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PRODUTTIVI LOCAL

2.3 Integrazione cognitiva dei sistemi local

Alcune dei cambiamenti in atto negli ultimi anni stanno quindi caratterizzando anche i sistemi produttivi locali. Da sistemi prevalentemente chiusi essi stanno diventando parte integrante dell’economia mondiale. I sistemi locali stanno quindi cercando di affrontare il difficile passaggio da una dimensione locale e una globale.

Ma come messo in evidenza da Grandinetti e Rullani, l’economia diventa globale perché “ la produzione di conoscenze tende ad organizzarsi su scala globale, come

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sistema di specializzazioni integrate da circuiti globali di divisione del lavoro.” (Grandinetti, Rullani, 1996, p. 283).

Nel nuovo scenario competitivo, i sistemi di piccola impresa sono quindi indotti a cambiare organizzazione produttiva, per poter sfruttare le risorse e soprattutto le conoscenze disponibili a livello globale. I recenti cambiamenti nell’economia hanno portato i sistemi territoriali a riorganizzare le loro forme classiche di divisione del lavoro e di innovazione, che non sono più incentrate solo nel contesto locale. Perciò, come affermato nel primo capitolo , deve venire superata la tradizionale definizione di sistemi produttivi locali come sistemi chiusi e si studiano i sistemi territoriali dalla nuova prospettiva dei sistemi locali dell’innovazione. Infatti, come messo in evidenza da alcuni autori, “ la componente più importante del processo di apertura del sistema produttivo locale al sistema globale ha natura cognitiva” (Chiarvesio, Di Maria, Micelli, 2003). Essi possono quindi cercare nell’economia globale nuovi ambiti di applicazione del sapere locale.

Come già detto in precedenza, il sistema produttivo locale è un contesto “ caratterizzato da un’alta densità di luoghi in cui si producono conoscenze e da un’altrettanto elevata densità di canali interni di trasferimento della conoscenza” (Camuffo, Grandinetti, 2006). Ma se l’apprendimento e la produzione di conoscenza sono limitati al solo contesto locale, essi rischiano di diventare troppo costosi (Samarra, 2003).

I recenti fenomeni di frammentazione della produzione e i cambiamenti globali che essa comporta (come la nascita di nuovi competitor internazionali), hanno spinto i sistemi territoriali a partecipare a una divisione del lavoro cognitivo che va oltre i confini locali. I sistemi di piccola impresa non possono più basarsi solo sulla loro capacità di innovazione locale. Nel nuovo contesto competitivo, è importante che le imprese siano in grado di acquisire conoscenze all’esterno del sistema produttivo locale, superando la tradizionale dinamica innovativa originata all’interno. Il sistema di piccola impresa deve quindi diventare capace di accedere ed utilizzare conoscenze e competenze non più solo su base locale, ma a livello globale. Per tale motivo le imprese locali sono sempre più indotte a partecipare a reti del valore internazionale, in cui l’impresa può beneficiare di sostanziali vantaggi in termini di accesso a conoscenze, anche all’estero. La competitività delle imprese dei sistemi territoriali dipende sempre più dalla loro capacità di partecipare ai sistemi del valore e reti di relazioni su scala internazionale e non solo

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su processi di innovazione basato sul “learning by doing”. Esse devono essere in grado di acquisire conoscenze all’infuori del contesto locale e integrarle con quelle interne al sistema territoriale.

Ma, in quest’ottica, le riorganizzazione a scala globale della divisione del lavoro a cui le piccole e medie imprese dei stanno prendendo parte, può rappresentare un rischio per il sistema produttivo locale. Come messo in evidenza da Amin “essa potrebbe portare all’incapacità dei sistemi locali di rinnovare le stessi basi del vantaggio competitivo, attraverso un impoverimento dei circuiti di generazione del sapere locale, a seguito di un allontanamento di attività e processi manifatturieri considerati critici” (Amin, 1993). La delocalizzazione potrebbe quindi indebolire le imprese locali, portando il trasferimento all’estero di conoscenze e competenze fondamentali per il vantaggio competitivo distrettuale.

Ma come è stato messo in evidenza da numerosi autori, essa non ha solo effetti negativi per il sistema produttivo locale.

La partecipazione delle imprese locali alla rete di divisione internazionale del lavoro, infatti, permette loro di accedere a conoscenze localizzate su scala globale.

Il processo di apertura dei sistemi produttivi locali assume quindi importanza se viene interpretato “all’interno del quadro più ampio dell’internazionalizzazione intesa come processo di apertura cognitiva dei distretti” (Grandinetti, Rullani, 1996). Il processo di internazionalizzazione può infatti essere visto come la ricerca di nuove forme di divisione del lavoro, che permette ai sistemi territoriali di accedere a nuove conoscenze e competenze, e contemporaneamente di valorizzare quelle locali su scala globale (Di Maria, 2007). Il sistema cognitivo locale si apre quindi alla conoscenza generata in luoghi diversi.

I tradizionali meccanismi di apprendimento localizzato si intrecciano con dinamiche di apprendimento esterne, ossia attivate all’interno di reti di collaborazione che vanno al di là dei tradizionali confini locali 2. I sistemi territoriali possono quindi essere considerati come bacini di conoscenze specifiche, che debbono essere inglobate nell’economia

globale. L’internazionalizzazione delle imprese industriali può essere quindi vista come

2 Valor.e: un modello di distretto formativo per lo sviluppo locale agroalimentare , 2008

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un’ opportunità per riorganizzare i processi di innovazione tra diversi territori. I sistemi di piccola impresa possono essere quindi inglobati in filiere che si estendono a livello internazionale, apportando conoscenze specifiche rilevanti.

I processi di frammentazione internazionale della produzione hanno quindi permesso anche alle piccole e medie imprese di accedere alle reti dell’innovazione, senza dover sostenere i costi fissi generati dallo sviluppo interno di attività di Ricerca e sviluppo. La piccola impresa distrettuale, infatti, a causa dei limitati volumi di produzione, ha difficoltà a recuperare le economie di scala connesse alla produzione di conoscenza. La frammentazione internazionale della produzione e la conseguente creazione di “mercati internazionali delle tecnologie” permettono quindi la diffusione dell’innovazione all’interno dei sistemi decentrati di divisione del lavoro. Le piccole e medie imprese locali, integrandosi all’interno di una filiera estesa a livello internazionale, possono specializzarsi su una determinata attività o fase produttiva. Questo permette loro di sviluppare abilità tecniche e di avere un vantaggio di conoscenza su quella determinata fase. I processi di creazione e uso della conoscenza e dell’innovazione non sono più fenomeni esclusivamente interni ai confini dei sistemi territoriali, ma si sono trasformati in circuiti di filiera.

La produzione globale di conoscenze si organizza quindi attraverso un sistema di specializzazioni, integrate dai circuiti globali di divisione del lavoro.

2.4 Integrazione produttiva dei sistemi di piccola e media