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4 STUDIO CLINICO

4.2 Interpretazione dei dati dal punto di vista gastroenterologico

Il nostro lavoro è stato quello di andare a studiare l’evoluzione della malattia dopo l’introduzione di una terapia biologica personalizzata mirata alla remissione delle MICI. Innanzitutto abbiamo focalizzato l’attenzione sul sesso e sull’età.

Come detto precedentemente, abbiamo studiato il quadro e decorso clinico di trentacinque soggetti di cui ventuno erano donne e quattordici uomini (vedi Figura 4.1), nonostante il sesso non sia rilevante ai fini della malattia.

Figura 4.1- Divisione dei pazienti affetti da MICI in base al sesso.

D’altra parte per quanto riguarda l’età dei pazienti, che sono arrivati al reparto di Gastroenterologia per prima volta, questa in media era di quarantacinque anni; ma dobbiamo tenere in considerazione che tutti avevano già diagnosticato le MICI, chi recentemente e chi da diversi anni.

Abbiamo separato i pazienti che al primo controllo avevano un’età inferiore ai cinquant’anni da quelli che la superavano, notando come la maggior parte di essi rientravano nel primo gruppo (vedi Figura 4.2).

60% 40%

34

Inoltre tenendo in considerazione i tempi di diagnosi della patologia è stato riscontrato che i pazienti avevano manifestato i primi sintomi a un’età media di circa trentaquattro anni. Pertanto, distinguendo il Morbo di Crohn dalla Rettocolite Ulcerosa, l’età media di diagnosi dei nostri pazienti era rispettivamente collocata tra i trentadue e cinquantadue anni.

Figura 4.2-Divisione dei pazienti affetti da MICI in base all’età, nello specifico inferiore (under 50) o superiore ai cinquant’anni (over 50).

Nella descrizione delle MICI abbiamo fatto riferimento a quelle che sono le cause che influenzano la malattia e tra queste abbiamo citato quelle ambientali e in particolare il fumo di sigaretta che assume un ruolo alquanto importante in questo contesto.

A tal proposito abbiamo notato che la maggior parte dei trentacinque soggetti affetti da MICI erano fumatori, questi infatti corrispondevano a diciassette pazienti, di cui quindici presentavano Morbo di Crohn e solo due Rettocolite Ulcerosa (vedi Figura 4.3)

66% 34%

35

Figura 4.3- Istogramma rappresentativo della suddivisione dei soggetti in base al fattore fumo.

La cosa su cui avremmo dovuto concentrarci è come il fumo agisca sulla malattia, perché sappiamo che influenza negativamente il Morbo di Crohn, mentre sembrerebbe avere un effetto diverso sulla Rettocolite Ulcerosa.

Non è stato possibile appurare ciò per la scarsa disponibilità di dati.

Quasi tutti i soggetti sottoposti al nostro studio osservazionale erano affetti da Morbo di Crohn, infatti solo due di essi manifestavano la Rettocolite Ulcerosa (vedi Figura 4.4).

Figura 4.4-Percentuale di pazienti affetti da Morbo di Crohn e Rettocolite Ulcerosa. 17

15

3

Fumatori non fumatori ex- fumatori

N u m er o p a zi en ti

FUMO

94,29% 5,71% Morbo di Crohn Rettocolite ulcerosa

36

Abbiamo pure visto come variava l’indice di Harvey-Bradshaw (HBI), cioè l’indice di severità della malattia alla settimana zero (vedi Figura 4.5).

Dal grafico, riportato di seguito, si deduce che in otto pazienti l’attività patogenetica era normale, in sei moderata, in due grave mentre per il resto si aveva una sintomatologia lieve.

Figura 4.5 – Istogramma con indice di Harvey-Bradshaw e numero di pazienti che mostrano una variabilità alla severità della malattia alla settimana zero. La severità della malattia era lieve per la maggior parte dei pazienti.

Invece per quanto riguarda i soggetti con Rettocolite Ulcerosa, che risultavano essere solo due, presentavano rispettivamente un MayoP moderato e lieve alla settimana zero (W0). Un altro fattore che abbiamo considerato è la sede di sviluppo del Morbo di Crohn, che è stata prettamente localizzata a livello dell’ileo e del tratto ileo-colico, con solo il 6,06% nel colon (vedi Figura 4.6).

