• Non ci sono risultati.

INTRODUZIONE AGLI OGGETTI CULTURALI URBANI NELLA CITTA’ DI MODENA.

4. OGGETTI CULTURALI URBANI.

4.3. INTRODUZIONE AGLI OGGETTI CULTURALI URBANI NELLA CITTA’ DI MODENA.

Gli oggetti culturali urbani della città di Modena sono stati scelti tra molti possibili, stante la definizione aperta che è stata proposta. La scelta di

ragionare in termini di “oggetti” implica di situarsi in una regione in cui le pratiche e le politiche si intrecciano, si incontrano e talvolta si scontrano. E implica scartare altre possibili modalità di indagine. Ho scelto quindi di non indagare pratiche culturali largamente non riconosciute dalla sfera pubblica (come la musica delle celebrazioni delle religioni praticate dagli immigrati, ad esempio); così come, simmetricamente, non mi sono soffermata sulle principali linee strategiche in campo culturale che la città in esame sembra decisa a perseguire. Ho deciso, in altre parole, per uno sguardo intermedio: ancorandomi a tre casi concreti, ho cercato di mettere in evidenza come i diversi attori si muovano in un campo in cui sono in gioco diverse razionalità, strategie, modi di intendere il ruolo e le possibilità del “culturale” nell’ambito della città contemporanea. Un esempio: se guardiamo ad un festival organizzato in una città, ci accorgeremo che la scelta del luogo in cui realizzarlo, il pubblico a ci si rivolge, le modalità con cui è nato e con cui è poi effettivamente realizzato, ci informano sulle rappresentazioni, sulle strategie e, più in generale, sui modi in cui l’evento e la cultura sono intesi, e chiamati in causa in uno specifico contesto urbano per rispondere a determinati scopi.

Gli oggetti che sono stati scelti per la ricerca sono qualcosa di più di un “indizio”, e la loro scelta non si è basata su un intuizione da diagnosta, come suggerisce Carlo Ginzburg (in Gargani, 1979), alludendo a un paradigma di ricerca che si fa strada nel corso del XIX secolo, in discipline come la psicanalisi, la storia dell’arte, la criminologia, ma anche nello sviluppo del romanzo poliziesco. Ma certamente, come nel paradigma indiziario, si intende produrre conoscenza, in questo caso sulla relazione tra cultura e città, attraverso un sapere che è “la capacità di risalire da dati sperimentali apparentemente trascurabili a una realtà complessa non sperimentabile direttamente” (Ginzburg, in Gargani, op. cit., p. 67).

La scelta delle “piste da seguire”, per rimanere nel campo semantico del paradigma indiziario, si è basata su tre criteri. In primo luogo, si è cercato di

scegliere oggetti che chiamassero in causa dei generali fenomeni di “cambiamento” che la città di Modena, e le città contemporanee in generale, attraversano: cambiamento che è stato inteso come cambiamento delle popolazioni che la abitano, dei luoghi fisici, e delle prospettive per il futuro. Un secondo criterio è stato quello di mantere una diversità non solo “tematica”, ma anche formale: non si voleva infatti insistere, ad esempio, sulla forma-evento, o sulla rigenerazione, in sè: quanto cogliere attraverso esperienze eterogenee le risignificazioni all’opera. Si è scelto quindi un luogo, un festival, e un progetto istituzionale.

Infine, un terzo criterio, legato soprattutto alla fattibilità della ricerca, è stato quello di concentrarsi su processi non eccessivamente sedimentati nella vita cittadina, la cui elaborazione o realizzazione fosse in corso. Questo ha permesso di evitare di raccogliere rappresentazioni e interpretazioni, in particolare attraverso le interviste, appiattite dalla “normalizzazione” che inevitabilmente tende a rafforzarsi quanto più ci si allontana temporalmente dalle fasi di più intensa costruzione e discussione.

4.3.1. LE EX FONDERIE RIUNITE

La prima storia è quella piuttosto comune di un edificio industriale di grandi dimensioni, situato sulla fascia ferroviaria della città di Modena, che ha ospitato dagli anni Trenta agli anni Ottanta una fonderia, e che ha poi subito un lungo periodo di abbandono, per poi tornare sulla ribalta della cronaca locale negli ultimi anni. Le ex-Fonderie sono parte della fascia ferroviaria della città, interessata negli ultimi anni da un vasto programma di riqualificazione: in generale, si è proceduto con l’abbattimento dei vecchi edifici industriali, e con progetti che prevedono una destinazione residenziale, per i servizi, e per attività commerciali.

L’edificio appare oggi come una sopravvivenza di un passato urbano in un contesto di profondo mutamento; ma è divenuto anche un punto caldo del

dibattito cittadino, attraversando un processo che permette di riflettere sulla relazione tra spazi urbani e campo culturale della città. Nel cap. 5 si cercherà dunque di mettere in luce i modi in cui il luogo è stato investito di un significato pubblico che, sebbene non fosse mai andato interamente smarrito, certamente ha ritrovato speciale vigore, con conseguenze significative sia sulla pianificazione, sia sulle strategie di sviluppo in senso culturale della città.

4.3.2. MODENA MEDINA

Modena Medina è invece un festival musicale, nato nel 2004, da un’idea degli operatori del Centro Stranieri del Comune di Modena, e in collaborazione con il Centro Musica: la sua caratteristica principale è quella di essere animata da musicisti stranieri che vivono sul territorio modenese. L’iniziativa di ModenaMedina è forse l’evento più importante organizzato dal Centro Stranieri, e si inserisce in una progressiva attenzione alle attività culturali che l’ufficio ha assunto nel corso degli anni. Si tratta, dunque, di un t e n t a t i v o d i c o s t r u i r e p r a g m a t i c a m e n t e u n a “ c i t t a d i n a n z a culturale” (Stevenson, 2001), che passa attraverso i progetti messi in campo, come mandato di questo ufficio dell’Amministrazione comunale. Modena Medina ne rappresenta l’azione di più ampio respiro: quella in cui, a detta degli operatori, si riscontrano i maggiori elementi di innovazione. Ma anche quella che, come si vedrà, mette in luce maggiormente le debolezze del campo culturale locale su questo fronte, probabilmente proprio per il suo essere un progetto fortemente visibile, che utilizza il linguaggio dell’evento per comunicare una immagine della città abbastanza lontana da quelle più consolidate.

Le modalità con cui è stato costruito, l’accoglienza che ha conosciuto e lo spazio che è riuscito a ritagliarsi sono esposti nel cap. 6.

4.3.3. GIOVANI D’ARTE.

Il terzo oggetto indagato si è rivelato quello più difficilmente afferrabile: si tratta di un progetto che punta al sostegno della produzione artistica giovanile locale, e che è attivo da oltre vent’anni. Recentemente, ha conosciuto un rinnovato vigore, sia per le scelte dell’Amministrazione Comunale, sia, soprattutto, per l’attenzione crescente che la produzione artistica contemporanea suscita entro i modelli di sviluppo urbano.