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Isole artificiali

Nel documento Bigness - Il manifesto dei superyacht (pagine 85-89)

3. Contact

3.1 Land and sea

1.3.2 Isole artificiali

Il teorema utopico del 1909 rappresenta il grattacielo come una sottile struttura metallica che sostiene una serie di piani orizzontali. Ogni livello "artificiale" è trattato come un territorio vergine e indipendente dall'altro, ognuno con uno stile di vita diverso e una propria ideologia: ogni piano è un regno privato. Questi lotti “fluttuanti” nel cielo, apparentemente in conflitto tra loro, formano un unico edificio nel suo insieme, un agglomerato di isole verticali da abitare.

Secondo questo concetto costruttivo e progettuale utopico, il grattacielo diventa un’estrusione verso il cielo fatta di lotti indipendenti uniti meccanicamente dall'ascensore più che architettonicamente. L'ascensore è il mezzo che ha permesso di superare ogni limite fisico: nel passato un’abitazione collocata oltre il quinto piano era considerata inabitabile. Nel 1870 l'ascensore contribuisce in modo

Figure 53 Teorema utopico del grattacielo del

Superyachts, due to their dynamic nature, have a different construction scheme compared to buildings, but share their structural repetition (horizontal and vertical structural forms): the longitudinal sections that make up boats multiply repeatedly following the shapes of the hull. The growth in size of superyachts is not the result of a specific and precise construction scheme, such as the skeleton of skyscrapers, which allows it to reach greater lengths, but it is the result of technological progress and experimentation, whose growth - mainly horizontal - marks the conquest towards another frontier, the sea. In boating there is no “Zoning Law” that places limits on the length and width of yachts, if not the principles of naval architecture themselves. Volumes often grow according to a ratio whereby the greater the length of the boat, the greater the number of decks, the number of which depends on the needs of the owners.

stretto è il rapporto con la natura, quindi con la luce e l'aria” (Koolhaas,

Delirious New York XI ed. - 2015 ).

Il superyacht, per la sua natura dinamica, ha uno schema costruttivo diverso rispetto a un edificio, ma ne condivide la ripetizione strutturale (forme strutturali orizzontali e verticali): le sezioni longitudinali che costituiscono la barca si moltiplicano ripetutamente seguendo le forme dello scafo.

La crescita di dimensione del superyacht, non è conseguente ad uno specifico schema costruttivo preciso, come quello a scheletro del grattacielo, che consente di

raggiungere lunghezze maggiori, ma è il risultato di progressi e sperimentazioni tecnologiche, la cui crescita - prevalentemente orizzontale - segna la conquista verso un'altra frontiera, il mare. Nella nautica non esiste una forma di "Zoning Law" che ponga limiti alle dimensioni in lunghezza e larghezza degli yacht, se non i principi stessi dell'architettura navale. Spesso i volumi crescono secondo un

rapporto per cui maggiore la lunghezza della barca, maggiore è il numero di ponti, il cui numero dipende dalle esigenze degli armatori.

Figure 54 Esempio sezione strutturale tipica di un

Decks are an agglomeration of compartments dedicated to guests, on- board services and the owner, which differ, based on their function, in the arrangement and quality of the finishes: the bow areas, characterized by reduced walkable surfaces due to the conformation of the hull, are intended as areas for the crew, leaving the most voluminous and comfortable compartments to areas reserved for guests and the owner.

This distinction between each bridge is such as to make each level almost independent and autonomous from the other. The designer's intention is to minimize vertical movements between the individual decks (in favor of the owner and his guests) by proposing, on every level, cabins that are necessary for life on board as convivial areas, day-

heads, bars and pantry.

The peculiarity of each bridge in terms of shapes, finishes and arrangements, makes it a “floating” and independent entity, an island that evokes the utopian theorem of skyscrapers, whose agglomeration, intentionally disconnected, forms the entire yacht.

The levels, however, are architecturally and mechanically connected by the stairwell and the lift, both positioned in a “neutral area” of transition which, unlike the upper and lower decks, does not change its style and decoration but remains coherent. This lobby compartment is positioned in the center of gravity of the volumes to be functional and

I ponti sono un agglomerato di compartimenti dedicati agli ospiti, ai servizi di bordo e all'armatore, che si differenziano, in base alla loro funzione, nella disposizione e nella qualità delle rifiniture: le zone di prua, caratterizzate da superfici calpestabili ridotte per la conformazione dello scafo, sono destinate alle zone per l’equipaggio, lasciando i compartimenti più voluminosi e confortevoli alle zone riservate agli ospiti e all’armatore.

Questa distinzione tra ogni ponte è tale da rendere ogni livello pressoché indipendente e autonomo dall'altro. L'intenzione del progettista è quella di ridurre al minimo i movimenti verticali tra i singoli ponti (a favore dell'armatore e dei suoi ospiti) proponendo, su ogni livello, cabine necessarie alla vita di bordo come zone conviviali,

day-head, bar e pantry.

La peculiarità di ogni ponte per forme, rifiniture e disposizioni, lo rende un'esistenza "fluttuante" e indipendente, un’isola che evoca il teorema utopico del grattacielo, il cui agglomerato, intenzionalmente scollegato, forma l'intero yacht.

I livelli, tuttavia, sono collegati architettonicamente e meccanicamente dal corpo scale e dall'ascensore, posizionati entrambi in una “terra neutra" e di transizione che, a differenza dei ponti superiori e inferiori, non cambia il suo stile e la sua decorazione ma rimane coerente. Questo compartimento, lobby, viene posizionato nel baricentro dei

The mechanical element has particularly evolved in recent decades; its installation, no longer an exception, has become a standard on many yachts even of “smaller” dimensions. Their shapes and finishes are so refined that they become aesthetically an engineering work. Surely Otis, back in 1870, would never have imagined that his invention was installed on a yacht, nor that technological progress could make it possible to create systems of the highest level.

L’elemento meccanico si è particolarmente evoluto negli ultimi decenni; la sua installazione, non più eccezione, è diventato uno standard su molti yacht anche di dimensioni “inferiori”. Le loro forme e finiture sono così ricercate da diventare esteticamente un’opera ingegneristica. Sicuramente Otis, nel lontano 1870, non avrebbe mai immaginato che la sua invenzione venisse installata su uno yacht, né che il progresso tecnologico potesse rendere possibile realizzare sistemi di altissimo livello.

Nel documento Bigness - Il manifesto dei superyacht (pagine 85-89)

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