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INTERAZIONE SINERGICA DI AMBIENTI CLIMATICI DIFFERENT

Paolo Martinatti1*, Paolo Zucchi2, Lara Giongo1 1 Centro Ricerca e Innovazione – Fondazione Edmund Mach IASMA – via E. Mach, 1 San Michele all'Adige (TN) 38010 2 Centro Trasferimento Tecnologico – Fondazione Edmund Mach IASMA – via E. Mach, 1 San Michele all'Adige (TN) 38010

* [email protected]

Abstract

Soilless strawberry cultivation allows the seasonal movement in environments characterized by different climatic conditions, which might lead, for junebearing strawberry, to the development of unusual growth cycles compared to the original growing site. This study was conducted over two years’ biannual cycles, in a seasonally delocalized plantation from a mountain site in Trentino to one in the lowland of Verona (Northern Italy), according to the mobility technique.

The interpolation between climatic indexes and production results allows to correlate horticultural aspects like the type of the plant and the transplant date with the date of delocalization of the plant and resetting in the original site, in order to manipulate the growing cycle. The effects on the vegetative and reproductive phase, thus production, follow precise inputs derived from phenological definite stages and precise climatic events. Starting from historical data it is possible to define the best interaction phenotype-timing for the management of the plantation, maintaining also the flexibility to adjustments during the vegetative- productive cycle based on the thermic evolution of the year.

Parole chiave

cv. Elsanta, svernamento delle piante, fuorisuolo, ambiente Trentino

Keywords

cv. Elsanta, plant overwintering, soilless, Trentino environment

I

ntroduzione

La tecnica di mobilità dell’impianto viene messa in pratica nelle aziende Trentine attraverso il trasferimento di piante di fragola coltivate in vaschette fuori suolo in aree limitrofe dal più mite clima invernale, quali la pianura veronese. La tecnica, storicamente, si prefigge di limitare i danni da freddo negli appezzamenti delle quote più elevate. Altresì permette, se applicata in maniera pianificata, di anticipare l'entrata in produzione e, più di ogni altra cosa, incrementare la carica fiorale aumentandone il periodo di raccolta e la produttività (Martinatti et al. 2013). L’avvenuta comprensione dei valori temporali, dei parametri agronomici principali e le corrispondenti correlazioni, ne ha permesso, inoltre, la demarcazione di precisi confini operativi entro cui la tecnica esplicita i maggiori risultati produttivi (Zucchi et al. 2013). Con tali premesse è parso opportuno cercare di comprendere le cause ed i fattori che intervengono nella modificazione del ciclo di crescita ed i fenomeni che ne scaturiscono a livello fisiologico nella morfogenesi vegeto-riproduttiva.

Materiali e metodi

In un sito produttivo costituito da un appezzamento fuorisuolo di fragola Elsanta in vaschetta, ubicato a Baselga di Piné (Tn) in località Grauno a 974 m slm (Lat. 46,1 N, Long. 11,3 E), nel ciclo produttivo autunno-primaverile dei bienni 2010/2011 e 2011/2012 si sono impostate tre tesi sperimentali composte: nel primo biennio, su un’unica tipologia di pianta e relativa densità d’impianto (Minitray Verona a 8 piante/vaschetta) da tre diverse date di trapianto (10, 24 giugno e 05 luglio), ed al secondo, su un’unica data di trapianto (15 giugno), da 3 tipi di piante e relative densità d’impianto, Minitray Verona (MT-VR) e Minitray Rovigo (MT-RO) a 8 piante/vaschetta e Trayplant Olanda (TP-NL) a 6 piante/vaschetta. A date prestabilite rispettivamente di

cinque nel primo biennio: 4, 11, 18, 26 ottobre e 2 novembre (A- B-C-D-E) e tre nel secondo: 11, 18 e 25 ottobre (B-C-D), si sono trasferite delle repliche dalle tre diverse tesi in un sito di svernamento posto a Verona in località Santa Caterina a 42 m slm (Lat. 45,4 N, Long. 11,0 E). Il 12 e 10 aprile nelle due annate analizzate le piante sono state ricollocate nel sito produttivo e ricongiunte alle tesi testimone non traslocate (O).

