• Non ci sono risultati.

26 IRWIN T. SANDERS

2. Livello regionale o distrettuale. Una soluzione a tale livello viene usata quando si devono affrontare problemi che interessano in modo comune di­ verse comunità e la cui soluzione non può esser raggiunta con le sole risorse di ognuna di esse.

Particolare attenzione viene rivolta all’utilizzazione di specialisti che possono esser temporaneamente utilizzati da comunità locali. Il problema consiste nel reperire servizi capaci di individuare i bisogni della gente e di favorire i capi locali che vogliano attuare come proprio un programma formulato fuori della loro comunità. 11 fine non e il miglioramento della comunità locale come fine a se stessa, che viene considerata come una unità operativa attraverso la quale agiscono funzionari regionali o distrettuali.

3. Livello nazionale. Si opera a questa dimensione quando si dichiara la necessita nazionale di portare il paese ad uno stadio tecnologicamente più progredito. Organizzazioni specializzate o enti di governo hanno il compito sia di assumere il personale necessario che di trovare i fondi e stabilire gli stadi di avanzamento della attività. Il programma specifico può nei suoi par­ ticolari essere attuato a livello regionale o delle comunità locali, ma sempre in rispondenza a decisioni già prese a livello nazionale. In senso generale si può dire che la comunità locale sia la beneficiaria piuttosto che la creatrice attiva di decisioni fondamentali anche se partecipa alla realizzazione di atti­ vità specifiche del programma.

Da tutto ciò deriva che lo sviluppo comunitario richiede un appoggio teorico da parte della sociologia e di altre scienze sociali. Tale appoggio si trova particolarmente in quella che oggi è conosciuta come teoria d el­ le com unicazioni che presenta tre aspetti particolarmente interessanti. Il primo riguarda i rapporti diretti esistenti alla base tra capi e seguaci, tra specialisti esterni e abitanti della comunità, tra consulenti e capi locali. Questi rapporti risultano difficili quando le parti interessate non solo manifestano reciproci equivoci di interpretazione in merito agli strumenti e ai termini usati, ma anche hanno punti di vista diversi per quanto riguarda settori specifici del programma di sviluppo. Il secondo aspetto cui sono particolarmente impegnati i sociologhi rurali è relativo alla diffusione della conoscenza di procedimenti fondamentali per lo svi­ luppo comunitario. Il terzo aspetto che si collega particolarmente all’esi­ stenza delle dimensioni geografiche più ampie cui sopra si è accennato, riguarda il mantenimento di uno scambievole flusso di idee entro la gerarchia dello sviluppo comunitario così che i responsabili della piani­ ficazione a livello regionale o nazionale siano in contatto con la popola­ zione delle piccole comunità locali in modo che essi siano aiutati a com­ prendere i problemi che vengono prospettati da coloro che hanno il com­ pito di dirigere una complessa operazione di sviluppo a livello nazionale. Senza una adeguata comunicazione che si basi su concrete conoscenze

TEORIE DELLO SVILUPPO COMUNITARIO

scientifiche dei mezzi ad essa necessari, nessun ampio programma di sviluppo potrà aver efficiente risultato.

Hanno inoltre rapporto con i problemi posti da questa differenziazione di livello geografico dello sviluppo comunitario anche le teorie sulla tecnica d elle decisioni e ai suoi effetti sulla partecipazione sociale e su altri aspetti della azione sociale. In questo campo i sociologhi rurali non hanno bisogno di esser ulteriormente illuminati. Nondimeno occor­ re ricordare che molti di noi o trascurano di utilizzare direttamente, o trascurano di consigliarne l’uso ai loro colleghi, molti di quei impor­ tanti risultati di ricerche specializzate che possono non solo arricchire la letteratura esistente sullo sviluppo comunitario ma anche favorire la conoscenza di quel che si deve e di quel che non si deve fare. Principi invecchiati che continuano ad esser usati dagli empirici si rivelano logori ed è necessaria la loro sostituzione con i risultati delle ricerche più re­ centi, tanto più che molti di questi antiquati principi riguardano le tec­ niche della scelta di decisioni, come per esempio avviene quando si ri­ corre al luogo comune di « lasciar che la decisione sia presa dalla popo­ lazione locale » anche in circostanze che mostrano ben chiaramente co­ me ciò non potrebbe mai verificarsi.

