In Emilia Romagna sono presenti poco più di 10.000 imprese con più di 20 addetti, di queste circa il 3 per cento sono classificabili come grandi imprese. La dimensione d’impresa rappresenta una questione tipica del sistema produttivo nazionale e in questi anni di recrudescenza della competizione internazionale, di difficoltà competitive e di debolezza del ciclo economico la riflessione sulla tenuta del sistema produttivo è spesso stata collegata alla scarsità di grandi imprese.
La lettura che qui si propone è invece un po’ diversa poiché ciò che si ritiene rilevante ai fini della capacità competitiva e della tenuta del sistema produttivo è piuttosto che la dimensione a se stante, la ricerca della dimensione, dell’efficienza, della redditività in un’ottica di lungo periodo. In altri termini la capacità di mantenere il posizionamento di mercato attivando di volta in volta le leve più opportune per fronteggiare le sfide competitive.
In questo senso si parla di eccellenza, un concetto multidimensionale e flessibile da misurarsi in un tempo lungo, in cui l’impresa possa dimostrare di essere in grado di attraversare le diverse fasi dell’economia sapendo però mantenersi ai livelli più alti della competizione e del mercato.
Il concetto di eccellenza però non si esaurisce nell’individualità dell’impresa, nelle sue logiche stringenti di redditività e convenienza, si allarga al contesto economico e sociale in cui si inserisce. In questo senso è importante non limitare la valutazione alla semplice redditività, che in chiave aziendale rappresenta l’indice di orientamento principale delle scelte, ma allargare la visione a come la redditività viene conseguita, in particolare come si coniuga con la dimensione e ancora di più con la dinamicità.
Dimensione e dinamicità sono infatti gli indicatori di maggiore interesse per il sistema che accoglie l’impresa. La dimensione indica quanto l’impresa incide sul territorio in termini di valore assoluto di occupazione, di produzione, di capacità di acquisto, di attrazione di risorse umane, di capacità di investimento, di risorse finanziarie. La dinamicità indica la propensione a crescere, a destinare risorse alla ricerca di soluzioni sempre nuove, ad attrarre risorse per l’innovazione, a stimolare altri soggetti (partners o concorrenti) nella direzione dello sviluppo. L’impresa dinamica rappresenta uno stimolo e un punto di riferimento per il sistema e quindi è un punto di eccellenza.
Dinamicità e redditività di lungo periodo sono spesso, anche se non necessariamente, correlate.
Tuttavia, alla dinamicità corrisponde anche un certo grado di rischio connaturato con l’incertezza dell’investimento i cui costi sono immediati mentre i ritorni sono solo attesi. Dinamicità e propensione al rischio sono uniti e il concetto di eccellenza tende ad enfatizzare questo aspetto.
In definitiva il concetto di eccellenza assume una doppia struttura: è un concetto relativo che si esprime nel confronto dell’impresa con il proprio ambito settoriale, tecnologico, produttivo e di mercato, ed è un concetto assoluto nel momento in cui si confronta con le esigenze del territorio e del sistema economico in cui l’impresa è inserita e radicata.
Per misurare l’eccellenza delle imprese del territorio è stata utilizzata, con il supporto di Nomisma, una metodologia articolata in 5 passi:
1) In un primo momento sono stati stabiliti una serie di indicatori che definissero il concetto di eccellenza per un‘impresa, sulla base di criteri di redditività, performance, efficienza e accumulazione, e che considerassero il percorso di tale impresa dal 1997 al 2004 sia in termini dinamici che in termini statici.
Tali indicatori sono:
ROI e ROE per la redditività; Valore aggiunto medio nel periodo dal 1997 al 2004 e variazione media annua del Valore aggiunto dal 1997 al 2004 come indici di performance; Valore aggiunto procapite medio e variazione media annua del Valore aggiunto, Costo del lavoro procapite medio e variazione media annua del Costo del lavoro, Rendimento medio dei dipendenti e variazione media annua del Rendimento dei dipendenti come indici di efficienza; Immobilizzazioni Materiali e Immateriali medi sul totale attivo e variazione media annua delle Immobilizzazioni Materiali e Immateriali sul totale attivo come indici di accumulazione.
2) In un secondo momento sì è proceduto a definire a livello nazionale i valori di tali indicatori per tutti i settori, calcolati su un insieme ampio di imprese presenti nella base dati di bilanci AIDA; nello specifico si
sono identificati dei valori che facessero da benchmark settoriale per la selezione delle imprese in Emilia Romagna e per il posizionamento di tali imprese al di sopra di determinate soglie che graduassero diversi livelli di eccellenza.