Gli ambienti coinvolti nella sperimentazione sono stati monitorati per gli aspetti climatici specifici di temperatura ed umidità con sensori posizionati all’interno dei blocchi randomizzati. La crescita delle piante è stata indicizzata mediante la sommatoria termica basata sulle GDH (Growing Degree Hours) 4,5-28, modifica lineare di un modello proposto da Anderson and Richardson (1987). Il modello è stato adattato alla fragola usando una temperatura minima cardinale di 4,5°C ed una massima cardinale di 28°C. La relazione finale è:

GDH = Σ TmdH - 4,5

dove TmdH è la temperatura media oraria con 4,5°C ≤ TmdH ≤ 28°C. Quale punto zero della sommatoria in GDH è stata posta la prima rilevazione dell’iniziazione fiorale e come punto finale il riposo vegetativo invernale. Durante il ciclo produttivo estivo- autunnale le piante sono state monitorate negli aspetti fenologici principali (Meier, 2001). Dopo il ricollocamento primaverile nel sito produttivo è stata testata la carica fiorale; successivamente se ne sono misurati gli aspetti produttivi quantitativi, attraverso il rilievo della produzione totale e commerciale, in peso ed in numero di frutti, di ognuna delle raccolte bisettimanali effettuate durante la maturazione dei frutti.

Risultati e Discussione

La fenologia del ciclo vegeto-produttivo della produzione estivo- autunnale del primo anno ha evidenziato come data di trapianto e tipo di pianta influenzano la data d’inizio e la lunghezza delle varie fasi produttive, fioritura e, in particolare, la scalarità del

periodo di raccolta. Le date di trapianto più avanzate al primo anno, (23 giugno e soprattutto 05 luglio) e la tipologia di piante dalla carica fiorale maggiore e provenienti da vivai climaticamente più miti (Trayplant Olanda), hanno terminato la raccolta oltre la soglia di termo-fotoperiodo considerato induttivo per la varietà analizzata (Sonsteby, 1997).

Tab. 1: Sommatoria in GDH dal momento di iniziazione rilevato al riposo vegetativo e differenze dai e fra i testimoni nei vari trapianti (TR) e trasferimenti (TS) dei due bienni.

Tab. 1: GDH summation from the initiation time to dormancy and differences from and among the different theses in the the different transplants (TR) and transfers (TS) over the two biannual cycles. TR TS GDH ∆ PT TS GDH ∆ I A 11.349 6.807 MT-RO B 10.916 6.374 B 10.573 6.160 C 10.626 6.084 C 10.052 5.639 D 10.262 5.720 D 9.325 4.912 E 9.745 5.203 O 7.088 2.546 O 6.136 1.723 II A 10.669 6.127 MT-VR B 10.236 5.694 B 10.252 5.839 C 9.946 5.404 C 9.730 5.317 D 9.582 5.040 D 9.003 4.590 E 9.065 4.523 O 6.408 1.866 O 5.814 1.401 III A 8.803 4.261 TP- NL B 8.370 3.828 B 8.850 4.437 C 8.080 3.538 C 8.329 3.916 D 7.716 3.174 D 7.602 3.189 E 7.199 2.657 O 4.542 0 O 4.413 0

Lo spostamento delle piante in un ambiente più mite ingenera un preponderante incremento della genesi vegeto- riproduttiva, evidenziato dalla misura della sommatoria delle GDH. Questa mostra una rilevante differenza fra le tesi testimone e le relative tesi trasferite, ma anche all’interno di quest’ultime si evidenziano differenze indotte dalle diverse date di trapianto o dal tipo di pianta (Tab. 1).

Tab. 2: N° di fiori totali (FT) per pianta (PT), e infiorescenze totali (IT) per corona (CO) nei vari trapianti (TR) e trasferimenti (TS) e medi (X) dei due bienni. Lettere diverse indicano valori diversi al test protetto di Tukey (P<0,05).

Tab. 2: (FT) total number of fruits, per plant (PT), total inflorescences (IT) per crown (CO) in the different transplants (TR) and transfers (TS) and mean (X) in the two biannual cycles. Different letters indicate different values to the post hoc test Tukey (P<0,05).

