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International Accounting Standard (IAS) n 16: Property, plant and equipment

3. Metodi tradizionali di valutazione dei beni patrimoniali

3.1. International Accounting Standard (IAS) n 16: Property, plant and equipment

In questa sede, si analizzerà in prima battuta il principio contabile internazionale IAS 16, per poi passare ad esaminare e confrontare con esso il principio contabile nazionale italiano (PC 16), il principio contabile nazionale britannico (FRS 15) ed il principio contabile internazionale per il settore pubblico (IPSAS 17).

3.1. International Accounting Standard (IAS) n. 16: Property, plant and

equipment

Il principio contabile internazionale IAS 16 “Property, plant and equipment” è stato elaborato nel 1982 e rivisto successivamente nel 1993, nel 1998 ed infine nel 2004100. Esso stabilisce le regole per la contabilizzatone delle cosiddette “attività non correnti” o “attività immobilizzate”.

In linea generale, l’individuazione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS applicabili alle immobilizzazioni dipende dalla destinazione economica attribuita dagli amministratori ad un particolare bene oggetto di valutazione; tale valutazione può variare da azienda ad azienda nonché nel tempo, con la conseguenza che un medesimo bene possa essere assoggettato all’applicazione di standard contabili differenti per la diversa

100 Adottato con il Regolamento n. 2238/2004, successivamente modificato dai Regolamenti n. 2236/2004, 211/2005 e 1910/2005.

destinazione ad esso conferita nelle varie aziende, o per la mutata destinazione nel corso degli anni101.

Un bene immobile può, infatti, essere di tipo strumentale o non strumentale. Nella prima ipotesi, esso è posseduto per essere utilizzato nella produzione o nella fornitura di beni per più di un esercizi; in tal caso il principio contabile di riferimento sarà lo IAS 16 (Immobili, impianti e macchinari). Tuttavia l’attività immobilizzata può essere detenuta allo scopo di percepire dei canoni d’affitto e di guadagnare sull’apprezzamento del capitale investito; rientra allora nella casistica degli investimenti immobiliari (fabbricati civili o immobili destinati alla locazione), ai quali si applica un diverso standard: lo IAS 40.

In seconda analisi, l’attività non corrente può essere acquistata in proprietà o in

leasing; in tal caso lo stesso bene strumentale che, in determinate condizioni, sarebbe stato

assoggettato allo IAS 16, in quanto acquisito tramite locazione finanziaria rientra nell’ambito applicativo dello IAS 17. Infine, per un’immobilizzazione in fase di dismissione, e dunque posseduta con la finalità di essere ceduta (held for sale) è corretto fare riferimento ad un ulteriore principio: l’IFRS 5.

ATTIVITÁ

IMMOBILIZZATA DESTINAZIONE ECONOMICA APPLICABILE IAS/IFRS Immobili, impianti e

macchinari

Attività di produzione o fornitura di beni e/o servizi

IAS 16: Property, plant and equipment

Immobili, impianti e macchinari

Acquisizione in locazione finanziaria (leasing)

IAS 17: Leases

Immobili Investimento immobiliare IAS 40: Investment property

Immobili impianti e macchinari

In dismissione IFRS 5: Non-current assets held for sale and discontinued operations Tabella 3 – IAS/IFRS applicabili in base alla diversa destinazione economica del bene

Fonte: nostro adattamento da RAINERO C., TRADORI V., ALFIERO S., Le poste dell’attivo: le attività

materiali secondo gli IAS/IFRS, in GRUPPO DI STUDIO E DI ATTENZIONE DELL’ACCADEMIA ITALIANA DI ECONOMIA AZIENDALE, L’analisi degli effetti sul bilancio dell’introduzione dei principi contabili

internazionali IAS/IFRS, 2° volume, RIREA, 2007, Roma

101 RAINERO C.,TRADORI V.,ALFIERO S., Le poste dell’attivo: le attività materiali secondo gli IAS/IFRS, in GRUPPO DI STUDIO E DI ATTENZIONE DELL’ACCADEMIA ITALIANA DI ECONOMIA AZIENDALE, L’analisi degli

effetti sul bilancio dell’introduzione dei principi contabili internazionali IAS/IFRS, 2° volume, RIREA, 2007, Roma

La presente analisi si concentrerà sullo IAS 16, relativo dunque a quelle immobilizzazioni materiali che sono possedute per essere utilizzate nella produzione o nella fornitura di beni o servizi, per affittarle ad altri, o per scopi amministrativi, e sono ad utilità pluriennale. La definizione data dallo IAS16 ha evidentemente una natura generica, non identificando esplicitamente quali siano gli elementi che possono essere compresi in questa voce; tuttavia lo stesso standard, a titolo esemplificativo, ricomprende in questa voce i terreni, gli edifici, i macchinari, le navi, gli aerei, gli autoveicoli, i mobili, le attrezzature e le macchine d’ufficio102.

