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V INO E PASTA : UN APPROFONDIMENTO

AGROALIMENTARI ITALIANE IN UN MONDO CHE CAMBIA 4.1 L A C ONSTANT MARKET SHARE ANALYSIS

Riquadro 5.1 La metodologia di stima della domanda di esportazioni italiane di prodotti agroalimentar

5.8. V INO E PASTA : UN APPROFONDIMENTO

Le evidenze emerse fin qui riguardo alle performance di alcuni prodotti im- portanti del made in Italy agroalimentare richiedono un ulteriore approfondi- mento di indagine, visto che per alcuni aspetti sembrano essere parzialmente incoerenti con quanto si è generalmente portati a credere. Ci si riferisce, in par- ticolare, all’evoluzione del livello qualitativo dei prodotti esportati, che in al- cuni casi sembra ridursi in modo sensibile ed è tale da mettere in allarme gli addetti al settore. In realtà, questi risultati potrebbero essere il frutto del livello di aggregazione utilizzato fin qui, derivante dalla classificazione internazio- nale dei prodotti alimentari e non pienamente soddisfacente per il livello di dettaglio a cui ci si è spinti in questo lavoro. Perciò, per i due principali pro- dotti dell’export agroalimentare made in Italy, il vino e la pasta8, si è ritenuto opportuno approfondire l’analisi della concorrenza internazionale sulla qua- lità e sul prezzo ad un livello di disaggregazione più spinta rispetto a quanto fatto nelle pagine precedenti. Come vedremo nelle prossime pagine, questo ap- profondimento permette di discernere meglio le caratteristiche qualitative dei prodotti esportati dal nostro Paese e, di conseguenza, di mettere meglio a fuoco la posizione dell’Italia nello scenario competitivo internazionale.

Il vino

Per quanto riguarda il vino, l’Italia ha indiscutibilmente un ruolo di mas-

simo rilievo nel commercio mondiale9. Le esportazioni mondiali di vino in vo-

lume sono cresciute a ritmi molto sostenuti a partire dai primi anni ’90 (con un’accelerazione dopo gli accordi Wto nel 1994), passando da circa 40 milioni di ettolitri a 103 milioni nel 2011. Lo scenario internazionale di questi anni è caratterizzato dall’ingresso e dall’affermazione dei nuovi Paesi produttori ed esportatori (Australia, Cile, Argentina, Nuova Zelanda e Stati Uniti), a fianco dei produttori europei (Italia, Francia e Spagna) che si contendono la leader- ship mondiale. L’Italia, in particolare, in termini di volumi è il principale espor- tatore mondiale di vino, spumanti e mosti, seguito da Spagna e Francia. Tuttavia, in valore le esportazioni della Francia superano nettamente quelle italiane e spagnole: il valore medio unitario all’export dell’Italia, considerando l’intero aggregato vini, spumanti e mosti (codice HS 2204), è pari al 38% di 8Per l’approfondimento si è scelto di utilizzare i dati di fonte Gta che consentono di scendere fino al mas- simo dettaglio delle classificazioni dei singoli Paesi, anche quelli per i quali la classificazione oltre la sesta cifra non è armonizzata con la NC8 adottata dall’Ue. In particolare si tratta dei dati Gta acquisiti in abbona- mento dall’Ismea e relativi all’interscambio di 49 Paesi reporting, con tutti i Paesi del mondo (84 Paesi Gta). 9Negli ultimi vent’anni, in Italia si è assistito a una contrazione sia della superficie vitata sia della pro- duzione – anche come conseguenza delle politiche di contenimento dell’offerta attuate dall’Ue – e alla con- temporanea crescita dell’incidenza delle produzioni di qualità, che rappresentano circa i due terzi della

quello francese, mentre il valore medio della Spagna è pari al 22% (tabella 5.9). Peraltro, la Francia è l’unico Paese tra i maggiori esportatori che ha ridotto i volumi di export rispetto all’inizio del decennio, raddoppiando al contempo i prezzi medi. A parte il Cile e il Sudafrica, anche per i nuovi esportatori dai dati del commercio internazionale risulta un valore medio unitario all’export più elevato di quello praticato da Italia e Spagna.

Tabella 5.9 - Principali esportatori mondiali di vini, spumanti e mosti

Quantità (migliaia hl) VMU (Usd/l) VMUp/VMU tot.* 2010/11 2000/01 2005/06 2010/11 2010/11 Italia 22.491 1,38 2,27 2,52 0,8 Spagna 20.005 1,24 1,40 1,41 0,5 Francia 13.835 3,25 5,17 6,62 2,2 Australia 7.599 2,76 2,89 2,61 0,9 Cile 6.999 2,01 1,94 2,33 0,8 Stati Uniti 4.095 1,85 2,00 2,99 1,0 Germania 4.037 1,50 2,47 3,12 1,0 Sudafrica 3.842 1,47 1,81 2,00 0,7 Argentina 2.981 1,61 1,34 2,67 0,9 Portogallo 2.707 2,58 2,42 3,18 1,1 Nuova Zelanda 1.626 4,39 5,96 5,19 1,7 Totale 11 esportatori 90.218 2,17 2,68 2,99 1,0

* Rapporto tra VMU di ciascun Paese sul VMU totale.