TR P

T MT VR MT VR MT VR MT VR MT RO TP NL T

S 10 giu 23 giu 04 lug 15 giu 15 giu 15 giu

FT/ PT

A 63ef 43 bcde 38 bcd

B 54 def 51 cdef 35 bc 55 cde 51 cde 79 d

C 62 ef 43 bcde 49 cdef 55 cde 52 cde 66 de

D 68 f 45 cde 39 bcd 37 bc 50 ce 70 de

E 45 bcdef 52 cdef 36 abcde

O 39 bcd 28 ab 17 a 19 ab 10 a 18 ab X 55 C 44 B 36 A 41 A 41 A 58 B IF / CO A 2.5 cd 2.4 cd 2.2 cd B 2.5 cd 2.6 cd 2,1 cd 2.3 ns 2.4 ns 2.7 ns C 2.6 cd 2.3 cd 2.4 cd 2.3 ns 2.8 ns 2.2 ns D 2.7 d 2.1 cd 2.3 cd 2.1 ns 2.3 ns 2.4 ns E 2.2 bcd 2.4 cd 2.0 cd O 1.9 bc 1.4 ab 1.0 a 1.1 ns 1.0 ns 0.8 nd X 2,4 C 2,2 B 2,0 A 1,9 NS 2,1 NS 2,0 NS X A B C D E O FT/ PT TR 48 B 47 B 51 B 51 B 45 B 28 A PT 62 B 57 B 52 B 15 A IF/ CO TR 2.4 B 2.4 B 2.5 B 2.4 B 2.2 B 1.5 A PT 2.4 B 2.4 B 2.3 B 0.9 A

Tale variabilità viene altresì confermata dai rilievi fiorali primaverili sia in termini quantitativi per numero di fiori e

infiorescenze (Tab. 2), ma anche e soprattutto in termini qualitativi di ordine gerarchico dei fiori e in particolare delle infiorescenze. Ne consegue una diversa risposta produttiva della pianta nei parametri quantitativi (Zucchi et al., 2012). Ma è l’andamento della curva di maturazione che ne subisce particolarmente l’effetto, non solamente nell’anticipare decisamente l’inizio della raccolta ma anche nella sua durata e soprattutto nel suo andamento ed evoluzione temporale (Fig. 1).

Conclusioni

La conoscenza dei fattori determinanti la genesi fiorale e delle serie storiche dei dati climatici, associata alla possibilità di determinare, da un lato il momento di induzione e dall’altro l’architettura delle piante da vivaio, può consentire di intervenire in maniera dinamica nella gestione degli impianti, cercando la miglior interazione tipo di pianta – data di trapianto – momento di trasferimento sulla base di dati rilevati ed in funzione di obbiettivi colturali prestabiliti.

Fig. 1: Confronto fra le curve di maturazione del ciclo primaverile delle tesi trasferite e non trasferite nei due bienni.

Fig. 1: comparison between the maturation curves of the spring cycle of the theses transferred and not transferred in the two biannual cycles.

Ringraziamenti

Si ringraziano il Consorzio Piccoli Frutti “Aurorafruit”, le aziende Berryplant e Ioriatti Andrea ed il tecnico Pergher Andrea.

Bibliografia

Anderson J.L. and Richardson E.A., 1987. The Utah chill unit/flower bud phenology models for deciduous fruit: their implication for production in subtropical areas. Acta Hort., 199:45-50.

Martinatti P., Giongo L., Zucchi P., Pantezzi T., 2013. “Transumare” la Elsanta: perché, quando, come? Terra Trentina 4-LVIII: 54-56.

Meier U (ed), 2001. Growth stages of mono- and dicotyledonous plants. BBCH. Monograph, 2d Edition. Federal Biological Research Centre of Agriculture, Germany.

Sonsteby, 1997. Short-day period and temperature interactions on growth and flowering of strawberry. Acta Hort. (ISHS) 439: 101. Zucchi P., Martinatti P., Brentegani M., Giongo L., 2012. Mobilità dell'impianto di fragola per incrementare la produttività della coltura programmata fuori suolo in Trentino. Rivista di frutticoltura e di ortofloricoltura 12-LXXIV: 46/53.

Zucchi P., Martinatti P., Wolf S., Brentegani M., Franchini S., Loretti P., Giongo L., Pantezzi T., 2013. ‘Fragola transumante’: mobilità dell’impianto per incrementare la produttività, messa a punto della tecnica. FEM Centro Trasferimento Tecnologico - Rapporto 2012: 62-67. 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9

19‐mag 29‐mag 8‐giu 18‐giu 28‐giu 8‐lug

kg/mq trasferito non transferito 0 0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9

19‐mag 29‐mag 8‐giu 18‐giu 28‐giu 8‐lug

VALIDATION OF AN IMMIGRATION INDEX FOR THE APPLE JUMPING

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