3) Successivamente si sono selezionate le imprese dell’Emilia Romagna eliminando quelle che per ogni settore non superavano le soglie dei valori degli indicatori definiti a livello nazionale. In particolare si sono eliminate quelle che non superavano il valore della mediana ottenuto per ogni indicatore.
4) Il passaggio seguente è stato quello di posizionare le imprese già selezionate a seconda della rispettiva appartenenza, in termini di eccellenza, a fasce più o meno elevate rispetto ai valori di benchmark nazionale. In altre parole è stato definito: se il valore degli indicatori di ogni impresa superasse la mediana e si trovasse tra di essa ed il 7° decile, tra il 7° ed il 9° decile, al di sopra del 9°
decile. In questo modo per ogni impresa si è potuto evidenziare sia per quanti indicatori essa superasse le soglie, sia quali soglie superasse.
5) Una volta conteggiata la presenza di ogni impresa, per il valore di ogni indicatore, nelle tre fasce di eccellenza identificate come sopra, si sono ponderati i livelli di eccellenza da uno a tre. Ciò ha permesso di definire un indice di eccellenza che considerasse allo stesso tempo sia la numerosità delle soglie superate, sia i livelli di soglia superati da parte di ogni impresa.
Tale indice di eccellenza, calcolato in percentuale, ha permesso di confrontare e graduare la performance delle imprese così dette eccellenti in Regione. La potenzialità di tale indice si trova nel fatto che, a seconda delle caratteristiche che si vogliono confrontare tra settori diversi e\o all’interno dello stesso settore, esso diventa uno strumento flessibile per l’identificazione delle aree che necessitano o meno di interventi mirati a stimolare e\o sostenere le diverse eccellenze.
Dall’analisi svolta per individuare nel sistema produttivo regionale l’insieme delle imprese che si allineano con questi criteri, è emerso che delle 10.000 imprese che nel 2001 costituivano la parte più evoluta del sistema imprenditoriale regionale, sono 3961 quelle che risultano classificabili oggi come imprese di eccellenza; di queste 124 sono grandi, 1759 medie e 2078 piccole; 2256 operano nell’industria e in particolare, 1881 nell’ambito più strettamente manifatturiero e 1046 specificatamente nella filiera metalmeccanica.
Tab.1 Distribuzione delle imprese eccellenti regionali per settori - 1 di 2
Grandi Medie Piccole Totale
Agricoltura 2 22 19 43
Attività estrattive 1 9 17 27
Industrie alimentari, bevande 9 108 59 176
Industrie tessili 4 55 76 135
Prodotti in pelle, calzature 0 19 13 32
Prodotti in legno 2 17 13 32
Carta 1 26 20 47
Editoria 2 25 45 72
Chimica 4 42 23 69
Gomma e plastica 1 43 44 88
Materiali da costruzioni 6 59 41 106
Metallurgia 1 17 3 21
Prodotti in metallo 4 128 208 340
Tab.1 Distribuzione delle imprese eccellenti regionali per settori - 2 di 2
Grandi Medie Piccole Totale
Macchine agricole e industriali 26 204 233 463
Elettromeccanica 3 56 61 120
Meccanica di precisione 2 25 28 55
Mezzi di trasporto 6 22 19 47
Mobili 0 17 36 53
Altri articoli 1 9 15 25
Recupero e riciclaggio 0 5 7 12
Energia. gas, acqua 2 1 3 6
Costruzioni 8 104 218 330
Commercio all'ingrosso 10 446 412 868
Commercio al dettaglio 4 52 73 129
Alberghi e ristoranti 0 9 22 31
Trasporti 3 85 68 156
Telecomunicazioni 0 3 0 3
Finanza, assicurazioni 9 7 10 26
Attività immobiliari 3 27 62 92
Noleggio 0 2 10 12
Informatica 2 15 47 64
Ricerca e sviluppo 1 1 6 8
Servizi prof. e imprenditoriali 6 63 108 177
Servizi di istruzione e formazione 0 6 5 11
Servizi sanitari 0 9 25 34
Smaltimento rifiuti 0 9 4 13
Attività ricreative 0 5 17 22
Altri servizi alla persona 1 7 8 16
TOTALE 124 1759 2078 3961
Ponendo un filtro più restrittivo in termini di struttura imprenditoriale e redditività, sono comunque 1902 le imprese che rientrano in una dimensione di eccellenza rispetto al quadro nazionale.
