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2.1. Il turismo militare

Chi ha partecipato di persona a eventi bellici, ha svolto periodi di servizio militare o è semplicemente un appassionato a livello storico di questi fatti, rivisita periodicamente i luoghi delle battaglie o dove si sono svolti fatti importanti legati alla difesa di un territorio. Forti, fortezze, cimiteri bellici, postazioni di artiglieria, porti, eccetera sono annualmente visitati da milioni di turisti.

Nel Regno Unito il parco Bletchley1 è un esempio interessante, legato agli eventi della seconda guerra mondiale: viene ricreata la particolare atmosfera di quel periodi con eventi, esposizioni, visite guidate, spettacoli teatrali, conferenze, presentazioni multimediali, eccetera. Negli Stati Uniti l’ente federale dei parchi nazionali2 gestisce oltre 60 parchi legati a tematiche storiche (guerra d’indipendenza degli USA, guerra civile) e decine di milioni di visitatori si affollano ogni anno a visitare i luoghi, partecipano a eventi o visite guidate. Uno dei punti caratteristici negli Stati Uniti è la rivisitazione storica (historical reenactment) delle battaglie, molto amate dai visitatori.

Purtroppo in molte regioni del mondo i teatri di battaglie o le infrastrutture di difesa vengono trascurate o lasciate cadere in disuso per mancanza di fondi per la sistemazione e la gestione, oppure perché si trovano in zone attrattive per strutture commerciali. Uno dei motivi di questo disimpegno è anche dato dal fatto che i luoghi sono spesso isolati e non in rete fra di loro, oppure manca l’interesse in quanto le generazioni direttamente coinvolte sono già scomparse. Con alcune eccezioni (il Trentino e la Valle del Piave, le fortificazioni delle Ardenne) le strutture legate alla 1.guerra mondiale sono cadute nel dimenticatoio, perché manca l’interesse da parte dei visitatori.

In Europa, restano di sicuro interesse il Vallo Atlantico e le zone di sbarco degli alleati in Normandia, che riescono ad attrarre un pubblico eterogeneo, composto anche da molti giovani e scolaresche. I grandi cimiteri di guerra per contro resistono di solito all’usura del tempo soltanto perché i rispettivi paesi di riferimento ne finanziano la manutenzione.

Alla situazione in Svizzera si accenna più avanti in questo capitolo, con alcuni esempi. A mo’ d’introduzione, va comunque detto che l’area tematica

“difesa” dovrebbe rappresentare una delle linee direttrici importanti del progetto San Gottardo (oltre che il turismo scientifico, la mobilità sostenibile, la creazione di una destinazione turistica, e via elencando). La Regione del San Gottardo si presta più di ogni altra (data l’unicità a livello mondiale dell’insieme delle infrastrutture militari presenti) a rappresentare miti e valori legati al patrimonio storico-culturale della Svizzera. “Il Gottardo è il vero mito della Svizzera”, affermano infatti a tale proposito sia il dott. Helmut Stalder sia Dick Marty, presidente della Fondazione Pro San Gottardo.

1www.bletchleypark.org.uk 2www.nps.gov/history

L’idea di creare attorno al Passo del San Gottardo un parco storico-culturale legato alla difesa delle Alpi (riferito in particolare al ridotto nazionale della II Guerra Mondiale) è già stata lanciata nell’ambito dell’avamprogetto “Gottardo 2020”. Essa rappresenta una visione forte che potrebbe, a giusto titolo, essere inserita in futuro nel patrimonio mondiale UNESCO.

2.2. Alcuni esempi di parchi militari in Europa

OFIECHOV ARMY PARK, REPUBBLICA CECA

La più grande attrazione di questo genere nella Repubblica Ceca si trova presso il parco dell'esercito di Ofiechov nella regione di Brno. Il parco è stato creato partendo da una base militare dell’aviazione e della contraerea dell’esercito cecoslovacco durante il regime comunista.

Il parco Ofiechov è caratterizzato dalla tecnologia che data del periodo dalla fine della 2.Guerra mondiale fino al 2003 (quando la base è stata definitivamente messa in disuso dall’esercito). L'esposizione militare storica si estende su una superficie di ca. cinque ettari. Gli utenti possono esplorare le gallerie e i cunicoli di difesa, informarsi sui prodotti della guerra chimico-biologica e sui dispositivi contro la guerra atomica e biologica.