Lo IAS 16 non stabilisce l’unità elementare a cui riferire la rilevazione, ossia ciò che costituisce un elemento di “immobili, impianti e macchinari” . E’ quindi necessaria una valutazione soggettiva nell’applicazione dei criteri di rilevazione che tenga conto delle circostanze specifiche in cui si trova l’impresa. Lo stesso IAS 16 precisa che in alcuni casi può essere appropriato aggregare elementi individualmente non significativi.

Affinché un’attività sia rilevata in bilancio come attività materiale i principi contabili internazionali prescrivono che debbano essere soddisfatte le seguenti condizioni103:

1) è probabile che futuri benefici economici104 generati dal bene affluiranno all’entità economica;

2) il costo del bene può essere determinato in modo attendibile.

Per valutare la prima condizione, l’entità economica deve accertare il grado di certezza del flusso di benefici economici futuri che otterrà, sulla base delle conoscenze disponibili al momento della rilevazione iniziale. Lo IAS 16 non indica specifici elementi per valutare il grado di probabilità, ma dalla lettura di altri principi contabili internazionali si evince che tale concetto deve essere intenso nel senso di “più verosimile piuttosto che il

contrario”105.

102 IAS 16, par. 37, Measurement after recognition. Possono essere compresi inoltre sotto la voce “Immobili, impianti e macchinari” le attività immateriali che rappresentano parte integrante di una attività materiale (IAS 38,4).

103 IAS 16, par. 7, Recognition.

104 Per “benefici economici futuri” derivanti dall’utilizzo dell’attività materiale si devono intendere sia i ricavi ottenuti attraverso la vendita dei beni prodotti (o dei servizi forniti) sia l’eventuale risparmio di costi derivanti dall’utilizzo dell’attività materiale.

105 In altre parole, la rilevazione in bilancio di un’attività materiale deve avvenire quando il redattore del bilancio, sulla base delle informazioni disponibili, prevede che la probabilità di ottenere benefici economici futuri dall’utilizzo del bene sia “più verosimile piuttosto che il contrario”.

Dalla lettura della seconda condizione si evince invece che la valutazione iniziale deve avvenire, salvo alcuni casi particolari, in base al costo. Questo è rappresentato dall’importo pagato al momento dell’acquisto (nel caso di compravendita del bene) o al costo di fabbricazione (nel caso di beni prodotti in economia). Nella prima ipotesi, vanno ricompresi nel costo d’acquisto tutti gli oneri correlati al bene in maniera diretta, e che consentano di portarlo nelle normali condizioni di operatività, quali i costi di installazione, trasporto, collaudo e assicurazione106. Nella seconda ipotesi, vanno inclusi nel costo di produzione i costi diretti ed una quota delle spese generali di produzione107.

Dopo la rilevazione iniziale al costo, le attività materiali possono essere valutate in base a due modelli alternativi:

• il modello del costo; o

il modello del fair value (anche detto modello della rivalutazione)

Secondo il primo approccio, l’attività deve essere iscritta al costo, al netto degli ammortamenti accumulati (fondo di ammortamento) e svalutazioni per perdite durevoli di valore108.

In base al secondo approccio, l’attività deve essere iscritta ad un valore pari al suo

fair value109 ossia al valore corrente o valore di mercato alla data di rideterminazione, al

netto di qualsiasi ammortamento accumulato e di qualsiasi perdita durevole di valore. Il processo di rideterminazione110 deve essere effettuato con sufficiente regolarità111 per assicurare che il valore contabile non differisca significativamente da quello che si sarebbe

106 Non sono invece comprese le spese che l’azienda ha affrontato per formare il personale addetto affinché sia in grado di utilizzare tali impianti e macchinari. In altri termini, sono capitalizzabili i costi del personale che l’impresa sostiene per portare il bene nelle condizioni di utilizzo, mentre sono da spesare i costi che sono sostenuti per l’addestramento del personale addetto.

107 Non sono invece capitalizzabili i costi derivanti da scioperi o calamità naturali accorsi durante la produzione ed i costi sostenuti per scarti di lavorazione e altre inefficienze produttive.

