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Interazione con i Farmac

Nel documento 00-attidef-5 (pagine 174-178)

È importante considerare che i diuretici, i farmaci non soltanto più utilizzati ma anche quelli più semplici e sicuri, possono interferire con la volemia, la ionemia e con la stessa prestazione fisica.

I farmaci bloccanti il sistema beta-adrenergico, per la loro azione inotropa e cronotropa negativa, riducono i valori di pressione arteriosa e di frequenza cardiaca. Questo elemento deve essere tenuto in opportuna considerazione quando il paziente viene invitato a svolgere un programma di attività fisica, perché la stessa frequenza cardiaca non potrà raggiungere i valori ottenuti con il test diagnostico preliminare eseguito senza farmaci. Di conseguenza, per un programma preventivo/terapeutico ben condotto, il test ergometrico andrà ripetuto sotto specifica protezione farmacologia. Inoltre, i beta-bloc- canti possono ridurre la perfomance cardiovascolare.

I calcioantagonisti possono risultare fastidiosi in un paziente che svolga atti- vità fisica con prevalente impegno degli arti inferiori, per il loro effetto col- laterale relativo agli edemi declivi da vasodilatazione venosa. Inoltre, i cal- cioantagonisti non diidropiridinici possono interferire con l’inotropismo e con il sistema di eccito-conduzione cardiaca.

I vasodilatatori puri, quali gli alfa-bloccanti, possono dare ipotensione nel post- esercizio. La clonidina può dare un fastidioso senso di sete, non certo utile in chi già può accusare tale sintomo a causa dell’attività fisica svolta ed interferi- re con un corretto equilibrio idro-salino.

I farmaci più facilmente maneggiabili nel paziente iperteso che pratica attivi- tà fisica sono gli ace-inibitori e i sartanici(8,9,20).

Raccomandazioni

Al fine di ottenere concreti benefici sull’abbattimento dei valori tensivi mediante attività fisica, sono necessarie sedute di allenamento che compren- dano esercizi di tipo aerobico per non meno di 3 volte/settimana. È possibile prevedere anche esercizi basati sulla potenza muscolare per 2-3 volte/setti- mana(15).Gli esercizi di tipo dinamico offrono una vasta gamma di possibili- tà da scegliere di comune accordo tra il medico ed il paziente: dal tapis rou- lant in palestra, al running, al jogging, eccetera. Al fine di essere efficaci, gli

esercizi debbono svolgersi ad una intensità lieve - moderata, valutata sulla base della FC massima (FC) ottenuta ad un test ergometrico (TE) prelimina- re di tipo diagnostico/valutativo. Durante il TE sono ritenuti a rischio valori tensivi <240/115 mmHg.

Per i pazienti più sedentari, gli anziani, gli obesi ed i pazienti con cardiopa- tia ipertensiva significativa ci si limiterà, per gli esercizi di tipo aerobico, ad una FC di allenamento tra il 40 ed il 60% di quella massimale ottenuta al TE, insistendo maggiormente, nelle prime fasi di allenamento, su esercizi a bassa intensità, finalizzati al recupero di una certa mobilità osteo-articolare. Per tutti gli altri pazienti, le FC di allenamento saranno fissate tra il 70-85 % di quella massimale ottenuta al TE. La durata dell’esercizio aerobico deve esse- re quantificata in non meno di 30 minuti effettivi per gli esercizi di resistenza, preceduti da almeno 10 minuti di riscaldamento e seguiti da 10 minuti di defa- ticamento(15).

Per quanto attiene gli esercizi di potenza, questi devono comprendere 10-12 ripetizioni sia per gli arti superiori che inferiori, con ogni set separato di almeno 1 minuto da quello successivo, per 2-3 volte/settimana. La tecnica migliore per evitare di incrementare le resistenze periferiche inducibili da questo tipo di esercizi, sembra essere quella di ridurre al minimo i pesi aumentando nel contempo il numero delle ripetute(15).

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