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Inghilterra elisabettiana: dedica alle donne come strategia d

Capitolo 4. La determinazione del pubblico

4.2 La dedica alle donne

4.2.2 Inghilterra elisabettiana: dedica alle donne come strategia d

osservato il forte legame stabilito dagli autori tra figure femminili e tematiche amorose di carattere pruriginoso, un’associazione che ha particolare significato per il genere novellistico:

[…] in so far as women embodied sexual attractions for men, romance was identified with women as itself a form of eroticised pleasure; yet in so far as women’s own sexuality was regarded as wayward and in need of restraint, romance was regarded as something to be kept from women. These cultural constructions further produced an

inverse position whereby for an author to declare that his book was designed for the pleasure of women was in effect for him to advertise his wares to readers of both sexes as racy, lightweight and fun.64

La studiosa ritiene, infatti, che nel tardo Cinquecento il declino del rapporto letterato-patrono avrebbe richiesto la creazione di strategie volte ad attirare un pubblico di lettori che comprassero libri e garantissero, in questo modo, il sostentamento tanto degli scrittori, quanto di editori e stampatori. Una di queste strategie di marketing sarebbe rappresentata proprio dalle lettere prefatorie indirizzate alle donne, che servirebbero a segnalare al lettore maschile la presenza nell’opera di materiale piccante e divertente.65

Si hanno tracce di paratesti volti a incuriosire il lettore in diversi generi letterari di età elisabettiana; essi, però, hanno avuto particolare fortuna nelle raccolte di racconti all’italiana, in particolare in quelle di George Pettie, Barnabe Riche e Robert Greene. Le loro dediche alle gentildonne celerebbero, infatti, il desiderio di raggiungere un pubblico diversificato, formato non solo dalle donne direttamente chiamate in causa, ma anche dagli uomini allettati dall’idea di avere accesso agli intriganti segreti del mondo femminile. A riprova di quest’ipotesi sta il fatto che, accanto alle lettere di dedica alle gentildonne, in queste opere sono presenti anche lettere al generico lettore o addirittura ai gentiluomini: A Petite Pallace of Pettie his Pleasure contiene una lettera dello stampatore ai lettori in generale (The printer to all readers of this booke);66 Farewell to Militarie Profession una lettera ai soldati (To the noble soldiers, both of England and Ireland) e una al generico lettore (To the readers in generall); Penelopes Web un’epistola ai lettori uomini (To the gentlemen readers). Come suggerisce Hackett a proposito di Riche e Greene,

they clearly expected to have male readers to whom a flirtatious address to women readers would announce that titillating reading pleasures were to follow. This may include a suggestion of voyeuristic pleasures: to read a book of courtship narratives

64 Ivi, p. 11. 65 Ibid..

66 Questo vale per le princeps del 1576, ma non per le edizioni successive. Per l’organizzazione e

which would “normally” be read by a woman is at once to read about women’s erotic secrets, to spy upon the imagined woman reader’s private communion with her erotic book and to penetrate the private space of a woman’s bedchamber or closet where she is supposed to indulge in such reading.67

A Petite Pallace of Pettie his Pleasure contiene alcuni indizi che fanno pensare alla volontà dell’autore di attirare l’attenzione di quanti più lettori possibile, uomini compresi.68 Se, infatti, R. B. dichiara di volersi rivolgere esclusivamente alle lettrici, nella lettera di G. P. viene spiegato che le storie contenute nel Petite Pallace sono nate per intrattenere degli amici in occasione di alcune piacevoli riunioni. Il fatto che il pubblico per cui questi racconti sono nati fosse con tutta probabilità maschile stride con gli appelli del narratore in apertura e in chiusura delle singole novelle, che sono, invece, rivolti alle gentildonne. Ciò ha indotto Paul Salzman e Neil Rhodes a ritenere che il Petite Pallace fosse rivolto contemporaneamente a due tipi di pubblico: «[…] the gentlewomen created by the narrator, cajoled by him, and spun around by his ambiguous moralizing until they are dizzy; and an invisible audience of fellow young wits, enjoying Pettie’s dexterity, his sleight of hand».69 L’atteggiamento ammiccante del narratore non sarebbe, quindi, volto soltanto a compiacere le lettrici, ma punterebbe anche a divertire i lettori uomini, intrigati dalla relazione intima e scanzonata tra narratore e narratarie.70 La stessa marcata erotizzazione dell’opera, scandita dal frequente ricorso ad un linguaggio ricco di doppi sensi, avrebbe avuto, secondo Mary Ellen Lamb, finalità commerciali: l’autore avrebbe in questo modo attirato la curiosità dei lettori, persuadendoli a comprare la sua opera.71