Durante i fine-settimana viene organizzata una vasta gamma di eventi tematici, con gli ospiti che possono seguire battaglie simulate, partecipare a visite guidate, scoprire la storia dell’esercito nel relativo museo, ascoltare produzioni musicali di fanfare militari o condurre veicoli militari storici (autocarri, e persino carri armati). Annualmente esso è visitato da oltre 50'000 persone.

LA LINEA MAGINOT, ALSAZIA (FRANCIA)

In Alsazia, l’insieme dei siti legati alla linea Maginot costruita dall’esercito francese per impedire l’invasione della Francia da parte dell’esercito tedesco all’inizio della 2.Guerra mondiale attira più di 100.000 persone (2004). La linea Maginot rimane ancora oggi una vera attrazione turistica per la regione. Circa il 60% dei visitatori sono cittadini tedeschi (legati per filo diretto o indiretto alle vicissitudini della 2.Guerra mondiale), che sono più numerosi degli stessi francesi. Ma sempre più l’utenza sta diventando internazionale, negli ultimi anni, soprattutto dall’Inghilterra, dove fra l’altro esiste una moltitudine di tour-operator specializzati in “turismo militare” (vedi allegato), e dall'Europa dell'Est (dopo l’apertura delle frontiere). Un sondaggio dei gestori delle infrastrutture ha rivelato che il 32% degli utenti percorre più di 150 km per visitare la linea Maginot. Molti arrivano pure da oltre-oceano: Stati Uniti, Giappone, Cina per esempio. La più importante testimonianza oggi ancora esistente della “Ligne Maginot” rimane il complesso di Schoenenbourg, che può essere visitato in mezza giornata. Nel 2004 l’hanno visitato oltre 40'000 persone. Presso il Fort Schoenenbourg sono disponibili visite guidate per gruppi di almeno venti persone. La visita è possibile anche individualmente.

LE TESTIMONIANZE LEGATE ALLO SBARCO IN NORMANDIA DEL 1944

Lo sbarco degli alleati in Normandia del 6 giugno 1944 lungo le coste a nord di Bayeux, resta ad oggi la più grande operazione militare della storia.

Sulle spiagge di Omaha, Juno, Gold, Utah e Sword, sbarcarono 135.000 soldati alleati. Oggi, tra colline e dune, bunker tedeschi abbandonati sbriciolati dalle cannonate e dal tempo, carri armati, mezzi anfibi arrugginiti dalle maree rimangono quali testimonianze di quel periodo, insieme a

musei, percorsi informativi, cimiteri di guerra, villaggi teatro di combattimenti. Lo spazio storico dello sbarco è come un grande museo a cielo aperto;

una volta raggiunta la costa, i visitatori possono percorrere un itinerario ad anello che tocca tutti i principali siti bellici.

IL MUSEO ALL’APERTO DELLA GRANDE GUERRA NEL TRENTINO ALTO-ADIGE

Sono trascorsi quasi novant'anni da quando sulle montagne di Cortina d'Ampezzo migliaia di uomini, italiani e austro-ungarici, si affrontarono nell’immane scontro armato della prima Guerra Mondiale. Per tener viva la memoria di quegli avvenimenti, il Comune di Cortina d'Ampezzo, con i partner austriaci del Comune di Kötschach-Mauthen e l'Alt-Kaiserjägerclub di Innsbruck, ha trasformato in un monumento aperto al pubblico ciò che gli alpini italiani e i Kajserjäger austriaci costruirono sulle montagne tra il 1914 e il 1918.

Il risultato di questa gigantesca operazione di archeologia bellica e di restauro, cui hanno partecipato anche gli eserciti dei paesi che novant'anni fa si sono combattuti su queste stesse montagne, è un immenso museo all'aperto della Grande Guerra visitabile in ogni stagione dell'anno. Lungo i sentieri e le piste da sci, a pochi passi dai rifugi e dalle palestre di roccia nel cuore delle Dolomiti è oggi possibile visitare le gallerie di guerra del Lagazuoi, le trincee e le postazioni all'aperto delle Cinque Torri, il restaurato Forte di Valparola, trasformato nel Museo della Grande Guerra sulle Dolomiti. Il monte Lagazuoi è un vero e proprio "castello di roccia", con guglie, torrioni e basi militari nascosti nelle sue viscere. Nel corso della Grande Guerra gli eserciti italiano e austro - ungarico scavarono al suo interno ricoveri per uomini e armi, trasformandolo in un' impenetrabile fortezza del XX secolo. Oggi si possono visitare gallerie, trincee e postazioni di mitragliatrici restaurate.