Sono eccellenti in particolare perché negli ultimi dieci anni hanno avuto performance di crescita e redditività superiori ai tre quarti delle imprese nazionali del proprio settore, e lo sono, anche perché, si collocano al di sopra della media generale delle imprese regionali.
Tali imprese possono rappresentare un traino per l’intera economia regionale, sono in un certo senso il
rilancio e riconversione produttiva, con cui interloquire per le politiche di sviluppo e di innovazione, e con le quali eventualmente confrontarsi sulle strategie dello sviluppo nel medio-lungo termine. Possono rappresentare un traino anche perché come è noto, queste imprese trascinavano nei loro percorsi di crescita, attraverso le reti di fornitura e subfornitura, parti significative dei settori e delle filiere di appartenenza.
Per dare un’idea della dimensione dell’attività di queste imprese si può dire che pur rappresentando complessivamente appena lo 0,47% delle imprese attive regionali, il loro valore aggiunto aggregato è stato pari al 12,7% del valore aggiunto regionale del periodo 1997-2004. In termini di occupati la loro dimensione complessiva è stata pari al 9% dell’occupazione regionale e in termini di investimenti fissi sono stati circa il 30% del valore complessivo regionale del periodo 1997-2004.
In questo ambito spicca in particolare il dato dell’industria, dove si vede un‘incidenza davvero significativa di queste imprese, sia in termini di valore aggiunto, di occupazione, di investimenti (bisogna considerare che i dati delle imprese singole a volte non è tutto regionale, ma contiene componenti extraterritoriali).
Tab. 2 Incidenza delle imprese eccellenti rispetto all’economia regionale Totale delle
imprese attive Valore aggiunto Occupazione Investimenti
Agricoltura 0,04 4,03 2,36 17,14
Industria 1,75 31,84 20,46 97,67
Costruzioni 0,12 12,82 8,92 62,18
Commercio 0,55 12,78 7,26 72,12
Servizi 0,24 4,90 4,56 11,26
Totale 0,47 12,67 9,00 41,34
In chiave più strettamente settoriale tali dati assumono anche un significato maggiore, poiché in molti importanti settori dell’economia regionale, tali imprese esprimono una capacità di produzione, di occupazione e di investimento molto superiore alla media generale regionale, che a volte è praticamente pari alla capacità dell’intero settore, a volte anche nettamente superiore, in quanto in grado di attivare e gestire attività su scala extraregionale e internazionale. La tavola esprime con chiarezza gli ambiti in cui le diverse casistiche si producono. E’ rilevante notare come la capacità di investimento di queste imprese sia spesso molto superiore a quella complessivamente espressa dal settore a livello regionale, basta citare il settore alimentare, il settore della lavorazione dei minerali non metalliferi, e il settore della produzione di macchine e apparecchi meccanici per rimanere nell’ambito delle eccellenze nei settori di specializzazione. Tuttavia, appare interessante notare come anche nei settori della produzione di energia, e nei settori dei servizi del commercio e dei servizi finanziari e assicurativi la capacità di investimento delle imprese di eccellenza sia stata sostanzialmente elevata.
In particolare va rilevato che la quota di immobilizzazioni immateriali di queste imprese si colloca mediamente attorno al 30% del valore complessivo delle immobilizzazioni dell’intero periodo esaminato.
Poiché le immobilizzazioni immateriali rappresentano l’accumulazione di risorse strategiche e di lungo periodo come il valore dei marchi, gli investimenti in formazione, l’acquisizione di competenze tecniche e brevetti, gli investimenti in ricerca e sviluppo, tale incidenza esprime la dimensione di quanto possa costare la ricerca dell’eccellenza all’impresa e di quanto valore nel tempo le imprese eccellenti siano state in grado di destinare all’esterno.
In chiave di produzione di valore aggiunto i settori in cui l’incidenza delle imprese eccellenti è sostanzialmente superiore alla media generale regionale sono molti di più e comprendono anche i settori della produzione di materie plastiche, il settore delle costruzioni e i settori dei servizi alle imprese e le attività di ricerca ed informatica. Si tratta di un insieme di imprese che rappresentano una realtà importante e in grado di trainare il sistema regionale con una capacità di produzione che ne travalica abbondantemente i confini.
Da questa analisi emerge che il sistema regionale contiene casi di eccellenza in molte attività settoriali, alcune sono quelle di tradizionale forza del sistema, altre sono presenti in settori di minore visibilità, altre ancora sono in settori emergenti: questo dato evidenzia pertanto che la varietà del sistema produttivo si mantiene nel tempo, è in grado di rigenerarsi ed è in grado di far emergere realtà economiche di rilievo elevato nei più diversi settori di attività.