I tipi di funzionario

Lo sviluppo comunitario si differenzia nei suoi vari aspetti anche secon­ do il genere di funzionario che viene incaricato di compiti di guida o operativi. Come si è già visto sopra esso può variare dal leader locale volontario all’assistente o consulente sociale specificamente preparato a compiti multifunzionali. Particolarmente meritoria dell’appellativo di svi­ luppo comunitario è quella attività che vien svolta da una popolazione di piccola comunità col minimo di appoggio ottenuto dal di fuori: in tal caso lo sforzo attuato in loco rappresenta un bisogno ben preciso che la comunità riconosce e riguardo al quale si decide ad agire. In tale situazione il leader locale, si sia autonominato o sia stato scelto o eletto, ha le funzioni del funzionario che troviamo in programmi di attività più complessi.

II secondo tipo di funzionario lo individuiamo nel professionista resi­ dente sul posto che viene incaricato di sviluppare una attività di un dato settore dello sviluppo comunitario, quale può essere il settore educativo, o assistenziale, o agricolo, o sanitario. In diverse comunità questo tipo di funzionario può svolgere la sua attività attraverso servizi locali che lo assumono alle loro dipendenze e che stabiliscono un piano di lavoro cui egli corrisponde. In questo caso la scelta, il finanziamento e il con­

28 IRW IN T. SANDERS

trailo delle attività di questo professionista dipendono da poteri locali. Che in tal modo si attui o meno un reale sviluppo comunitario dipende dal grado con cui tale funzionario è capace di lavorare in cooperazione con altri per il bene dell’intera comunità senza pretendere di allargare i propri limitati compiti di settore in modo eccessivo.

Un terzo tipo di funzionario consiste nell’organizzatore di professione ch e proviene dal di fuori e che rappresenta enti o organizzazioni nazio­ nali che cercano di avvalersi dell’impostazione comunitaria per sostenere i loro fini specifici. Negli Stati Uniti, per esempio, possiamo vedere un fatto del genere quando degli enti sanitari scelgono dei rappresentanti esterni all’am biente in cui vogliono operare per spronare i cittadini re­ sponsabili a contribuire alla raccolta di fondi che saranno utilizzati fuori della comunità. Ma sia negli Stati Uniti che in altri paesi questo tipo di funzionario comprende l’addetto alla vaccinazione degli animali da cor­ tile, o rincaricato di iscrivere i capi famiglia ad una cooperativa di cre­ dito, o l’agente incaricato di insegnare alle donne l’uso di una pentola a pressione, o di altri apparati domestici che non hanno niente a che ve­ dere con attività di interesse per la comunità.

Un quarto tipo è lo specialista m ultifunzionale di sviluppo comunitario, che spesso viene chiamato generico anche se si tratta di uno specialista in tecniche di sviluppo, che viene inviato per aiutare la popolazione lo­ cale a organizzare e ad attuare progetti comunitari. Diversi professionisti residenti sul posto come pure organizzatori di professione chiamati dal di fuori pur avendo dei compiti settoriali si trasformano in operatori mul­ tifunzionali quando accrescono di nuove esperienze il loro settore spe­ cifico. Spesso si ritiene che si punti maggiormente su tal tipo di lavora­ tore attraverso la formazione dei leaders locali piuttosto che attraverso l’esperienza direttiva di attività molteplici. Nondimeno nell’attuale si­ stema di lavoro le due procedure spesso si intersecano.

