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NELL'INTEGRALITÀ IELLA SUA SISTEMAZIONE

L'azione della Camera ili Commercio di Torino per la difesa della montagna - I ter-mini tecnico-economici dell'opera di sistemazione nel quadro dell'economia subalpina

d i F A U S T O M . P A S T O R I N I

Le plaghe subalpine poste nell'insenatura più interna della grande pianura padana stanno subendo, da qualche anno a questa parte, l'assalto delle acque selvagge che, scendendo dall'anfiteatro montano eroso e nudo di vegetazione, si gettano con rapida e disor-dinata corsa nell'alveo non più capace dei torrenti, scavando e trasportando in colate di fango e pietrame la poca terra ancora attaccata alla roccia, per sfo-ciare infine, ruinose e violente nella pianura sotto-stante. Le vallate piemontesi e liguri sono state, in recenti tempi, crudamente provate dalle alluvioni e la fortuna della loro economia si dimostra sempre più strettamente legata al problema delle acque, che devono essere disciplinate, senza più dilazioni, con opere tecnicamente idonee a tutelare con fermezza l'avvenire di un esteso compartimento capace di più intensi sfruttamenti agricolo-industriali, ina morti-ficato nelle sue notevoli risorse fondiarie zootecniche e manifatturiere.

Sensibile alle necessità di provvidi interventi, la Camera di Commèrcio Industria e Agricoltura di Torino ha da tempo prospettato alle categorie econo-miche interessate le linee per un'azione energica e tempestiva da attuarsi in base ai punti programmatici propugnati dal Corpo Forestale dello Stato. L'ultima iniziativa in tal senso è stata effettuata nel 1949; e di essa si è dato notizia su queste stesse colonne (vedi 11. 62 del 20 luglio 1949). Per dovere di obiettività non va però taciuto che i programmi di lavori e ili interventi, posti all'esame di rappresentanze ammini-strative, politiche e tecniche, non hanno consentito di giungere ad una decisione concreta e feconda di risultati positivi, non essendo del t u t t o definiti i dati reali della situazione montana nel suo aspetto idrico e forestale.

A completare gli elementi mancanti provvede in modo egregio uno studio recentissimo che la Camera di Commercio Industria e Agricoltura di Torino pre-senta in questi giorni come « Quaderno di Cronache Economiche ». 11 dr. Pietro Francardi, Ispettore gene-rale forestale, ne è l'autore, in collaborazione col dot-tor Raffaele Stigliani, Ispetdot-tore capo forestale. Essi sono ben conosciuti nell'ambiente forestale italiano,

e, in modo particolare, nel compartimento piemontese-ligure pei' la sagace ed esperta opera direttiva pre-stata a difesa di quella economia montana.

Presentati, nella parte introduttiva, i bacini idro-grafici del Po e del Mare Ligure lo studio descrive analiticamente, per ciascuna regione, l'ambiente fisico, l'ambiente economico-produttivo e sociale; il disordine torrentizio e le direttive per la sistemazione idraulico-forestale dei bacini montani. Di particolare interesse, da un punto di vista tecnico, è la descri-zione del fenomeno torrentizio in rapporto alle dif-formi condizioni climatiche ed idrogeologiche delle due regioni (alpina e prealpina-appenninica) nonché la indicazione precisa delle differenti caratteristiche fisiche dei bacini da sistemare, le quali consigliano l'adozione di particolari provvedimenti per raggiun-gere i voluti obiettivi.

Il disordine idrogeologico del settore alpino va. combattuto con opere di difesa contro le valanghe, con opere idrauliche, con lavori di correzione e con-solidamento, con rimboschimenti e miglioramenti dei pascoli montani; nella zona appenninica invece, carat-terizzata da erosioni superficiali e da movimenti franosi profondi, le direttive per la sistemazione dei bacini indicano, come caposaldi tecnici di lotta, il rivestimento con specie legnose a rapido accresci-mento e la raccolta delle acque mediante fognature superficiali e profonde.

Ma la p a r t e più originale della pubblicazione è costi-tuita, a nostro avviso, dal quadro statistico riepilo-gativo della situazione dei bacini montani piemontesi e liguri. Le cifre esposte — che indubbiamente devono aver richiesto una faticosa e intelligente opera di ela-borazione e di coordinamento — dicono eloquente-mente, nella loro formale aridità, che la mole dei lavori ancora da svolgere è imponente.