67 HACKETT, Women and Romance Fiction, cit., p. 11.

68 Per le strategie di negoziazione con il lettore messe in atto da Pettie si veda il Capitolo 3. 69 Salzman, English Prose Fiction, cit., p. 17. Cfr. anche RHODES, Italianate Tales, cit..

70 Cfr. anche HACKETT, Women and Romance Fiction, cit., p. 52: «It is reasonable to suppose that

these kinds of novella-type morally framed stories had found some recognised success with women readers in order for Pettie to assume his readers’ recognition of the phenomenon. However, it also seems possible that his playful manipulation of the implied gullibility of the female readership, his irreverent jokes about the real motives of those who preach to women and his pose as a practised seducer, are all performances for male readers in his audience».

71 M.E.LAMB, Mildred, Beloved of the Devil, and the Dangers of Excessive Consumption in Riche

his Farewell to Militarie Profession, in N. Conn Liebler (a cura di), Early Modern Prose Fiction. The Cultural Politics of Reading, New York-London, Routledge, 2007, pp. 79-97: p. 79.

Steve Mentz afferma addirittura che la dedica alle donne in Pettie non era nemmeno veramente finalizzata a raggiungere delle lettrici reali, ma costituiva un mero pretesto per poter avvicinare il solo vero pubblico a cui l’autore puntava, rappresentato da «male courtiers, whom he titillates by claiming to write only to women»; per questi uomini le novelle del Petite Pallace costituirebbero una specie di manuale di suggerimenti di corteggiamento:72

Pettie’s genuflections to his female readership seem an elaborate fictional performance, designed to be overheard by the male readers who are supposedly excluded. […] By constructing this two-leveled appeal, in which the overt approach to a named but imaginary female reader shadows a covert appeal to unnamed but implicitly male readers, Pettie carves out the elite, male, courtly readership that made this text popular in the 1570s and 1580s.73

Sembra, però, eccessivo negare categoricamente che Pettie si rivolga alle lettrici e, di conseguenza, interpretare questa dedica alle donne come un mero strumento per attirare un pubblico esclusivamente maschile. È, invece, più credibile che, accanto alle donne, chiamate in causa come pubblico privilegiato, autori come Pettie guardassero anche ai molti uomini, attirati proprio dal carattere “filo-femminile” di queste raccolte. È altrettanto verosimile che gli scrittori di raccolte novellistiche, consapevoli dei gusti del loro pubblico, sapessero bene quale effetto avevano dediche tanto evidenti alle donne e, perciò, calcassero la mano sul legame tra lettrici, tematiche amorose e storie divertenti in quanto licenziose.

Il doppio pubblico al quale Pettie sembra implicitamente rivolgersi trova un parallelo evidente in Robert Greene, il cui forte legame con le lettrici è assodato.74

Penelopes Web presenta, oltre all’epistola dedicatoria alle due mecenati (Lady Margaret, contessa di Cumberland, e Lady Anne, contessa di Warwick), una lettera indirizzata ai lettori e una alle lettrici. In quest’ultima Greene afferma di aver voluto scrivere la sua raccolta di racconti per esaltare le virtù femminili e

