.656.872, in diminuzione di ben il 31.9 per cento sullo stesso periodo del 2005. Ancora, nello stesso periodo, le ore autorizzate per interventi straordinari (1.412.931) sono diminuite del 19,7 per cento rispetto al 2005. L’effetto delle crisi aziendali maturate negli scorsi anni tende a scomparire. Il sistema dell’industria regionale ha inoltre positivamente risentito degli effetti di un migliore

andamento della

definita sulla base dei dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio ha visto le cessazioni prevalere sulle iscrizioni, tanto che, nei primi nove mesi dell’anno, il saldo è stato negativo (497 unità, -0,7 per cento). A fine settembre 2006 le imprese attive sono risultate 58.435, sostanzialmente stazionarie rispetto alla fine del 2005, 40 imprese in meno, corrispondenti ad una variazione pari a -0,1 per cento.

Tavola 2. Congiuntura dell’industria emiliano-romagnola.

Industrie alimentari e delle bevande Ind tessili, abbigliamento, cuoio, calzature

Fatturato (1) Fatturato (1)

Produzione (1) Produzione (1)

Ordini (1) Ordini (1)

Esportazioni (1) Esportazioni (1)

Grado di utilizzo degli impianti (2) Grado di utilizzo degli impianti (2)

* *

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-0,7-0,4 -0,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-0,8

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

0,1

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

74,972,874,8

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-7,6

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-8,9

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-5,6 -5,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

1,1 0,2

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

70,769,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente. (2) Percentuale. Fonte: Area centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna, Centro Studi Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria.

Dall’esame dei risultati dopo avere vissuto una fase abbastanza negativa nello stesso periodo del 2005. I risultati dei primi nove mesi mostrano che il fatturato ha registrato un buon aumento (+4,8 per cento), così come le esportazioni, mentre è stata lievemente inferiore la crescita sia della produzione (+3,9 per cento), sia degli ordini (+3,3 per cento). Il grado di utilizzo degli impianti è risultato pari al 76,6 per cento.

L’industria alimentare e delle bevande (tavola 2) è un tipico settore anticiclico.

Non stupisce quindi che in questa fase di accelerazione della crescita dell’attività industriale abbia conseguito risultati positivi, ma inferiori a

quelli dell’insieme esteri. Il fatturato è salito dell’1,1 per cento, la produzione dello 0,6 per cento, e gli ordini dello 0,8 per cento, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, mentre le esportazioni sono aumentate del 2,2 per cento.

La capacità produttiva è

pesantissima fase congiunturale negativa di durata pluriennale, ma la prima parte del 2006 ha fornito i segnali tipici di un avvio di svolta. Da gennaio a settembre, il fatturato è rimasto pressoché costante (+0,4

Tavola 3. Congiuntura dell’industria emiliano-romagnola.

Industrie del legno e del mobile Ind. meccaniche, elettriche e mezzi di trasporto

Fatturato (1) Fatturato (1)

Produzione (1) Produzione (1)

Ordini (1) Ordini (1)

Esportazioni (1) Esportazioni (1)

Grado di utilizzo degli impianti (2) Grado di utilizzo degli impianti (2)

* *

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

3,0

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

2,1 1,5

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

0,6

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

75,276,0 75,3

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-0,2

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-1,8

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

-2,6

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

2,1 1,2

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

69,9

3t04 4t04 1t05 2t05 3t05 4t05 1t06 2t06 3t06

(1) Tasso di variazione sullo stesso trimestre dell’anno precedente. (2) Percentuale. Fonte: Area centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna, Centro Studi Unioncamere - Indagine congiunturale sull'industria.

per cento), ma la produzione è salita dell’1,0 per cento e gli ordini dell’1,3 per cento. La situazione appare, poi, notevolmente migliore se si considera il fatturato all’esportazione, che è aumentato di ben il 5,6 per cento, il miglior andamento tra i comparti industriali. Occorre cautela nell’ipotizzare nuovi futuri successi sui mercati esteri, in quanto il risultato è stato determinato dalla sola fortissima crescita messa a segno nel primo trimestre. Appare comunque crescente la quota delle imprese che si rivolgono ai mercati esteri, anche per sfuggire alla crisi del settore. L’industria della moda si trova ancora in uno stato di crisi, come è evidente se si considera il grado di utilizzo degli impianti, che è risultato pari al 71,4 per cento, superiore a quello dello scorso anno, ma ancora relativamente basso.

Il settore che mostra l’andamento congiunturale peggiore tra quelli considerati è quello dell’industria del legno e del mobile (tavola 3). Dopo avere retto alla congiuntura negativa del 2004, risultando l’unico settore in netta e sensibile crescita, dal primo trimestre del 2005, ha vissuto una fase congiunturale negativa ininterrotta, che ha sensibilmente accentuato la sua pesantezza nel corso dei primi nove mesi dell’anno. Il fatturato è sceso dell’1,0 per cento, la produzione dell’1,3 per cento e gli ordini dello 0,7 per cento. Le esportazioni, però, hanno avuto un calo più netto (-3,5 per cento) e il grado di utilizzo degli impianti si è ridotto al 73,1 per cento.

Il più ampio e importante raggruppamento di industrie, tra quelli considerati, l’industria meccanica elettrica e dei mezzi di trasporto (tavola 3) ha avuto in questa parte dell’anno un andamento chiaramente favorevole, tanto da farlo considerare come il settore trainante l’espansione economica regionale. Il fatturato è aumentato del 3,2 per cento, la produzione del 2,7 per cento e gli ordini del 3,0 per cento. L’impiego della capacità produttiva è passato dal 74,7 per cento, dello stesso periodo dello scorso anno, al 77,0 per cento. I risultati delle esportazioni sono stati di nuovo positivi, come e più ancora che nello stesso periodo dell’anno precedente. Le vendite all’estero costituiscono il vero fattore trainante dell’attività settore regionale. Nei primi nove mesi il fatturato sui mercati esteri è aumentato del 4,6 per cento e le imprese industriali regionali del settore, con almeno uno e non più di 500 dipendenti, che hanno effettuato esportazioni nei trimestri in esame hanno raggiunto il 41,6 per cento, dal livello del 30,6 per cento dello stesso periodo dello scorso anno.

Nel documento Rapporto 2006 ( 2.5mb) (pagine 96-102)