Riteniamo utile riassumere in uno specchio i dati più significativi sia della regione piemontese che della provincia di Torino, per aver modo di aggiun-gere qualche conseguente considerazione che ci appare non priva di interesse. Le percentuali rappresentano il volume dei lavori e degli oneri provinciali rappor-tati a quelli regionali.

B A C I N I L A V 0 R I D A E S E G U I R E

I M P O R T 0 COMPLESSIVO

L. R E G I O N E

E PROVINCIA Principali Secondari

Superficie del bacino Ha Briglie e muri di co asolici amento m e Rimboschi-menti H a Ricostitu-zioni boschi deteriorati H a I M P O R T 0 COMPLESSIVO L. Piemonte 3 8 2 5 0 1 . 6 1 3 . 7 6 4 9 0 6 . 5 5 1 4 5 . 4 5 4 4 4 . 6 0 1 1 4 . 5 2 9 . 2 4 8 . 1 8 6 Provincia di Torino 9 70 3 8 4 . 8 6 7 2 8 0 . 9 0 0 1 1 . 8 9 6 6 . 9 4 7 3 . 7 0 8 . 0 0 0 . 0 0 0 % Prov. di Torino 2 3 , 7 2 8 2 3 , 8 3 1 2 6 , 2 15,6 2 6 , 5

Si consideri intanto il fatto che in Piemonte risul-tano classificati o da classificare 38 perimetri princi-pali costituiti a loro volta da oltre 250 sottobacini per mia superficie complessiva di Ha 1.613.764. Ciò significa che t u t t a la zona di montagna, e in parte quella di collina, possono congiuntamente formare un unico grande, comprensorio di bonifica montana il cui riordinamento fisico ed economico non può essere attuato con interventi isolati e discontinui, ma solo attraverso una azione simultanea concorde e paral-lela in ogni suo perimetro. Tale azione deve essere condotta in base ad un illuminato criterio di « inte-gralità » — che costituisce d'altronde la sostanza della concezione odierna della bonifica — se si vuole che la sistemazione montana persegua con successo le volute finalità di ordine non solo idraulico-forestale, ma anche economico-sociale. L'importo complessivo dei lavori da eseguire nei bacini classificati e da clas-sificare ammonta, per il Piemonte, a L. 14. 529.248.186; i bacini classificati assorbono circa i tre quarti di questa somma. Cospicuo appare pure l'onere gravante sulla provincia torinese quando si pensi che esso assorbe il 26,5 per cento del totale su una superficie percentualmente inferiore e cioè pari al 23,8%.

Dato che i lavori di sistemazione montana hanno natura estensiva e non possono eseguirsi che per un breve periodo dell'anno, il tempo tecnico previsto per l'attuazione delle opere progettate non potrebbe essere inferiore ad un decennio. Pertanto, ove fosse stabilito un programma di finanziamento decennale, si dovrebbe assicurare uno stanziamento annuo per il Piemonte di L. 1.452.924.818 di cui 370 milioni e 800 mila lire destinate alla provincia di Torino. Per Ha di

super-fìcie complessiva la spesa annua ammonta, per il Piemonte, a L. 900 e per il territorio provinciale a L. 963: quest'ultima cifra supera pertanto del 7% quella unitaria media regionale confermando, con il suo peso, quanta importanza abbia nella nostra Pro-vincia la sistemazione montana nell'equilibrio delle forze economiche terriere.

L'onere complessivo riflettente il Piemonte e la relativa disponibilità annua ci suggeriscono altre dedu-zioni di natura economico-finanziaria non disutili, a nostro avviso, per chiarire compiutamente i termini del problema. Mentre infatti, finanziariamente, è poco rappresentativa la cifra della spesa totale, avulsa dal tempo tecnico di esecuzione e quindi dalla sequenza di interessi passivi ad essa imputabili, è invece assai significativa la cifra della spesa annua, se rapportata ed ancorata ad un dato tempo di esecuzione, perchè permette di prevedere in un bilancio regionale la dimensione annua di spesa da iscriversi al Capitolo « Sistemazioni montane ».