108 IAS 16, par. 30, Measurement after recognition .

109 L’applicazione del presente approccio prevede particolari disposizioni: a) deve essere possibile determinare il fair value in maniera attendibile;

b) il fair value di terreni e fabbricati è il valore di mercato, sulla base di apposita perizia svolta da soggetti professionalmente qualificati;

c) il fair value di impianti e macchinari è di solito anch’esso il valore di mercato, determinato con una perizia;

d) in assenza di un valore basato sul mercato (a causa della natura specifica del bene o della rarità di vendita del bene) si possono utilizzare approcci alternativi come quello basato sui flussi di reddito o sul costo di sostituzione ammortizzato.

110 L’effetto della rivalutazione o rideterminazione è rilevato in una apposite riserva di patrimonio netto, a meno che sia successive ad una precedente svalutazione che ha interessato il conto economico.

determinato utilizzando il fair value alla data di riferimento del bilancio112. Al fine di evitare dei calcoli di mera opportunità nella scelta del metodo da applicare e nel rispetto del principio di coerenza, lo stesso standard contabile stabilisce che, una volta scelto un metodo di valutazione, questo debba essere applicato a tutte le immobilizzazioni appartenenti alla stessa classe. Dunque, nel caso dell’approccio del fair value, la rivalutazione di un bene determina la rivalutazione dell’intera classe cui quel bene appartiene.

Per quanto concerne l’ammortamento113, il valore ammortizzabile dell’attività (dato dal suo valore di iscrizione al netto del suo valore residuo) deve essere ripartito in maniera sistematica114 in base alla vita utile del bene115. E’ da notare che l’ammortamento deve avere inizio da quando il bene è nel luogo e nelle condizioni necessarie per poter essere utilizzato per lo scopo cui è destinato. Gli elementi innovativi dello IAS 16 sono, con riferimento all’ammortamento, l’approccio per componenti, in base al quale ciascun componente di un’immobilizzazione materiale che abbia un costo significativo rispetto al bene cui si riferisce deve essere separatamente ammortizzato116, come nel caso di fabbricati e terreni, i quali devono essere rilevati separatamente, qualora siano stati inizialmente contabilizzati come unico bene, per poi procedere all’ammortamento dei primi117.

In caso di perdite durevoli di valore, lo IAS 16 rinvia allo IAS 36118, il quale specifica come debba essere riesaminato il valore contabile delle attività, come si determini il valore recuperabile e quando occorra rilevare o eliminare contabilmente una perdita per riduzione di valore (Impairment test).

Con riferimento all’informativa fornita nelle note esplicative al bilancio, i paragrafi dal 73 al 79 dettagliano nello specifico le informazioni integrative richieste, che vanno dai

112 Ne consegue che per i beni che hanno oscillazioni significative nel loro valore corrente potrebbero essere necessario procedere a delle rivalutazioni annuali, mentre per beni che presentano solo minime oscillazioni di valore eseguire quest’operazione solo ogni due o tre anni.

113 IAS 16, Depreciation, parr. 43-62.

114 I metodo di ammortamento utilizzabile va scelto sulla base dei benefici economici attesi per il futuro, in base a tre diversi criteri: a quote costanti, decrescenti o a quantità prodotte.

115 Per vita utile si intende l’arco di tempo per il quale il bene sarà utilizzabile ovvero la quantità di beni o prodotti similari che l’ente si aspetta d’ottenere dal suo utilizzo (IAS 16, par. 6 Definizioni). Nel determinare la vita utile del bene si fa riferimento all’utilizzo atteso del bene, al suo deterioramento fisico, all’obsolescenza tecnica o commerciale, alle restrizioni legali o vincoli similari all’utilizzo del bene.

116 Ad esempio se un componente ha una vita utile più breve rispetto a quella del bene principale dovrà essere ammortizzato per il periodo in cui effettivamente l’entità economica trae un beneficio da esso.

117 Infatti, salvo rare eccezioni (come, ad esempio, per le cave) i terreni hanno una vita utile illimitata, a differenza dei fabbricati che, invece, ne hanno una limitata.

criteri di determinazione del costo, ai criteri utilizzati per determinare l’ammortamento, alle informazioni da fornire in caso di rivalutazione , nonché ulteriori notizie aggiuntive119.

Lo IAS 16 non fa espresso riferimento ai beni culturali o heritage asset. Questo probabilmente è dovuto al fatto che i principi IAS/IFRS si rivolgono essenzialmente a società quotate del settore privato, le quali difficilmente detengono questa categoria di beni non strumentali.

Nella successiva trattazione si analizzeranno i principi contabili nazionali italiano e britannico relativi alle attività immobilizzate, nonché lo standard contabile specifico per il settore pubblico per questa stessa tipologia di beni, e si effettueranno opportuni confronti con quanto disposto dallo IAS 16.

3.2. Principio Contabile Nazionale dell’OIC (PC) n. 16: Le immobilizzazioni