E ’ ovvio che i funzionari dei diversi tipi sopra indicati concepiscono i loro compiti in modi diversi e da ciò deriva la varietà di intenti da parte di coloro che li utilizzano. In molte società non esiste uno status sociale in cui queste persone possano inserirsi, e così essi ritengono necessario non soltanto svolgere i compiti che sono loro affidati in relazione al pro­ gramma di attività, ma anche insegnare agli altri in qual modo devono vederli investiti dei loro ruoli. E d è specialmente su questo punto che si sviluppa un nucleo teorico che ha attinenze con la sociologia dell’occu­ pazione; si richiede pertanto non solo di comprendere quali siano i fondamenti della specializzazione ma anche di riconoscere in qual modo questi nuovi specialisti si inseriscano nei ruoli strutturali della comunità. Nondimeno è utile riconoscere che si può cominciare ad operare in una

TEORIE DELLO SVILUPPO COMUNITARIO

situazione nebulosa di estraneo incompreso che sembra non aver nulla di utile da insegnare, per giungere ad esser riconosciuto come un profes­ sionista di alta qualità i cui compiti sono altamente apprezzati. In altre parole si deve convenire che non può esserci programma di sviluppo comunitario che abbia successo a lunga scadenza ove manchi il pubblico riconoscimento dell’importanza del ruolo svolto dai suoi funzionari. Qui di seguito si indicano le caratteristiche dei diversi tipi di funzionari che operano nei programmi di sviluppo comunitario.

1. Leaders volontari locali. Si tratta di persone che hanno riconosciuto la si­ tuazione della comunità e sono in grado di formare gruppi per progetti di sviluppo comunitario. Essi si trovano spesso in stretto legame con coloro che li seguono. I servizi hanno carattere volontario e gratuito. Può esistere, come può non esistere, l’uso di consulenti esterni. La qualificazione per i compiti varia ampiamente secondo i casi; l’interesse per il programma può svilupparsi o far difetto in rispondenza a richieste contrastanti o a situazioni di tempo o di disponibilità di energie.

2. Professionista residente (per com piti. settoriali). Persona impiegata per creare una organizzazione o sviluppare un programma in settore specializ­ zato entro la comunità. Preparato professionalmente per il compito che svolge, talvolta viveva fuori della comunità prima di assumere 1 incarico che rende necessaria la sua residenza sul posto. La sua posizione può non essere ben chiara in quanto diversi membri della comunità non la comprendono e non la accettano.

Il lavoro viene svolto attraverso un servizio locale o attraverso un gruppo che finanzia e dirige le attività del professionista. Si trova frequentemente in con­ trasto con altri professionisti che cercano di favorire il loro settore specifico a scapito del resto.

3. Organizzatore professionale esterno. Si tratta di persona temporaneamente inviata sul posto da un ente nazionale al fine di creare una base organizzativa o finanziaria o qualche altro servizio. Farà uso di tecniche di sviluppo comu­ nitario, ma il benessere generale della comunità lo interessa solo incidental­ mente. Viene diretto da un supervisore esterno che deve rispondere alla organizzazione nazionale centrale e non alla comunità locale o a parte di essa. Sviluppa solo limitati legami sociali con la gente del luogo e spesso decide senza sufficiente conoscenza delle condizioni locali. La sua posizione è riconosciuta da coloro con cui lavora in stretta collaborazione e da quelli che conoscono il gruppo esterno che egli rappresenta.

4. Operatori multifunzionali di sviluppo comunitario. La posizione di questa persona non è solitamente riconosciuta in un primo momento, e può assumere diversi aspetti. Viene inviato o richiesto per aiutare gli abitanti del luogo a decidere o a realizzare progetti locali in rispondenza con un piano regionale o nazionale. Può considerarsi un generico per quanto riguarda il lavoro pra­ tico, è praticamente uno specialista in tecniche di sviluppo comunitario. Si prevede interessato nell’assistenza alla comunità che deve esser aiutata. Può

Documenti correlati