Fermo restando il decennio come tempo tecnico per l'attuazione delle opere citate, la spesa complessiva cumulata con gli interessi passivi calcolati su un saggio del 5 % ammonterebbe, nel nostro caso, a 18 miliardi e 300 milioni circa. Un giudizio di convenienza eco-nomica circa l'esecuzione della trasformazione fon-diaria programmata potrebbe maturare e trovare la sua espressione numerica nel raffronto tra l'incremento di reddito ottenibile e l'interesse del costo sopportato. Il termine passivo, costituito dagli interessi annui sul costo calcolati per uniformità in base ad un saggio del 5%, raggiungerebbe i 915 milioni pari a lire 566 per Ha di superficie complessiva dei bacini piemontesi

Fig. 1 — La correzione del profilo di un torrente di scavo con un dato pendio di compensazione mediante successive serie di briglie in muratura a malta impedisce il progredire dell'insidia solida da monte a valle.

sistemami i. Prevedere ora il termine attivo (e cioè l'incremento di reddito) da contrapporre agli inte-ressi passivi è indubbiamente una valutazione assai scabrosa, tanto più se l'opera di trasformazione si presenta, come nel nostro caso, di imponenti dimen-sioni per la gravosità dell'aspetto finanziario e per la sua complessa natura tecnica. P u r tuttavia non appare irraggiungibile un incremento di reddito fon-diario - per le congiunte attività agricole forestali e industriali adeguantesi a L. 566 per Ha sugli ettari 1.613.764 di superficie complessiva dei 38 peri-metri progettati. Possiamo peraltro por mente ad un altro elemento di valutazione, economico e sociale ad un tempo, e cioè ai gravissimi danni provocati dalle alluvioni di questo dopoguerra che, in un preoccu-pante crescendo, continuano a minacciare le già pro-vate popolazioni di fondo valle e di pianura; allora non apparirebbe più dubbia la convenienza di appre-stare, a tutela del pubblico interesse, il mezzo di lotta più di ogni altro idoneo, ossia l'assestamento idrogeo-logico dei bacini alpini ed appenninici.

Analogo quadro è stato redatto per la Liguria nella quale la superficie da sistemare, distribuita in 25 perimetri, misura Ha 292.917. Le previsioni per i lavori sono: me 83.782 di briglie e muri di consoli-damento; Ha 17.100 di rimboschimenti; Ha 12.449 di rinnovamento di boschi deteriorati. L'importo complessivo per i lavori tecnici da eseguire è pari a L. 2.861.037.721.

Abbiamo qui annotato le risultanze statistiche riassuntive assieme alle deduzioni economiche che ci sono sembrate più interessanti, ma il quadro esposto nello studio è analitico e riferito ad ogni sottobacino,

fotografato nei suoi dati di superficie e di lavori da eseguire.

1 prezzi adottati per la determinazione degli im-porti complessivi corrispondono ai recenti prezzi medi unitari regionali e, di conseguenza, il quadro può venire facilmente aggiornato riguardo alla consi-stenza finanziaria, ed essere quindi, anche tra molti anni utilizzato con t u t t a efficacia.

A degno coronamento dell'opera dei dott. Fran-cardi e Stigliani si aggiungono grafici, carte corogra-fiche, tabelle sinottiche e una ricca, preziosa docu-mentazione fotografica, nitida nei dettagli tecnici ed accurata nella scelta degli argomenti esposti.

Certo è che — come ci confermano gii AA. — la descrizione analitica di una regione, soggetta al feno-meno torrentizio, racchiude una utilità pratica note-volissima, perchè permette agli organici tecnici ed economico-politici di individuare con certezza i con-fini dell'azione da svolgere al fine di portare i soccorsi necessari.

Dal lato tecnico, poi, pratica ed esperienza confer-mano che i rimboschimenti e gli inerbimenti non sono sufficienti a combattere l'irruenza dei torrenti; questi, per essere sicuramente imbrigliati, richiedono anche lavori in muratura ed altre opere tecniche per mezzo delle quali la montagna, ora sconvolta e franata, potrà raggiungere la stabilità necessaria alla vegetazione ed alla produttività. Peraltro fermo rimane il concetto che il suo restauro non può essere garantito alla fine che da una buona armatura vegetale poiché il bosc.o, animando un incessante gioco di azioni fisiochimiche e microbiologiche, trattiene la pioggia e la neve per servirsene nel tempo e nello spazio.

Fig. 2 — Il rimboschimento della zona alpina, assai efficace contro il dilavamento delle acque selvagge, deve puntare sull'abete rosso, ottima conifera dal legno eccellente per la regolarità della grana, la facile lavorabilità e le estesissime applicazioni industriai i.

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