Dopo la definizione del profilo di eccellenza e la sua ponderazione è rilevante notare come si distribuisce sul territorio, per settore, per dimensione.
Tab. 3. La dimensione d’impresa*; distribuzione per Provincia (3.961 imprese eccellenti)
Provincia Grande Media Piccola
Bologna 0,96 11,16 13,81 25,93
Ferrara - 1,49 2,12 3,61
Forlì 0,20 3,38 2,85 6,44
Modena 0,53 8,26 10,65 19,44
Parma 0,18 5,45 6,92 12,55
Piacenza 0,18 2,32 3,00 5,50
Ravenna 0,25 3,48 2,88 6,61
Reggio Emilia 0,63 6,82 8,08 15,53
Rimini 0,20 2,04 2,15 4,39
Totale complessivo 3,13 44,41 52,46 100
Dimensione azienda
Totale complessivo
* La dimensione d’impresa è stata definita secondo i seguenti criteri: piccola da 0 a 50 dipendenti e con meno di 5 milioni di euro di fatturato; media, da 50 a 250 dipendenti e con fatturato da 5 a 50 milioni di euro di fatturato; grande: oltre 250 dipendenti e 50 milioni di euro di fatturato.
Da un punto di vista settoriale il settore maggiormente coinvolto è quello dell’industria, in particolare del settore meccanico (fabbricazione di macchine e prodotti in metallo), seguito dal commercio. Il resto delle imprese si distribuiscono abbastanza uniformemente nei diversi settori di attività dell’economia regionale.
Da un punto di vista dimensionale, le imprese di medie dimensioni sono quelle che in termini relativi trovano la maggiore rappresentazione all’interno dell’insieme delle imprese eccellenti. Considerando il campione ristretto, esse rappresentano, in termini assoluti, il 68% dei casi.
Tali dati sono confortanti poiché esiste una caratteristica ricorrente che identifica le aziende di medie dimensioni per fatturato e addetti, e cioè, che queste sono generalmente le più dinamiche; si può dunque associare la media dimensione ad una maggiore capacità di fare investimenti e di proporsi in modo innovativo sul mercato.
Alle imprese di grandi dimensioni in termini di fatturato e addetti sono sostanzialmente riservate le migliori performance di crescita; sono queste aziende che più di altre creano valore aggiunto sul territorio.
La redditività è invece prerogativa delle aziende più piccole; emerge infatti in modo diffuso la capacità di queste ultime di essere più redditizie, se confrontate con i posizionamenti delle eccellenti di dimensioni medie e grandi appartenenti al medesimo settore.
L’efficienza è invece una caratteristica che non si lega in modo pressoché univoco alla dimensione delle aziende; è relativamente ricorrente un migliore posizionamento rispetto a questo indicatore per le imprese di grandi dimensioni, ma ciò non significa che in alcuni settori le più efficienti siano le imprese più piccole ovvero che i livelli di efficienza siano i medesimi per le imprese di tutte le dimensioni.
Considerando l’anno di costituzione delle imprese si possono osservare alcuni aspetti di differenziazione, qualora esse vengano distribuite secondo i criteri di qualificazione del dato di eccellenza. Le più dinamiche, cioè quelle che hanno avuto un trend di crescita del valore aggiunto più sostenuto associato a maggiori immobilizzazioni immateriali, sono nate per la maggior parte negli anni
’90, quindi sono di costituzione relativamente recente, mentre le più redditizie appartengono per la maggior parte al decennio precedente.
Le più efficienti, per costo del lavoro e trend di crescita del valore aggiunto procapite si sono costituite prevalentemente negli anni ’80; esiste dunque un allineamento temporale tra redditività ed efficienza. Si aggiunge che per numerosità, le imprese più redditizie dopo il gruppo costituitosi negli anni ’80, sono quelle nate negli anni ’60, piuttosto che in anni recenti. In linea generale si osserva che per dati criteri di qualificazione non si registra una numerosità significativa di imprese nate oltre il 2000.
Considerando la dimensione, definita dalla media del valore aggiunto dal 1997 al 2004, come criterio di qualificazione del database, la nascita del maggior numero delle imprese appartenenti alle classe superiore è avvenuta negli anni ’80. Se alla dimensione così definita si associa la redditività e l’efficienza, delle quali si è appena fatto cenno, si trova un minimo comune denominatore per le imprese più eccellenti, in relazione a tali criteri, che è appunto la nascita tra il 1980 ed il 1990.