Fonte: Elaborazioni da banca dati Gta

Ad un maggior grado di dettaglio, per quanto riguarda i vini e gli spumanti (escludendo cioè il mosto), nei paragrafi precedenti sono stati presi in consi- derazione tre gruppi, corrispondenti a codici a sei cifre della classificazione HS: gli spumanti, i vini in bottiglia di capacità inferiore a 2 litri e i vini in con- tenitori maggiori di 2 litri (cisterne), i cosiddetti “sfusi”.

La composizione delle esportazioni in volume dei tre principali esportatori tra queste grandi categorie è molto differente: soprattutto per la Spagna, ma anche per l’Italia, la quota di prodotto sfuso – caratterizzato naturalmente da un prezzo medio più basso – è molto più elevata che per la Francia; in que- st’ultimo caso, vi è poi una superiore incidenza dei quantitativi di spumanti (fi- gura 5.14). A partire dal 2009, si è evidenziata una crescita particolare degli scambi internazionali di vino sfuso, con un aumento dell’incidenza di questa

categoria di prodotto sulle esportazioni totali (in volume, 38% nel 201110).

Questo fenomeno è stato messo in relazione con la situazione di crisi econo- mica e la conseguente maggiore attenzione da parte degli acquirenti al ri- sparmio sui costi logistici; si è riscontrata, in generale, un’accresciuta preferenza per l’importazione di vino sfuso, successivamente imbottigliato nel Paese consumatore (soprattutto in Stati Uniti, Germania, Regno Unito). Esiste certamente, inoltre, un importante collegamento anche con la crescita delle private label (marchi dei distributori) nelle grandi catene distributive europee e americane.

Il nostro Paese, che all’inizio degli anni Duemila ha attuato una politica di miglioramento della qualità dei vini che si è riflessa nel ridimensionamento della quota di vino sfuso esportato, negli ultimi anni ha sfruttato quest’oppor- tunità, invertendo la tendenza all’aumento del ruolo del confezionato (figura 5.15). Ciò ha consentito alle nostre imprese esportatrici di vino di realizzare buoni risultati sui mercati esteri nel 2010 e nel 2011, sia in termini di volumi vendita sia in termini di fatturato all’esportazione11.

Fonte: Elaborazioni da banca dati Gta

11Le esportazioni italiane sono cresciute del 6% in valore (dollari correnti) e del 10 % in quantità nel Figura 5.14 - Composizione delle esportazioni in volume dei principali esportatori per categoria di vini, 2010/11 (%)

90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0%

Italia Spagna Francia Australia Cile Stati Uniti

spumante sfuso

confezionato 100%

In dettaglio, dal confronto dei prezzi medi 2010/11, tralasciando il valore elevato degli champagne francesi presenti nella voce spumanti, sia per il vino confezionato sia per quello sfuso si conferma che la Francia – sfruttando la rendita di posizione che deriva dalla notorietà dei propri vini – colloca il suo prodotto sui mercati internazionali a prezzi più elevati rispetto all’Italia, che si posiziona su un livello intermedio tra vini francesi e spagnoli. Inoltre, anche Stati Uniti e Australia spuntano prezzi mediamente più elevati (tabella 5.10), nonostante il trend positivo del valore medio unitario delle esportazioni ita- liane nel quindicennio, per entrambe le categorie di vino e per lo spumante. Figura 5.15 - Composizione delle esportazioni dell’Italia in volume per categoria di vini, dal 1997/98 al 2010/11 (%) 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% 100% 1997/98 2000/01 2005/06 2010/11 spumante sfuso confezionato

Fonte: Elaborazioni da banca dati Gta

Fonte: Elaborazioni da banca dati Gta

Tabella 5.10 - Valore medio unitario all’export per categoria di vini, 2010/11 ($/litri)

confezionato sfuso spumante

Italia 3,53 0,63 3,74 Spagna 2,42 0,47 3,50 Francia 5,98 1,32 19,79 Australia 3,97 0,98 4,89 Cile 3,07 1,01 3,88 Stati Uniti 4,64 1,17 7,20

Concludendo questo breve approfondimento sul vino con l’analisi dello scenario competitivo per il vino confezionato, che rappresenta comunque la principale fonte di introito monetario per il nostro Paese, si riassumono di se- guito i più importanti elementi che derivano dall’analisi dei due principali mer- cati di sbocco.

– Negli Stati Uniti, l’Italia copre la quota maggiore del valore delle im- portazioni di vino confezionato (33%) e i principali concorrenti sono Francia (18%) e Australia (14%). Rispetto all’inizio del decennio, l’Italia ha incrementato la sua penetrazione nel mercato statunitense di tre punti, mentre la Francia ha perso 10 punti e l’Australia 5 punti; in termini di prezzo, tuttavia, si riscontra un differenziale molto ele- vato rispetto alla Francia, che si è anche ampliato nel decennio (ta- bella 5.11).

– Anche in Germania, l’Italia ha nettamente la maggiore quota di mercato in valore di vino confezionato (41%), contro il 25% della Francia e il 12% della Spagna. Rispetto all’inizio del decennio, Italia e Spagna hanno aumentato la propria quota, mentre la Francia ha perso quasi sei punti; inoltre, i differenziali di prezzo sono molto più contenuti, sebbene la Francia mantenga il primato; in questo caso, va sottolineato che il va- lore medio unitario all’import del vino spagnolo supera quello italiano in tutto il decennio.

Fonte: Elaborazioni da banca dati Gta

Tabella 5.11 - Valore medio unitario all’importazione di vini confezionati negli