72 Cfr. MENTZ, Romance for Sale, cit., p. 36. 73 Ivi, p. 128.

74 Si consideri il già citato epiteto dispregiativo di «Homer of women» attribuito a Greene da

Thomas Nashe. Cfr. in proposito, tra gli altri, HACKETT, Women and Romance Fiction, cit.; R.W. MASLEN, Robert Greene, in A. Hadfield (a cura di), The Oxford Handbook of English Prose 1500-

suggerire quale stile di vita una donna onesta dovrebbe seguire. Nella lettera ai gentiluomini, invece, l’autore si cimenta in un discorso che insinua il dubbio che la scelta della materia dell’opera risponda in realtà ad un’astuta manovra commerciale:

I was determined at the first to haue made no appeale to your [scil. dei lettori uomini] fauorable opinions, for that the matter is womens prattle, about the vntwisting of Penelopes Web. But considering that Mars will sometime bee prying into Venus

papers, and gentlemen desirous to heare the parlie of Ladies, I thought rather to

write a lyne to much, and so be counted forward, then by leauing out one title, incurre your displeasures, and so be iudged froward […].75

Pur avendo presentato la materia della raccolta come «womens prattle», ossia chiacchiere senza importanza tipiche delle donne, Greene ammette senza mezzi termini che gli uomini stessi, Marte compreso, sono spesso desiderosi di spiare nelle «Venus papers», spinti dalla curiosità di scoprire a che cosa siano dedicati i discorsi e le letture femminili. L’idea di assicurarsi un segreto accesso al mondo delle donne grazie ad un’opera come Penelopes Web non poteva che stuzzicare i lettori, presentati in questo modo come voyeurs. Connotare un’opera come espressamente femminile, attraverso la dedica alle gentildonne, non comporterebbe, dunque, l’esclusione della più ampia porzione del pubblico maschile. Quest’ultimo sarebbe al contrario incuriosito e, di conseguenza, più facilmente conquistabile proprio grazie a quel genere di astute manovre commerciali, in cui rientrerebbero le stesse dediche alle lettrici. Georgianna Ziegler e Helen Hackett propongono, infatti, per Penelopes Web un diverso modo di fruire l’opera a seconda che il lettore sia maschio o femmina: «[…] both men and women would have enjoyed the work for its stories, which sweeten the moral instruction for the female audience. […] For male readers, a window on to such a private female world provided the appeal of voyeurism […]».76 Dedicare un’opera alle donne consentirebbe, quindi, da un lato, di avvicinare con maggiore facilità le lettrici, chiamate direttamente in causa; dall’altro, aiuterebbe anche ad attirare un

75 Penelopes, 144-145; corsivi miei.

76 ZIEGLER, Penelope and the Politics of Woman’s Place, cit., p. 34. Cfr. anche HACKETT, Women

pubblico maschile allettato dall’idea di aver accesso al mondo femminile e conscio che una raccolta di racconti proposta alle donne contiene con ogni probabilità storie divertenti e maliziose.

Nonostante il peso attribuito da molti studiosi al mercato librario nella scelta della dedica alle donne, non manca chi, come Lorna Hutson, ha visto nella centralità delle figure femminili in molta prose fiction di età elisabettiana un sintomo del cambiamento socio-culturale che ha investito il mondo inglese nel Rinascimento:

[…] the centrality of women to the plots of this newer “romantic” fiction is a direct consequence of its increasing devotion to the representation of masculine social agency as “civil” rather than martial, and as celebrating victories of mental readiness rather than physical courage. It is, in other words, when fiction ceases to be solely concerned with feats of chivalry, and begins to incorporate the endless reasoning pro

et contra of which modern readers despair, that the genre begins to be associated

specifically with women.77

Sarebbe, quindi, la nuova società della parola, fondata sulla “civile conversazione”, per usare il titolo di un’opera di Stefano Guazzo, a determinare quest’apertura nei confronti del pubblico femminile: l’attenzione alle donne sarebbe un sintomo del passaggio dal potere maschile fondato sulla forza fisica a quello determinato dall’eloquenza, che trova un perfetto campo di impiego in ambito amoroso. Queste osservazioni di Hutson assumono un certo rilievo nel caso di Barnabe Riche, nella cui raccolta i paratesti sono strettamente condizionati dal rapporto tra racconto (all’italiana) e pubblico femminile.