Infine in chiave comparata nazionale è interessante rilevare come si differenzia la via emiliana all’eccellenza, rispetto alla via nazionale all’eccellenza. Per questa analisi si è preso a riferimento per ogni settore un insieme di imprese nazionali, i cui risultati sugli indicatori dell’eccellenza fossero superiori alla media del terzo e quarto quartile della distribuzione settoriale nazionale.
Tab. 4. Distribuzione imprese per classe di efficienza e anno di costituzione
Fascia anno costituzione A C Totale
(<1920) 0,7 0,1 0,4
(<1950) 2,1 1,2 1,6
(>2000) 5,2 3,7 4,4
(1950;1960) 1,5 1,5 1,5
(1960;1970) 8,6 4,8 6,6
(1970;1980) 21,3 16,5 18,8
(1980;1990) 32,0 37,2 34,7
(1990;2000) 20,9 28,8 25,1
(vuoto) 7,7 6,1 6,9
Classe Dimensione
Le differenze fra i diversi settori sono marcate, ed è possibile rilevare settore per settore gli elementi di maggiore forza e di maggiore fragilità delle imprese eccellenti, nella competizione con le altre imprese eccellenti nazionali. Tuttavia, si rilevano due elementi che si presentano costantemente e che possiamo trattare come fattori caratteristici del modello emiliano-romagnolo di eccellenza. Il primo è che le imprese eccellenti dell’Emilia Romagna sono costantemente più dinamiche in tutti i settori, spesso sono anche leggermente più grandi. Il secondo è che i livelli di efficienza e redditività tendono a premiare maggiormente le imprese nazionali eccellenti.
In particolare, confrontando le eccellenze per macrosettori presenti in Emilia-Romagna ed in Italia, si osserva che in Agricoltura, per medesimi livelli di dimensione e dinamicità, le imprese italiane sono più efficienti e redditizie. Per quanto riguarda le attività manifatturiere la imprese eccellenti dell’ Emilia-Romagna superano lievemente quelle Italiane per dimensione e dinamicità; al contrario quelle italiane sono più redditizie ed efficienti. Nel settore delle costruzioni le imprese emiliano-romagnole raggiungono livelli leggermente più elevati per dimensione, dinamicità e redditività, ma risultano meno efficienti di quelle italiane. Per quanto riguarda i servizi, le imprese italiane raggiungono sempre livelli di eccellenza più elevati rispetto alle emiliano-romagnole che comunque raggiungono quasi i medesimi livelli per dimensione e dinamicità.
Graf.1 Confronto eccellenze Emilia Romagna – Italia per macrosettore
AGRICOLTURA
0,00 25,00 50,00 75,00 100,00
Dimensione
Dinamicità
Redditività Efficienza
Agricoltura ER Agricoltura ITA ATTIVITA' MANIFATTURIERE
0,00 25,00 50,00 75,00 100,00
Dimensione
Dinamicità
Redditività Efficienza
Attività manifatturiere ER Attività manifatturiere ITA
COSTRUZIONI
0,00 25,00 50,00 75,00 100,00
Dimensione
Dinamicità
Redditività Efficienza
Costruzioni ER Costruzioni ITA SERVIZI
0,00 25,00 50,00 75,00 100,00
Dimensione
Dinamicità
Redditività Efficienza
Servizi ER Servizi ITA
Come si può notare dai grafici, questo aspetto è presente in tutti i macrosettori e a evidenzia che, mentre le imprese nazionali tendono a cercare una competizione più basata sul contenimento dei costi e sulla massimizzazione della redditività, le imprese regionali puntano maggiormente sugli investimenti e sul posizionamento di mercato. Naturalmente, il punto debole è rappresentato dalla minore efficienza relativa che spinge le imprese regionali su fasce di prezzo più elevate, e quindi meno attraenti per il mercato, d’altra parte il sacrificio di una parte della redditività, a vantaggio di una politica di investimento, può portare a risultati soddisfacenti nel lungo periodo.
In questo modo il sistema delle imprese eccellenti sacrifica una parte della propria competitività di breve termine alla ricerca di una competitività di lungo termine, basata su immobilizzazioni immateriali e sulla capacità di innovare. Si tratta di una strategia lungimirante che contiene alcuni elementi di incertezza, ma anche notevoli potenzialità di sviluppo e rendimento.