8 17 6 2 0 2 4 6 8 10 12 14 16 18

attività normale lieve moderata grave

N u m er o d i p a zi en ti HBI (W0)

37

Figura 4.6- Sede del Morbo di Crohn.

Oltre a ciò abbiamo anche esaminato il pattern del Morbo di Crohn, che non è altro che il comportamento clinico della malattia.

Questo pattern può essere distinto in tre tipi di comportamento: - Infiammatorio;

- Stenosante, quindi restringimento del tratto gastrointestinale;

- Fistolizzante che correla con il grado di attività del morbo, la numerosità delle fistole, la localizzazione di esse e la presenza o assenza di malattia perianale.

Nel nostro caso l’85,29% dei pazienti avevano un comportamento infiammatorio, l’8,82% fistolizzante e solo il 5,88% stenosante (vedi Figura 4.7).

42,42%

6,06% 51,52%

38

Figura 4.7- Pattern Morbo di Crohn, cioè comportamento clinico della malattia. .

La Rettocolite Ulcerosa nei due casi che ci sono capitati si presentava rispettivamente con una colite sinistra (se colpisce il retto e il colon discendente) e estesa (se l'infiammazione si estende anche alla porzione orizzontale del colon e alla parte ascendente di esso).

Considerando entrambi gli stati patologici, quindi sia il Morbo di Crohn che la Rettocolite Ulcerosa, al primo controllo si evinceva che su trentacinque affetti solo tre mostravano manifestazioni extraintestinali, dieci avevano subito delle precedenti resezioni e due presentavano malattia perianale.

Adesso veniamo ai protocolli farmacologici, nello specifico all’uso degli steroidi per somministrazione orale e agli immunosoppressori utilizzati dai pazienti fino all’inizio dell’introduzione delle terapie biologiche.

Gli steroidi sono i farmaci che generalmente vengono impiegati sin da subito nel caso di diagnosi di MICI per le proprietà antinfiammatorie e immunosoppressive.

Prima che il gastroenterologo introducesse una terapia biologica questi pazienti mettevano 85,29%

5,88%

8,82%

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in luce il fatto di assumere steroidi e/o immunosoppressori o di non prendere nessun tipo di farmaco.

In particolare circa la metà dei trentacinque soggetti faceva uso di corticosteroidi, mentre il resto no (vedi Figura 4.8).

Bisogna precisare che la terapia con gli steroidi al primo colloquio con il medico non veniva del tutto sostituita dal nuovo approccio terapeutico, ma sospesa gradualmente. Nessuno mostrava una steroido-dipendenza o resistenza.

Figura 4.8-Percentuale di soggetti che assumono farmaci corticosteroidi e non, prima dell’inizio della terapia biologica.

Due dei trentacique soggetti arruolati nel nostro studio al primo controllo assumevano sia steroidi per somministrazione orale che immunosoppressori, conseguentemente al fatto che non aveva avuto una risposta clinica alla terapia corticosteroidea.

Questo presupposto ha incentivato il medico a intraprendere in tempi brevi l’introduzione di un farmaco biologico.

48,57% 51,43%

Steroidi per somministrazione orale

assunzione

40

Gli immunosoppressori di cui facevano uso i pazienti erano l’Azatioprina, il 6-MP, MTX e MMF, ma come si vede dall’istogramma 4.9, riportato di seguito, solo quattro di essi li assumevano, perché la maggior parte utilizzava protocolli terapeutici basati sui corticosteroidi.

Figura 4.9- Numero di pazienti che assumono i vari tipi di immunosoppressori prima dell’introduzione della terapia biologica. Trentuno pazienti non assumevano immunosoppressori, tre l’azatioprina, uno il metotrexato (MTX), mentre nessuno faceva uso di mercaptopurina (6-MP) e micofenolato mofetile (MMF).

Tutto ciò che abbiamo descritto finora fa parte di quelle indicazioni e accortezze necessarie al medico per conoscere le condizioni cliniche e l’anamnesi del paziente e per poter valutare come procedere nella terapia da somministrare.

Affinché si abbia una remissione della malattia è utile avere chiaro il quadro clinico. 3 0 1 0 31 0 5 10 15 20 25 30 35 Azatioprina 6-MP MTX MMF nessuno n u m er o d i p a zi en ti Immunosoppressori al basale

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