Il museo è raggiungibile a piedi o con la veloce funivia. Grazie ai percorsi didattici, si conoscono i retroscena di una guerra drammatica combattuta ad alta quota, unica nella storia dell’uomo. Grazie alla funivia del Lagazuoi, il museo è parzialmente aperto anche d’inverno.

2.3. Cenni sull’evoluzione in Svizzera

Con la fine della guerra fredda e le conseguenti anche molto recenti (ristrutturazioni dell’esercito svizzero (vedi Esercito 21 e gli ulteriori progetti di ridimensionamento contenuti nella bozza del “Rapporto sull’esercito”, ancora “fresco di stampa), molte opere militari sono state chiuse, sono cadute in disuso o addirittura abbandonate a se stesse, perché ritenute a Berna ormai obsolete e/o non più prioritarie per le nuove mssioni dell’esercito svizzero. Di conseguenza, molte di esse si stanno lentamente degradando. Tuttavia continuano ad avere una loro immagine misteriosa colma di fascino (in certi casi piuttosto nostalgico), ma soprattutto testimoniano ancora oggi la volontà di difesa della Svizzera in momenti decisivi della sua storia, nel solco del proverbio latino “si vis pacem, para bellum”. Nel corso degli anni molte di esse sono addiruttura divenute, come i castelli medievali, parte integrante del paesaggio. Ciò di per sé dovrebbe costituire un motivo sufficiente per conservare e trasmettere alle future generazioni e aprire alle visite pubbliche e alla loro scoperta un numero seppur limitato fra quelle più prestigiose ed importanti.

Parecchie strutture – grazie a fondazioni, associazioni o altri enti pubblici – hanno potuto mantenere una funzione pubblica, con visite guidate, eventi, musei, eccetera. Citiamo quali esempi il Forte Airolo al Motto Bartola, il Museo Forte Ospzio sul Passo del San Gottardo, ma soprattutto la fortezza di Crestawald nella zona di Sufers, valle del Reno posteriore (che a giusto titolo può essere considerata oggi come una specie di “show-room”, perché si tratta della struttura meglio restaurata in Svizzera e che offre molto più delle altre al numeroso pubblico (oltre 56'000 visitatori l’anno).

Altre strutture sono invece state vendute a promotori commerciali, in realtà con alterne fortune. Per esempio, nell’Oberland Bernese, vicino a Saanen, un’istallazione militare sotterranea (K20) è stata venduta a una società che l’utilizza per depositare e tenere al sicuro dati confidenziali3. Nel Canton Uri, vicino ad Attinghausen, il complesso che ospitava fra le altre cose anche il bunker del Consiglio Federale nel ridotto (K7), è stato venduto alla società Deltalis, che lo utilizza come cassaforte per immagazzinarvi dati e oggetti sensibili. A ridosso del Passo del San Gottardo, nel 2003, l'artista (fotografo e specialksta della “messa in scena” di oggeti nel territorio, Jean Odermatt, aveva realizzato un'oasi unica nell'ex-forte militare San Carlo, un albergo sotterraneo per soggiorni e seminari, nel cuore della montagna4.

Come detto, oggi altri impianti sotterranei già smobilitati, come quelli di Vitznau e Crestawald, offrono alloggi semplici negli accantonamenti e danno ai visitatori la possibilità di partecipare a eventi speciali come le notti svizzere dell'esercito (“Swiss army nights”), dove i partecipanti “sopravvivono”

una notte sulle cuccette, consumando pasti militari in gamelle, come ai tempi del ridotto alpino. Questi eventi riscontrano a detta dei responsabili un discreto successo. Secondo Véronique Känel, di Svizzera Turismo, è facile capire perché la gente si interessa ancora all’idea dei bunker sotterranei.

“L'esercito e i bunker sono concetti ancora profondamente ancorati nella nostra tradizione e nella storia della Svizzera”, spiega. Diversi bunker sono di notevoli dimensioni: all'interno del Mueterschwandenberg a Ennetmoos (nel Ct.Nidwaldo) per esempio, vi è la fortificazione d'artiglieria più grande in Svizzera. Il bunker si sviluppa su tre piani, e può ospitare più di 800 soldati. Alla fortezza appartiene anche una funicolare lunga tre piani per un’altezza di 230 metri. Spesso le ex-fortezze e fortificazioni oggi aperte al pubblico, sono collegate ad un museo, dove visitatori e scolaresche scoprono per esempio come operavano i soldati svizzeri durante il servizio attivo. In queste infrastrutture militari, lo spettatore vede quando e con quali mezzi i suoi antenati erano pronti alle sfide e che tecniche di armi utilizzavano. Ricordiamo a proposito il serial televisivo che la televisione pubblica svizzera di lingua tedesca ha mandato in onda nel 2009 (con un serial “reality-show” al limite del posticcio e perlomeno di dubbio gusto), con la trasmissione “Vita nel ridotto”. Sicuramente interessante il tentativo di creare un’esperienza vissuta (“gelebtes Erlebnis”, in coerenza con un trend sempre più in voga nella nostra società), meno credibile il risultato, che ha in parte portato a una spettacolarizzazione farcita di errori e banalizzazioni (a detta di eminenti storici e testimoni che hanno vissuto di persona il servizio attivo).

Oggi, a livello di domanda e di interesse (cosa confermata dal numero delle visite a strutture del genere, come dimostrato dalla nostra mini-inchiesta presso quelle strutture), le fortificazioni continuano a destare un grande interesse; forse perché, più di altre, esprimondo concretamente il mistero legato ai segreti militari dei decenni precedenti: dalle massicce fortificazioni di pietra in superficie della 1.Grande Mondiale alle fortezze sotterranee del “ridotto alpino“ della 2.Guerra Mondiale fino a quelle più sofisticate (con l’avvento dell’elettronica durante la giuerra fredda e della programmazione digitale oggi). Alcune leggende – che circolano ancora oggi - parlano addirittura di “infrastrutture di enormi proporzioni, presenti sotto terra che collegavano mezza Svizzera” e “chi mai è stato in esse, ha dovuto accettare il silenzio”.

3www.swissfortknox.ch

4In realtà non si può non ricordare come quest’operazione sia nata fra molte difficoltà, che l’hanno portata già due volte al fallimento, l’ultimo recentissimo. Il che sta a dimostrare che gestire una struttura ex-novo, dandole un vestito e dei contenuti completamente diversi da quelli originali per cui era stata costruita, e per di più in una zona difficilmente accessibile, per nulla segnalata e con una stagione turistica molto corta, risulta assai difficile, specie se si agisce da soli e non in rete con altre strutture e/o organizzazioni.

Attualmente, ci sono ca. 25 fortificazioni di artigileria di grosse dimensioni che non vengono più utilizzate per scopi militari. Esse sono state costruite tra il 1890 e il 1939 e continuamente adattate alle esigenze, in parte fino a pochi mesi fa. Vi sono però ancora molte fortificazioni della Svizzera che non sono aperte al pubblico per questioni di sicurezza. Di questo aspetto parliamo più in dettaglio nel capitolo successivo legato alla banca-dati che abbiamo elaborato.

2.4. Le infrastrutture militari nel ridotto alpino: la situazione attuale

Dalla fine degli anni ‘90, in Svizzera le cosidette “opere di combattimento e di condotta” sono state gradualmente declassate. Secondo la sezione logistica di Armasuisse (il settore del DDPS che funge da proprietario delle infrastrutture), in Svizzera ci sono 15.000 oggetti (la metà dei 30'000 ancora esistenti in tutto il paese), per i quali l’esercito sta concretamente riflettendo sul loro abbandono5. Una buona parte degli oggetti è comunque tutelato a livello ambientale tramite piani regolatori e altri interventi (monumenti protetti, ecc.). Altri impianti, per contro, non compaiono già più in queste liste, perché sono già stati declassificati e ceduti nell’ambito della riforma dell'esercito 21.

Un progetto pasrticolare: Il Sass da Pigna (Sasso San Gottardo)

Tra le iniziative private, il progetto Sasso San Gottardo merita un cenno specifico, in virtù del concetto su cui si basa. Esso nasce dall’idea di trasformare in uno spazio tematico l’opera fortificata fuori servizio “Sasso da Pigna”. Lo spazio, concepito in modo molto innovativo, intende mettere in scena i temi inerenti al san Gottardo così da farne scaturire forti esperienze e riflessioni. Attualmente in fase di realizzazione, la struttura potrebbe fungere, dalla sua apertura e sino al termine dell’evento, anche da spazio informativo e promozionale per Gottardo 2020. Il progetto prevede la trasformazione dell'ex forte d'artiglieria in un parco tematico e di ricerca.

La fortificazione "Sasso da Pigna" è la più grande del suo genere. Realizzata durante la seconda guerra mondiale, é stata chiusa nel 1999 e attualmente non adempie più alcuno scopo militare. Uno studio ordinato dal DDPS (Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport) in vista di una rivalutazione di questa fortificazione prevede un suo nuovo utilizzo nell'ambito dei beni culturali esistenti nella regione del Passo. Le singole parti della fortificazione saranno rese accessibili da un trenino pneumatico ultramoderno e da un ascensore obliquo. Il "Wasserschloss" Gottardo (impianto termale sotterraneo), ne rappresenterà la maggior attrazione. Al visitatore saranno inoltre offerte delle esposizioni tematiche da scoprire individualmente, che gli permetteranno di avvicinarsi in modo moderno ai temi relativi all'acqua, all'energia, al traffico, al clima, al tempo atmosferico e alla sicurezza (che sono i temi di sviluppo principali nella regione del San Gottardo). Il percorso sotterraneo sarà completato da laboratori di ricerca di istituzioni private e universitarie, come pure da opere esterne.

5Vedi la recente pubblicazione del Progetto di “Armeebericht”, sul quale nelle scorse settimane i media hanno versato fiumi di inchiostro e che nel Parlamento ha già provocato un acceso dibattito, con vivaci polemiche partitiche)

Terminiamo questo capitolo con un’analisi qualitativa della Regione San Gottardo dal punto di vista della riconversione delle infrastrutture militari. La situazione attuale viene valutata tramite un’analisi SWOT. In una prima parte vengono evidenziati punti forti e punti deboli della situazione attuale (Ist-Zustand).

PUNTI FORTI PUNTI DEBOLI

Facile accessibilità, grazie allo sviluppo dei trasporti pubblici, sia in

inverno sia in estate (con l’eccezione dell’inverno nella zona dei Passi) Frammentazione degli spazi e dispersione delle strutture Infrastrutture adatte per diversi segmenti di clientela (gruppi, individuali,

da ogni parte del mondo, differenti classi di età e di reddito)

Non ancora chiarite le questioni legate alla proprietà futura e alla gestione futura.

Bellezza del paesaggio e sua preservazione Stagione troppo breve nel nucleo della Regione del Passo del San Gottardo

In una seconda parte, al fine di valutare le potenzialità future, vengono valutati opportunità e rischi in base alle tendenze di mercato rilevanti (Soll-Zustand).

OPPORTUNITÀ RISCHI

Le infrastrutture legate al ridotto alpino sono uniche al mondo; esse (fino a poco tempo fa segrete o ancora in parte non accessibili) irradiano un fascino particolare

La memoria storica diretta del concetto di ridotto si indebolisce col tempo; la generazione che ha vissuto il servizio attivo direttamente sta scomparendo.

Le infrastrutture militari si prestano idealmente per il concetto di

“Erlebnis-Setting”, molto ricercato e seguito nel turismo oggi odierno (fare esperienze più che vedere / osservare passivamente)

Un parco dell’esercito (“Armeepark”) potrebbe attirare clientela indesiderata (estremisti di destra, skinheads, ecc.)

Il progetto Sawiris crea nuova clientela, che vorrà attività diversificate.

L’analisi SWOT mette in evidenza l’opportunità più grande, legata all’unicità a livello mondiale delle strutture legate al ridotto alpino; per quel che riguarda i rischi occorrerà tener conto anzitutto del declino della memoria storica diretta legata al concetto di ridotto: fra qualche anno queste

generazioni non ci saranno più, il che impone non soltanto un riposizionamento dell’offerta (strutture, attività), ma anche e soprattutto della domanda (potenziali visitatori, mercati di provenienza).

3. ANALISI DELL’OFFERTA E DELLA DOMANDA

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